Re: [Campagnaresistenza] resistenza a sfratti e repressione

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Author: Vincenzo Sisi
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To: Centro doc. Movimenti
CC: Campagnaresistenza
Subject: Re: [Campagnaresistenza] resistenza a sfratti e repressione
Ben fatto!
Ai torinesi! Oggi alle 17,30, appuntamento ai giardini di via Montanaro
Per un CORTEO nel quartiere.

Il giorno 9 dicembre 2016 13:02, Centro doc. Movimenti <
docmovimenti@???> ha scritto:

> Riportiamo questo significativo comunicato. La lotta che si sviluppa va
> proprio nel senso che anche noi auspichiamo. Questo ci sembra dovremmo
> estendere e coordinare. Vedere il seguito di queste iniziative  a Torino
> sul sito macerie.autistici    Una sfida continuamente tentata
> <http://www.autistici.org/macerie/?p=32344>

>
> Diario <http://www.autistici.org/macerie/?cat=25>
>
> <http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/is-mir.jpg>
>
> <http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/barricate.jpg>
>
> [image: barricate.jpg]
> <http://www.autistici.org/macerie/wp-content/uploads/barricate.jpg>
>
> L’operazione della settimana scorsa
> <http://www.autistici.org/macerie/?p=32285> aveva ancora una volta
> l’obiettivo dell’allontanamento di compagni e compagne dalle lotte in un
> contesto urbano specifico, investito dagli effetti delle nuove politiche di
> riqualificazione. Una violenza specifica che va a inserirsi in un processo
> generale di guerra di classe dall’alto mossa da pubblici amministratori,
> manager dalla faccia più o meno *liberal*, burocrati e tecnici della
> repressione. Una guerra, questa, che in maniera sempre più sottile quanto
> massiccia colpisce chi è l’ultimo anello nella catena di produzione, chi è
> poco profittevole o chi continua ostinatamente a organizzarsi per una
> controffensiva.
>
> Oltre all’arresto di Silvia, Stefano, Antonio e Daniele, è stato
> notificato anche il divieto di dimora nel comune di Torino ad altri
> compagni, i quali stanno violando la misura e non intendono farsi cacciare,
> tantomeno restando inerti.
>
> Vi proponiamo di seguito il loro comunicato.
>
> *Il possibile è solo l’insieme delle situazioni che ci si presentano
> davanti oggi.*
> *È necessario tenerlo bene a mente quando attraversiamo strade costellate
> da frammenti di ripetizione dell’identico solo apparentemente cangianti, da
> neon di sirene che lacerano le rètine, dalle vite costrette all’inerzia
> della sopravvivenza senza mai intravedere l’altrove.*
> *Ma ciò non è il risultato di un gioco a somma zero: c’è nella miseria
> generalizzata chi ha un ruolo gestionale o di responsabilità, chi progetta
> o mette in atto i rapporti di dominazione, e chi invece deve costituire il
> bacino di manodopera da spremere. Sono queste le condizioni di esistenza e
> riproduzione del capitalismo stesso. Anche se di questi tempi, soprattutto
> nei contesti urbani d’avanguardia, i governanti vorrebbero far credere il
> contrario, non esiste nessuna orizzontalità e la cittadinanza attiva, la
> partecipazione dal basso e mescolanza sociale di cui si riempiono la bocca
> hanno il solo scopo di eliminare dalla testa delle persone l’idea stessa di
> conflitto e di lotta contro i vari dispositivi di sfruttamento.*
>
>
> *L’apocalisse della quiete a cui vogliono relegarci non è però un
> tuttotondo.Lo dimostra il fatto che le persone non siano sempre disposte a
> subire silenti e che nella nostra piccola esperienza di lotta in alcuni
> quartieri a nord di Torino abbiamo potuto sentire in tante persone un po’
> di odio galvanizzante contro padroni e governanti. Solo un sentore piccolo
