[nuovopci] 2017, centenario della Rivoluzione d’Ottobre - Il…

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Comunicato CC 1/2017 - 5 gennaio 2017

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BATTAGLIA PER I CCNL E SOMMOVIMENTI NEL MONDO SINDACALE

Attuazione dell'esito del Referendum del 4 dicembre e opposizione
all'eliminazione delle autonomie locali

CONGRESSI DEL PC RIZZO E DEL PRC

Combattere le concezioni disfattiste e le posizioni attendiste

IL VECCHIO MONDO MUORE E STA A NOI COMUNISTI GUIDARE LA CLASSE OPERAIA E
LE MASSE POPOLARI A COSTRUIRE IL NUOVO MONDO!

2017, CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE

Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei
metalmeccanici (convalidato il 22 dicembre) ha creato una situazione
particolarmente favorevole all'azione dei comunisti e dei lavoratori
avanzati. Una parte importante degli operai delle aziende
metalmeccaniche chiamati ad approvarlo ha detto NO o si è astenuta dal
votare l'infame Contratto [7] concordato tra i padroni associati in
Federmeccanica e Assistal e i sindacati complici FIOM, FIM e UILM, con
il patrocinio di Confindustria e di CGIL-CISL-UIL. Su circa 678 mila
operai e impiegati coinvolti nella votazione, di cui 555 mila presenti
in fabbrica nell'orario del voto, circa 69 mila hanno votato NO, 209
mila si sono astenuti e certamente alcuni dei circa 277 mila che hanno
votato SÌ lo hanno fatto "con la morte nel cuore". Sta ora a noi
comunisti e ai lavoratori più avanzati continuare sistematicamente la
denuncia dell'infame accordo tra padroni e sindacati loro complici
dandoci l'obiettivo di trasformare in ogni azienda l'attuale opposizione
in costituzione di organismi operai (OO), senza discriminazione di
appartenenza o non appartenenza a un sindacato. Quando i comunisti hanno
agito in modo giusto, gli accordi tra padroni e sindacati loro complici
non hanno mai fermato il movimento comunista e gli operai. La loro
esperienza e il nostro intervento apriranno la mente e il cuore a molti
lavoratori. L'esperienza diretta degli effetti devastanti dell'infame
Contratto renderà più efficace la nostra propaganda e la nostra azione
tese a mobilitare e organizzare gli operai a "occuparsi della loro
azienda e uscire dall'azienda" per promuovere la costituzione del
Governo di Blocco Popolare [8].

Dobbiamo estendere anche alle altre aziende private e pubbliche e alle
istituzioni fornitrici dei servizi pubblici la denuncia dell'infame
Contratto imposto ai metalmeccanici. Infatti esso servirà di riferimento
per i numerosi contratti di lavoro scaduti e in particolare per i
dipendenti pubblici. Contro questi ultimi i tre sindacati complici
CGIL-CISL-UIL hanno già firmato il 30 novembre scorso con il governo
(nella persona della tristemente celebre ministra Marianna Madia) un
accordo quadro deleterio che, se la firma non era solo un favore dei tre
sindacati complici al governo Renzi in vista del Referendum del 4
dicembre, dovrebbe preludere al rinnovo del contratto del Pubblico
Impiego scaduto da sette anni.

L'infame Contratto conferma che i sindacati di regime vanno sempre più a
destra, al guinzaglio dei padroni. Con esso la FIOM si è sottomessa alla
destra che dirige la CGIL (Susanna Camusso): ha liquidato la posizione
di forza conquistata con la resistenza ai sindacati complici dei
contratti separati, con la resistenza a Marchionne nel 2010, con
l'iniziale resistenza al Testo Unico della Rappresentanza del 10
gennaio 2014 e con la Coalizione Sociale.

Questo pone in modo più stringente ai sindacati alternativi e di base la
scelta tra le due vie:

1. inseguire i sindacati complici sul loro terreno: restare nell'ambito
istituzionalmente assegnato ai sindacati dalla costituzione materiale
della Repubblica Pontificia assumendo di fatto il ruolo di frazione più
combattiva tra i sindacati di regime, essere una loro versione "di
sinistra" andando con loro sempre più a destra, al guinzaglio dei
padroni,

2. porsi come sindacati di classe: cioè legati, con il loro ruolo
specifico, alla causa generale dell'emancipazione della classe operaia e
delle masse popolari dalla borghesia imperialista e dal suo clero e, in
concreto, partecipare alla lotta generale per porre fine al catastrofico
corso delle cose che la borghesia imperialista impone a tutto il mondo.

