Care/i amiche/ci
L'associazione Sempre Verde in collaborazione
con l'associazione Lerka Minerka dalla Campania
http://www.lerkaminerka.com/
vi invita ad un
*Weekend nel Parco Nazionale del Circeo*
http://www.parcocirceo.it/
Diamo il benvenuto all'autunno e addio all'estate con il
Gemellaggio Lerka Minerka - Sempre Verde !
* Sabato 30 Settembre - Domenica 01 Ottobre 2017 *
Programma di massima:
Sabato 30 Settembre 2017
11:00 sistemazione in alloggio e/o montaggio tende
struttura consigliata: Camping Sabaudia Villaggio Turistico
<
https://www.facebook.com/VillaggioTuristicoSabaudia/>
appuntamento ore 11 presso il Camping Sabaudia,
Via S. Andrea, 15, 04016 Sabaudia LT
https://goo.gl/maps/67EKgeKH9Q32
13:00 passeggiata a Riparo Blanc (scogliera+bagno)
http://
www.prolococirceo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=338&Item
id=785&lang=it
14:00 pranzo al sacco
16:00 passeggiata alla grotta delle Capre
http://www.circei.it/grotta-
delle-capre.html
<
https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.circei.it%2Fgrotta-delle-capre.html&h=ATMIV9jViEBppRGly2SXDjzdd-o3msrfN1B3uiwcDS2DsbAgULXgsmQNLrrif_lzL7dn3nOkgFudg1eLPxIIcJthB6MHDSnwBtDvbTqrYP5Q-_ZZDsvPfRChOoRABy5A83Ohy7Epxh-FVFuRWDhDHTFmqJ8d48OXw8UjQr0>
http://blog.zingarate.com/parconazionaledelcirceo/grotta-delle-capre/
<
https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fblog.zingarate.com%2Fparconazionaledelcirceo%2Fgrotta-delle-capre%2F&h=ATOHDMhUCf6HpacAJUwXI4f0tT3_DatwnKze5Y4Nak7144Y7rkcrRsssSOivjdrZDPFOwYWLzFPMxR_iu1iiwX21UNXZD5__rwVAVlyci5vLJIRb_p_7zOQxBXRt4NKb3FksuoL23yLkJX_oKYzoHzRxHxWUcgb_YtRT-SM>
20:00 cena conviviale + serata in spiaggia
Domenica 01 Ottobre 2017
09:00 passeggiata al Lago di Fogliano e borgo caetani
https://goo.gl/maps/SoEV6tHeF732
Partenza: Villaggio Fogliano (Latina)
Tempo di percorrenza: 1 ora
Difficoltà: Facile
Lunghezza: 2 km
Dislivello: Pianeggiante
11:00 Escursione ad anello nella Selva di Circe da loc. Cerasella
https://goo.gl/maps/fHFLJdo6WwN2
Sentiero Foresta Demaniale e Piscina della Verdesca + sentiero
della madonnella
(Sabaudia) cerasella area faunistica - punti 9 - 10 - 7 - 5 - cerasella
Partenza: Cerasella
Arrivo: Cerasella
Tempo di percorrenza: 2 ore
Difficoltà: Facile
Lunghezza: 6 km
Dislivello: Pianeggiante
Percorribile a piedi In bici Elevato interesse: flora, fauna e panorama
(segue descrizione)
13:30 pranzo al sacco presso sede centrale Parco Nazionale del Circeo,
Sabaudia, via Carlo Alberto 188
https://goo.gl/maps/BzE4BjSNjrz
14:30 Escursione ad anello dalla Selva di Circe al lago di Paola (braccio
della carnarola)
Partenza: sede PNC sabaudia
Arrivo: sede PNC sabaudia
Tempo di percorrenza: 2 ore
Difficoltà: Facile
Lunghezza: 6 km
Dislivello: Pianeggiante
punti 20 - 21 - 23 e ritorno al 20 per variante est
Percorribile a piedi In bici Elevato interesse: flora, fauna e panorama
17:00 saluti e brindisi a S. Felice Circeo paese
18:00 partenza gruppo LM per la Campania
22:00 partecipanti LM arrivo a Benevento terminal-bus
Gli interessati ad un corso di disegno naturalistico potranno riservare la
partecipazione al corso con la designer Francesca Cocco presso il Faro di
S. Felice Circeo ore 16-19. (scrivere a sempreverde.pronatura@??? )
Equipaggiamento necessario:
- scarpe da trekking
- costume da bagno
- abbigliamento a strati
- giubbino a vento
- borraccia
- attrezzatura da campeggio (bicchiere, stoviglie e posate non usaegetta)
- mappa, bussola e navigatore gps
referente: Francesco Lazzarotto +393357126078 <+39%20335%20712%206078>
flazzarotto1@???
