Autor: Corrado Cara Data: Para: Reclamare indipendenza dall'oligarchia del web Assunto: Re: [Lifeoutoffb] evoluzioni del significato del termine hacker
Graze Longo per il contributo wikipediano. Io uso molto Wiki. Sono iscritto anche io ma non ho mai scritto nulla.
> Il giorno 27 ott 2017, alle ore 16:16, Francesco Occhipinti <f.occhipinti@???> ha scritto:
>
> wow, grazie! questa discussione sull'etica hacker mi ha davvero
> insegnato qualcosa. da quel che ho vissuto viaggiando ed incontrando
> persone impegnate nel software libero e nel web, credo che ci sia un
> nuovo principio adottato sempre di più da chi si preoccupi di vere
> un'etica: l'empatia. personalmente ci sto ancora lavorando su! XD
>
>
> 2017-10-26 20:14 GMT+02:00 Cristiano Longo <cristianolongo@???>:
>> Li sto leggendo ora, poi faccio un altro riassunto
>>
>> i principi generali su cui si basa l'etica hacker sono:
>>
>> Condivisione
>> Apertura
>> Decentralizzazione
>> Libero accesso alle tecnologie informatiche
>> Miglioramento del mondo
>>
>> https://it.wikipedia.org/wiki/Etica_hacker >>
>> On 26/10/2017 19:31, Francesco Occhipinti wrote:
>>> sinceramente, gran lavoro ed una lettura interessante, grazie. non uso
>>> molto wikipedia ma ho cercato di fare due piccole modifiche al testo
>>> che forse puoi già osservare sul sito. quali sono i cinque principi?
>>>
>>> 2017-10-26 18:41 GMT+02:00 Cristiano Longo <cristianolongo@???>:
>>>> Ho fatto un breve riassuntino della sezione che descrive le evoluzioni
>>>> del termine Hacker nella relativa pagina di wikipedia
>>>> https://it.wikipedia.org/wiki/Hacker .
>>>>
>>>> CL
>>>>
>>>>
>>>> Al MIT degli anni 1920-26 vigeva un elevato livello di competizione e
>>>> l'attività di hacking emerse sia come reazione sia come estensione di
>>>> una tale cultura competitiva. L'istituto, con la miriade di corridoi e
>>>> tunnel sotterranei, offriva ampie opportunità esplorative agli studenti.
>>>> Fu così che "tunnel hacking" divenne l'accezione usata dagli stessi
>>>> studenti per indicare queste incursioni sotterranee non autorizzate.
>>>>
>>>> [...]
>>>>
>>>> I primi ad auto-qualificarsi "computer hacker" nel campus del MIT negli
>>>> anni 1960 furono un gruppo di studenti appassionati di modellismo
>>>> ferroviario, che negli ultimi anni 1950 si erano riuniti nel Tech Model
>>>> Railroad Club. [...] In maniera sottile, il termine hacking si trasformò
>>>> da sinonimo di gioco ozioso, a un gioco in grado di migliorare le
>>>> prestazioni o l'efficienza complessiva del sistema ferroviario del club.
>>>> Quanto prima i membri di quel comitato cominciarono a indicare con
>>>> orgoglio l'attività di ricostruzione e miglioramento del circuito per il
>>>> funzionamento delle rotaie con il termine "hacking", mentre "hacker"
>>>> erano quanti si dedicavano a tali attività.
>>>>
>>>> [...]
>>>>
>>>> Sul finire degli anni cinquanta, l'intero comitato Signals and Power era
>>>> emigrato in massa nella sala di controllo del TX-0, portandosi dietro lo
>>>> stesso spirito di gioco creativo. Il vasto reame della programmazione
>>>> informatica avrebbe portato a un ulteriore mutamento etimologico. "To
>>>> hack" non indicava più l'attività di saldare circuiti dalle strane
>>>> sembianze, bensì quella di comporre insieme vari programmi, con poco
>>>> rispetto per quei metodi o procedure usati nella scrittura del software
>>>> "ufficiale". Significava inoltre migliorare l'efficienza e la velocità
>>>> del software già esistente che tendeva a ingolfare le risorse della
>>>> macchina.
>>>>
>>>> [...]
>>>>
>>>> Un classico esempio di quest'ampliamento della definizione di hacker è
>>>> Spacewar!, il primo video game interattivo. Sviluppato nei primi anni
>>>> sessanta dagli hacker del MIT, Spacewar! includeva tutte le
>>>> caratteristiche dell'hacking tradizionale: era divertente e casuale, non
>>>> serviva ad altro che a fornire una distrazione serale alle decine di
>>>> hacker che si divertivano a giocarvi. Dal punto di vista del software,
>>>> però, rappresentava una testimonianza incredibile delle innovazioni rese
>>>> possibili dalle capacità di programmazione. Inoltre era completamente
>>>> libero (e gratuito). [...] Furono i concetti di innovazione collettiva e
>>>> proprietà condivisa del software a distanziare l'attività di computer
>>>> hacking degli anni sessanta da quelle di tunnel hacking e phone hacking
>>>> del decennio precedente.
>>>>
>>>> [...]
>>>>
>>>> Nella seconda metà degli anni settanta il termine "hacker" aveva assunto
>>>> la connotazione di élite. [...] Per potersi definire hacker, una persona
>>>> doveva compiere qualcosa di più che scrivere programmi interessanti;
>>>> doveva far parte dell'omonima cultura e onorarne le tradizioni.
>>>>
>>>> [...]
>>>>
>>>> A partire dai primi anni ottanta i computer presero a spuntare un po'
>>>> ovunque, e i programmatori [...] improvvisamente si trovarono a stretto
>>>> contatto con hacker di grande livello via ARPANET. Grazie a questa
>>>> vicinanza, i comuni programmatori presero ad appropriarsi delle
>>>> filosofie anarchiche tipiche della cultura hacker di ambiti come quello
>>>> del MIT. Tuttavia, nel corso di un simile trasferimento di valori andò
>>>> perduto il tabù culturale originato al MIT contro ogni comportamento
>>>> malevolo, doloso. Mentre i programmatori più giovani iniziavano a
>>>> sperimentare le proprie capacità con finalità dannose - creando e
>>>> disseminando virus, facendo irruzione nei sistemi informatici militari,
>>>> provocando deliberatamente il blocco di macchine quali lo stesso Oz del
>>>> MIT, popolare nodo di collegamento con ARPAnet - il termine "hacker"
>>>> assunse connotati punk, nichilisti.
>>>>
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