[Retenowar] Fwd: Ma ora si diserti senza se e senza ma il br…

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Szerző: Alessio Di Florio
Dátum:  
Címzett: fori-sociali, pescarafree, retenowar, reteantirazzista, Redditolavoro, ComitatoNoDebito-Abruzzo
Tárgy: [Retenowar] Fwd: Ma ora si diserti senza se e senza ma il branco dei benpensanti
http://heval.altervista.org/ma-ora-si-diserti-senza-se-e-
senza-ma-il-branco-dei-benpensanti/

Ma ora si diserti senza se e senza ma il branco dei benpensanti


La miniserie “Il Principe Libero” ha scatenato anche sui social un fiume di
commenti. La platea di facebook, per esempio, si è letteralmente divisa a
metà tra delusi ed entusiasti. Per alcuni giorni praticamente Faber ha
calamitato gran parte dell’attenzione. Tra i delusi e gli entusiasti della
recitazione di Marinelli c’era comunque un filo comune: grandissimo ed
immenso Faber, gigante unico ed irripetibile. E anche gli entusiasti hanno
ammesso che in uno sceneggiato televisivo di poche ore era impossibile
raccontare pienamente Faber.

[image: minoranzadeandreiana]
<http://heval.altervista.org/wp-content/uploads/2018/02/minoranzadeandreiana.jpg>
Paolo
Villaggio in un’intervista su Repubblica (http://www.repubblica.it/
2009/02/sezioni/spettacoli_e_cultura/villaggio-de-andre/
villaggio-de-andre/villaggio-de-andre.html ) criticò la “deificazione” di
Fabrizio con la quale si “è costruito un personaggio finto”. Ma lui “era
molto più divertente, vario, non poteva essere schematico come un anarchico
cattivo e incazzato” di come “l’hanno confinato”. La persona vera si è
incarnata nei quartieri dove il buon Dio non dà i suoi raggi, si è perso
tra i carugi dove incontrava l’umanità più varia e nelle sue canzoni
interpretava il disagio degli emarginati, dei disgraziati, dei condannati
dall’ideologia benpensante per renderlo qualcosa di utile e bello. Faber
per tanti aspetti era l’anti eroe per definizione, ci mise anni anche solo
per cedere al palcoscenico. La sua essenza era altrove, lontana dalle luci
e dai lustrini, dai salotti e dai riflettori. Nei giorni della miniserie
tutti deandreiani, tutti innamorati della sua poesia, tutti a decantare le
virtù. Di chi però disse di aver trovato ben poco merito nella virtù e ben
poca colpa nell’errore.



*GLI ULTIMI E GLI EMARGINATI CANTA FABRIZIO*

Siamo innamorati di Fabrizio? Siamo rapiti dalla sua musica? Ci struggiamo
realmente nel suo ricordo? E allora commemoriAmolo nell’unica maniera vera
e autentica. Abbandoniamo le nostre certezze borghesi, le nostre ideologie
da perbenisti e benpensanti, le nostre comodità da materassi di piume in
cerca di poltrone e tivù. Fabrizio era autenticamente Fabrizio accanto agli
ultimi, agli emarginati, ai barboni, alle puttane delle “vecchie case” di
Genova, ai disgraziati di ogni tipo. Ma mai con la carità pelosa e
assistenziale di chi si crede migliore e guarda dall’alto in basso. No,
Fabrizio viveva con loro, li ammirava, apprezzava la loro umanità. La
migliore. Molti sono colpiti, ancora oggi, dalla precisione, dalla
minuziosa ricerca, dall’attenzione di De André nelle parole e nelle
musiche. Era tutto messo nel descrivere, nel raccontare, nel far conoscere
quella umanità. Ma saremmo mai capaci noi di andare alla ricerca di un
barbone o in una comunità di una prostituta, di un ex tossico, di un ex
carcerato? E ascoltarli, lasciarci arricchire dall’incontro, apprezzarli? E
ci andremo mai con “l’abito bello”, il vestito da cerimonia e a festa? Si,
quelli che utilizziamo per le pompose commemorazioni, i matrimoni e i
salotti buoni? Fabrizio era questo. L’uomo che viveva a disagio nelle
sacrestie dell’ordine borghese, nei salotti delle vuote chiacchiere e delle
certezze dell’ipocrita alta società. Faber tutta la vita si è ribellato
alla piramide sociale, l’ha vissuta rovesciandola. Trovando la meglio
società lì dove i ricchi e benpensanti giudicano e disprezzano.

