Re: [inquieto] Nuove frontiere - in costruzione

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Autore: ca_favale_mlist
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To: ca_favale_mlist@inventati.org
Oggetto: Re: [inquieto] Nuove frontiere - in costruzione

Ciao Vanja,
Conosci www.ctheory.net<http://www.ctheory.net> ? C’è moltssimo materiale su questi temi.
Paolida

Inviata da Surface

Da: ca_favale_mlist--- via Ca_Favale_mlist<mailto:ca_favale_mlist@inventati.org>
Data invio: ‎venerdì‎ ‎7‎ ‎luglio‎ ‎2017 ‎08‎:‎41
A: ca_favale_mlist@???<mailto:ca_favale_mlist@inventati.org>


Molto interessante come spunto, soprattutto per il linguaggio davvero molto accessibile... me lo salvo per eventuali integrazioni a articoli per prossimi Nunatak. Aspetto gli eventuali sviluppi!

A presto, un abbraccio!

Guido

Il 6 luglio 2017 alle 21.44 ca_favale_mlist@??? ha scritto:

Cospirazione Hacker

Il generale senso di pericolo e minaccia sociale che si avverte ovunque ci si soffermi richiederebbe la massima attenzione e uno sforzo, per l'appunto, sociale. Ma da quanto tempo non si riesca a dedicare ad alcunchè di sociale un minimo di attenzione, non è dato sapere.
Ce lo siamo dimenticato, in una sorta di oblio generale della coscienza.

La società umana si sta sgretolando su se stessa davanti ai nostri occhi, e tutti ne avvertiamo il crollo. Ma una sorta di paralisi rende passivi ed impotenti di fronte all' ?ineluttabile?, al ?destino?, alla ?catastrofe?, un po' come l'animale selvatico braccato da un faro puntato negli occhi.

da un lato della barricata il trionfo dell'antipolitica, il disinteresse
in materia di società - dall'altro, l'assalto sempre più feroce del ?moderno? contro tutto e tutti.

Ma c'è un momento in cui il faro si spegne per un attimo.

Lo squarcio nel velo di Maja, illuminazione, il cerchio che si chiude. Molte nella storia sono state le definizioni di quei momenti in cui ci si rende conto di qualcosa che era sempre stato davanti agli occhi, ma celato. In fondo ciò che cambia siamo noi, la nostra percezione del mondo, l'acuirsi dei nostri sensi.

Una società non si sgretola da sola.

Fumo negli occhi, ma tra le polveri del crollo del vecchio cantiere sociale puoi intravedere le costruzioni di recente fabbricazione. Puoi vederne gli agenti al lavoro. Hanno sguardi da gelarti il sangue nelle vene, ma quel che hanno di peggio sono le intenzioni.

Nessuno guarda dietro. Nessuno.

Comunità umana vs Comunità virtuale

L'unica comunità che non conosce crisi è quella virtuale. All'interno di una macchina, siamo tutti codificati allo stesso modo. Sta nella perseveranza di ognuno, nell'addentrarsi sempre di più nell'interazione virtuale la possibilità di avere una vita sempre più ricca di progetti, incontri, appuntamenti, rivalse. E tanto pare più brillante quanto più è misera e meschina l'altra vita, in carne ed ossa, che conduciamo.

L'identificazione uomo-macchina può arrivare ad un punto tale da relegare la vita reale a una vita in provetta: ognuno solo di fronte allo schermo, ma tutti insieme nell'ampia ragnatela mondiale, costretti a soddisfare bisogni fisiologici esterni, ridotti a ingurgitare cibo alla stregua di fiale di integratori, senza più godimento o condivisione, immersi nel nirvana artificiale.

In giappone la stragrande maggioranza dei 25enni non ha mai avuto un rapporto sessuale reale: ma d'altro canto bambini e bambine già a 10 anni cominciano ad avere una vita sessuale virtuale, ovviamente declinata nella peggior maniera possibile.

Si dice che tra una decina d'anni gli smartphone saranno ritenuti strumenti resi obsoleti dall'avanzare della tecnologia. Possiamo già immaginare la fila di ragazzini pronti a farsi impiantare microchip per accedere alla propria esistenza parallela senza doversi affidare a uno strumento del passato?

