[NuovoLab] Ascoltare il grido della terra e dei poveri

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Autore: Antonio Bruno
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Oggetto: [NuovoLab] Ascoltare il grido della terra e dei poveri
Appello del Papa in vista della giornata di preghiera per il creato ·
30 agosto 2017

Un appello ad «ascoltare il grido della terra e il grido dei poveri» è stato lanciato da Papa Francesco al termine dell’udienza generale di mercoledì 30 agosto. Ai fedeli presenti in piazza San Pietro il Pontefice ha ricordato che il 1° settembre si celebra la giornata di preghiera per il creato, in occasione della quale sarà reso noto un messaggio preparato insieme con il patriarca ecumenico Bartolomeo. «In esso — ha spiegato il Papa — invitiamo tutti ad assumere un atteggiamento rispettoso e responsabile verso il creato». Da qui il richiamo rivolto «a quanti occupano ruoli influenti», con l’invito a prestare attenzione soprattutto alle esigenze degli ultimi, «che più soffrono per gli squilibri ecologici».

In precedenza, proseguendo nelle catechesi sulla speranza, Francesco aveva parlato della «memoria della vocazione». E dal racconto evangelico della chiamata di Giovanni e Andrea, ha preso lo spunto per riflettere sulla «domanda di senso» racchiusa nel cuore dei giovani. «È triste vedere giovani in pensione» ha osservato riferendosi a quelli che «non cercano nulla» e «sono invecchiati prima del tempo». Gesù, al contrario, è un «incendiario» e suscita nei suoi interlocutori «il desiderio di vita e di felicità», spingendo i due discepoli a diventare «missionari di quell’incontro» e a ricordare «per sempre quel giorno che illuminò e orientò la loro giovinezza».

Come si scopre, dunque, la propria vocazione? «La si può scoprire in tanti modi — ha risposto il Pontefice — ma questa pagina di Vangelo ci dice che il primo indicatore è la gioia dell’incontro con Gesù». Il Signore, infatti, «non vuole uomini e donne che camminano dietro a lui di malavoglia, senza avere nel cuore il vento della letizia»; desidera piuttosto «persone che hanno sperimentato che stare con lui dona una felicità immensa, che si può rinnovare ogni giorno della vita». Ecco perché «un discepolo del regno di Dio che non sia gioioso non evangelizza questo mondo».

Come Maria, il cristiano è chiamato dunque a custodire «la fiamma» del suo primo incontro con Gesù e a coltivare «sane utopie»: Dio infatti, ha affermato Francesco, «ci vuole capaci di sognare come lui e con lui, mentre camminiamo ben attenti alla realtà. E se un sogno si spegne, tornare a sognarlo di nuovo, attingendo con speranza alla memoria delle origini».