[Hackmeeting] CfP: e-privacy edizione XXII - Venezia, 13 e 1…

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Autore: Marco A. Calamari
Data:  
To: hackmeeting Maillist
Oggetto: [Hackmeeting] CfP: e-privacy edizione XXII - Venezia, 13 e 14 Ottobre 2017
E-privacy 2017 autunno – edizione XXII 

«I Dati perduti - Processo al Cloud»

Il Progetto Winston Smith e l’Hermes Center for Transparency and
Digital Human Rights sono lieti di invitarti come relatore
all’edizione autunnale di e-privacy, che si terrà a Venezia il 13
e 14 ottobre 2017 nella prestigiosa sede storica del Tribunale
Civile di Venezia a Rialto, presso l’Aula di Corte d’Assise.

Parleremo di Cloud, già tema di e-privacy nel 2011. Perché
ripetersi? Cosa è cambiato?

L’avvento del Cloud ha confermato i timori espressi sulla perdita
di privacy e di identità digitale e sta anche producendo un
effetto imprevisto: la perdita della Rete. 

Internet è persa!

Da backup e contenitore di dati, il Cloud si è evoluto in
fornitore virtuale di sistemi IT in grado di gestire
infrastrutture aziendali senza server fisici e storage locali.
Ogni sistema IT sembra oggi solo fatto di «comunicazione». Ma non
di sola comunicazione è il tessuto della Rete: ci sono i dati
personali e non, ci sono processi.

Il fluire dei dati nella Rete permette la distribuzione della
conoscenza.

La conoscenza può essere scambiata con metodi tradizionali anche
se i tubi di connessione si interrompono, anche quando si
riversano i dati personali o aziendali alle Big Data Company. Al
più possiamo lamentare una perdita di riservatezza, temere leak di
informazioni, ma fintanto che i dati restano a disposizione di chi
li ha prodotti la conoscenza in Rete resta patrimonio di tutti e
allo stesso tempo sotto il diretto controllo di chi ne ha diritto.

Ma quando i dati, sia pubblici che personali, sono solo nel Cloud?
Il Cloud non è parte della Rete; il Cloud è una proprietà privata
di chi lo fornisce come servizio. 

Molti usano il Cloud anche senza saperlo; certi servizi sono
offerti (“gratuitamente” si dice, ma qual è il costo allora?)
insieme a dispositivi, registrazioni e programmi, l'utente non ne
percepisce neppure l’esistenza. Tutto funziona, la vita scorre
felice, si può migrare da terminale all’altro, da uno smartphone
all’altro, da un sistema operativo all’altro, purché vi sia
un’apposita app. 

Ma i dati dove sono?

Smartphone e tablet non hanno più i dati personali dentro di sé.
Questi dispositivi sono relegati al ruolo di effimere "cache di
dati". L’utente può accedere ai dati e pensa di averne il
possesso. Accesso e possesso sembrano la stessa cosa. Eppure...

Anche solo sapere dove sono i propri dati, anche solo tentare di
farne una copia di backup su un hard disk da tenere nel proprio
cassetto sta diventando un’attività difficile, estrosa, rara,
appannaggio di strambi hacker o paranoici professionali, talvolta
neppure di loro. Molti servizi vantano di riconsegnare i dati agli
utenti, ma a ben vedere gli restituiscono bagattelle con cui
nessuno può far molto.

Le aziende, alla rincorsa del risparmio e dell'efficienza, hanno
sostenuto il Cloud come panacea universale, si stanno rendendo
conto che rischiano di perdere o hanno già perso il controllo dei
proprio dati e dei propri processi? 

È veramente questa la soluzione migliore? Quali sono i costi
nascosti? Ci si può affidare al Cloud con la sola tutela di
qualche penale su un contratto (quando c’è)? 
Le (costose, noiose) risorse locali veramente non hanno più alcun
valore? Si possono gestire servizi critici in Cloud e la
valutazione dei rischi residui basati sugli SLA dei fornitori
(«Oste, com’è il Cloud?») è corretta? 
I CEO, che vedono immediatamente i risparmi, valutano
correttamente i rischi? I soci e gli investitori si stanno
accorgendo di questo trasferimento di valore dalle aziende in cui
hanno investito ai grandi operatori del Cloud?

