[NuovoLab] ​​​​INACCETTABILE IL RIENTRO IN POLIZIA DEI CONDA…

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Auteur: Antonio Bruno
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Sujet: [NuovoLab] ​​​​INACCETTABILE IL RIENTRO IN POLIZIA DEI CONDANNATI PER IL G 8.
INACCETTABILE IL RIENTRO IN POLIZIA DEI CONDANNATI PER IL G 8.

Non siamo sorpresi, semmai avviliti per lo stato di salute della democrazia
italiana. Il possibile rientro in polizia di alcuni agenti e funzionari
condannati per le violenze e i falsi nella scuola Diaz, ci fa venire in
mente due passaggi della sentenza con la quale la Corte europea per i
diritti umani ha condannato l’Italia nel 2015, qualificando le operazioni
di polizia alla scuola Diaz come un caso di tortura:
1) “Per quanto riguarda le misure disciplinari, la Corte ha dichiarato più
volte che, quando degli agenti dello Stato sono imputati per reati che
implicano dei maltrattamenti, è importante che siano sospesi dalle loro
funzioni durante l’istruzione o il processo e che, in caso di condanna, ne
siano rimossi”;
2) “La Corte si rammarica che la polizia italiana si sia potuta rifiutare
impunemente di fornire alle autorità competenti la collaborazione
necessaria all’identificazione degli agenti che potevano essere coinvolti
negli atti di tortura”.
La rimozione da parte dei vertici della polizia degli agenti condannati
non c’è stata e infatti oggi è possibile il loro rientro in servizio, ma
non possiamo sorprenderci di questo, visto che stiamo parlando di un corpo
di polizia che si è “rifiutato impunemente” di collaborare con i
magistrati. Le ferita aperta col G8 di Genova è dunque ancora aperta e la
notizia di oggi non aiuta certo la polizia di stato a recuperare la
credibilità perduta. I responsabili politici di questa penosa condizione
sono ben conosciuti: portano i nomi e cognomi dei ministri degli Interni e
dei capi di governo che si sono succeduti dal 2001 a oggi.
Lavorare in polizia ed in particolare in ruoli dirigenti è cosa
completamente diversa dal prestare la propria opera ad un'azienda privata;
significa lavorare per garantire il rispetto dei valori previsti dalla
Costituzione e dalle nostre leggi. Considerando che i dirigenti di polizia
condannati non hanno mai riconosciuto le proprie responsabilità e chiesto
pubblicamente scusa per i loro comportamenti e che diverse delle condanne
sono relative al reato di falso ci chiediamo come i cittadini possano
sentirsi tutelati nei loro diritti costituzionali da chi ha commesso tali
reati e non ha mai riconosciuto le proprie responsabilità.

Lorenzo Guadagnucci, co-fondatore del Comitato Verità e Giustizia per Genova.
Vittorio Agnoletto, già portavoce del Gsf a Genova nel luglio 2001.
Autori del "L'eclisse della democrazia. Le verità nascoste del G8 2001 a
Genova", ed.Feltrinelli, 2011