>
> Il problema che si pone e` che ormai sti cosi esistono e non si possono
> distruggere. Non si puo` tornare indietro nel progresso. Mi piacerebbe
> tanto non ci fosse la bomba atomica, ma c'e` e l'unica cosa che si puo`
> fare e` cercare di arginarne l'uso.
>
> Stessa cosa per sti captatori informatici.
>
Questa tua mail e' interessante perche' e' veramente paradigmatica di un
pensiero
diffuso.
Cioe e' interessante per capire come chi studia robe che hanno a che
fare con
la tecnologia e con la scienza spesso dia per scontato cose, che
scontate non
sono affatto, ma sono impostazioni idelogiche.
In particolare la frase non si puo' tornare indietro nel progresso.
Questa argomentazione e' veramente una cosa da retaggio ottocentesco e
figlia
della trascuratezza con la quale chi ha a che fare con la scienza in
qualche forma
(in particolare gli informatici e gli ingegneri) tratta la filosofia
della scienza e
la storia del pensiero scientificio.
Cioe' siamo nel 2017, dal dopo guerra in avanti hanno scritto di come si
sviluppa
il pensiero scientifico personaggi notevoli, tipo kuhn, in polemica con
popper,
o feyerabend in polemica con tutti gli altri, per citare gli autori
blasonati,
quelli che almeno un po' uno dovrebbe conoscere, per evitare di
affermare a sostegno
delle proprie tesi che la tecnologia e la scienza si muovono su una
linea inarrestabile
di progresso di cui noi possiamo solo prendere atto.
Praticamente gia' dal dopo guerra in avanti dire che esiste un progresso
oggettivo
dal quale non si torna indietro e' considerata nell'ambito della
filosofia della sciena,
un'affermazione quantomeno incauta. Non esiste una linea, non esistono
un avanti e un dietro
oggettivi, esistono costruzioni ideologiche: non c'e' una prova
scientifica dell'esistenza
del progresso.
Esiste cioe' che i processi e le forze umane in gioco possono e vogliono
realizzare.
Poi vedi tu, sono passati 70 anni da allora, dovresti aver avuto tempo
di maturare un pensiero piu' articolato di quello espresso sopra.
Giovati della filosofia della scienza.
> Noi, in quanto hacktivisti, vogliamo star qui a pettinare le bambole,
> discutendo all'infinito che sono brutti&cattivi e fanno tanta bua, o
> vogliamo fare qualcosa di piu` pratico, magari sporcandoci le mani,
> compromettendoci un pochino, ma ottenendo dei risultati?
>
Anche questa parte e' interessante: quali risultati possiamo ottenere
nello spingere
per una normativa che ci tolga dall'arbitrio ? Cioe' l'arbitrio e' tale
solo
perche' non normato ? o non la norma semplicemente interviene a
normalizzare e santificare
l'arbitrio ? Una legge evita l'abuso o semplicemente rende l'abuso una
prova utile in un
tribunale ?
In che modo la proposta di legge passata in lista secondo te modifica
l'arbitrio
e semplicemente non lo burocratizza in un linguaggio utile ad essere
utilizzato
in un tribunale ?
Cioe' a parte autodefinire la proposta di legge parecchio garantista, in
che modo
scioglie i nodi relativi a questi oggetti ?
Cioe' io l'ho letta, ma ad esempio non ho capito come si norma
o si omologa il vettore di infezione. Tipo come si normano gli zero days
?
Lo stato italiano puo' utilizzare una vulnerabilita' acquistata su un
mercato
opaco e poco trasparente come quello degli zero day in un software ? E
nei sorgenti
depositati ci stanno anche gli eventuali zero day relativi ? Ma se lo
stato italiano
e' a conoscenza di vulnerabilita' in un software di pubblico utilizzo,
non dovrebbe
rendere nota questa cosa alle case produttrici perche' corregano gli
errori ?
O questa cosa di solito considerata un conportamento etico, risponde
invece
ad un'etica di carattere diverso ? e se si' quale ? la ragion di stato ?
la sicurezza nazionale ?
Spiegami te che ne sai di piu', che io non ho capito.