[Campagnaresistenza] report dell'assemblea che siè tenuta a …

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Autore: Laboratorio Comunista CASAMATTA
Data:  
To: Campagnaresistenza
Oggetto: [Campagnaresistenza] report dell'assemblea che siè tenuta a Napoli il 19 maggio
Report assemblea contro la repressione.

Le realtà organizzate che hanno preso parte all'assemblea sono state quelle
che promuovono la formazione del comitato cittadino: Mensa occupata
(Università Federico II), LCC, RdC, Critica Comunista. Altro soggetto
organizzato presente era Red Link. Oltre a questi hanno partecipato
compagni singoli.

Il 19 maggio si è svolta presso la Città del Sole l’assemblea indetta dai
promotori per un “comitato cittadino contro la repressione”. L’incontro è
servito ad affrontare alcune questioni politiche urgenti:

-        Come affrontare le possibili azioni repressive conseguenti alla
chiusura delle indagini giudiziarie della Questura trasferite alla procura
del tribunale di Napoli in relazione alla giornata di lotta dell’11 marzo
scorso. In relazione a questo come intervenire anche a sostegno dei due
compagni già sottoposti a procedimento giudiziario e a obbligo di firma per
le accuse di lesioni a pubblico ufficiale e resistenza alle forze
dell’ordine per cui il 28 giugno prossimo è prevista un’udienza presso il
Tribunale di Napoli.


- Come contrastare le leggi Minniti e Minniti-Orlando passate ormai
all’operatività con i loro noti effetti devastanti sul piano dei diritti
democratici e umani.

L’assemblea ha visto la partecipazione di una trentina di attivisti
appartenenti a varie realtà organizzate e singoli compagni. Gli interventi
che si sono susseguiti hanno trattato sotto diverse angolazioni i punti
posti all’ordine del giorno. L’attività di repressione dello Stato è stata
inquadrata come una costante sempre in evoluzione e a stretto legame con le
lotte sociali e politiche. I promotori per un comitato contro la
repressione hanno rimarcano che non può essere elusa la lotta organizzata e
unitaria di contrasto ai comportamenti e leggi repressive dello Stato
borghese sempre più invasivo. Di fronte a uno scenario repressivo le forze
organizzate del campo proletario e popolare devono fare fronte comune e
sviluppare apposite campagne pubbliche e chiarificatrici a livello locale e
nazionale.

Alcuni interventi hanno fatto notare l’assenza di una parte considerevole
del movimento napoletano; al di là di oggettivi impedimenti (appuntamenti
politici, lavoro, ecc.) occorre dare battaglia affinché si comprenda in
tutto il movimento l’esigenza politica inderogabile di fare fronte comune,
al di là delle specificità politiche e organizzative di ciascuno; se non si
vuole essere di fatto vulnerabili e subire facili attacchi repressivi è
necessario fare alleanza; le varie vertenze sociali e politiche portate
avanti dai vari spezzoni di movimento si difendono e si sviluppano se si è
effettivamente in grado di resistere alla repressione.

Le leggi Minniti e Minniti-Orlando sono un tassello della strategia di
dominio e controllo dello Stato e delle istituzione locali. E’ una
pacchetto che porta avanti modelli urbani che rispondono a precisi
interessi economici e di classe per cui vi è la completa emarginazione di
settori sociali già rigettati e resi esuberi dal sistema produttivo
capitalista.

Con le nuove norme della legge minniti la guerra agli ambulanti e ai
parcheggiatori abusivi (peculiarità di Napoli), autentiche forme di
sopravvivenza e resistenza alla crisi economica, la repressione è diventata
incalzante e brutale. I rastrellamenti di Milano e Roma all’indomani
dell’andata in vigore della legge sulla sicurezza urbana, hanno dato
un’idea di cosa essa sia e produce nella pratica. Il Daspo urbano, in linea
con i processi di gentrificazione risponde alla richiesta di decoro urbano
che la polizia municipale, rafforzata nelle loro prerogative repressive sta
iniziando ad usare a piene mani.

