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Tárgy: [inquieto] NAUTILUS PRESENTA: LE MACCHINE O LA RIVOLTA? dibattito con JOHN ZERZAN

Giugno 2017
GIO 8 ROMA
Università La Sapienza
VEN 9 BAGNO A RIPOLI ( FI )
Mondeggi Bene Comune
Fattoria senza padroni
DOM 11 TORRE PELLICE ( TO )
Società Operaia del Mutuo Soccorso
LUN 12 SARONNO
Circolo della Teppa


Gli apparecchi tecnolo-
gici si insinuano nelle
nostre vite e colonizza-
no le nostre società a un
ritmo inesorabile; oltre
a rappresentare una mi-
naccia per la salute de-
gli esseri umani, degli
animali e dell?ambien-
te che li ospita, sono
l?emblema e la mate-
rializzazione di una
dipendenza assoluta
da quelle altre macchi-
ne, meno rumorose ma
altrettanto ostili, rap-
presentate dagli Stati
con le loro istituzioni ?
scuole eserciti ospedali
? e dall?economia capi-
talista con il suo model-
lo di sfruttamento delle
risorse e degli uomini.
Seppur vittime dell?il-
lusione del migliore
dei mondi tecnologica-
mente possibili, sono
in tanti a nutrire dubbi
atroci sulla bontà del
progresso che ci trovia-
mo a vivere, o che ci
permette di sopravvi-
vere, apparentemente
senza reali alternative
né possibilità di scelta.
Eppure, aprirsi un var-
co in questa disastrosa
realtà e sperimentare
? o anche solo immagi-
nare ? una vita altra, di-
venta più di un?utopia.
da spingere i governi
del mondo a inserire
lo status di robot nelle
loro legislazioni; e che
preferiscono concentra-
re le loro energie sulla
riappropriazione ? se
mai fosse possibile ? dei
mezzi tecnologici, su un
modo diverso di gestirle.
Altre, al contrario, ri-
tengono assolutamen-
te urgente fermarsi, ri-
organizzare le proprie
vite e le proprie lotte in
vista di un ritiro, pro-
gressivo o drastico a se-
conda dei casi, dalla di-
pendenza da tecnologie
di per sé nocive, disu-
manizzanti, totalitarie.
Sono molte le persone
che reputano assurdo,
se non stupido, riflette-
re criticamente sulla va-
lidità di questa moltitu-
dine di macchinari che
ci circonda, diventata
complessa a tal punto
C?è bisogno di un nuovo
paradigma, una nuo-
va visione, che dovrebbe
comportare una radicale
decentralizzazione, un
allontanamento dal si-
stema mondiale che sta
diventando sempre più
integrante. Non una
globalizzazione altra,
nuovo slogan della sini-
stra, ma anti-globaliz-
zazione basata su pro-
spettive anti-autoritarie.
Proponiamo un dibat-
tito su queste tematiche
assieme a John Zerzan,
filosofo anarchico sta-
tunitense, che da anni
riflette sui mali degli in-
dividui e delle società,
e suggerisce di trarre
ispirazione da quelle
popolazioni che, sep-
pur ridotte al lumicino,
ancora sopravvivono ai
margini della Civiltà.NAUTILUS PRESENTA
dibattiti con JOHN ZERZAN ? Giugno 2017

LA MACCHINA O LA LIBERTÀ ?
Stiamo assistendo a una crisi della civiltà? I libri di Michel
Houellebecq Le particelle elementari e Sottomissione sono entrambi
sintomatici di questo clima da ?fine del mondo?.
Cosa tiene assieme la società? L?ideologia politica non ci sta
riuscendo. Le sue dichiarazioni e le sue promesse non sono più
credibili. Ciò che sta prendendo il posto delle politica è la
tecnologia. È da qui che, in mi- sura sempre maggiore, provengono le
dichiarazioni e le promesse per il futuro. I problemi odierni saranno
risolti grazie a sempre più tecnologia. Quali sono in generale le sue
pretese? L a tecnologia ci dà il potere . Eppure, non siamo mai stati
così privi di potere. Sem- pre più tecnologia, sempre meno assunzione
di potere. L a tecnologia ci offre diversità , varietà . Eppure,
viviamo in un mondo sempre più standardizzato, omogeneizzato.