*Tutti i partecipanti sono tenuti a fare attenzione durante i percorsi nel
parco,*
*in spiaggia, sugli scogli e in mare.*Chi è interessato può sottoscrivere
l'assicurazione infortuni "outdoor"
al prezzo di 3€ al giorno tramite l'associazione Sempre Verde (scrivere a
sempreverde.pronatura@??? entro giovedì 28/09/17 alle 18:00 )
Per approfondimenti:
http://www.parks.it/parco.nazionale.circeo/pun.php
<
https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.parks.it%2Fparco.nazionale.circeo%2Fpun.php&h=ATOiVpZ8ZAA8_VJfz4Aq7FifZIhQA2nngHtApS24km7PmcddR26tL3dNgR_qXgZD5jndTy68kdsI4bQ_mAfHL4Mi6oBWJ2kPJfzw9i7eXSImxESl-TtkVedsghqC3v-ssAJgeakrNwxUlNZeg7VJVJuCDcNzKsAA1Z2aYPU>
Pernotto
http://www.parks.it/parco.nazionale.circeo/Esog.php
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https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.parks.it%2Fparco.nazionale.circeo%2FEsog.php&h=ATNKjm7UiTcpQjUYYHCS1HoR4QrGdSy8BIC-VNMuB-VEN0zmcRPodxcTfQ9v_uhmxNM8Q5Z5ZtI1uGB_rTwl0ki0QNDCtmmFDXEI1Tc-KatLgmr_5sA6RWf_DDdQSaoBHurxqmHf98x_uVdnROdW6y4W5GTC1p0Dv20Lj6Q>
http://www.parks.it/parco.nazionale.circeo/iti.php
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https://l.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fwww.parks.it%2Fparco.nazionale.circeo%2Fiti.php&h=ATMJCZCta2drohekADrL5Wmfi-4QMMXNJyOAQDMNKYG_oQaEIi5_77iBYsUpF2iL8vcCS2npgMugXhcDSVuhieVK64tkZIajtOCfr2U-yh2v8TpAelldRonYu_HQTZApwLzRY0J4bwUiarq9-KfJxkZmwty5zKQ533PYS_k>
* Riparo Blanc *
Il Riparo Blanc è una piccola cavità rocciosa posta 20 m. s.l.m. sfruttata
dall’uomo durante la preistoria. Si raggiunge prendendo dal Centro Storico
la via del Faro e proseguendo oltre verso la Batteria. Questa grotta
evidenzia la testimonianza di un insediamento umano del Mesolitico (circa
8500 anni fa). Lo strato ad esso relativo comprende un’industria litica
molto particolare e resti di faune: furono rinvenuti infatti moltissimi
strumenti definiti dagli archeologi denticolati e con delle intaccature che
servivano per staccare dagli scogli e aprire i gusci dei circa 30.000 resti
di molluschi, prevalentemente marini, qui rinvenuti.
La grande quantità di molluschi (un ammasso di rifiuti di pasti) nel Riparo
indica un adattamento delle genti del Mesolitico alle mutate condizioni
dell’epoca Postglaciale quando la raccolta intensiva dei molluschi marini
di scoglio sostituisce la caccia degli ormai scarsi animali di grossa
taglia.
Al Mesolitico segue il Neolitico caratterizzato al Circeo dalla comparsa
dell’industria su ossidiana. La presenza di questa roccia è da porsi in
relazione con lo sfruttamento dei giacimenti di questo particolare vetro
vulcanico dell’isola di Palmarola (arcipelago pontino). Dalle coste del
Circeo questo nuovo materiale, più facile da scheggiare, si irradia e si
diffonde in tutto l’entroterra pontino e in buona parte della Penisola.
