[RSF] Fwd: [Nonviolenza] Pappagone e Dante sotto la pensilin…

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Szerző: pilar castel
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Tárgy: [RSF] Fwd: [Nonviolenza] Pappagone e Dante sotto la pensilina
Un po ' prolisso ma divertente bravo Beppe Sini l imperterrito

Inviato da HUAWEI Y5

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Da: nbawac@???
Data: 19/nov/2016 08:12 PM
Oggetto: [Nonviolenza] Pappagone e Dante sotto la pensilina
A: nonviolenza@???
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"PAPPAGONE E DANTE SOTTO LA PENSILINA". UNA CONVERSAZIONE ALLA FERMATA DEGLI AUTOBUS DI PIAZZALE GRAMSCI A VITERBO



Un piovoso sabato 19 novembre 2016 alla fermata degli autobus di piazzale Gramsci a Viterbo il responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, ha tenuto una conversazione sulle ragioni del No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.

Di seguito una sintesi degli argomenti svolti (ed in calce alleghiamo due decaloghetti gia' diffusi nei giorni scorsi).

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1. Alla scuola di Hannah Arendt

Ha scritto una volta Hannah Arendt che "si puo' sempre dire un si' o un no". Ma se passa la riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni per l'elezione di meta' del parlamento il popolo italiano non potra' piu' dire ne' si' ne' no: poiche' il governo ha deciso che il senato non sara' piu' eletto dal popolo italiano.

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per continuare ad avere il diritto di eleggere il Senato della Repubblica.

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2. Alla scuola di Pollicino

La prima regola della persona responsabile e' di non fare cose di cui non si e' in grado di valutare le conseguenze. C'e' un modo di dirlo in latino: "In dubio, contra projectum"; se hai il ragionevole dubbio che una decisione puo' avere effetti dannosi, quella decisione non prenderla. E' stato da tutti notato, ad esempio, che la folle modifica dell'articolo 70 della Costituzione rendera' il processo legislativo un labirinto o un caos, ed aprira' la via ad infiniti conflitti e contenziosi, con esiti devastanti per la pubblica amministrazione, per la certezza del diritto, per la civile convivenza. La riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni modifica un terzo degli articoli e stravolge l'intera Costituzione repubblicana che dal 1948 ad oggi ha dato buona prova come legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico e presidio delle nostre comuni liberta'.

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre anche in applicazione del principio di precauzione.

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3. Alla scuola dei tre moschettieri

Che invece erano quattro con D'Artagnan. Il governo degli apprendisti stregoni sostiene che con la sua riforma costituzionale golpista modifica solo la seconda parte della Costituzione, ma i cambiamenti introdotti nella seconda parte della Costituzione svuotano e invalidano anche elementi sostanziali della prima parte e gli stessi principi fondamentali che sono i valori supremi del nostro ordinamento giuridico. Cosa resta, ad esempio, del principio affermato all'art. 1 secondo cui "la sovranita' appartiene al popolo" quando meta' parlamento, il senato, non viene piu' eletto dal popolo? quando una minoranza organizzata si appropria con l'Italicum della maggioranza assoluta dei seggi nell'altra meta' del parlamento, la camera dei deputati?

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per difendere la sovranita' popolare, i principi fondamentali e i valori supremi della repubblica democratica.

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4. "Famo a fidasse"

Il governo degli apprendisti stregoni ci chiede di votare una riforma costituzionale golpista sulla fiducia che poi faranno delle buone leggi per risolvere i gravi problemi e per colmare le profonde lacune che questa riforma crea per loro stessa ammissione. Ebbene: come si fa a fidarsi di chi ti dice che adesso fa un pastrocchio e poi piu' in la' porra' rimedio? Come si puo' acconsentire a una cosa cattiva confidando che chi la commette poi ne fara' una buona per riparare?

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per continuare ad avere come legge fondamentale del nostro ordinamento giuridico la Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista che fin qui ha garantito la nostra civile convivenza.

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5. Pinocchio in bicicletta

Quando il governo degli apprendisti stregoni dichiara che tanta parte della Costituzione e' un ferrovecchio da rottamare dimentica che ad essa ha giurato fedelta'; quando il governo degli apprendisti stregoni dichiara che sta lottando contro non meglio definiti "poteri forti" nasconde che di essi esso e' a tutti gli effetti parte; quando il governo degli apprendisti stregoni pretende di appropriarsi di prerogative che non competono al potere esecutivo viola un principio fondamentale dello stato di diritto, la separazione e il controllo dei poteri; quando il governo degli apprendisti stregoni cerca di trasformare una democrazia parlamentare in un'oligarchia viene meno al suo primo dovere - solennemente giurato entrando in carica; quando il governo degli apprendisti stregoni si rivela fedifrago la sua parola cosa piu' vale? il suo agire cosa diventa?

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre perche' cento menzogne non fanno una verita'.