Questa scelta sarà comunque il tema reale del congresso SGB del prossimo
14-15 gennaio e del successivo congresso USB di giugno.

La creazione di organismi operai (OO) nelle aziende è la condizione
indispensabile per far avanzare il movimento per la costituzione di un
governo d'emergenza delle organizzazioni operaie e popolari, il Governo
di Blocco Popolare (GBP). Le Sei Misure Generali [9], il programma del
GBP, implicano l'attuazione delle parti progressiste della Costituzione
del 1948 che la Repubblica Pontificia ha da sempre eluso, ignorato o
apertamente violato. La costituzione del GBP è quindi l'unica via
realistica per dare continuità e sbocco positivo all'esito del
Referendum del 4 dicembre che ha bocciato la riforma Renzi della
Costituzione e fatto fallire l'operazione Renzi di accentramento dei
poteri, per impedire che l'esito del Referendum del 4 dicembre resti
lettera morta come l'esito del Referendum per l'acqua pubblica del
giugno 2011, per impedire che il suo esito sia aggirato con la
costituzione del governo Gentiloni: questo infatti implica una tregua,
sia pure precaria, tra le fazioni ai vertici della Repubblica Pontificia
e il recupero di una certa collaborazione della sinistra borghese con
questi vertici. Quindi la nostra attività per costituire OO e OP è
strettamente intrecciata con le aspirazioni e l'attività degli organismi
aderenti al Coordinamento per il NO Sociale, degli organismi "C'è chi
dice NO" e dei Comitati per il NO che sono sorti numerosi negli ultimi
mesi dell'anno scorso.

Dato il ruolo trainante della categoria dei metalmeccanici, la
costituzione di organismi operai nelle fabbriche metalmeccaniche è la
chiave di tutta l'attività dei comunisti e dei lavoratori avanzati nei
prossimi mesi sia per la mobilitazione e l'organizzazione delle masse
popolari a costituire il GBP sia per la mobilitazione della sinistra
borghese vecchia (erede del disfacimento del PRC) e nuova (M5S,
arancioni, ecc.) a contribuire alla costituzione del GBP.

La creazione delle condizioni per costituire il GBP dà forza e
prospettive di vittoria alle iniziative popolari per l'attuazione
diretta delle parti progressiste della Costituzione. Essa dà una
prospettiva di sviluppo e di vittoria anche all'opposizione della
sinistra borghese alla riforma Renzi della Costituzione e
all'opposizione alla restrizione e all'eliminazione delle autonomie
locali con la sottrazione di risorse e con le misure governative e
giudiziarie contro le amministrazioni M5S (Roma in primo luogo) e
arancioni (Napoli in primo luogo). Con la lotta per la costituzione del
GBP l'una e l'altra opposizione smetteranno di essere battaglie di
retroguardia di un esercito in ritirata e diventeranno battaglie
d'avanscorta di un esercito all'attacco. La legge elettorale perderà
quindi di efficacia come operazione diversiva per la sinistra borghese e
i tre referendum CGIL (Jobs Act-articolo 18, voucher, responsabilità
padronale negli appalti), se mai si terranno, diventeranno una trappola
per i promotori come il referendum sulla riforma della Costituzione lo è
stato per Renzi e la sua combriccola.

Per approfittare di queste circostanze favorevoli, vedere e valorizzare
i numerosi spunti e appigli che si presentano alla nostra attività e
realizzare i nostri obiettivi immediati è però essenziale avere una
concezione giusta della rivoluzione socialista in corso. La natura della
rivoluzione socialista e di quale partito comunista abbiamo bisogno
hanno costituito il tema del primo numero della rivista _ La Voce del
(nuovo) Partito comunista italiano [10]_. Oggi in particolare a
proposito della rivoluzione socialista è indispensabile combattere
apertamente e senza riserve sia le concezioni disfattiste sia le
posizioni attendiste.

