[nuovopci] Avviso ai naviganti 72 - Il nostro saluto al nuov…

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Auteur: \(nuovo\) Partito comunista italiano
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À: Npci Inter
Sujet: [nuovopci] Avviso ai naviganti 72 - Il nostro saluto al nuovo movimento sociale e politico anticapitalista
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_ AVVISO AI NAVIGANTI 72_

12 giugno 2017

2017, ANNO CENTENARIO DELLA GLORIOSA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, LA SVOLTA
NELLA STORIA DELL’UMANITÀ

(Scaricate il testo in versione Open Office [4], PDF [5] o Word [6] )

A proposito di Piattaforma Sociale Eurostop

IL NOSTRO SALUTO AL NUOVO “MOVIMENTO SOCIALE E POLITICO
ANTICAPITALISTA, ANTIFASCISTA, ANTIPATRIARCALE E ANTIRAZZISTA” PROMOSSO
DAI CAPI DI RETE DEI COMUNISTI MA COMPOSTO ANCHE DA TANTE ALTRE PERSONE
DI BUONA VOLONTÀ

I promotori di Piattaforma Sociale Eurostop hanno annunciato che sabato
17 giugno si riunirà a Roma il Coordinamento Nazionale della Piattaforma
e che sabato 1° luglio sempre a Roma si riunirà l'Assemblea Nazionale
che sancirà la costituzione della Piattaforma in "movimento sociale e
politico" in vista ...

delle prossime elezioni politiche? No! Questo non l'hanno ancora
annunciato anche se è il probabile sbocco dell'evoluzione in corso, se
il marasma in cui è immersa la sinistra borghese lo consentirà.

L'iniziativa ha una rilevanza notevole e la pronta adesione dell'USB
(sancita nella risoluzione del suo II Congresso concluso ieri a Tivoli)
la conferma. Potremo quindi contare nel prossimo futuro sui suoi
effetti.

Più che sulle intenzioni, sulla mentalità e sulle dichiarazioni dei
promotori, per capire quali saranno gli effetti noi comunisti da
aderenti e praticanti del materialismo dialettico ci basiamo sulla
logica che anima il gruppo promotore e le sue iniziative e sul contesto
sociale, culturale e politico in cui il movimento nasce e si svilupperà.


In positivo potremo contare

- sulla denuncia delle misure antipopolari dell'Unione Europea, della
Banca Centrale Europea e della NATO, in sostanza della Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e
dei governi della Repubblica Pontificia che in Italia eseguono quelle
misure accompagnati dalle lamentazioni papali per le disgrazie delle
loro vittime come un tempo il boia era accompagnato dal cappellano,

- sulla diffusione di un orientamento generale favorevole alla rottura
con le istituzioni europee e mondiali con cui i gruppi imperialisti
impongono alle masse popolari i loro interessi e sulla crescente
coscienza della reversibilità della globalizzazione,

- sulla promozione di manifestazioni di protesta.

Per far valere il suo nuovo ruolo nell'ambito della sinistra borghese e
di quella parte delle masse popolari che la segue, il nuovo "movimento
sociale e politico" dovrà compiere due trasformazioni sotto alcuni
aspetti contraddittorie:

- da un lato, il lato rivolto alla classe dominante, si renderà sempre
più omologabile e accettabile dal sistema vigente, analogamente a USB
che, pur essendo e restando ancora un sindacato conflittuale, per
usufruire degli istituti che fanno dei sindacati pezzi dell'apparato del
regime (la trattenuta in busta paga delle quote degli iscritti ai
sindacati, i permessi e distacchi riservati ai sindacalisti, l'agibilità
nelle aziende, ecc.) ha sottoscritto il TUR (Testo Unico della
Rappresentanza) del 10 gennaio 2014 e sottoscriverà altre limitazioni
alla sua autonomia e al suo legame con i lavoratori;

