[NuovoLab] G8: per la Corte Europea dei Diritti Umani è ammi…

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著者: Antonio Bruno
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題目: [NuovoLab] G8: per la Corte Europea dei Diritti Umani è ammissibile il ricorso dei poliziotti condannati
L'ultima spiaggia dei funzionari di polizia condannati per la "macelleria messicana" che andò in scena alla scuola Diaz nei giorni del G8 di Genova del 2001 è una decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.

Che nei giorni scorsi ha dichiarato ammissibile il ricorso presentato dagli avvocati dei poliziotti contro la condanna per falso e calunnia stabilita in appello a Genova e confermata in Cassazione nei confronti di Gilberto Caldarozzi, oggi vicedirettore della Dia, Fabio Ciccimarra, Carlo Di Sarro, Filippo Ferri, Salvatore Gava, Francesco Gratteri e Giovanni Luperi, entrambi in pensione, Massimo Mazzoni, Spartaco Mortola, e Nando Dominici.

Secondo i funzionari di polizia è stato violato l'articolo 6 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo. Il quale stabilisce fra le altre cose il "diritto dell'imputato di interrogare o far interrogare i testimoni a carico" e il diritto a un "equo processo". In particolare, secondo i funzionari la prima sentenza, che aveva assolto i poliziotti più alti in grado, sarebbe stata ribaltata in appello senza sentire nuovamente i testimoni.

Un'obiezione già presentata davanti alla Corte di Cassazione, che nelle motivazioni della sentenza di conferma della condanna aveva già respinto la tesi degli avvocati dei funzionari. Spiegando come i giudici d'appello non erano tenuti a risentire i testimoni, perché avevano semplicemente tratto da alcune loro testimonianze conseguenze diverse rispetto alla responsabilità degli imputati.

Secondo il pm di allora, Enrico Zucca, "il fatto che la Corte europea abbia detto che il ricorso sia ammissibile non significa che verrà accolto. Del resto ricordiamoci delle motivazioni della Cassazione ma anche delle sentenze della Corte euroepa sulla Diaz e Bolzaneto".

La stessa Corte infatti ha già condannato duramente per ben due volte lo Stato italiano per i fatti della Diaz. Parlando esplicitamente di "tortura" e invitando l'Italia a dotarsi di una legge ad hoc, che è stata poi faticosamente approvata lo scorso luglio. E criticando anche le enormi difficoltà riscontrate dalla magistratura italiana, e genovese in particolare, per accertare la verità. Così come sono state evidenziate le mancanze dello Stato italiano nel prendere provvedimenti adeguati nei confronti dei poliziotti condannati.

Se invece la Corte europea dovesse accogliere anche nel merito il ricorso, ecco che per i funzionari condannati dalla Cassazione si potrebbe aprire un qualcosa di clamoroso.

"La Cassazione aveva già affrontato la questione - dice l'avvocato Emanuele Tambuscio, difensore di alcune parti civili - e aveva stabilito che non vi era alcuna necessità di risentire le testimonianze perché non c'era stata una valutazione di attendibilità o inattendibilità dei testimoni sentiti

in primo grado e non in secondo. Quella della Cedu è solo un vaglio preliminare, vedremo come andrà".

L'avvocato di Nando Dominici, Maurizio Mascia, invece, spiega che "si aprirebbe la possibilità di un ricorso per revisione da parte degli imputati condannati, per far ripartire il processo dalla stessa fase in cui si è verificata la violazione". Ovvero, di nuovo un processo di appello a Genova, sulla Diaz, a 17 anni da quei fatti.

genova.repubblica.it
MARCO LIGNANA