_Le concezioni disfattiste_ sono oggi espresse in modo particolarmente
chiaro, esemplare, dagli esponenti di destra di Rete dei Comunisti ("il
vecchio muore e il nuovo non può nascere" è stata l'insegna del Forum
che il gruppo ha tenuto il 17-18 dicembre a Roma, a proposito del quale
rimandiamo al nostro Avviso ai naviganti 66 [11]) e da Marco Rizzo ("se
qualcuno dice che la rivoluzione socialista è possibile, o è da
neurodeliri o è un poliziotto" è stato uno dei fili conduttori del
discorso che Rizzo ha tenuto al Congresso Regionale del PC a Bologna il
9 dicembre).

La destra che dirige Rete dei Comunisti e il PC di Marco Rizzo con
diverse sfumature e con diverse motivazioni rimandano la rivoluzione
socialista a un futuro lontano e indefinito, con la riserva che è tipico
della destra che si spaccia per comunista di non formulare mai
nettamente le proprie posizioni, così ogni volta che è messa alle
strette da argomentazioni inoppugnabili può sempre sostenere che in
realtà voleva dire un'altra cosa, diversa da quella che le viene
contestata. Non osa difendere apertamente le sue posizioni. Michele
Franco (Rete dei Comunisti) a Napoli ha annunciato al Partito dei CARC
un dibattito pubblico sullo slogan del Forum RdC di dicembre: se davvero
manterrà fede all'annuncio sarà un'eccezione a cui lo ha trascinato il
gesto d'indignazione che ha subito a Natale. Oliviero Diliberto che, in
combutta con Vladimiro Giacché, scrive (_Ricostruire il partito
comunista_, 2011) che in nessun paese esistono neanche oggi né
esisteranno "in un futuro ravvicinato" i presupposti per l'instaurazione
del socialismo, è un raro esempio di chiarezza e di "coraggio".

_Le posizioni attendiste_ sono espresse da tutti i numerosi gruppi che
noi a volte chiamiamo FSRS: Forze Soggettive della Rivoluzione
Socialista. Essi, pur proclamandosi comunisti (e qui non discutiamo
della buona o malafede, dell'onestà, della sincerità e della coerenza di
individui e organismi: cose di grande interesse nell'attività pratica,
ma che finché si tratta di concezione e di linea non interessano),
sostengono che prima o poi la rivoluzione socialista scoppierà e quindi
che oggi si tratta di prepararsi (mobilitando le masse popolari a fare
lotte rivendicative e di conquista, facendo propaganda del socialismo e
accrescendo il numero dei propri membri) per approfittare dell'evento
quando succederà.

L'esperienza della prima ondata della rivoluzione socialista ha
incontrovertibilmente confermato la correzione che nel 1895 Federico
Engels [12] ha portato alle precedenti concezioni sue e di Marx, ha
pienamente mostrato che per sua natura la rivoluzione socialista non
scoppia, non è un sovvertimento che scatta, uno sconvolgimento che si
scatena per un concorso di uomini e di circostanze che si determina
inconsapevolmente. Nel corso della prima crisi generale del capitalismo,
nella prima parte del secolo scorso, nessuna rivoluzione socialista è
mai scoppiata in nessuno dei paesi imperialisti, per gravi che siano
state le privazioni, le distruzioni e gli sconvolgimenti politici e
sociali che la borghesia imperialista e il suo clero hanno inflitto alle
masse popolari, nonostante addirittura il crollo di Stati e la
dissoluzione di eserciti (Germania e Impero Austro-ungarico nel 1918,
Italia nel 1943). A differenza di tutti gli altri paesi europei, nel
1917 i comunisti russi guidati da Lenin hanno preso il potere e hanno
saputo conservarlo. Le FSRS attendiste riducono l'impresa dei
bolscevichi alla presa del Palazzo d'Inverno del 7 novembre 1917. In
realtà la presa del Palazzo d'Inverno, la Rivoluzione d'Ottobre, fu la
conclusione di un processo o meglio la svolta di una lotta
rivoluzionaria, un evento intenzionalmente perseguito per anni
sviluppando un piano definito all'inizio del secolo (_Che fare?_, 1903).
Nei vent'anni precedenti l'assalto al Palazzo d'Inverno con una lotta
conseguente e coerente i bolscevichi avevano costruito un partito che
meritava la fiducia delle masse popolari e avevano portato gli operai e
il resto delle masse popolari dell'Impero Russo ad avere fiducia nel
Partito comunista. Noi oggi solo per aderenza alla mentalità e al
vocabolario di un tempo chiamiamo Rivoluzione d'Ottobre l'evento che in
realtà fu solo la conclusione della rivoluzione che il Partito di Lenin
e di Stalin era venuto promuovendo e organizzando nel corso degli anni
precedenti, imparando via via a farlo meglio dall'esperienza della lotta
di classe grazie alla concezione comunista del mondo fondata dal Marx ed
Engels.