*La Grotta delle Capre *
La Grotta delle Capre è la più famosa e visitata fra le grotte del Circeo
insieme alla Grotta Guattari, si trova nel versante meridionale del
promontorio del Circeo il località Quarto Caldo. Appena entrati ci si trova
al cospetto di un maestoso un salone a forma di cupola alto oltre 15 metri.
La grotta presenta alcune prosecuzioni: un cunicolo sul fondo del salone,
tra pareti bianche, prosegue per circa trenta metri di lunghezza sino ad
ambienti sempre più ridotti. Un secondo ramo parte con un passaggio basso
sul lato destro del salone; un terzo, infine, con una rampa accanto
all'ingresso.
Anticamente l'antro era conosciuto come Grotta della Maga, nel quale la
leggenda antica vuole che la Maga Circe elaborasse i suoi incantesimi [1].
La grotta veniva in genere descritta come un riparo ampio e profondo e
prenderebbe il nome dal fatto che veniva frequentemente utilizzata per
ripararvi i pastori e le capre durante i periodi di pioggia o in tempo di
notte (non si capisce, comunque, come possano accedervi delle capre visto
l'ingresso alla grotta assai difficoltoso).
Una recente scoperta, frutto di uno scavo clandestino, ha portato alla luce
lo scheletro di un bambino custodito all'interno di un anfora romana.
Questo tipo di sepoltura, detto enchytrismòs, veniva praticato per inumare
i bambini e consisteva nel deporre il corpo all'interno di un vaso in
terracotta pithos con il corpo in posizione rannicchiata. Il pithos veniva
deposto in un anfratto di roccia, ricoperto da un cumulo di pietrame e
rimaneva visibile sulla superficie del terreno. A Roma, durante la
repubblica, era usanza comune l'uso dell’incinerazione che continuò sino
all’Alto Impero, quando venne sostituita con l’inumazione, imposta dalle
religioni orientali e poi dal cristianesimo. Questo daterebbe i reperti, in
prima istanza, al III-IV secolo dopo Cristo, ma non è da escludere una
datazione più antica, fenicio-punica, o addirittura preistorica. Il
compianto prof. Marcello Zei durante una campagna di scavo, in questa
grotta, recuperò altri due scheletri, che sarebbero appartenuti sempre a
bambini. Tali resti vennero portati alla luce presso la rampa dell'ingresso
a sinistra ove giace uno smottamento di terra. Scheletri inumati nello
stesso punto anch'essi ad enchytrismòs. Probabilmente la grotta conserva
ancora altre sorprese archeologiche e si auspica un intervento della
Soprintendenza per chiudere temporaneamente il sito affinche si avvii al
più presto una campagna di scavi.
La grotta è una notevole testimonianza della trasgressione tirreniana
durante l'ultimo interglaciale, quando alternanza del livello batimetrico
nelle epoche geologiche, causato dalle variazioni del volume dei ghiacciai,
ha influenzato l'evoluzione della cavità con il variare delle condizioni
ambientali. Sulle pareti della Grotta delle Capre sono ancora evidenti i
fori praticati dai litodomi (animali marini che hanno la caratteristica di
trovare riparo nelle rocce più dure forandole con una secrezione acida). I
fori dei litodomi si ritrovano sia nelle grotte poste a 23 metri di
altitudine, che sulle pareti delle grotte poste a 8 a 4 e a 3 metri sul
livello del mare. Sono questi i segni evidenti delle mutate condizioni
paleogeografiche. E' stato possibile in tal modo stabilire qual'é stato il
periodo di massima immersione e calcolare in due centimetri annui
l'incremento medio del fenomeno, sia quando é in fase positiva che quando é
in fase negativa.
All'interno della grotta è visibile la stratigrafia dello scavo compiuto
dal Prof. Alberto Carlo Blanc quando nel 1936 portò alla luce 12 strati ti
terreno. Nel quinto livello sono stati ritrovati resti di una fauna di tipo
tropicale come l'ippopotamo, risalendo gli strati dal basso verso l'alto si
perdono i segni di animali adattati a un clima caldo e si scoprono resti di
fossili tipici dei climi rigidi: segno evidente del sopraggiungere della
glaciazione.