A questo punto sarebbe illusorio chiedere alle aziende e alle
persone di porsi il problema del considerare con spavento la
perdita dei propri dati e processi, o di come fare per
riconquistarli  (hanno valutato e hanno deciso di perderli a
ragion veduta, inutile riaprire il discorso).
Vogliamo invece che si pongano il problema di aver perduto, con i
propri dati e processi, i propri diritti, di fare impresa, di
competere, di essere cittadini, di ottenere conoscenza e
informazione.

La questione non è "se" li hanno perduti, perché li hanno persi ed
è certo - ma fino a che punto. Fin dove si estende la perdita dei
diritti sociali, economici, civili, politici, umani dei «figli del
cloud»?

Su questo come Progetto Winston Smith ed Hermes non abbiamo una
chiara idea, non possiamo dare risposte o dettare agende. Ma per
esercitare il nostro spirito critico ti invitiamo come relatore a
partecipare al nostro:

Processo al Cloud

Dalle relazioni presentate aspettiamo, come sempre, commenti,
risposte, analisi e magari, come nella migliore tradizione di e-
privacy, la manifestazione di ulteriori problemi.

Le proposte di intervento
Il comitato organizzatore valuterà proposte in ambito tecnologico,
legale, istituzionale e giurisprudenziale, delle scienze sociali,
della filosofia, dell'informatica e dell'attivismo digitale, della
privacy, della non-discriminazione, della sorveglianza e dei
diritti civili digitali.

Verranno prese in considerazione anche proposte su temi diversi da
quello dell'edizione, purché di interesse e di attualità.

Di seguito un elenco - non esaustivo - di argomenti pertinenti:

- Diritto alla Conoscenza e democrazie avanzate
- Diritti civili e politici dell’individuo: libertà di
espressione, riservatezza ed anonimato;
- Profilazione, geotagging, biometria, riconoscimento facciale
- Tecnologie della liberazione per l’arricchimento della privacy,
crittografia e comunicazione sicura.
- Impatto delle tecnologie di controllo e dell’anonimato sui
diritti dei lavoratori e degli studenti.
- Evoluzione dei mercati di dati personali: data retention,
analisi big-data, circolazione e rivendita
- Dati personali in rete: captatori, intercettazioni lecite ed
illecite, anonimizzazione, ciclo di vita dei dati raccolti a fini
d’investigazione criminale o di sorveglianza di polizia.
- Servizi digitali di Stato, informatizzazione obbligatoria,
processo telematico.

Gli interventi saranno effettuati dal vivo e, con il consenso dei
relatori, registrati in audio ed in video.  I relatori potranno
utilizzare documenti, slide o filmati, e gli interventi dovranno
avere una durata compresa fra 15 e 45 minuti, incluso il tempo per
Q&A. Potranno essere proposti anche interventi in videoconferenza.
È apprezzata la disponibilità del relatore a concedere la
pubblicazione del materiale prodotto e delle riprese
dell’intervento sotto licenza libera.

L’organizzazione
Al fine di mantenere la propria indipendenza, il convegno è, come
sempre, gratuito ed a budget zero. I relatori ed i partecipanti
dovranno provvedere in proprio alle spese di viaggio e soggiorno.
Eventuali sponsorizzazioni di ditte, enti, gruppi o associazioni
hanno carattere non economico e sono intese come adesione morale
alle finalità del Convegno, ai temi ed ai principi trattati.

La manifestazione è organizzata da:
-  Progetto Winston Smith
-  HERMES - Centro Studi Trasparenza e Diritti Umani Digitali 

e da altre organizzazioni, aziende ed associazioni.

Maggiori informazioni saranno pubblicate sul sito del Convegno non
appena disponibili, all'indirizzo http://e-privacy.winstonsmith.or
g  

Contatti stampa e richieste di informazioni possono essere inviate
all'indirizzo: eprivacy@???  

Le proposte di intervento potranno essere presentate utilizzando
il form disponibile all'indirizzo http://j.mp/call-eprivacy-XXII,
che fornisce un feedback esplicito alla fine della sottomissione

Le proposte dovranno pervenire al comitato scientifico entro il
termine ultimo del 31 luglio 2017,
L'accettazione o meno delle proposte sarà comunicata entro il 10
agosto 2017.
Bozze degli elaborati, slide o relazioni dell'intervento accettato
dovranno pervenire in forma elettronica,  in forma elettronica sul
form online in seguito comunicato ai relatori,  entro il 10
ottobre 2017.