Proprio perché non avevano seguito un analogo percorso nel loro paese,
gli altri partiti della Seconda Internazionale furono senza eccezioni
incapaci di portare gli operai e le masse popolari del loro paese a
prendere il potere, nonostante gli sconvolgimenti avvenuti in
quell'epoca nei rispettivi paesi. I partiti comunisti europei della I
Internazionale Comunista hanno perseverato, sotto questo aspetto, nella
linea seguita dai partiti socialisti. Nessuno di essi ha elaborato una
strategia per la conquista del potere. Per questo nonostante le eroiche
imprese compiute (per l'Italia basti citare la Resistenza 1943-1945) non
hanno preso il potere e instaurato il socialismo. La forma della
rivoluzione socialista [13] non è un frutto spontaneo della lotta di
classe, è frutto dello studio della particolare formazione economico
sociale del proprio paese e dell'elaborazione dell'esperienza mirati
alla conquista del potere e all'instaurazione del socialismo.

Chi ancora oggi si dichiara a favore della rivoluzione socialista ma non
ha una strategia per organizzarla, un piano di lavoro che sta già
mettendo in pratica oggi, bisogna non perdere occasione per sfidarlo a
spiegare come pensa che possa esserci una rivoluzione socialista.

Come spieghiamo nel nostro _ Manifesto Programma [14]_, la rivoluzione
socialista ha la forma di una guerra popolare rivoluzionaria [15]
promossa dal Partito comunista. Esso si è costituito a questo scopo e
forma ed educa i suoi organismi e i suoi membri per adempiere a questo
compito. La rivoluzione socialista è quello che stiamo facendo oggi. La
rivoluzione socialista è incominciata quando si è costituito il partito
che se la propone come suo compito, si dà i mezzi necessari a realizzare
la sua linea, recluta ed educa a questo compito i suoi membri e forma
per questo compito i suoi organismi. Principalmente tramite la linea di
massa [16] esso mobilita e organizza la classe operaia e tramite essa il
resto delle masse popolari a condurre lotte di ogni genere e in ogni
campo nel corso delle quali le masse popolari acquistano per loro
propria esperienza fiducia nel Partito comunista (e il presupposto
ovviamente è che esso la meriti per la concezione che lo guida, per la
linea che segue e per il metodo della sua attività) come loro guida e si
aggregano attorno ad esso fino a costituire un nuovo potere che quando
nella sua crescita sarà arrivato ad un certo punto eliminerà in uno
scontro decisivo quello della borghesia imperialista. Chi resta in
attesa di questo scontro decisivo, lo vedrà solo se altri promuovono e
conducono la guerra.

Solo grazie a questa giusta comprensione della natura della rivoluzione
socialista i comunisti sono in grado di valorizzare già oggi ogni lotta
spontanea delle masse popolari (facendone una scuola di comunismo [17])
e anche le iniziative della sinistra borghese, facendole contribuire
all'avanzamento della rivoluzione socialista, al modo in cui i
bolscevichi furono in grado di valorizzare a favore della rivoluzione
socialista in Russia anche le iniziative della borghesia antizarista.
Per questo noi in questa fase mobilitiamo e organizziamo per creare le
condizioni perché masse popolari organizzate (OO e OP) e sinistra
borghese costituiscano il Governo di Blocco Popolare e a questo fine
valorizziamo ogni movimento e ogni lotta. Per questo abbiamo un speciale
fraterno legame con il Partito dei CARC [18] (Comitati di Appoggio alla
Resistenza (che le masse popolari oppongono all'aggravarsi della crisi
del capitalismo) - per il Comunismo) che con il suo IV Congresso ha
fatto della costituzione del GBP il suo programma. Per questo coltiviamo
e rafforziamo il legame con ogni organizzazione che in qualche modo
aderisce alla Carovana del (n)PCI. Questo mette noi comunisti in grado
di trarre profitto anche dalle mosse scomposte e criminali della
borghesia imperialista e del suo clero, quali che esse siano, di trarre
da ognuna di esse lo spunto per una mobilitazione più vasta e più
profonda delle masse popolari nella rivoluzione socialista.