Durante l'ultimo periodo interglaciale il livello del Mediterraneo era di
circa 10-15 m più elevato di oggi: quel mare ricopriva una buona parte
dell'attuale Agro Pontino e circondava il Monte Circeo, escavando sui suoi
fianchi tutta una collana di grotte litoranee e lasciando sul fondo di esse
spiagge marine contenenti molluschi che oggi non vivono più nelle nostre
acque, e sono confinati alla costa dell'Atlantico tropicale. Nell'interno
delle grotte del Monte Circeo sono ben visibili le tracce di quest'antica
linea di riva marina, sotto forma di solchi di battigia, scavati sulle
pareti rocciose, e di perforazioni di datteri marini, fino a circa 10 m di
altezza [2].
1. Descrizione Topografica di Roma e Comarca, 1864
2. Carlo Alberto Blanc, Sapere, 1939
La Grotta delle Capre nell'800 [1]
di Giuseppe Capponi
A poca distanza dalla torre del Fico, girando le falde del Circeo, che
s'innalza a picco come una grande penisola tra la pianura ed il mare, si
trova una bellissima grotta la quale viene appellata Grotta delle Capre,
essendo l'accesso difficilissimo, ed è anche pericoloso in qualche punto,
per gli erti scogli, che la circondano, e sotto ai quali l'occhio viene
spaventato dalle onde del mare spumante, il di cui livello si è abbassato
di molto conoscendosi tuttora dalle corrose pareti della stessa grotta ove
anticamente l'acqua giungeva.
Essa ha un aspetto veramente magico ed imponente in forma di Panteon, la
cui estensione è di palmi 125 in largo e 208 in lungo, ed ha una altezza
sufficiente per poter coprire un bastimento. Le interne sue pareti si sono
ornate da molte stalattiti rappresentanti varie figure di uomini, di
paesaggi, ecc... formatisi naturalmente con lo sgocciolare dell'acqua, che
filtra dalla volta, mista a sostanza calcarea. Dal primo ambiente di questa
caverna si accede ad altro più piccolo in forma di corridoio naturale, che
penetrando nell'interno del monte da comunicazione ad altra profonda
grotta, nella quale volli io introdurmi vari anni addientro in compagnia di
alcuni miei amici; e quidati dalla luce di varie torcie accese la
percorremmo sino ad un certo punto, da dove non volemmo proseguire temendo
essere offesi da qualche serpente o altro animale solito a nidare in qualli
solitari ed oscuri antri. Chiunque imiterà il mio esempio vedrà un opera
della natura molto singolare, e posso accertare i lettori (fidato anche
sulle narrative di vari viaggiatori) essere questa una delle più belle e
magnifiche grotte naturali che esistono in Italia.
Al di la della Grotta delle Capre, e camminando nella direzione del fortino
nominato Cervia (dalla tradizione che in quelle vicinanze si recassero a
dissetare i cervi scendenti il monte) si trova un'altra maestosa spelonca
nella quale devesi accedere dalla parte del mare e col mezzo di un
naviglio. Essa prende il nome di Grotta dell'Impiso da una deposizione di
stalattiti, che riunitesi in forma di un tronco sospeso alla volta, ha
molta somiglianza colla figura di un uomo a testa in basso.
1. Giuseppe Capponi, Il Promontorio Circeo, 1856
2. Litografia in bianco e nero, Edward Dodwell, 1830 ca.
3. Realizzazione fotografica e ricerca storica, Carlo Gallone
*Itinerario nella Selva di Circe *
Questo itinerario, ad anello, consente di osservare i principali aspetti
presenti nella foresta planiziale, tra cui una delle caratteristiche
"piscine", la Piscina della Verdesca, un'area stagionalmente allagata che
riproduce il paesaggio originario della "Selva di Terracina". Punti di
riferimento: 5-9-10-7-5. Accesso dalla Pontina, km 89,2.
Il punto di partenza è interno alla Foresta Demaniale, precisamente presso
l'area attrezzata di "Cerasella", dove sorgono alcune strutture del Corpo
Forestale dello Stato. Qui troviamo un'area faunistica con finalità
didattiche, dove vengono tenuti cinghiali e daini recuperati che non
potrebbero sopravvivere allo stato libero.
