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Da: nowaroma@??? <nowaroma@???> per conto di Marco Palombo <palombo.marco57@???>
Inviato: martedì 29 agosto 2017 09:05
A: nowaroma@???; comitatononato@???
Oggetto: [nowaroma] Il silenzio sul corteo di Barcellona "Senza paura e contro mercato armi"
A Barcellona al corteo del 26 agosto in sostanza molti hanno sostenuto con cartelli e dichiarazioni che:
la colpa non e' dell' Islam ma delle politiche militariste,di guerra,della vendita di armi,tutto strettamente legato alla globalizzazione della paura.
Di questo in Italia e' stato scritto poco o niente.Di seguito la traduzione di un stralcio di un articolo di Pilar Paricio pubblicato,
e questo particolare da solo sara' sufficiente a molti per criticarlo senza diffondere cose scrive,
da Pressenza:
"Dopo l’attacco terroristico del 17 agosto a Barcellona e Cambrils, il 26 agosto si è tenuta a Barcellona una manifestazione di circa mezzo milione di persone con lo slogan “Non abbiamo paura”, caratterizzata anche da proteste, appelli e particolarità che vanno al di là degli eventi in sé.
Le proteste contro le politiche di propaganda bellica che costituiscono lo scenario degli attacchi terroristici, hanno superato e sfumato quello che poteva diventare un atteggiamento islamofobico, un attacco a una religione, a una cultura o a un paese. La società catalana però non è caduta in questa trappola: la colpa non è della religione, ma piuttosto delle politiche al servizio del militarismo, direttamente connesse alla globalizzazione della paura. Le informazioni che circolavano tra i partecipanti accusavano gente come il re Felipe VI di vendere armi all’Arabia Saudita.
Durante la manifestazione, lungo tutto il Passeig de Gracia e in Plaza Catalunya i rappresentanti della famiglia reale e alcuni politici sono stati fischiati. Il forte rifiuto della presenza del re costituiva la forza trainante dietro alle 170 associazioni e gruppi di difesa dei diritti umani e indipendentisti che hanno partecipato alla manifestazione, ma ritrovandosi un’ora prima con lo slogan “Le vostre politiche, i nostri morti” e indossando magliette azzurre.
Gli appelli a rifiutare il terrore e la paura e a difendere ogni essere umano senza distinzioni di credo si sono aggiunti ai numerosi gesti di solidarietà verso la comunità islamica e al sostegno di tutti coloro che hanno offerto il proprio lavoro nei momenti immediatamente successivi agli attacchi."
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