Re: [Pacifistat] [istat_iv_viii] Difendiamo il diritto di as…

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Aihe: Re: [Pacifistat] [istat_iv_viii] Difendiamo il diritto di assemblea


Tutta la tua ricostruzione è consapevolmente artefatta, e piena di
inesattezze.
L'accordo non serve a "chiarire" una norma o a "evitare
fraintendimenti", *serve a rinforzare presso le amministrazioni e nei
tribunali la posizione delle grandi organizzazioni sindacali* su un
punto cruciale (il diritto di assemblea) che è da anni oggetto di un
conflitto con le organizzazioni sindacali di base.
*E' falso che si tratti di una questione "ambigua" o "aperta" solo nel
settore privato.* Nella scuola (ormai il "nostro" comparto) i Cobas ad
esempio sono impegnati da anni in una battaglia anche legale sul diritto
di assemblea, mentre la tua organizzazione sindacale si rendeva
protagonista di centinaia di diffide ai dirigenti scolastici rei di aver
concesso assemblee ai singoli RSU, anche molto recentemente e con
numerose sentenze a voi sfavorevoli e che hanno riconosciuto tale
diritto,
<http://www.unicobas.org/index.php/unicobas-comunica/739-cgil-cisl-uil-e-snals-contro-il-diritto-di-assemblea>
che dunque esisteva concretamente prima dell'accordo (e anche dopo, a
mio parere).
<http://www.unicobas.org/index.php/unicobas-comunica/739-cgil-cisl-uil-e-snals-contro-il-diritto-di-assemblea>Tanto
era aperta la questione che, certo per evitare fraintendimenti, CGIL
CISL e UIL hanno inserito dal 2001 in poi direttamente nel CCNL della
Scuola un comma che cercava di negare il diritto di assemblea al singolo
RSU, comma ritenuto nullo in varie sentenze.

*Il diritto di assemblea è il diritto sindacale minimo*. E' il diritto
dei lavoratori di riunirsi, senza di quello ci sono le chat di whatsapp
o gli incontri clandestini a mensa e alle macchinette del caffè.
La costituzione del nuovo comparto farà cadere fuori dalla
rappresentatività (che garantisce il diritto di assemblea)
organizzazioni che erano invece rappresentative nella ricerca: USB (di
cui io non faccio più parte) è una di queste.
*Dal 2018 l'unica possibilità per le organizzazioni non rappresentative
per conquistarsi il diritto di assemblea senza passare per un tribunale
sarà dunque ottenere la maggioranza dei voti alle elezioni delle RSU.*

Abbiamo convocati una riunione straordinaria delle RSU perchè la
questione è si è posta ora, o meglio la avete posta ora firmando
quell'accordo nell'imminenza delle elezioni per le RSU. Questo non
c'entra niente con la partecipazione o meno alle attività generali delle
RSU, di cui peraltro siete maggioranza e che potete dunque garantire.
Mentre continuate ad affermare la disponibilità a concedere assemblea a
chi ne faccia gentile richiesta, *vi siete sottratti all'unica modalità
trasparente e dignitosa di regolare la questione: modificare il
regolamento per rendere il diritto di assemblea esigibile ai singoli RSU.*

Voi vi trovate nella classica situazione di difesa di un monopolio e
delle rendite a questo associate. E' ben difficile scardinare un
insediamento organizzativo che ha più di un secolo di storia alle
spalle, che ha un'enorme forza economica, burocratica e politica
accumulata nel tempo, che fornisce a chi se ne fa rappresentante e (a
volte ) a chi vi si associa benefici diretti e tangibili. Eppure,
ovunque si presenta un'alternativa a voi, il consenso è forte e
immediato, spesso a prescindere dalla proposta.
Puoi maledire quanto vuoi il "populismo sindacale", ma dietro al
sindacalismo "di ente" che tanto disprezzi c'è spesso molto
semplicemente l'esigenza di riacquistare una dimensione collettiva e
"democratica" che voi siete impegnatissimi a negare o a disattivare
ovunque si presenti, anche qui in Istat in questi anni. Ma è più
semplice negare l'evidenza che farsi una seria autocritica, che dovrebbe
anche riguaradare l'assoluta eccezione italiana nel panorama europeo
degli ultimi 10 anni, in cui non si è opposta resistenza sindacale
alcuna a misure di assoluta e inedita gravità. Da questo punto di vista
preferisco il sindacalismo di ente al sindacalismo di governo...