> - ben poco, si dirà - ma abbastanza per continuare ostinatamente a
> organizzarsi insieme.*
>
>
> *Questo ha le sue conseguenze a cadenza frequente, come qualche giorno fa
> in cui i tutori dell’ordine hanno arrestato Daniele, Stefano, Silvia e
> Antonio, e notificato a noi il divieto di dimora a Torino per aver fatto un
> picchetto contro uno sfratto. Non staremo qui a raccontare di come è andata
> quella mattinata perché non ci sarebbe niente di succoso da annoverare, ma
> ci interessa sottolineare come non solo per queste strade, non solo in
> questa città, la morsa della legge è sempre più stretta attorno a chi
> decide di lottare: arresti, allontanamenti coatti dal luogo di vita, misure
> restrittive, avvisi orali e la sorveglianza speciale.Le misure cautelari
> sono scattate stavolta perché il Gip Loretta Bianco ha ratificato
> l’impianto accusatorio del PM Padalino basato sul reato di violenza a
> pubblico ufficiale. Niente di nuovo, è un buon passepartout nelle azioni
> repressive di ogni risma anche perché la figura del pubblico ufficiale, con
> l’esternalizzazione dei servizi, è diventata onnipresente.*
>
>
>
>
>
>
>
> *Come agire e continuare a lottare di fronte a operazioni così cadenzate e
> pesanti?Non crediamo che si possa e neanche che si debba capire quali sono
> gli equilibri tribunalizi. Il diritto - lo sappiamo bene - non è una
> struttura rigida, ciò che lo sostiene è quell’insieme di norme che
> impongono un certo vivere comune; se è vero che non può esaurire
> l’esplicarsi delle forme di potere sugli individui, è uno strumento
> fondamentale attraverso cui si passano al vaglio le condotte delle persone
> affinché i rapporti sociali continuino a riprodursi secondo le esigenze
> economiche capitalistiche. Un’illusione nauseante e pericolosa, dunque,
> quella di cui talvolta si legge che vorrebbe andare a cercare una soluzione
> alla repressione dialogando con le toghe meno accanite.Dal canto nostro a
> questi dialoghi preferiamo cercare di rincarare la dose in strada e nelle
> lotte cosicché sia la forza, che lì scaturisce, ad approntare il
> contropiede e impedire che ogni passetto conflittuale sia immediatamente
> punito. È un sentiero percorso non solo da noi, non solo qui.È una sfida
> continuamente tentata e che non è certo facile da ingranare alla prima.Per
> questo non possiamo far altro che continuare imperterriti a lottare
> nonostante le offensive della controparte, in primis quelle nei quartieri
> in cui viviamo. Ad Aurora e Barriera di Milano i nuovi investimenti diffusi
> tracciano la strada per la cacciata della popolazione indigente e di chi
> cerca di mettere i bastoni tra le ruote ai progetti della riqualificazione.
> Sala rossa, piccoli politicanti, tribunale e nuovi investitori come
> Lavazza, Sanpaolo, Baricco ci stanno provando in tutti i modi a “bonificare
> il terreno”: arresti, sgomberi, allontanamenti coatti, retate, il distacco
> dell’acqua a interi palazzi in morosità, sfratti e pignoramenti sono
> ascrivibili a una progettualità ampia di rivalorizzazione urbana di questo
> pezzo di città.Non ci faremo cacciare via e con un divieto di dimora in
> tasca continueremo a stare in queste strade, violando la misura imposta e
> continuando a farlo ogni qualvolta i dettami tribunalizi arriveranno per
> allontanarci dalle lotte.Molto probabilmente la polizia a breve verrà a
> notificarci l’aggravamento di misura con l’arresto ma fino ad allora
> staremo nei luoghi che ci siamo scelti a combattere contro il possibile.*
>
> *I colpiti dal divieto di dimora a Torino*
>
> macerie @ Dicembre 7, 2016
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