Anche le lotte sindacali e le organizzazioni sindacali è possibile
valorizzarle solo grazie a questa giusta concezione della natura della
rivoluzione socialista. Oggi nella sostanza i sindacati complici si
trasformano sempre più in diramazione degli uffici "risorse umane" delle
aziende, si spostano quindi sempre più a destra e la loro attività
contrasta in misura crescente gli interessi dei lavoratori: questo è il
loro punto debole a cui essi non possono ovviare e di cui noi dobbiamo
approfittare. La borghesia non può che seguire questa strada e i
sindacati complici sono condannati a seguirne il destino. La triste
traiettoria della FIOM e di Maurizio Landini tra il 2010 e la
conclusione del CCNL di dicembre 2016 è esemplare.

Quanto ai sindacati conflittuali e di base, il corso delle cose imposto
dalla borghesia imperialista li obbliga sempre più a scegliere. Se non
diventano sindacati di classe seguiranno la stessa traiettoria dei
sindacati complici, sia pure con maggiori o minori resistenze e con
tempi diversi: saranno in concorrenza con loro, l'ala sinistra, la più
combattiva sullo stesso terreno dei sindacati complici. L'alternativa è
diventare sindacato di classe. Sindacato di classe non nel senso della
quantità o nel senso organizzativo (riunire tutte le categorie di
lavoratori, occuparsi dei lavoratori concentrati nelle aziende e anche
dei lavoratori dispersi, ecc.), ma nel senso di occuparsi
dell'emancipazione di tutti i lavoratori dalla borghesia imperialista,
di inquadrare ogni singola rivendicazione in un progetto strategico di
emancipazione delle masse popolari dalla borghesia imperialista, anziché
concentrarsi nella concorrenza tra sindacati per avere più tesserati
("campagne acquisti"), limitarsi come i sindacati complici a rintuzzare
di volta in volta gli attacchi dei padroni cedendo il meno possibile (ma
"non c'è limite al peggio"), ecc. Questo non significa cercare di
costruirsi una "sponda politica" nelle istituzioni rappresentative della
Repubblica Pontificia e neanche porre condizioni di credo a chi aderisce
al sindacato (al modo dei fautori del "sindacato comunista"), ma
significa al contrario cercare di coinvolgere nel movimento sindacale
anche le parti più arretrate dei lavoratori e farli contribuire alla
lotta per l'emancipazione al culmine della quale vi è la conquista del
potere, cioè lo stesso sbocco della rivoluzione socialista. Si nutre
quindi di illusioni chi crede di vedersi tranquillamente riconosciuti
dai padroni anche nella fase attuale gli istituti di "coesistenza
pacifica" (ritenute sindacali, rappresentanze in azienda, diritti di
controllo e di attività nelle aziende, ecc.) costruiti nell'epoca del
"capitalismo dal volto umano". Questi istituti organizzavano una certa
collaborazione tra sindacati dei lavoratori e padroni resa possibile
dalla rinuncia dei partiti comunisti a fare la rivoluzione socialista,
dalla paura che i padroni avevano del movimento comunista, dalla ripresa
dell'accumulazione del capitale a seguito delle distruzioni e degli
sconvolgimenti prodotti nel periodo precedente. Ora un conto è difendere
questi istituti, ricavarne il massimo consentito dalla propria forza e
far pagar cara ai padroni la loro abolizione; altro conto è basare
l'esistenza e l'attività dell'organizzazione sindacale su questi
istituti (senza ritenute sindacali chiuderemmo, se non aderiamo al TUR
perdiamo la presenza nelle aziende, ecc.). Per decenni i sindacati sono
esistiti e hanno egregiamente svolto il loro compito specifico nella
lotta di classe anche quando quegli istituti di "coesistenza pacifica"
non esistevano ancora: raccoglievano mensilmente le quote dei tesserati,
facevano riunioni fuori dalle aziende, ecc.