- dall'altro lato, il lato rivolto alle masse popolari, inalbererà frasi
ad effetto e propaganderà obiettivi attraenti, allettanti per le masse
popolari in contrasto con lo sbracamento a cui sono arrivati organismi e
personaggi della sinistra borghese disgregata di cui il nuovo movimento
aspira a prendere il posto (ricordiamo come esempi la prima ondata della
rivoluzione proletaria sollevata dalla vittoria dell'Ottobre 1917 e
dalla costituzione dell'Unione Sovietica di Lenin e di Stalin definita
da Fausto Bertinotti e Paolo Ferrero una "sequela di errori e di
orrori", la dichiarazione di Oliviero Diliberto secondo cui oggi
l'umanità è ancora lontana delle condizioni oggettive necessarie per
l'instaurazione del socialismo). Non è un caso, ad esempio, che volendo
definire la propria identità il nuovo movimento invece dichiara il
socialismo "unica vera alternativa al dilagare della ingiustizia sociale
e della barbarie". Giusto! Non fosse che nello stesso tempo lascia nel
vago cosa intende per socialismo e tanto meno indica cosa intende fare
per arrivare a instaurarlo. Da materialisti dialettici, da comunisti, le
dichiarazioni di buone intenzioni le valutiamo dalla loro concretezza,
dalla coerenza con il resto delle dichiarazioni e con la condotta in
corso e dagli strumenti adottati per realizzarle.

È da questo punto di vista, materialista dialettico, che noi dobbiamo
valutare il nuovo movimento, per essere in grado di valorizzare gli
effetti positivi della sua costituzione e della sua azione. Quello che
vale per il socialismo "unica vera alternativa al dilagare della
ingiustizia sociale e della barbarie", vale anche per la rottura delle
catene dell'Euro, dell'UE e della NATO. Come arriveremo a spezzarle?
Tsipras in Grecia ha mostrato cosa non bisogna fare e quindi il nuovo
movimento si limita, nella definizione della sua identità, a dichiarare
che "costruire questa rottura e la conseguente alternativa è il solo
compito che giustifica e dà senso ad una forza progressista e
anticapitalista". Promette quindi che costruirà rottura e alternativa,
come Giuliano Pisapia e altri sbracati esponenti della sinistra borghese
mentre concretamente chiamano a costituire una lista elettorale per
sedere in Parlamento come "sponda politica" del malcontento popolare,
promettono che prima o poi definiranno un programma di governo.

Per prendere sul serio i propositi di porre fine al catastrofico corso
delle cose imposto dalla borghesia imperialista bisogna che i propositi
siano accompagnati dall'indicazione chiara e giusta di come mai siamo
arrivati al punto attuale, di chi cavalca il catastrofico corso delle
cose e di chi è interessato a cambiarlo, di quale è il corso da dare
alle cose e di come fare a trasformare i buoni propositi in forza capace
di imporlo alle classi che impongono l'attuale catastrofico corso delle
cose e sono disposte a difendere i loro interessi con la forza.