[image: personecontinuadelusione]
<http://heval.altervista.org/wp-content/uploads/2018/02/personecontinuadelusione.jpg>
E’
un interrogativo anche troppo facile e scontato quello su cosa avrebbe
detto e come cantata, la società degli ultimi vent’anni, la crisi economica
e la guerra sociale, economica, politica, tra Stati, permanente. Ma la
risposta è, probabilmente, ancor più scontata. Faber avrebbe continuato a
cercarne le vittime, a guardare con loro questo mondo, a non arrendersi ad
un ordine sociale sempre più ingiusto e disumano. Denunciando che i
colpevoli della povertà sono in alto, che non sono i poveri e gli
emarginati, i deboli e i sofferenti i responsabili. Ma coloro che vanno
elemosinando voti e poi dichiarano guerra alle vittime delle loro
politiche, delle loro condanne, del loro ordine costituito. Ma, alla fine,
non è probabilmente questa la domanda da porci, che avrebbe senso. La vera
questione, mi sia permesso scriverla, è cosa facciamo, diciamo, cantiamo
noi. Ieri, oggi, domani. Mattina, pomeriggio, sera, notte. Viviamo il
disagio e il dolore di questa ingiusta società? Ci indigniamo, ci
incazziamo, stiamo male di fronte alla violenza contro i più deboli, alle
lacrime di chi soffre le guerre e le crisi, l’impoverimento e la brutalità
di chi sta in alto? Riusciamo quotidianamente a non lasciarci andare al
disprezzo per un barbone o all’indifferenza per le sorti di una ragazza
costretta ai bordi delle strade o nei bordelli frequentati dalla “brava
gente”? Come diavolo si può dormire la notte, restare tranquilli e vivere
la propria vita senza sentire questo dolore, quest’ingiustizia, questa
disumanità sulla propria pelle, nelle proprie carni, che dilaniano le
viscere? Come si può rimanere più o meno indifferenti, non uscire pazzo,
trovare pace, non sentire l’obbligo, il dovere, la necessità anche fisica
di indignarsi, muoversi, attivarsi, ribellarsi?