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6. Pappagone e Dante Alighieri

Gli apprendisti stregoni impancatisi a costituenti nella loro forsennata propaganda non trovano di meglio che polemizzare con taluni personaggi talmente screditati che nessuno tranne loro li prenderebbe sul serio. Orbene, nessuno di noi se dovesse discutere sul valore della letteratura italiana prenderebbe a modello Pappagone, ma dovremmo confrontarci con Dante e Leopardi. E quindi tutto il furore polemico dei pretoriani del Si' contro personaggi screditati delle varie infami ed infime destre eversive eludono la discussione vera, nel merito delle questioni. Invece di discutere con le scempiaggini di vetusti corruttori e giovini nazisti per i cui deliri dovrebbe bastare il 118 o il 113, gli apprendisti stregoni rispondessero alle obiezioni opposte alla riforma golpista da illustri magistrati e giuristi - tra cui presidenti emeriti della stessa Corte Costituzionale -, che con quelle destre ignobili ed eversive non hanno nulla a che vedere.

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per le vere ragioni di merito: difendere la Costituzione repubblicana, difendere la sovranita' popolare, difendere la democrazia parlamentare, difendere lo stato di diritto basato sulla separazione e il controllo dei poteri.

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7. Attaccare l'asino dove dice il padrone

La riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni e' stata caldeggiata e sostenuta a spada tratta dal presidente americano (direttamente e tramite ambasciatore), dalle centrali della speculazione finanziaria internazionale (direttamente e tramite i loro agenti ideologici delle agenzie di rating), dagli unghiuti vertici tecnocratici dell'Unione Europea; scilicet: dal mucchio selvaggio del comando imperialista, del capitale finanziario transnazionale e dei loro "comitati d'affari". Poiche' per i padroni di oggi e di sempre e' un affare e una letizia fare a pezzi la Costituzione antifascista scritta da Lelio Basso, da Giuseppe Dossetti, da Ferruccio Parri, da Umberto Terracini e da quanti con loro si batterono contro la dittatura per la liberazione dell'umanita'; per i padroni di oggi e di sempre e' una gioia e un profitto riuscire a prostituire a loro vantaggio leggi e istituzioni; per chi di tutto fa mercimonio la Costituzione repubblicana e' un ostacolo intollerabile; per chi trae il suo potere da rapporti di sfruttamento e di dominazione la democrazia e' un inciampo e l'oligarchia una cuccagna.

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per difendere la Costituzione e la Repubblica dall'assalto dei vampiri e dei barbari.

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8. Il nocciolo della questione

Come e' stato scritto in un appello nonviolento in difesa del parlamento eletto dal popolo, dello stato di diritto, della democrazia costituzionale: "Il Parlamento, l'istituzione democratica che fa le leggi, deve essere eletto dal popolo, e deve rappresentare tutti i cittadini con criterio proporzionale. Ma con la sua riforma costituzionale il governo vorrebbe ridurre il senato a una comitiva in gita aziendale, e con la sua legge elettorale (il cosiddetto Italicum) vorrebbe consentire a un solo partito di prendersi la maggioranza assoluta dei membri della camera dei deputati anche se ha il consenso di una risibile minoranza degli elettori, e con il 'combinato disposto' della riforma costituzionale e della legge elettorale il governo, che e' gia' detentore del potere esecutivo, vorrebbe appropriarsi di fatto anche del potere legislativo, rompendo cosi' quella separazione e quell'equilibrio dei poteri che e' la base dello stato di diritto. Se prevalessero le riforme volute dal governo sarebbe massacrata la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza antifascista, sarebbe rovesciata la democrazia, sarebbe negata la separazione dei poteri e quindi lo stato di diritto".

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre esattamente per questo: per difendere lo stato di diritto, per difendere la democrazia parlamentare, per difendere la sovranita' popolare, per difendere la Costituzione repubblicana, per difendere la civile convivenza.

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9. Pour tout vous dire

Quelle citate sopra sono le questioni decisive, per le quali occorre votare No alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni.

Ma poiche' callidamente il governo degli apprendisti stregoni condisce la sua pietanza golpista con un contorno di varie spezie, anche del contorno sara' bene sbrigarsi in due parole:

a) sulla riduzione del numero dei parlamentari: se il fine e' che decida tutto il governo, di parlamentari ne bastano tre in tutto: due di maggioranza e uno di opposizione, tanto per la forma; se invece il parlamento e' l'organo legislativo e deve rappresentare la popolazione, allora per il paese "delle cento citta'" due Camere ognuna delle quali possa correggere eventuali errori o abusi commessi dalla maggioranza dei membri dell'altra sono piu' che opportune, e circa mille parlamentari non sono troppi. Il problema infatti non e' il numero dei parlamentari: e' l'attuale scarsa rappresentativita' ed infima qualita' di gran parte delle persone candidate dai partiti ed elette da un corpo elettorale che negli ultimi decenni in gran parte e ripetutamente ha espresso il suo voto ubriacato dalla retorica ipnotica degli "uomini della Provvidenza" (e nella storia d'Italia sappiamo cosa ha significato: dittatura, guerre, orrori) e riempie le istituzioni di insipienti cortigiani e di addetti alle basse opere;

