Autore: Centro doc. Movimenti Data: To: Campagnaresistenza Oggetto: [Campagnaresistenza] Soldiarietà
La lotta di classe è legittima, anche quando viola la legalità borghese.
Solidarietà a Eddy e agli altri/e compagn* colpit* dalla repressione!
Dichiarazione al Tribunale: la lotta di classe è legittima.
Dichiarazione di un compagno del Laboratorio politico Iskra in vista del
processo del 31 Marzo al Tribunale di Napoli. --- Il giorno 31 Marzo 2017
il Tribunale di Napoli ha citato a giudizio me ed altri compagni/e come
imputati nello specifico in riferimento ad uno dei procedimenti penali che
ci vedono coinvolti. Uno dei tanti procedimenti che vedono coinvolti
diversi compagni e compagne della città e nel paese.
Secondo l'accusa, in riferimento ad una mobilitazione del 10 Settembre
2013, "con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso" con cortei,
prolungati blocchi e interruzioni del traffico e servizi della rete locale
dei trasporti avremmo "perseguito in concorso tra persone, agendo quali
promotori, capi, organizzatori", facendoci carico inoltre di diverse
contravvenzioni, con la "finalità di costringere il Presidente della
Regione Campania e la sua Giunta a ricevere le nostre delegazioni" e quindi
le istanze e le rivendicazioni delle vertenze rappresentate (lavoratori
licenziati, cassaintegrati, disoccupati Bros, comitati territoriali).
In primo luogo le nostre lotte sono condotte da tante donne e tanti uomini
liberi che non hanno capi, in secondo luogo sotto accusa, è il principio e
la natura stessa della lotta politica e di classe, come riscontrabile in
tanti altre vicende giudiziarie.
In un paese in cui si spendono miliardi di euro per guerre imperialiste e
spese militari, per opere inutili e dannose, si smantella e taglia su
salari, pensioni, scuola, sanità e servizi sociali, in cui milioni di
persone che vivono nella povertà e tante altre la raggiungono con
licenziamenti e disoccupazione dilagante, in cui i salari sono da fame
mentre quotidiani sono gli scandali ed i crimini prodotti da assassini in
giacca e cravatta, dove si continua a morire di tumori per disastri e
devastazioni ambientale, discariche ed inceneritori, ci sono cataste di
procedimenti giudiziari, di condanne penali e pecuniarie legate alle lotte
sociali e politiche che si stanno accumulando in questi anni: partendo dai
compagni ancora in carcere come Davide Rosci, i tanti detenuti politici,
dalle accuse ai disoccupati organizzati, passando per la criminalizzazione
dei movimenti di lotta per la casa, del movimento No Tav, con il caso
emblematico di Nicoletta Dosio, degli studenti universitari di Bologna, dei
licenziati politici come la vicenda di Pomigliano, fino alla gogna
mediatica e giudiziaria che ha visto coinvolto il coordinatore nazionale
del Si Cobas, Aldo Milani, strumento sindacale per l'autorganizzazione
delle migliaia di lavoratori della logistica in lotta ecc...
E' evidente quindi che il contrasto alla repressione non passa
esclusivamente dal mettere in piedi una necessaria e buona difesa tecnica
giudiziaria, ma è soprattutto la creazione di un largo e articolato fronte
di solidarietà e di movimento di opinione per condizionare e neutralizzare
il braccio della repressione, per trasformare la repressione in solidarietà
e forza contro l'escalation repressiva e contro questo subdolo tentativo di
cancellare il principio della lotta politica, della lotta di classe, del
diritto di sciopero, equiparando le lotte sociali che combattono per
migliori condizioni di vita e di lavoro ad azioni estorsive.
Respingiamo categoricamente con sdegno tutte le accuse che vorrebbero
personalizzare e trasformare le lotte sociali e il conflitto di classe in
un atto delinquenziale finalizzato a costringere o estorcere. Categorie
invece che rappresentano a pieno proprio quella parte di società e quel
sistema che rifiutiamo e combattiamo. Per questo consideriamo questi dei
veri e propri processi politici.
Oggi la fase politica, storica, economica di crisi strutturale di questo
sistema, impone ai padroni ed alla borghesia di trasformare i conflitti
sociali in qualcosa di tecnico/giuridico ed i bisogni sociali in problemi
di sicurezza. Sono li a dimostrarlo perfettamente la criminosa gestione
dell'ordine pubblico del nuovo Ministro degli Interni, o meglio Ministro di
Polizia, del "Partito Democratico" Marco Minniti che da un lato garantisce
il diritto di parola al fascista Salvini dall’altro riserva decreti di
sicurezza basati sui daspo metropolitani. O ancora le recentissime
dichiarazioni del Questore di Roma, ex- Questore di Napoli, che in
riferimento ai sequestri di persona di centinaia di attivisti diretti alla
manifestazione contro i trattati europei a Roma dichiara tranquillamente di
aver solo "verificato orientamento ideologico delle persone fermate"
Chiunque si metta di traverso ai loro piani criminali trova una risposta
repressiva. Non è lo stato a diventare più cattivo, è la crisi che avanza;
e la crisi non è un errore, ma una tendenza del modo di produzione
capitalistico che noi vogliamo abbattere.
Noi abbiamo scelto proprio di ricomporre e riorganizzare la classe che loro
vogliono divisa, debole e frammentata. Abbiamo scelto di non girarci
dall'altra parte della storia e di voler lottare per un mondo nuovo e
diverso dalla barbarie odierna. I tribunali ci colpiscono singolarmente, ma
quotidianamente siamo al fianco di tanti e tante che lottano contro guerre,
devastazione ambientale, precarietà sociale, smantellamento dei diritti
sociali, licenziamenti e la barbarie umana che avanza alzando muri e
frontiere contro immigrati e trasforma mari in cimiteri di sangue.
Non ci fermeranno certo processi, restrinzioni e condanne che padroni e
tribunali vorrebbero utilizzare per isolarci. Se un tribunale deciderà una
condanna, in questo come in altri processi, perché organizzare le lotte
significa costringere le istituzioni a dare risposte concrete ai bisogni
sociali, perché unire le lotte e gli sfruttati per un mondo libero da
sfruttamento, oppressione e miseria significa essere delinquente per questa
legge...sono fiero e cosciente di esserlo.
Se è questa l'accusa sia chiaro dichiariamo che non abbiamo nulla da
nascondere: rivendichiamo la legittimità delle nostre scelte e delle nostre
azioni. Eddy - imputato nell’udienza del 31 Marzo al Tribunale