*L’IPOCRITA PERBENISMO BORGHESE E GLI ULTIMI CONDANNATI*

[image: mondomuorerealta]
<http://heval.altervista.org/wp-content/uploads/2018/02/mondomuorerealta.jpg>
Mai
come oggi queste domande dovremmo porcele quotidianamente, ogni giorno,
ogni ora. Perché mai come ora sono tempi bui per le classi meno abbienti,
gli impoveriti, coloro costretti ai margini e alla fragilità. E in cui il
perbenismo, i benpensanti, l’ottuso bigottismo pre-medievale dominano e
imperversano quotidianamente. E c’è chi rimane senza casa e senza lavoro,
chi vive per strada e nelle stazioni. Chi viene uccisa, violentata,
stuprata, oppressa dal branco. Chi lucra sulle spalle dei poveri, facendola
spesso franca e anzi trovando titoli, microfoni, ribalta e chi viene
gettato nelle moderne “discariche sociali”. I Miché, i Geordie, gli
incarcerati di Fabrizio erano i derelitti, i disgraziati, chi non aveva
nulla e nessuno. No, e questo andrebbe spiegato al salottiero ex direttore
kommunista, non c’era nessun garantismo e nessuna attenzione per i forti e
i potenti nelle canzoni di De André. L’ordine sociale che lui denunciava e
condannava era quello che distrugge e condanna i poveracci, chi non ha
santi in paradiso. Quelli davanti i quali tu e i tuoi colleghi ogni giorno
mostrate indifferenza e condanna. No, Don Raffaè non è una canzone che si
schiera con i camorristi e i criminali della loro risma. Nossignore,
cianciarone borghese sempre alla ricerca di nuovi padroni da servire,
Fabrizio denunciava l’ipocrisia del suo tempo (che è poi quella di oggi) di
chi fa finta di indignarsi e di impegnarsi e poi si accorda, scende a
patti, costruisce l’ordine economico con i peggiori e più disumani
criminali. Mentre opprime e rinchiude, giudica e condanna nelle “discariche
sociali” fragili, indifesi e deboli. Perché lamentarsi che tutto non va,
che la politica fa schifo e non funziona nulla alleggerisce la coscienza
(per chi incidentalmente dovesse averla). Ma se può essere utile l’amico
dell’amico, l’amico dell’amico dell’amico, l’amico dell’amico dell’amico
dell’amico, diventa quasi un obbligo sociale rivolgercisi. E se non vuoi
rivolgerti al feudatario delle clientele, se non vuoi accettare la
raccomandazione, se non chiudi gli occhi di fronte a “impicci e ‘mbrogli”
sei tu sbagliato, sei tu che non vuoi lavorare, sei tu che “ma chi cazz ti
credi di essere?”. E se toccano quella “brava persona”, quella che “ha
trovato il lavoro a tanti”, “fa tanto del bene”, la colpa diventa sempre
del giornalista in cerca di notorietà e fama, del magistrato che non si fa
i cazzi suoi. Mancano i soldi, siamo sempre più poveri. Ma i tossici fanno
schifo e sti cazzo di barboni, sto andando dalla parrucchiera e a farmi le
unghie, sto al bar a leggermi il giornale. Che cazz rompete i coglioni che
puzzate e date fastidio? La violenza è brutta, ma quella hai visto come
stava vestita? Che ci faceva a quell’ora in giro DA SOLA? Ma dai che
qualche segnale l’ha dato, altrimenti perché lui si è avvicinato? Ma daii,
è stata solo una ragazzata! E’ una brava persona, non farebbe mai del male
neanche ad una mosca, se è arrivato a tanto era esasperato, chissà che gli
era successo. Ma guardala, ma come fai a non fare certi pensieri quando la
vedi? Devi essere proprio un frocio di merda! Che spreco, ma ti rendi
conto, ma come fa ad essere lesbica? Dai che non ha mai trovato un vero
maschio … Questa carrellata non è un raptus del momento, non me la sto
inventando così per il gusto di scrivere qualche cazzata. Basta rifletterci
ed è cronaca quotidiana, lo sentiamo per strada o al bar, nelle nostre
tiepide case o sul posto di lavoro. Sono il sistema patriarcale e
maschilista, schifosamente sessista o omo-lesbo-trans-fobo che ogni giorno
viene alimentato da pensieri, parole. E purtroppo anche fatti e omissioni.

*LO SQUALLIDO MASCHILISMO DEL BRANCO DEI BENPENSANTI*

Ecco, anche le canzoni di Faber lo raccontano e denunciano. Il moralismo
bigotto dei benpensanti è solo schifosa, complice ipocrisia. E’ il
nascondere dietro la facciata perbene il peggior squallore oppressivo e
perverso. Perché non è mai una gonna ad essere troppo corta o un jeans
troppo aderente, non è mai colpa della vittima (https://www.
ilfattoquotidiano.it/2015/07/21/stupro-di-gruppo-a-firenze-
tutti-assolti-ragazza-giudicata-io-non-violenza/1893590/
https://www.quotidiano.net/2009/05/23/181593-troppo_
libere_siamo_rischio_stupro.shtml http://27esimaora.corriere.it/
articolo/da-madre-superiora-a-prostitutail-valore-di-una-
donna-inciso-sulla-gamba/ http://27esimaora.corriere.it/
articolo/non-dite-a-noi-come-vestire-dite-a-loro-di-non-stuprare/ ) e non
è mai solo una cazzata o una ragazzata, che no significa solo e soltanto no
e nulla, nulla, nulla deve essere interpretato in altra maniera e lo
stupratore è sempre, solo e soltanto una schifoso criminale senza
attenuanti. Una donna non è una “suora” o una “puttana” a seconda di come
si veste. O perché davanti si trova di fronte un branco di più o meno
mafiosetti e maschi disumani(http://www.ritaatria.
it/LeStorie/Donne/LeCalabresi/AnnaMariaScarf%C3%B2.aspx ). E una donna
libera, dalla forte personalità, che non china il capo di fronte al
“maschio” non è una che “ce l’ha di legno”, una mancata “troia”. No, è una
persona che merita rispetto e ammirazione, ricca dei beni più preziosi:
dignità e libertà. Ed è squallido e osceno nel 2018 pretendere, in nome di
un ottuso e bigotto moralismo, la donna in posizione ancillare. Angelo del
focolare che deve servire e riverire l’uomo forte, che “porta i pantaloni”.
La donna che arrivata ad una certà età deve sposarsi e fare figli. Nella
“bella famiglia naturale” dove ovviamente lui è il maschio e portare “i
soldi a casa”. Eh già perché se fosse lei a lavorare e lui a fare il
“domestico” scandalo! E altro scandalo se fosse lei più adulta, sarebbe
snaturata la famiglia con lei che ha qualche anno di più. Figurati se
fossero, per esempio, addirittura una decina. Chissenefrega dell’amore, del
rispetto reciproco, della dignità. L’importante è salvare le convenzioni e
la facciata borghese!