Contro il proletariato immigrato, da considerarsi in se parte del
proletariato autoctono, il dispositivo partorito dal ministro Orlando che
abolisce, per i richiedenti asilo, il secondo grado di giudizio del
processo giudiziario, è l’ennesimo eclatante esempio di deturpazione dello
stesso dettame costituzionale democratico borghese. In questo senso viene
da parte di alcuni interventi l’indicazione di coinvolgimento, nella lotta
contro l’avanzare della reazione in forma legislativa e istituzionale,
delle residue forze convintamente democratiche e progressiste che per es.a
Napoli hanno promosso in aprile uno specifico confronto pubblico di
denuncia proprio contro le leggi Minniti e Minniti-Orlando.

In particolare nella anomalia napoletana vanno stanate le ambiguità
soprattutto istituzionali e il modo strumentale in cui l'amministrazione
sussume e appiattisce le lotte del movimento.

Prese di posizione chiare e conseguenziali devono provenire proprio da chi
come De Magistris si dichiara di essere dalla parte del popolo, dei più
deboli, ecc.

Un compagno ha inoltre evidenziato come la legge Minniti sia anche
un’evoluzione delle precedenti leggi repressive come il “pacchetto
sicurezza” di Maroni. In particolare contro le nuove misure repressive e
gli effetti nefasti che ne conseguono è venuta la proposta di una giornata
di lotta degli immigrati da tenersi a piazza Garibaldi.

L’intervento di una compagna implementa la discussione facendo notare che
la repressione è anche padronale. Nelle aziende i lavoratori e le
lavoratrici sono controllati con videocamere ma anche sui social. Il caso
della lavoratrice Maria Piacevole è uno degli ultimi esempio. Poi ci sono i
licenziamenti come altra forma di repressione: il caso degli 80 operai del
salumificio Spezia vicino Pomigliano D’Arco è l’ultimo esempio.

La trattazione della giornata di lotta dell’11 marzo ha posto la necessità
di lanciare una forte e articolata campagna di verità a fronte del racconto
fatto dai centri degli apparati repressivi e istituzionali amplificati
dalla stampa borghese. Occorre agire di anticipo. Fare in modo che la
procura di Napoli pensi bene prima di sposare tesi criminalizzanti contro i
promotori e i partecipanti alla manifestazione contro il razzista Salvini.
Fare in modo di non lasciarsi piovere addosso denunce il cui scopo non è
altro che quello di intimidire le lotte e infondere sconforto e sfiducia.

E’ in questo senso che occorre da subito, come movimento, sviluppare una
serie di iniziative di solidarietà con i due compagni che andranno a
udienza il 28 giugno. Per quella data occorrerà manifestare pubblicamente
denunciando che cosa è la vera violenza e chi effettivamente produce
violenza.

A tal proposito bisogna contattare i suddetti compagni per capire cosa ne
pensano e strutturare qualcosa tutti insieme.

In merito alla costruzione e al rafforzamento del Comitato cittadino contro
la repressione, emerge dalla discussione che è importante essere già
operativi mettendo in pratica proposte e iniziative concrete di lotta.
Viene proposto di pubblicare una pagina di Face-book del comitato.

L’assemblea si è conclusa quindi con alcune decisioni:

1. Pianificazione della campagna politica di prevenzione contro eventuali
denunce e arresti di compagni che hanno preso parte alle manifestazioni
dell’11 marzo. In particolare recuperare il ritardo di iniziative a
sostegno dei due compagni già denunciati, già sottoposti a misure
restrittive di libertà (obbligo di firma) e in attesa di giudizio il 28
giugno (in questo senso è importante avere un colloquio con i due compagni);

2. Campagna contro le leggi Minniti e Minniti-Orlando. Contro il Daspo in
particolare cercando di intercettare ambulanti, parcheggiatori ecc.

3. Preparazione e appoggio agli immigrati per la preparazione di un
assemblea cittadina da tenersi a Piazza Garibaldi;

4. Mettere mano alla mappatura dei vari procedimenti giudiziari che
colpiscono il movimento napoletano per creare momenti di solidarietà
concreta e lotta (presenza ai processi, dichiarazioni politiche, raccolta
di fondi, ecc.) E cercare di sviluppare anche un movimento d'opinione anche
all'interno dell'Avvocatura.

Per pianificare e organizzare i punti individuati, i promotori per un
comitato cittadino contro la repressione si riuniranno giovedì 25 maggio
presso i locali della mensa occupata alle h. 18,00.



Napoli, 22.05.17