Alberto Prandi
Alberto lo conoscevo "di vista" da sempre, da quando ero arrivata a Venezia
e lui era alla libreria Cluva. Il suo taglio di capelli a caschetto, sempre
quello, le camicie bianche, senza una piega, l'aspetto da ragazzino perenne
(una volta mi raccontò che lo avevano scambiato per il padre un po'
attempato di sua nipote e lui si era arrabbiato molto); lo incontravo
spesso, un po' dappertutto.
Poi un giorno, sarà stato il 2003 o giù di lì, mi telefonò Chiara, una
studentessa del professor Prandi che stava facendo una tesi di laurea su
una campagna di ricerca che il Canzoniere Popolare Veneto aveva svolto ad
Anguillara Veneta nel 1973. Gualtiero Bertelli e altri avevano registrato
le ex mondine durante la raccolta del pomodoro e del tabacco; il resoconto
fotografico era di Alberto Prandi e di Benno Simma. Le registrazioni erano,
e sono, conservate nella nostra sede e Chiara aveva bisogno di ascoltarle.
Non avevo la minima idea che Alberto avesse mai collaborato con il
Canzoniere e con l'istituto Ernesto de Martino, ma fu così che ci siamo
finalmente conosciuti ed è così che è iniziata una collaborazione costante,
nonostante le difficoltà sempre crescenti della nostra associazione, e una
bella, davvero bella amicizia.
Il lavoro di Chiara (non ricordo bene il suo cognome, forse Vittadello? se
ci sei batti un colpo, mi piacerebbe risentirti) che andò a reintervistare
le persone che erano state intervistate circa trent'anni prima dal gruppo
di ricerca, ci fece nascere l'idea di pubblicare quel lavoro così
interessante. Nel 2005 uscì il CD <em>E d'Anguilla siamo</em>, a cura di
Cesare Bermani e mia con le foto di Alberto Prandi e di Benno Simma. Lo
presentammo proprio ad Anguillara, con le mondine che cantavano e tutti che
raccontavano. Poi andammo a festeggiare in osteria.
Sull'esperienza di Anguillara Alberto tenne anche una lezione per il nostro
corso per ricercatori su campo del 2006.
Una volta ho invitato Alberto per il mio compleanno senza dirgli nulla,
semplicemente chiedendogli se avesse voglia di venire a casa mia per cena,
c'era anche il Bermani. Accettò volentieri e portò due bottiglie di ottimo
prosecco. Io avevo preparato tutto per benino e proibito a Cesare di dirgli
nulla.
Arrivato il momento del dolce e del prosecco mentre aprivo il frigo Alberto
disse: "Devo dirvi una cosa: è il mio compleanno!" e io: "Ma come? E' il
MIO compleanno!". Ne abbiamo riso per sempre e da allora ci siamo
telefonati tutti gli anni il 7 aprile, tranne quest'ultimo.
Ci siamo visti in osteria, alla Rivetta, giovedì 17 novembre, Cesare,
Alberto e io e abbiamo brindato e mangiato "mezzi vovi". Abbiamo parlato
delle cose da fare insieme, lui stava portando in sede da noi i suoi
materiali che riguardavano la sua attività con il de Martino, le
registrazioni e i libri. Avevamo diverse idee di lavori da fare assieme
sulla fotografia. Gli ho chiesto di rifare il CD delle foto di Anguillara
perché non funziona più.
Poi ci siamo salutati a presto. Ci ha chiesto di fargli sapere come andava
l'operazione di Cesare che sarebbe stata due giorni dopo. L'ho chiamato
venerdì sera per dirgli che era andato tutto benissimo.
Poi basta.
Alberto ci mancherai e mi mancherai moltissimo
Antonella De Palma