Re: [Hackmeeting] manifesto: "controculture"

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著者: ZeroRh-
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To: hackmeeting
題目: Re: [Hackmeeting] manifesto: "controculture"
Il 2017-02-27 17:39 void ha scritto:
> ultimamente pensavo che il manifesto di hackmeeting ha praticamente
> quasi da
> sempre recitato: "L’hackmeeting è l’incontro annuale delle
> controculture
> digitali italiane" (sin da bologna 2002 o torino 2003).
>
> discussione: secondo voi ha ancora senso il termine "controcultura" (e
> poi
> perche' plurale)?
>
> per me ben poco, e vi proporrei di eliminare quella frase dal manifesto
> (non ha
> nulla a che vedere con l'organizzazione di quest'anno, e' una questione
> di
> carattere piu' generale)
>
> siamo ancora controcultura, separata da un mainstream (supposto che
> esista la
> distinzione)?
>
> in questi ultimi anni mi pare che abbiamo rincorso il mainstream
> (le discussioni infinite sul tema social network hanno rotto l'anima!)
> e nei
> casi in cui si e' dimostrato particolarmente cattivo abbiamo elaborato
> solo
> delle strategie difensive (captatori, etc).


Beh se fossimo nei meravigliosi anni 80-90 faremmo altro.
Devo dire che in anni( ora cominciano ad essere tanti anche per me )
ho visto anche le discussioni evolversi.
Forse non i talk (anche se in parte nel pre-hack in Valle si e' tirato
su qualcosa di vecchio in maniera nuova, ma magari era l'entusiasmo mio)
i cui temi si si sono avvicendati restando gli stessi.
Ma direi che il livello degli interventi, il tipo, persino il modo di
esporli, la provenienza di chi le "metteva sul piatto"( ergo le domande
che siera fatto a monte ) erano, nel tempo, molto differenti.
E vi e' anche da dire che, durante gli hackmeeting, moltissime volte ci
sono momenti bellissimi in sale vuote, perche' si va principalmente a
seguire le stesse persone che dicono le medesime cose( e' l'annoso
problema del non poter essere in due posti contemporaneamente...lo so).
Il nuovo, il "troppo tecnico" e' alle volte snobbato( vuoi perche' gia'
se ne sa, ci si lavora, perche' giustamente ogni tanto due domande te le
vuoi e devi fare, perche' seistanco. Vuoi perche' si crede che cio che
sembra "solo tecnico" non porti necessariamente a discussioni in maniera
eguale ad altre discussioni piu' sdoganate...resta che e' sempre cosi' i
talk di un certotipo erano sempre meno frequentati...quindi e' normale
che vi sia anche un minimo di "stantio" nei temi.
Oltre al fatto che le pubblicazioni che legge che si affaccia ora, come
anni e che sono fa fatte da collettivi che orbitano/partecipano/altro al
mondo di HM, sono su argomenti che e' giusto definire triti e ritriti(
non perdono certo di validita' per questo...ma questo non toglie che
sono il primo ad essermi "rotto" di riaffrontarli li ove vi sono
barricate decennali)

