Genova, il sindaco Doria: «Non mi ricandido»
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La votazione su Amiu che potrebbe indurre Doria alle dimissioni
La votazione su Amiu che potrebbe indurre Doria alle dimissioni
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Il sindaco Doria in consiglio comunale (foto Balostro) Caso Amiu a Genova, il sindaco Doria al capolinea
Marco Doria Genova: Doria, per ora niente dimissioni
Genova - Marco Doria ha sciolto la riserva: non si ricandida a sindaco per le prossime elezioni e non ha ancora deciso se dimettersi subito e lasciare il Comune a un commissario o aspettare la scadenza del mandato, che terminerà con le elezioni di maggio-giugno. Questa seconda eventualità pare essere quella verso cui Doria è orientato, ma a condizione di trovare una condivisione sufficiente in consiglio comunale, non necessariamente - sembra di capire - allineata all’attuale ipotetica maggioranza. Insomma, Doria tra le righe spiega di essere disposto a proseguire fino a fine mandato solo nel caso in cui avesse i voti assicurati per portare a termine alcune pratiche a suo giudizio assai importanti per Genova e per la Città metropolitana.
Ore 16.50, con questo comunicato il sindaco Marco Doria annuncia la fine della sua esperienza da sindaco:
«Il voto del Consiglio comunale su Amiu ha determinato una situazione assolutamente grave di cui è doveroso prendere atto. Si è così minata e si chiude una esperienza nel corso della quale sono state affrontate, tra mille difficoltà, con serietà e onestà, tante complesse questioni e si sono ottenuti importanti risultati (basti pensare tra l’altro ai cantieri aperti per la messa in sicurezza del nostro territorio e al lavoro efficace per lo sviluppo turistico e culturale della città).
La proposta avanzata per dare un futuro ad Amiu rispondeva a questi criteri. Ho svolto il mio ruolo di sindaco per spirito di servizio, senza essere mai mosso da calcoli opportunistici o da interessi personali. Non intendo ricandidarmi alle prossime elezioni. Si tratta di una scelta maturata da tempo e comunicata e discussa con chi mi ha sostenuto, senza farla diventare pubblica alimentando anzi tempo quel clima da campagna elettorale permanente che tanto nuoce al nostro Paese.
Con immutata passione non intendo sottrarmi all’impegno per costruire per Genova un credibile schieramento di centrosinistra aperto alla società civile.
Adesso con lo stesso spirito di servizio e senso di responsabilità nei confronti della città e del Comune sto valutando l’effetto che avrebbero oggi le mie dimissioni. Una valutazione concreta e circostanziata delle ricadute di un commissariamento dell’amministrazione a pochi mesi dal voto sulla operatività del Patto per Genova o del bando periferie, sulla possibilità di far arrivare e di impiegare al più presto a Genova i fondi che il Comune ha ottenuto dal governo. E ancora un esame non superficiale del disastro che il voto irresponsabile di ieri crea per Amiu, per la Tari, e per i suoi impatti sul bilancio del Comune in via di definizione. Egualmente considero gli effetti di una gestione commissariale della Città Metropolitana, che (allora come Provincia) ha vissuto in tempi recenti una lunga stagione di commissariamento.
Sulla base di tali non affrettate ma comunque rapide analisi, per una assunzione di responsabilità nei confronti della città, è necessaria una condivisione di questo percorso e soprattutto di questo spirito ancora una volta di servizio, da parte di soggetti politici e della società civile e di quei consiglieri comunali che non intendono seguire logiche di contrapposizione politica ma vogliono lavorare sino all’ultimo sui diversi problemi della nostra comunità. Questa condivisione deve essere chiara ed esplicita e tale da giustificare l’opportunità per alcuni mesi di un’azione amministrativa rigorosa e non delegata a un commissario di governo».
Il Pd: addio maggioranza
«Il voto di ieri sancisce la fine della maggioranza uscita dalle urne, la fine di un’esperienza politica iniziata con le Primarie del 2012». Lo dice Alessandro Terrile, segretario provinciale del Pd. «Apprezziamo le parole di Marco Doria, e condividiamo la necessità di verificare in tempi rapidissimi se in questo ciclo amministrativo esistono ancora i numeri per approvare il bilancio di previsione 2017 ed una soluzione sostenibile per il futuro di AMIU. Non pensiamo - aggiunge Terrile - di tirare a campare. Prima del destino di questa giunta, e di questa esperienza amministrativa, per il PD viene il senso di responsabilità nei confronti della città, dei cittadini, e dei lavoratori, che non possono pagare il prezzo di divisioni interne al campo del centrosinistra e tattiche elettorali del centrodestra e del Movimento 5 Stelle».
I portuali con il sindaco
Le storiche compagnie portuali genovesi si schierano a fianco del sindaco di Genova Marco Doria contro «l’instabilità» e gli chiedono di restare. Antonio Benvenuti, console della Compagnia Unica Paride Batini e Tirreno Bianchi, console della Compagnia Pietro Chiesa, scendono in campo chiedendo che «Doria concluda il suo lavoro per Genova. «La città sta vivendo un momento storico ed economico delicato, che vede aperte una serie importante di vertenze occupazionali e di sfide sul futuro economico e produttivo - scrivono -. L’apertura di una crisi all’interno dell’amministrazione comunale guidata da Marco Doria non può, a nostro parere, sfociare nelle dimissioni del sindaco a pochissimi mesi dal termine naturale del suo mandato; mesi, peraltro, nei quali ci auguriamo che si trovino quelle soluzioni che tutti auspichiamo per il rilancio della città e la difesa del lavoro, in primo luogo quello portuale sul quale attendiamo risposte anche dal governo». Bianchi e Benvenuti chiedono quindi a Doria «di restare al suo posto e, d’intesa con la maggioranza di centrosinistra che lo ha sostenuto fino a qui, riprendere in mano i molti temi che hanno bisogno di una soluzione forte e tempestiva».