Stefano

>
> Provo a chiarire un po’ di cose.
>
> Esistono diversi diritti sindacali nel pubblico impiego.
>
> Quello di *negoziazione *spetta da sempre, *a livello di comparto*,
> alle organizzazioni rappresentative (ovvero che abbiano almeno il 5%
> di rappresentanza nel comparto). Nel singolo ente il diritto alla
> *contrattazione integrativa /nazionale/* spetta alle organizzazioni
> sindacali che hanno firmato il contratto nazionale di categoria. Da
> sempre.
>
> La *contrattazione integrativa /territoriale /o /locale /*spetta,
> oltre che alle organizzazioni sindacali, anche alle RSU, unitariamente
> intese (del resto si chiamano Rappresentanze sindacali unitarie...).
>
> Nel nostro settore, la ricerca, la contrattazione territoriale è da
> sempre poca cosa, soprattutto dopo gli interventi della legge Brunetta.
>
> Con il CCNL firmato l’altro giorno si recuperano alcuni diritti di
> contrattazione e confronto a livello locale, come sull’orario di
> lavoro e la sicurezza, sui quali quindi avranno voce in capitolo anche
> le RSU. Inoltre per la prima volta è scritto nel nuovo CCNL che se
> l’ente è monosede (come ad esempio l’ISS, l’INAPP o l’INVALSI), alla
> contrattazione integrativa nazionale parteciperanno anche le RSU. Di
> più era oggettivamente difficile ottenere. Ci riproveremo col prossimo
> CCNL, che parte già dall’anno prossimo.
>
> Queste regole servono anche a non far proliferare sindacati “di ente”,
> che sono il contrario della rappresentanza collettiva. Non hanno però,
> in 20 anni, impedito a sindacati diversi da CGIL, CISL e UIL di
> ottenere la rappresentatività a livello di comparto. Nel nuovo
> comparto hanno rappresentanza la CONFSAL, sindacato autonomo, e GILDA,
> sindacato dei docenti, associato all’ANPRI, sindacato di ricercatori e
> tecnologi. Negli altri comparti del pubblico impiego esistono varie
> organizzazioni sindacali rappresentative. L’idea del “sindacalismo in
> un solo ente” è sempre andata molto di moda all’Istat, dove abbiamo
> avuto prima LISISTAT (Libero Sindacato Istat), poi l’USI, che
> praticamente non esisteva altrove, quindi l’USB, che almeno in qualche
> altro ente aveva una presenza. Inoltre abbiamo - da quando ci sono le
> RSU se non erro - un eletto dell’UGL (ora Confintesa, scissione a
> destra dal sindacato della Polverini), che è da sempre l’unico eletto
> in tutti gli enti di ricerca. La tendenza alla frammentazione ha da
> sempre contraddistinto il nostro istituto.
>
> Esiste poi un secondo tipo di diritto sindacale, ovvero quello
> all’*agibilità*. Questo diritto è scollegato dalla firma del CCNL ed è
> in capo - da sempre - alle organizzazioni sindacali rappresentative
> (con almeno il 5% di rappresentanza a livello di comparto) e alle RSU.
> Il diritto all’agibilità comprende avere bacheche, aulette, la
> possibilità di inviare comunicazioni al personale, i permessi
> sindacali. E anche il diritto di indire un’assemblea.
>
> L’USB, il sindacato nelle cui liste sei stato eletto 3 anni fa e che
> aveva preso 380 voti nelle RSU di Roma, *mantiene ad oggi tutte le
> prerogative di agibilità sindacale. Può quindi - tra le altre cose -
> indire assemblea*. Non conosco i motivi per i quali tu e gli altri
> eletti dell’USB non potreste quindi indire assemblea, presumo siano
> derivanti da problemi interni a quell’organizzazione.
>
> Tutti gli eletti nelle liste dell’USB hanno cominciato a *non venire
> più* alle riunioni RSU meno di un anno dopo l’elezione, rendendo
> difficoltoso se non impossibile avere riunioni valide, eppure su
> alcune sue prerogative, come ad esempio quella delle sedi Istat di