Ma e' anche giusto cosi'(mi riferisco alla mancata partecipazione ad
alcuni talk, o in generale all'esistenza spesso "solo" digitale di
alcuni) ed in parte, fisiologico, come in universita' , cresci negli
scambi fatti nei corridoi, non a lezione.
Cambi nelle dinamiche di contaminazione a margine( oppure per necessita'
)
Ma dopo tanto tempo non ti puoi lamentare che quelle dinamiche sono
sempre le stesse se non sei il primo a sbloccare la situazione.
Ci vuole entusiasmo.
Si sara' puerile, banale, illusorio, etc...ma se non te fomentano le
cose, nella vita in generale, le fai male, e finisci per criticare e
basta. finisci per criticare persino te stesso( non a fare un'analisi
costruttiva, non ci confondiamo signori ), il tuo te stesso di oggi o di
ieri, senza fare una critica pensata( non e' il tuo caso Void, la tua
e'una proposta di riflessione, molto bella, ma e' una buona miccia per
scatenare anche critiche non costruttive)
Ed il mainstream e' cio' che ci circonda, alle volte puoi persino non
vederlo.
Senti solo che c'è.
È questa sensazione che, non sai bene di che si tratta, ma l'avverti. È
un chiodo fisso.
E' la vulnerabilita' del nostro amico, ergo la nostra, nel quotidiano.
E non sto parlando solo di vulnerabilita' digitale, captatori, sbirri,
cazzi e mazzi, ma della vulnerabilita' dei rapporti.
Ogni strumento porta le sue due facce, ed ok...ma noi ci vediamo dal
vivo, fra noi singolarmente, nei luoghi delle nostre citta' ( e nelle
citta' degli amici) , nei percorsi che ci portano ad un grande incontro
annuale, in percorsi esteri in cui esportiamo qualcosa di questo ed
importiamo qualcosa...questa e' controcultura.




> non e' polemica
> non e' trolling
> ditemi cosa esiste nella "scena" tale da poter essere definito
> "controcultura"
> che puo' darsi sia io ad essermelo perso


Vuoi sapere cos'e'?
Riprendo, espandendo, quello con cui ho concluso la risposta alla parte
di prima...
Cosa e' controcultura? (nella risposta vedrai anche perche' lo siamo, o
lo siamo ancora)

Siamo noi.

Noi nei nostri rapporti umani, il modo di condividere il sapere, la
facilita' con cui chiamo fratelli alcuni di questa lista perche' e' come
se lo fossero.
Con cui condivido principi con gente che mi sta sulle palle perche' le
idee vanno oltre le persone.
Oltre la mia o "tua" visione delle cose.
Per come superiamo quelle barriere.
Da quelle del tempo lasciando e ricevendo eredita' digitali e non( il
passaggio disapere, e delle sopracitate visioni delmondo...beh sono
un'eredita' enorme) a quelle di qualsiasi genere
Questo modo semplice per cui mettiamo in discussione noi stessi a favore
dell'ascoltare qualcosa che magari e' lontano da noi, dal nostro
vissuto.
Rimanendo magari distanti, ma ponendoci le domande,che comunque ti
cambiano.
Questa e' ad oggi controcultura( forse e' sempre controcultura )...ed e'
( per citare ) la resistenza(senza assurgere a nulla , solo una
battuta).
La resistenza alla non collaborazione, al menefreghismo.
Quello che stai ponendo e' un quesito che secondo me si esaurisce in
parte da solo, si autoalimenta gia' solo nell'averlo fatto.
Quando ti poni delle domande , quando dopo anni anche il tuo "manifesto"
e' in discussione, beh sei una controcultura(certo non e' solo questo,
ci vogliono poi i contenuti oltre le mie parole o una mail...ma non ne
abbiamo? Localmente, singolarmente, tutti assieme, ed alla fine anche
con in pre-hack e l'hackmeeting non siamo un motore invisibile per una
sottocultura innestata nella realta' a tanti livelli, che cambia
restando se stessa, che e' ferma cambiano pero' le persone, in una
continua evoluzione, che viaggia senza spostarsi...se non e'
controcultura questa...)

Io ho visto il fomento e l'impegno nei piu', la condivisione, la voglia
di cambiarle le cose.
A piccoli passi, grandi passi, da soli, insieme.
Dentro al sistema , fuori, ai margini.
Con un libro, con una riappropriazione digitale, culturale, o di un
luogo.

Io vedo il fomento, l'ho anche io...questa per me e' gia' controcultura.

>
>
> lettura consigliata:
> https://www.carmillaonline.com/2007/02/01/che-fine-ha-fatto-la-controcultura/
> https://www.autistici.org/void/2007-02-rumore-che-fine-ha-fatto-la-controcultura.pdf
> (pdf, 7M)


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