Signor Sindaco, Signor Presidente del Consiglio, cari consiglieri,
Non possiamo votare a favore di questo bilancio perchè avete bocciato le nostre proposte: impegno contro le politiche di austerità che soffocano gli enti locali, impegni finanziari a favore del risanamento idrogeologico della discarica di Scarpino, dei servizi sociali, del trasporto pubblico, dell'emergenza abitativa.
I Comuni hanno una ricchezza su cui da tempo puntano i grandi interessi finanziari e immobiliari: territorio, patrimonio pubblico, beni comuni e servizi (571 miliardi di euro), da immettere sul mercato attraverso la trappola del debito e la gabbia del patto di stabilità e del pareggio di bilancio.
Nonostante i Comuni partecipino per non più del 2 % all'intero ammontare de ldebit complessivo, il Governo ha preteso ai Comuni – tra tagli ai trasferimenti e patto di stabilità – 1.650 miliardi del 2009 ai 16.655 miliardi del 2015.
Si usa lo shock del debito per scaricarne i costi sugli enti locali e sulle comunità territoriali per costringerle alla privatizzazione dei beni comuni.
E siamo passivi: perché paghiamo interessi sul debito così alti quando il costo del denaro per il sistema bancario è a tasso quasi negativo? .
Inoltre il Parlamento ha introdotto gli sponsor per finanziare assunzioni impedite dal patto di stabilità, primo psso verso processi di privatizzazione e precarizzazione anche in questo campo.
Ai Sindaci cosa rimane se tutti i servizi pubblici, e persino prestazioni lavorative comunali, sono stati privatizzati con multiutility e sponsor?
Minniti e Orlando ci hanno pensato: una stella sul petto, un vigile urbano con pistola nella fondina al fianco, e via per la città alla ricerca di mendicanti, marginali, profughi o semplicemente poveri.
Non è questa situazione che speravo 27 anni fa nel mio ingresso in politica.
Oggi al termine di questa esperienza mi permetto, sommessamente, di dare un consiglio.
Non lasciamoci incasellare. Vanno bene giardini sotto casa, cooperative, progetti sociali, centri di aggregazione.
Ma finché non mettiamo in discussione la politica saimo tollerati.
Non dobbiamo ridurci a un carro mascherato per contenere gli scarti del sistema, che non mette in discussione l'economia e i poteri forti.
Difendiamo la democrazia quando contestiamo, mettiamo in discussione le decisioni assunte
Siamo chiamati a rivitalizzare, a rifondare le democrazie che stanno attraversando una vera crisi.
Non cadiamo nella tentazione di ridurci ad attori secondari o, peggio, a meri amministratori della miseria esistente.
Finisco salutando una grande persona che andra' in pensione il mese prossimo: Carla Pedrazzi.
Una figura importante per il consiglio comunale di Genova, un aiuto per tutti noi, un punto di riferimento.
Termino augurando a tutti noi una grande buona onda, come dicono in Sudamerica.
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"Eppure il vento soffia ancora ...." Pierangelo Bertoli, (Sassuolo, 5 novembre 1942 – Modena, 7 ottobre 2002)
antonio bruno
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