L a tecnologia ci mette in connessione . Eppure, nella società
l?isolamento aumenta a passi da gigante. Negli Stati Uniti le persone
hanno sempre meno amici, e sono più in- cline a vivere da sole,
eccetera. Questa è l?età della tecnologia. Viviamo in una società di
massa tecnologica, dove la comunità è scomparsa. Un anziano Ute, popolo
di nativi americani, ha detto: ?La civiltà è la tomba della comunità?.
Negli Stati Uniti si assiste a episodi di furia omicida, uso massiccio
di droghe, au- mento dei suicidi. La gente è alla deriva in una terra
desolata dalla tecnologia, con sempre meno legami sociali, dove i
rapporti tra le persone sono deboli più che mai. Tutto ciò può sembrare
sconcertante e spaventoso, sebbene raramente lo si ri- conosca
pubblicamente. ?The Disquiet of Ziggy Zeitgeist? è un?eccezione. Questo
articolo, pubblicato dal Wall Street Journal (sulle pagine nazionali),
riconosce che le cose stanno andando profondamente male. Buona parte
della spiegazione ci è stata fornita dal libro di Freud Il disagio
della civiltà. In questo saggio egli descrive la civiltà ? e
l?addomesticamento, sua fonda- menta ? come una macchina che crea
infelicità. La coercizione e la repressione che implica producono
sempre più nevrosi. Più civilizzazione, più nevrosi. A quanto pare
aveva ragione. Il passaggio all?addomesticamento/civilizzazione è stato
descritto come ?il peg- gior errore nella storia dell?umanità?. Con
l?agricoltura e le prime civiltà abbiamo adottato una classe che
controlla. Controllo, sempre più controllo. Siamo passati da una
condizione in cui ci si basava su ciò che la natura elargisce, a una in
cui si estorce e domina la natura ? tutte le specie comprese. Essere
radicali significa andare alla radice. Vedere cosa ha provocato la
crisi, alle origini. In molti posti fuori dalla civiltà c?è ancora
molta energia radicale, che può esserci utile per ulteriori analisi e
ispirazioni. Per due milioni di anni non abbiamo avuto bisogno della
civiltà. Guerra, lavoro, distruzione ambientale, oggettificazio- ne
delle donne, gerarchia erano cose sconosciute. In meno di diecimila
anni tutto ciò è stato capovolto. Abbiamo bisogno di un obiettivo
veramente radicale, ovvero comunità decentra- lizzate baste su rapporti
diretti faccia a faccia. Ci sono così tante cose da smantellare...


John Zerzan, Maggio 2017
John Z erzan
Nato nel 1943 a Salem, Oregon USA, da una famiglia
originaria della Boemia (nell?attuale Repubblica
Ceca), compie gli studi alla Stanford University dove
si laurea; in seguito ottiene una laurea specialistica
in Storia alla San Francisco State Un. e completa un
dottorato di ricerca alla University of South California,
ma abbandona l?istituzione prima di ottenere il titolo
accademico.
Nella seconda metà degli anni ?60, dunque, è nella Bay
Area di San Francisco dove prende parte ai movimenti
di disobbedienza civile, e durante una protesta contro
la guerra del Vietnam a Berkeley viene arrestato (per
due settimane). Entra in contatto con la scena di
?Frisco?, sia quella legata alle sostanze psichedeliche
che ha come principale punti di riferimento Ken Kesey
e gli ?Allegri Burloni?, sia quella più radicale legata ai
Diggers nel famoso quartiere di Haight-Ashbury.
Lavora come assistente sociale per il dipartimento
dei servizi sociali del comune di San Francisco, dove
partecipa alla fondazione del sindacato dei lavoratori
dei servizi sociali, di cui viene eletto vicepresidente nel
1968 e presidente nel 1969. In seguito a una critica nei
suoi confronti da parte del locale gruppo situazionista
Contradiction, che lo denuncia come ?burocrate di
sinistra?, si avvicina progressivamente a posizioni più
radicali, cominciando a leggere Debord e Vaneigem.