La bellezza può essere ammirata e apprezzata, le qualità e le virtù di una
donna meritano rispetto. Ma nessuna avvenenza fisica, nessun vestito, nulla
di nulla, è un biglietto da visita per i porci comodi. E la violenza è
sempre violenza. E non è mai lei che provoca ma lui che è uno stronzo.
Anche se davanti hai una donna più o meno costretta ed oppressa dallo
sfruttamento dello prostituzione di un pappone (chiunque esso sia). Si,
anche lei ha diritto al rispetto. Se dovesse essere spedita in ospedale o
uccisa non è una “puttana di meno sulle strade e chissenefrega che si è
fatto un po’di pulizia”. Così come chi muore per overdose non è un “tossico
di merda” in meno. Ma una persona con dignità e umanità. E merita solo
ammirazione e stima chi esce dal tunnel della tossicodipendenza, chi riesce
a ricostruirsi una vita. E, statene certi, può essere una straordinaria
madre, padre. Potrebbe persino diventare insegnante o dottore. E non c’è
nulla da giudicare, anzi è una splendida persona molto ma molto ma molto di
più, di ogni figlio di papà, di ogni arricchito borghese, di ogni
benpensante vissuto nella bambagia dei materassi di piume.

Questo è il mondo che si è fermato per “Il Principe Libero”, del record di
ascolti per la mini serie su Fabrizio De Andre, che per giorni e giorni sui
social si è commosso ed è stato colpito da Faber. Un po’ quel che accadde
tre anni fa con la fiera dell’ipocrisia di tanti, troppi “Je suis Charlie
Hebdo” (http://www.telejato.it/home/cronaca/alla-fiera-
dellipocrisia-un-je-suis-charlie-ognuno-compro-tanti-
troppi-non-sono-autentici/ )

*Alessio Di Florio*



*Alexander, dall’umanità ai margini per riparare il mondo*

*E’ ancora possibile fare politica insieme agli impoveriti e agli ultimi,
ai piccoli e ai deboli, senza rimanere ingabbiati nei soliti rituali e
nelle meschine dinamiche dei palazzi? Fare politica non per il potere ma
solo per le vittime e gli sfruttati?*

http://www.qcodemag.it/2017/07/03/alexander-dallumanita-
ai-margini-per-riparare-il-mondo/

*[image: drammavita]
<http://heval.altervista.org/wp-content/uploads/2018/02/drammavita.jpg> E
sul precario della vita è sceso l’oblìo dell’ipocrisia. Ma le sue parole
gridano ancora*

http://heval.altervista.org/e-sul-precario-della-vita-e-
sceso-loblio-dellipocrisia-ma-le-sue-parole-gridano-ancora/

*Scendono la tristezza e la malinconia …*

http://heval.altervista.org/scendono/?doing_wp_cron=1519139094.
4398629665374755859375

