[Storiaorale] Mostra "È passata la svastica" a Varallo per i…

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Lähettäjä: Istituto storia Resistenza e società contemporanea Bi-Vc-Vals
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Aihe: [Storiaorale] Mostra "È passata la svastica" a Varallo per il Giorno della Memoria 2018
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea

nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia

Istituto Nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti per la storia della
Resistenza e dell’età contemporanea

13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005; fax 0163-562289
<mailto:istituto@storia900bivc.it> istituto@???

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A Varallo, in occasione del prossimo Giorno della Memoria, sarà esposta,
nella sede dell'Istituto, in via D'Adda, 6, dal 26 gennaio all'8 febbraio
2018, la mostra È passata la svastica. La seconda guerra mondiale nei
disegni di Nino Baratti, curata da Elisa Malvestito e realizzata
dall'Istituto con la compartecipazione del Comitato della Regione Piemonte
per l'affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della
Costituzione repubblicana. L’inaugurazione si terrà venerdì 26 gennaio, alle
ore 17.30. Orari di apertura: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 15
alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 18.30.



La mostra propone una selezione dei disegni del pittore ligure Nino Baratti,
che combatté nella Resistenza operando nelle formazioni Sap della II brigata
mobile "R. Della Vecchia" e collaborò con "La Stella Alpina".

L'esperienza della guerra lo segnò profondamente, tanto da spingerlo a
realizzare, tra il 1940 e il 1945, un centinaio di disegni dedicati al
racconto e alla rappresentazione di questo tragico capitolo della storia
contemporanea. Il ricordo di Baratti è soprattutto legato ai suoi dipinti,
oggi presenti in collezioni pubbliche e private in Italia (Vignola, La
Spezia, Milano, Livorno) e all'estero (Lugano, Londra, Bruxelles, Madrid). I
disegni giovanili, dedicati alla terribile esperienza del secondo conflitto
mondiale, sono invece meno celebri. Eseguiti in diverse località tra il 1940
e il 1945, i bozzetti di guerra vennero datati e firmati solo nell'immediato
dopoguerra, quando l'artista ebbe l'occasione di esporli a Novara. Alcuni di
essi vennero pubblicati sul giornale partigiano "La Stella Alpina/La Squilla
Alpina", altri utilizzati come manifesti durante alcune campagne contro la
guerra negli anni cinquanta e come corredo iconografico nella rivista
"l’impegno", edita dall’Istituto. Dedicati all'amico antifascista Michele
Castagnaro, arrestato nel 1943 e deportato a Mauthausen, dove morì nei forni
crematori, "i disegni non sono reportage o fotografie degli avvenimenti",
scrive l’artista, "ma sintetizzano dal punto di vista artistico i miei
pensieri, una protesta, una ribellione disegnata, frutto di una forte
sensazione e di una profonda sofferenza, in opposizione alla dittatura
allora imperante risalente al 1938-1939 quando divenne sempre più netto
nella mia coscienza e nel pensiero il desiderio di libertà".