Negli anni ?70-80 collabora con riviste quali Telos,
con articoli che vertono principalmente su questioni
legate a lavoro e sindacati, poi Fifth Estate, Anarchy:
A Journal of Desire Armed, Demolition Derby e altre
riviste anarchiche; progressivamente si avvicina a una
prospettiva più legata alla storia e all?antropologia,
discutendo con uno dei massimi teorici radicali
americani dell?epoca, Fredy Perlman, la cui principale
opera Contro il Leviatano (1983) pubblicato dalla Black
and Red Press fondata a Detroit dallo stesso Perlman,
può essere considerata come una delle pietre miliari
di una corrente che prenderà il nome, a seconda dei
casi, di anti-civilizzazione, anarchia verde o anarco-
primitivismo.
Negli anni ?90 Zerzan pubblica il suo libro più
importante (dopo Elements of Refusal e Questioning
Technology, entrambi del 1988), che contiene uno dei
suoi testi fondamentali, Futuro primitivo (1994) e balza
agli onori delle cronache nel prendere le difese di Ted
Kaczynksi, arrestato con l?accusa di essere responsabile
dell?invio di pacchi bomba sotto la sigla FC (ribattezzata
Unabomber dall?FBI); e nel 1999, in occasione delle
proteste contro il WTO di Seattle, considerato l?evento
di nascita del movimento antiglobalizzazione, e della
comparsa sulla scena del Black Bloc anarchico, viene
indicato dai mass media come il teorico e ispiratore
delle ?frange violente? del movimento anarchico.
Negli anni 2000 è tra i fondatori della rivista Green
Anarchy, con sede a Eugene, Oregon, che è anche il
luogo in cui abita ormai da tempo; in questi anni
approfondisce e consolida il suo approccio che si
oppone non solo alla tecnologia ma anche allo stesso
processo di civilizzazione, che cerca di analizzare
e criticare sotto tutti i punti di vista possibili. Sono
anni in cui comincia a girare per il mondo, invitato
da collettivi anarchici (ma non solo) a presentare le
proprie tesi, e a tenere una rubrica settimanale sulla
radio dell?Università di Eugene, ?Anarchy Radio?.
Infine, dal 2015 è tra i redattori della rivista Black and
Green Review.
Si possono trovare altre informazioni sul sito: http://
www.johnzerzan.net/
B ibliografia in italiano
- Ammazzare il tempo, Nautilus, Torino 1995.
- Futuro primitivo, Nautilus, Torino 2001.
- La catastrofe del postmodernismo (da ?Anarchismo?),
Istrixistrix, Torino 2001.
- Reificazione (da ?Diavolo in corpo?), Istrixistrix,
Torino 2001.
- Tonalità e totalità / Causa contro l?arte (da ?Anarchismo?
e ?Culture dell?Apocalisse?), Istrixistrix, Torino 2001.
- Agricoltura, Istrixistrix, Torino 2001.
- Nessuna via d?uscita / L?anarchia dopo l?11 settembre,
Istrixistrix, Torino 2002.
- Macchine: Contro la tecnologia (Chi ha ucciso Nedd
Ludd? / Intelligenza Artificiale) (da ?Anarchismo?),
Istrixistrix, Torino 2002.
- Il fallimento del pensiero simbolico, Istrixistrix, Torino
2004.
- Dizionario primitivista, Nautilus, Torino 2004.
- Primitivo attuale. Il rifiuto della civiltà, Stampa
Alternativa, Viterbo 2004.
- Apocalittici o liberati? Che cos?è il primitivismo, Stampa
alternativa, Viterbo 2004.
- Un dialogo sul primitivismo: intervista con Lawrence
Jarach, in Primitivismo Pro & Contro volume 2,
Istrixistrix, Torino 2005; e in XXmila leghe sotto,
Catalogo Nautilus, Torino 2008.
- Senza via di scampo? Riflessioni sulla fine del mondo,
Arcana, Roma 2007.
- Pensare primitivo. Elementi di una catastrofe, Bepress,
Lecce 2010.
- Il crepuscolo delle macchine, Nautilus, Torino 2012.
- Le Origini e il Trickster, Hirundo, Milano 2013.
- Resistere al dominio della tecnocultura, Istrixistrix,
Torino 2013.
- Il mare, Hirundo, Milano 2017