*Col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei
respinti muove gli ultimi passi …*

http://heval.altervista.org/col-suo-marchio-speciale-di-
speciale-disperazione-e-tra-il-vomito-dei-respinti-muove-gli-ultimi-passi/

*“Vi distruggano con le idee nate dalle vostre idee, l’odio nato dal vostro
odio”*

http://heval.altervista.org/vi-distruggano-con-le-idee-
nate-dalle-vostre-idee-lodio-nato-dal-vostro-odio/

*[image: ac808e5c4939924e2acb242747e0cedf]
<http://heval.altervista.org/wp-content/uploads/2016/05/ac808e5c4939924e2acb242747e0cedf.jpg>
Don
Gallo, 3 anni dopo traffichiamo ancora sogni*

http://heval.altervista.org/don-gallo-3-anni-trafficando-ancora-sogni/

*GLBT: la breccia aperta ai funerali di don Gallo*

https://www.peacelink.it/sociale/a/38447.html

*Abbattiamo tutti i triangoli rosa. Realmente, senz’ipocrisie*

https://www.peacelink.it/sociale/a/37464.html

*Blenda, assassinata dalla transfobia di Stato*

https://www.peacelink.it/sociale/a/30723.html

*Colpevoli d’amore*

https://www.peacelink.it/sociale/a/30440.html

*Il volo negato di Sandra*

https://www.peacelink.it/sociale/a/25717.html

*Nessun rispetto per Emuanuela*

https://www.peacelink.it/sociale/a/21497.html

*6 anni dopo ci sia giustizia e rispetto per Emanuela. E per tutti noi*

https://www.peacelink.it/abruzzo/a/39392.html

*Aggressione Pescara: No all’intolleranza omofoba*

https://www.peacelink.it/abruzzo/a/39467.html

*Con Dino e don Tonino (e Vik Utopia) sogniAmo una Pasqua di liberazione da
guerre e oppressioni*

http://heval.altervista.org/con-dino-e-don-tonino-e-vik-
utopia-sogniamo-una-pasqua-di-liberazione-da-guerre-e-oppressioni/

*La Pasqua o è degli ultimi e degli impoveriti o non è*

http://heval.altervista.org/la-pasqua-o-e-degli-ultimi-e-
degli-impoveriti-o-non-e/

*Lettera ad un condannato a morte*

https://www.peacelink.it/sociale/a/21226.html

*Che non sia (stato) un Natale ipocrita e ingiusto*

http://heval.altervista.org/che-non-sia-stato-un-natale-ipocrita-e-ingiusto/

*Tutti a difesa del Crocifisso ma ai crocifissi incarnati ci si pensa?*

http://heval.altervista.org/tutti-difesa-del-crocifisso-
ma-ai-crocifissi-incarnati-ci-si-pensa/

*In ricordo di Fernanda Pivano. Ciao signorina Anarchia, ciao signora
Libertà*

http://heval.altervista.org/ciao-signorina-anarchia/

*Di ragliatori, cicisbei e galoppini nauseanti*

http://heval.altervista.org/di-ragliatori-cicisbei-e-galoppini-nauseanti/

*Siete solo ipocriti mafiosi borghesi di merda!!*

http://heval.altervista.org/siete-solo-ipocriti-mafiosi-borghesi-di-merda/

*Pier Paolo Pasolini. L’Italia sta marcendo*

http://heval.altervista.org/pier-paolo-pasolini-litalia-sta-marcendo/

*La repressione e la propaganda son strumenti dell’ordine delle classi
dominanti*

http://heval.altervista.org/la-repressione-e-la-propaganda-son-strumenti-
dellordine-delle-classi-dominanti/

*Il Pentagono documenta quel che i pacifisti denunciano*

https://www.peacelink.it/editoriale/a/32608.html

*Crimini contro l’umanità.*

https://www.peacelink.it/pace/a/6719.html

*Libia, l’infinita scelleratezza delle guerre occidentali*

https://www.peacelink.it/editoriale/a/41929.html

*Il diritto (calpestato!) di essere bambini gioiosi e giocosi*

https://www.peacelink.it/sociale/a/21719.html