Sarà semplice collegare ai nervi ottici un chip per poter aver in sovraimpressione, direttamente sulla retina, le coordinate geografiche per raggiungere il nostro amico, la casa, dov'è il prossimo pokemon e così via.
Potremo ascoltare al massimo volume, in alta definizione, i concerti brandemburghesi (!) mentre facciamo la fila al supermercato, in un silenzio irreale di pupille dilatate.

nei treni e negli autobus un fruscio di dita sui touchscreen ha ad oggi sostituito la caciara.

Peraltro, i progressi dell'automazione industriale sono tali che la fabbrica 4.0 non necessiterà di molta manovalanza umana. Saranno le macchine a fare quasi tutto, chi ci starà a controllare l'operato di queste macchine se non un ibrido uomo-macchina, transgender-cyborg di ultima generazione?
Già oggi le fabbriche hanno cominciato ad assumere autistici, che rappresentano l'1% della popolazione americana. Tra una decina d'anni non saranno più l'1% se l'aumentare dell'autismo procede nell'impennata iperbolica degli ultimi 10 anni.

Gli autistici sembrano perfetti per l'interazione uomo-macchina. Scarsamente appagabili dalla vita reale e anche per questo adatti a stare dietro ad uno schermo giornate intere ad esplorare i meandri di una realtà virtuale perfettamente accessibile... e desiderabile, di fronte alla miseria della vita reale loro prefigurata.

Chiunque abbia passato ore dietro a uno schermo sa bene cosa significhi essere perso in un mondo ?interiore?, scarsamente comunicabile agli altri che stanno fuori da quel mondo. Altro che gap generazionale. Incomunicabilità totale.

C'è una ricercatrice del MIT che arriva ad ipotizzare nel 2025 la percentuale di autistici del 50% semplicemente estrapolando i dati statistici ufficiali che si hanno a disposizione. Del resto basta vedere il documentario Vaxxed per avere un'idea del fenomeno. Sarà per questo che è stato censurato ovunque - e minacciato chi parimenti cerca di tirar fuori qualche verità sulla questione dei vaccini.

Economia reale ed economia virtuale.

Se il prezzo delle materie prime non è più vincolato ad un valore di scambio, ad un valore d'uso, ma è quotato in borsa, non è più vincolato a niente, unico valore il profitto, ecco che salta agli occhi il motore ultimo della distruzione del mondo per come lo conosciamo.
Quando un qualsiasi ragazzino cybernauta di vent'anni si guadagna da vivere scommettendo in borsa migliaia di euro ... andando a vedere in cosa investe i suoi soldi rimaniamo scioccati. Il grano in africa, il cotone in india. I grandi speculatori hanno sempre fatto i loro sporchi affari sulla pelle degli sfigati di turno. Ma grazie all'economia ?digitale? questo meccanismo ora è applicabile ad ogni livello. Per cui un qualsiasi nerd può salire in tempo sul carro del vincitore e prendersi la sua misera fetta... sulla pellaccia degli africani con l'acquisto ? o dumping - del grano.

Algoritmi sintonizzati sui meccanismi di speculazione dei pescecani della finanza mondiale. Amplificatori di sventura.

A mali estremi, estremi rimedi
Quando uno dei problemi messo all'ordine del giorno alle alte sfere è la sovrappopolazione del pianeta, non rimane molto da fare. Guerre atomiche? vaccinazioni di massa? Così la chiosa degli esegeti dell'ineluttabile.

Più democraticamente si può parlare di controllo delle risorse terrestri ed umane.

Andiamo verso una città globale, fatta di periferie devastate e campagne svuotate. Vegetali ed animali prodotti in latifondi agro-industriali con attività umana annessa a carattere di schiavitù ? non stanno già preparando il campo con le deportazioni dall'africa?
E chi scusa? Filantropi, con alle spalle altri filantropi. O forse erano licantropi? Che confusione.

Nessuno guarda dietro. Nessuno.

Esperienze hacker supporto necessario al turbo-capitalismo. Ad accomunarle l'ottica della corsa sempre più veloce - verso la catastrofe.

Ad avallare tale follia saltano fuori diversi esegeti della ?società per l'estinzione umana? e del transumanesimo. Il mito della vita eterna attraverso la tecnologia non è mai stato così presente. Estinzione e dominio delle macchine sull'uomo, lucida follia di una comunità virtuale che vive dell'illusione di bastare a se stessa, separata dal corpo sociale (ma non dalla sua testa, dei cui piani malsani diviene esecutrice materiale).

...

Chi volesse proseguire... si accettano collaborazioni a piu'
mani...daje!

Vanja

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