> Roma, vicenda che ha tenuto banco negli scorsi anni, avrebbe potuto
> rafforzare l’azione collettiva.
>
> Ora una parte di questi eletti si sveglia perché ci sono le elezioni
> RSU e decide di impostare la campagna elettorale su una questione
> complessa e delicata, pretendendo una riunione straordinaria per
> cambiare il regolamento, che all’epoca non fu contestato, perché
> evidentemente non ritenuto - allora - così fondamentale. Sono RSU
> all’Istat dal 2007 e nessuno ha mai posto questo fondamentale tema di
> “democrazia” prima di ora.
>
> Non mi risulta che esistano in Italia regolamenti RSU che consentano a
> un singolo eletto di convocare un’assemblea. Penso lo stesso che si
> possano creare regole innovative, nel rispetto della norma e del buon
> senso. Nell’attuale regolamento ad esempio abbiamo introdotto la
> rotazione mensile del coordinatore, che non credo abbia precedenti, e
> la fruizione dei permessi RSU in modo autonomo da parte di ciascun
> componente.
>
> Con alcuni paletti e regole chiare si potrebbe fare in modo da
> garantire il diritto di assemblea anche a una parte delle RSU. Ma
> *pretendere *che - dopo un passato recente fatto di attacchi - ci si
> riunisca straordinariamente per cambiare il regolamento è di per se un
> problema: le modalità con cui si “propongono” le cose non sono neutre.
>
> Abbiamo scritto la lettera collettiva che abbiamo inviato lunedì,
> anche se ci siamo resi conto che praticamente tutti avevamo altri
> impegni lavorativi o personali al momento della riunione RSU di
> martedì. Avremmo potuto semplicemente fare finta di niente, come avete
> fatto voi di fronte a tutte le convocazioni RSU per lungo tempo.
> Abbiamo preferito scrivere, non ipocritamente, che il regolamento si
> cambia - se troviamo un accordo - con la prossima RSU.
>
> Ricordo che nessuno di noi ha contrastato le pur strane assemblee di
> servizio convocate da due RSU a settembre scorso. La scorsa settimana
> sono stato uno dei primi a assentire a un’assemblea RSU sui diritti
> degli ex precari stabilizzati. In questi anni, sul campo, abbiamo
> sempre dato come FLC CGIL copertura assembleare a movimenti e gruppi
> di lavoratori all’Istat, senza per questo volere “sovradeterminare”
> l’assemblea. Credo che una soluzione corretta la troveremo anche nelle
> prossime settimane e mesi, a condizione che ci sia la voglia di
> trovarla e non solo quella di fare propaganda.
>
> Provo a essere ancora più chiaro.
>
>   * Se chiunque vuole indire assemblea come RSU in questi mesi,
>     personalmente darò la mia “adesione” al fine di arrivare alla
>     maggioranza delle RSU via email, ovviamente fatti salvi motivi di
>     ordine “morale” (non voglio appoggiare iniziative di stampo
>     neofascista, ad esempio). Consiglio a chi volesse indire assemblea
>     di farlo con un buon anticipo, perché in teoria le assemblee vanno
>     comunicate all’amministrazione 3 giorni prima.
>   * Se verrà indetta una nuova riunione – ordinaria o straordinaria -
>     delle RSU su questo argomento e potrò venire, sono pronto a
>     discutere di questo tema senza problemi, da subito, forse più
>     fruttuosamente che sulle mailing list.
>   * Se anche si arrivasse in tempi rapidi a una convergenza su una
>     modifica al regolamento, sarebbe comunque una maggioranza risicata
>     ad approvarlo, quando le elezioni sono alle porte. Non mi sembra
>     una buona premessa per rinnovare un organismo che – ripeto –
>     dovrebbe essere unitario. Quindi proporrei in ogni caso di
>     rinviare la decisione a dopo le elezioni, con la nuova RSU eletta,
>     che dovrà comunque discutere e approvare il suo regolamento.