Ancora oggi l'attività sindacale e i sindacati hanno ampi margini di
attività sia perché i padroni non ne possono fare del tutto a meno, sia
perché i padroni hanno bisogno di accordi nelle aziende che fanno
profitti. I successi dei lavoratori della logistica dimostrano che nelle
aziende di cui i padroni hanno bisogno sono possibili successi sindacali
anche in questa fase e questo è un buon motivo per promuovere l'unità
tra i lavoratori di queste aziende e i lavoratori che i padroni
condannano a morte lenta o puramente e semplicemente alla liquidazione.

Chi oggi non inquadra, organizza e conduce ogni singola lotta con una
concezione giusta della rivoluzione socialista si trova sempre più
stretto nella morsa della crisi generale del capitalismo e costretto a
fare scelte. Questo crea ampi spazi d'azione e d'iniziativa per gli
organismi e i compagni che invece assimilano e applicano la concezione
comunista del mondo alle condizioni particolari e concrete in cui
operano.

La crisi del sistema politico borghese si aggrava in tutti i paesi
imperialisti, dagli USA alla Francia, dalla Gran Bretagna alla Germania.
Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti europei, statunitensi e sionisti
aprirà la strada e mostrerà la via anche alle masse popolari degli altri
paesi e si gioverà del loro appoggio. L'Italia può essere questo paese.
Sta a noi comunisti renderci capaci di promuovere e guidare questo
processo. Questa è la rivoluzione socialista in corso oggi nel nostro
paese. Essa avanzerà per la capacità dei comunisti che la promuovono e
dirigono di trarre profitto delle condizioni di oggi e man mano che
avanzerà una parte crescente delle masse popolari prenderà parte alla
rivoluzione socialista.

A dedicarsi a questa grande impresa il (nuovo)Partito comunista chiama
tutte le persone di buona volontà, a partire dagli operai avanzati e dai
giovani più generosi.

Nello stesso tempo chiama tutti i membri e i candidati del Partito ad
elevare la loro assimilazione della concezione comunista del mondo e la
loro dedizione ad applicarla nella mobilitazione, organizzazione e
direzione della classe operaia e delle masse popolari.

PER DIVENTARE COMUNISTI BISOGNA IMPADRONIRSI DELLA SCIENZA DELLE
ATTIVITÀ CON LE QUALI GLI UOMINI FANNO LA LORO STORIA, SVILUPPARLA E
USARLA PER INSTAURARE IL SOCIALISMO: IL PARTITO È LA SCUOLA PER OGNI
INDIVIDUO DECISO A DIVENTARE COMUNISTA!

Avanti quindi!

COSTITUIRE CLANDESTINAMENTE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA, IN OGNI AZIENDA
PUBBLICA, IN OGNI ISTITUZIONE E IN OGNI CENTRO ABITATO UN COMITATO DI
PARTITO PER ASSIMILARE LA CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO E IMPARARE AD
APPLICARLA CONCRETAMENTE OGNUNO NELLA SUA SITUAZIONE PARTICOLARE!

STUDIARE IL _ MANIFESTO PROGRAMMA [14] _DEL PARTITO È LA PRIMA ATTIVITÀ
DI CHI SI ORGANIZZA PER DIVENTARE COMUNISTA. STABILIRE UN CONTATTO
CLANDESTINO CON IL CENTRO DEL PARTITO È LA SECONDA. PROMUOVERE LA
COSTITUZIONE DI ORGANIZZAZIONI OPERAIE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA E DI
ORGANIZZAZIONI POPOLARI IN OGNI AZIENDA PUBBLICA, IN OGNI ISTITUZIONE
ADDETTA A FORNIRE SERVIZI PUBBLICI, IN OGNI ZONA D’ABITAZIONE È LA
TERZA.

Con il socialismo nessuna donna e nessun uomo è un esubero!
Con il socialismo c'è posto per tutti quelli che sono disposti a far la
loro parte dei compiti di cui la società ha bisogno!
Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l'orizzonte della
società borghese!

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_],
aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle
del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del
Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_]. _

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