In data venerdì 17 marzo 2017 17:05:18 CET, cocco ha scritto: > In particolare sottolinea come il paradigma del controllo sia quello
> dominante nell'introduzione dei nuovi strumenti (nuovi vuol dire che
> risalgono a 5 anni fa). QUindi si parla di sistemi gestionali per
> colletti bianchi, di registri elettronici nelle scuole etc...
> Quello su cui l autore si concentra e' lo studio, a mezza via tra il
> politico e la psicologia, della risponda dell individuo e delle
> comunita' agli stimoli che queste tecnologie impongono.
Ciao,
Ho sentito Curcio quando è venuto a presentare il libro a Torino e devo dire
che mi trovo abbastanza d'accordo con Cocco. Sicuramente anch'io ho storto il
naso per le sue azzardate metafore sulle questioni tecniche (ricordo bene la
terribile nuvola), che non mi sembrava cogliesse davvero, ma un po' glielo
perdonavo, vuoi per i 24 anni di galera senza un pc, vuoi perché la sua
analisi era in sostanza sociologica o mi piacerebbe dire biopolitica (anche se
di politica non c'è niente).
Mi è sembrato però che il suo approccio fosse decisamente troppo pessimista,
ai limiti del catastrofismo: ci sono una serie di soggetti che agiscono solo
in quanto determinati da logiche più forti, quindi una totale negazione della
coscienza o la sua completa sussunzione; non ci sono soggetti collettivi che
possano opporsi a una tale capacità di dominio, né soggetti singoli obliqui o
eccezionali.
> Considerando che di solito neanche le persone sanno cosa c e'
> dietro/dentro alla fine mi sembra una cosa accettabile :)
Mah si può trovare interessante qualunque cosa volendo, io credo che le
analisi di Curcio (così come quelle degli Ippoliti d'altronde) siano troppo
parziali per la nostra comunità. Magari interessano a chi si occupa di
psicologia delle masse...