>
> Grazie a chi ha letto questa email per intero, buona giornata.
>
> Lorenzo
>
>
> ------------------------------------------------------------------------
> *Da: *"Daniele D'ambra" <dambra@???>
> *A: *"lodovici" <lodovici@???>
> *Cc: *"Pacifistat Pacifistat" <pacifistat@???>, "istat iv
> viii" <istat_iv_viii@???>
> *Inviato: *Lunedì, 12 febbraio 2018 20:07:49
> *Oggetto: *Re: [istat_iv_viii] Difendiamo il diritto di assemblea
>
> Incollo la mia risposta inviata anche alla ml dei precari:
>
>
>
> Potrei dire di essere stupito, ma non è così.
> Mi aspettavo esattamente questa presa di posizione da parte di chi nei
> comunicati dice di non condividere la stretta autoritaria sulla
> rappresentatività delle RSU, ma che in realtà la vuole utilizzare a
> proprio comodo.
> Si finge di non sapere che l'interpretazione della norma sulla
> possibilità di indire assemblee per la singola RSU è tutt'altro che
> chiara ed è una spudorata menzogna che si sia sfruttato un "buco
> normativo" perché ci sono decine di casi analoghi in altre
> amministrazioni fino a che "qualcuno" non ha spinto l'Aran a questo
> parere. E fingono quindi che chi oggi propone di cambiare regolamento
> sia uscito matto all'improvviso e non proponga una modifica alla luce
> di una novità normativa importante.
> Lupi vestiti da agnelli.
>
> Si dice che le norme sulla rappresentatività nel pubblico impiego
> funzionano. Infatti all'Istati si vede bene come sia così.
> Nella contrattazione decentrata di secondo livello (quella che quindi
> riguarda l'Ente specifico) un sindacato con 380 voti non siede nemmeno
> ai tavoli e non ha accesso alla documentazione in trattativa, mentre
> un altro con appena 70 voti riesce da solo a far passare l'accordo sul
> salario accessorio dei dirigenti, regalando loro decine di migliaia di
> euro grazie ad un'autovalutazione del 100%.e compromettendo la
> possiblità di usare la cosa come leva per ottenere altro. La
> rappresentatività funziona BENISSIMO... per chi ha potere funziona
> alla grande.
> Se ti pieghi supino a firmare il contratto e sei rappresentativo nel
> comparto, è del tutto irrilevante quanto tu sia rappresentativo nel
> tuo Ente.
> Praticamente se ci fosse un sindacato in grado di prendere il 90% dei
> voti all'Istat ma senza rappresentatività di comparto non potrebbe in
> alcun modo trattare con l'amministrazione e tutto sarebbe delegato ad
> una serie di sigle sindacali che rappresenterebbero appena il 10% dei
> lavoratori istat.
>
> Ma che meraviglia il concetto di democrazia della CGIL!
> Un concetto di democrazia leggermente interessato e che praticamente
> esclude in partenza la possibilità di rappresentanza di qualsiasi
> organizzazione esclusi i confederali (visto che altri soggetti pur
> essendo rappresentativi nel comparto, non firmando il contratto non
> possono partecipare alle trattative).
> Chiaro per chi DOVETE votare? Ovviamente per chi evoca a sé
> l'esclusività della rappresentanza.
> Creando un perverso circolo vizioso: sono rappresentativo perché mi
> votano e mi votano perché sono rappresentativo.
> Meraviglioso.
>
> Il concetto fondamentalmente è "la democrazia siamo noi e poiché siamo
> democratici se volete possiamo concedervi l'autorizzazione tramite noi
> a presentare le vostre istanze":
> Grazie mille. Troppo buoni. Scusate se abbiamo pensato che la
> democrazia sindacale dovesse tenjere in considerazione anche una
> rappresentatività di ente che a voi non fa comodo e che quindi rimuovete.
> Scusate se abbiamo pensato che in una tornata elettorale si debba
> convincere con la forza degli argomenti e non con quella dei privilegi.
> Scusate infine se ci siamo illusi che alla fin fine il semplice
> "diritto di assemblea" non vi togliesse chissà quali prerogative, ma
> stabilisse la semplice possibilità di riunirsi per tutti.
> Pensate se si stava discutendo della possibilità di sedere ai tavoli,
> apriti cielo.
> Evidentemente anche la possibilità di semplice riunione assembleare fa
> paura a chi riesce ad ottenere voti solo sulla base di privliegi e
> posizioni di rendita, perché di suo in termini di argomenti ha da
> offrire ben poco e ha paura di competere non alla pari, ma anche solo
> in netto vantaggio.
>
>
> Alla CGIL va il mio saluto con la nostra faccia sotto i tuoi piedi e
> puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
>
> Firmato
> Il tuo peccatore di prima con la faccia dove sappiamo
> (Quasi Cit)
>
> --
> Per annullare l'iscrizione al gruppo, per favore, NON scrivere a
> tutti, ma invia un'email senza testo nè oggetto a:
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> (verrà richiesta conferma).
> Se incontri difficoltà, e PER SEGNALARE PERSONE DA AGGIUNGERE, scrivi
> a: istat.iv.viii@???.
> Grazie.
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Stefano Gerosa
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