Quindi noi comunisti condanniamo il nuovo "movimento sociale e politico
anticapitalista, antifascista, antipatriarcale ed antirazzista"? Le
condanne non rientrano nel metodo di noi comunisti. Perfino con il M5S
di Grillo abbiamo cercato e cerchiamo ancora di portarlo ad agire da
Comitato di Salvezza Nazionale che sostiene la mobilitazione degli
operai e del resto delle masse popolari a organizzarsi e mobilitarsi
fino a costituire e imporre ai vertici della Repubblica Pontificia un
proprio governo d'emergenza, il Governo di Blocco Popolare [7]. Perfino
con il democristiano Paolo Maddalena e il suo aggregato "Attuare la
Costituzione", cerchiamo di portarlo a passare dalle acute illustrazioni
delle prescrizioni progressiste dimenticate, aggirate o violate della
Costituzione del 1948 (cosa che probabilmente faceva anche quando era
membro della Corte Costituzionale) ad agire da Comitato di Salvezza
Nazionale che sostiene gli operai e il resto delle masse popolari ad
applicare da subito quelle prescrizioni per quanto possibile farlo su
piccola scala mentre si danno la forza per costituire un proprio governo
nazionale d'emergenza che le applichi a livello dell'intero paese.
Seguiamo la stessa strada anche con l'ex magistrato della Repubblica
Pontificia Luigi De Magistris che da alcuni anni dà buona prova di sé
come sindaco "anti Larghe Intese" di Napoli. Noi cerchiamo di
raccogliere e valorizzare quanto di positivo individui, organismi e
movimenti sono in grado di dare per favorire la mobilitazione e
l'organizzazione degli operai e del resto delle masse popolari e per
promuovere il loro orientamento a costituire e imporre ai vertici della
Repubblica Pontificia un proprio governo d'emergenza. Questa è infatti
l'unica via realisticamente possibile per prevenire la mobilitazione
reazionaria delle masse popolari e il precipitare dell'umanità in una
nuova guerra generale. Questa è la rottura e l'alternativa che bisogna
da oggi perseguire in Italia.

A parte il linguaggio accademico, ben dicono i promotori del nuovo
movimento nella loro dichiarazione di identità: "la crisi costringe le
persone ad accettare condizioni di sfruttamento e di oppressione
sociale, di perdita di libertà, senza precedenti in Europa dalla
sconfitta del fascismo. Questa passività imposta non significa affatto
consenso al sistema che la impone. Anzi proprio la rabbia per la
condizione materiale che si subisce alimenta il rifiuto politico del
sistema. Rifiuto però distorto e contraddittorio da parte di classi
subalterne che subiscono e si adattano nella vita quotidiana, ma che
appena possono investono nella speranza di un rovesciamento politico che
cambi le cose. Questo è il terreno sul quale fanno presa forze
reazionarie che, nel vuoto delle alternative, indirizzano la rabbia
sociale verso i più poveri, i migranti, i diversi, verso autoritarismi
"legge e ordine". La crescita di queste forze reazionarie è alimentata
dalla stessa élite al potere, che da un lato le usa come spauracchio per
conservare tutto l'esistente, dall'altro le tiene di riserva nel caso la
tradizionale politica neoliberale si rivelasse inefficace, soprattutto
ora che la globalizzazione liberista e i suoi strumenti di potere
entrano tutti in crisi e che le magnifiche sorti e progressive dello
sviluppo capitalistico vengono smentite dai fatti. Per tutte queste
ragioni la lotta sociale, politica e culturale di Eurostop si sviluppa
su due fronti, da un lato contro il primo e principale avversario, il
sistema di potere ordoliberista, le sue istituzioni, i suoi governi e le
forze che lo sostengono, dall'altro contro tutte le forze reazionarie e
neofasciste".

Linguaggio a parte, ottima la dichiarazione di principio di lotta su due
fronti: 1. contro l'elite oggi al comando del corso delle cose che per i
loro interessi immediati i gruppi imperialisti impongono al mondo, 2.
contro i promotori della mobilitazione reazionaria delle masse popolari
che è la soluzione di riserva verso cui a causa della crisi generale del
capitalismo vanno gli stessi gruppi imperialisti; ottima la
dichiarazione che il socialismo è "unica vera alternativa al dilagare
dell'ingiustizia sociale e della barbarie"; ottime varie altre
dichiarazioni di buoni propositi e buone intenzioni: sovranità
nazionale, internazionalismo, fronte sociale degli "sfruttati dal potere
capitalistico dell'impresa e del mercato" con gli "esclusi dal potere
finanziario della globalizzazione liberista" e altre contenute nelle
tesi sull'identità del nuovo movimento. Per quel tanto che i suoi
promotori le porteranno tra le masse e le propaganderanno, noi
sosterremo la loro azione e a quelli che la loro propaganda convince
diremo che per realizzare questi buoni propositi occorre creare nel
paese un governo che abbia la forza e la volontà di realizzarli
imponendoli ai gruppi imperialisti, ai loro portavoce attuali e a quelli
di riserva; diremo che gli operai e le masse popolari organizzati
possono diventare questa forza. Certamente ci obietteranno che oggi gli
operai organizzati sono ancora pochi e debolmente orientati a costituire
un loro governo d'emergenza. Vero! Ma proprio per questo moltiplicarne
il numero, rafforzarne l'organizzazione, precisarne l'orientamento a
costituire un loro governo d'emergenza ed elevarne la coscienza generale
sono i compiti del momento per chi seriamente vuole realizzare quei
propositi.