Dal centro visite si segue il sentiero della madonella e si arriva
direttamente al punto 9, si volta a sinistra verso est e
continuando sullo stesso sentiero, si raggiunge il punto 10; si devia a
destra in direzione della Piscina della Verdesca (nei pressi del punto 7),
dove si rientra sulla porzione non carrabile della Migliara 51. Da qui,
procedendo verso destra (direzione Nord) si raggiunge il punto 5 e quindi a
"Cerasella".
Il tratto compreso tra i punti 10 e 7 presenta diversi esemplari arborei
vetusti: generalmente si tratta di alberi di farnetto (Quercus frainetto),
una quercia caducifoglia tipica della penisola balcanica e dell'Italia
centro-meridionale, facilmente riconoscibile dalle altre querce per via
delle grandi foglie profondamente lobate. L'altra quercia che domina nella
foresta demaniale è il cerro (Quercus cerris), dalle foglie molto variabili
ma tutte provviste di lobi appuntiti e dalle ghiande con la tipica cupola
dalle squame molto allungate e rigide. Le venature rosse presenti nella
corteccia sono un altro carattere che facilita il riconoscimento.
Nei pressi del punto 7 si osservano alcune delle tipiche depressioni della
duna antica (pleistocenica), periodicamente allagate per l'accumulo di
acqua piovana o l'affioramento della falda superficiale. Si formano così le
famose "piscine", tra cui la Piscina della Verdesca è una delle più note ,
anche perché liberamente accessibile (a differenza di altre come la Piscina
delle Bagnature e la Piscina della Gattuccia, interne alle Riserve
integrali).
Queste depressioni stagionalmente allagate costituiscono gli ambienti più
suggestivi della foresta planiziale, proprio per la loro variabile
ciclicità legata all'andamento delle piogge e alla lunghezza dei periodi di
aridità.
Intorno alle piscine, o dove l'acqua permane di meno, l'albero dominante è
un'altra quercia caducifoglia: la farnia (Quercus robur), facilmente
riconoscibile per le foglie glabre e cerose al tatto e per le ghiande
portate da un lungo peduncolo. Questa quercia è tipica dell'Europa centrale
e settentrionale ed è quella che raggiunge le latitudini maggiori nel
nostro continente.
All'interno delle piscine dominano invece alberi di frassino meridionale
(Fraxinus angustifolia subsp. Oxycarpa), appartenenti ad un altro genere e
ad un'altra famiglia rispetto alle querce. Questi appartengono allo stesso
genere del più noto frassino maggiore (Fraxinus excelsior), simbolo
mitologico per diverse popolazioni antiche del Nord-Europa, e
dell'altrettanto noto frassino da manna o orniello (Fraxinus ornus) da cui,
nelle regioni più calde del Sud-Est Europa, incidendo la corteccia si
ricava un liquido zuccherino molto utilizzato in passato. I frassini
appartengono alla famiglia botanica delle Oleacee, nome che deriva da uno
degli alberi più importanti per l'uomo: l'ulivo (Olea europaea).
La Piscina della Verdesca si raggiunge percorrendo per un breve tratto il
sentiero che dal punto 7 riporta al punto 5, sino ad incontrare sulla
destra un ponticello da cui parte il breve sentiero che conduce ai suoi
margini.
Dal punto di vista faunistico questo itinerario consente di osservare,
facendo silenzio e attenzione (soprattutto se fortunati!) molti animali
tipici della foresta. Quasi sicuramente si può incontrare qualche
esemplare, o una famiglia, di cinghiali (Sus scrofa) che "grufola" nella
lettiera. Molto più elusiva del cinghiale è la lepre italica (Lepus
corsicanus), una specie endemica dell'Italia meridionale. Nelle depressioni
umide si possono osservare diversi anfibi (rane e rospi) e alcuni rettili,
come la biscia dal collare (Natrix natrix) e la testuggine di palude (Emys
orbicularis).
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[image: Immagine incorporata 2][image: Immagine incorporata 1]
Sempre Verde *onlus*
Associazione di Volontariato per l’ambiente – Federata Pro Natura
Sede Legale: Strada Selcella 463, 04100 - Latina (LT)
*dona il 5 x 1000 a " Sempre Verde " C.F. 91060010591*
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