Quanto al "_socialismo, unica vera alternativa al dilagare
dell'ingiustizia sociale e della barbarie_", dopo tutto quello che è
successo dalla Rivoluzione d'Ottobre in qua socialismo resta un "luogo
comune" e un'espressione vaga buona per tutti gli usi se non si precisa
che il socialismo di cui si parla è combinazione di 1. direzione
politica del paese nelle mani degli operai aggregati attorno al partito
comunista, 2. economia come attività pubblica (alla pari
dell'istruzione, della sanità, dell'ordine pubblico, della viabilità,
ecc.) pianificata per soddisfare i bisogni socialmente riconosciuti come
necessari o anche solo utili per una vita civile, 3. universale e
crescente educazione delle masse popolari a partecipare alla direzione
della società e alle altre attività specificamente umane (quelle che
vanno al di là delle attività intese alla soddisfazione dei nostri
bisogni animali). Quindi in particolare anche partito comunista. Ma come
si combina questo con la "dissociazione dalla clandestinità" (cioè con
la rottura con il (nuovo) Partito comunista italiano) che nell'assemblea
del 26 marzo a Roma proprio uno dei grandi capi di Rete dei Comunisti,
Mauro Casadio, ha posto ai membri del P.CARC come condizione per essere
ammessi alla Piattaforma Sociale Eurostop? La clandestinità del Partito
comunista [8]è una delle lezioni della prima ondata della rivoluzione
proletaria nei paesi imperialisti: perché è tanto invisa a Mauro
Casadio? In Italia abbiamo già visto all'opera la "via pacifica e
democratica al socialismo". Solo se si precisano queste cose, il
"socialismo, unica vera alternativa al dilagare dell'ingiustizia sociale
e della barbarie" non è uno specchietto per allodole, ma un preciso
obiettivo politico.

In conclusione, ben vengano campagne di propaganda, di denuncia e di
proteste che il nuovo movimento annuncia. Noi le sosterremo e a quelli
che vi parteciperanno diremo che fattore decisivo è la formazione di un
governo nazionale che abbia la volontà e la forza per rompere le catene
della NATO, dell'UE e dell'Euro e di tutta la Comunità Internazionale
dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e per far valere
la sovranità nazionale e la collaborazione con i paesi disposti a
seguire la stessa strada: Tsipras è il monito di quello che non bisogna
fare. E nella clandestinità contribuiremo con scienza e coscienza a
mobilitare e orientare gli operai e il resto della masse popolari perché
resistano agli effetti immediati della crisi e diventino capaci di
costituire un loro governo d'emergenza e imporlo ai vertici della
Repubblica Pontificia. È opinione diffusa che la clandestinità isola il
Partito comunista, ma è il contrario: la clandestinità permette al
Partito di essere dovunque e dovunque indicare ai lavoratori quello che
occorre fare per difendersi con successo dalle pretese dei padroni e per
darsi la forza per conquistare posizioni più avanzate.

I membri del nuovo movimento sociale e politico che cercheranno con
determinazione, senza riserve di realizzare i loro propositi positivi
dichiarati, ci troveranno al loro fianco anche se non dichiareremo la
nostra presenza e si gioveranno di essa per andare oltre i limiti di
oggi.

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_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[9]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [9]_].
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