b) sul risparmio: si riducano drasticamente gli emolumenti a tutti i parlamentari, a tal fine e' sufficiente una legge ordinaria;

c) sul rapporto Stato-Regioni: il pateracchio attuale e' effetto anche della precedente riforma costituzionale fatta in fretta e furia pochi anni fa; qui ed ora la cosa migliore da fare e' intervenire ove occorra con leggi ordinarie e costruendo il consenso tra le parti, evitando di fare altri danni;

d) sul Cnel: e' pur vero che fin qui e' stato prevalentemente un carrozzone, un cimitero degli elefanti, uno sperpero dei pubblici denari; ma con una buona legge ordinaria potrebbe diventare un utile e prestigioso centro studi pubblico ed essere di effettivo contributo all'attivita' legislativa;

e) di ulteriori scempiaggini: la diversa durata delle Camere, l'appropriazione di poteri da parte dell'esecutivo, la follia dell'elezione del capo dello stato dal settimo scrutinio con la sola "maggioranza dei tre quinti dei votanti" (non dell'assemblea, ma dei soli votanti), eccetera. Come amava dire il nostro vecchio professore di linguistica: "Doukipudonktan" (Raymond Queneau, Zazie dans le metro, incipit).

Occorre votare No al referendum del 4 dicembre per risparmiarci nuove idiozie e ulteriori scelleraggini.

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10. Sin odio, sin violencia, sin miedo

Ripetiamolo ancora una volta: il 4 dicembre voteremo No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni, e voteremo No con lo stesso motto delle nostre sorelle e dei nostri fratelli cileni che nel 1988 votando No al referendum abbatterono la dittatura di Pinochet: "sin odio, sin violencia, sin miedo", senza odio, senza violenza, senza paura.

Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma costituzionale golpista voluta dal governo degli apprendisti stregoni.

No al golpe, no al fascismo, no alla barbarie.

Senza odio, senza violenza, senza paura.



Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo



Viterbo, 19 novembre 2016



Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@???, centropacevt@???, centropaceviterbo@???



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Allegato primo: DIECI COLTELLATE. MINIMA UNA GUIDA AL REFERENDUM



Intitolare questi brevi ragionamenti "dieci coltellate" e' un espediente retorico: a indicare la necessita' e l'urgenza di squarciare la cortina delle menzogne ed uscire dalla subalternita' al discorso dominante che e' il discorso falso e fraudolento della classe dominante che tutte e tutti ci opprime.

Indicheremo qui di seguito tre trappole in cui non cadere (la trappola delle velocita', la trappola del risparmio, la trappola della governabilita'), formuleremo tre elogi (del perfetto bicameralismo, della rappresentanza proporzionale, del costituzionalismo nemico dell'assolutismo), dichiareremo tre beni irrinunciabili (la repubblica parlamentare; lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri; la democrazia, ovvero la sovranita' popolare) e giungeremo a una conclusione che ci sembra coerente e doverosa: il 4 dicembre votare No al golpe degli apprendisti stregoni; difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.

E valga il vero.

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1. La trappola della velocita'

Quando si prendono decisioni importanti non si discute mai abbastanza. Quando si fanno le leggi, piu' ci si pensa e meglio e'. La democrazia e' un processo decisionale lento e paziente; come scrisse Guido Calogero si contano tutte le teste invece di romperle. Solo le dittature sono veloci, velocissime, e il frutto di quella velocita' e' sempre e solo la schiavitu' e la morte di innumerevoli esseri umani.

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2. La trappola del risparmio

Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre massacrare la Costituzione, che e' la legge a fondamento di tutte le nostre leggi, la base del nostro ordinamento giuridico e quindi della nostra civile convivenza? Da quando in qua per risparmiare quattro baiocchi occorre distruggere la forma istituzionale repubblicana del nostro paese e sostituirla con la dittatura del governo, ovvero con la dittatura del capitale finanziario transnazionale di cui il governo in carica e' servo sciocco? Per ridurre i costi dell'attivita' parlamentare basterebbe una legge ordinaria che riduca gli emolumenti a tutti i parlamentari portandoli a retribuzioni ragionevoli.

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3. La trappola della governabilita'

Cio' che si nasconde dietro la parola magica - ovvero la cortina fumogena - della "governabilita'" altro non e' che il potere dei potenti di imporre la loro volonta' e i loro abusi senza opposizioni e senza controlli. La governabilita' non e' ne' un valore ne' un bisogno in nome del quale devastare la democrazia, lo stato di diritto, i diritti civili, politici e sociali che ad ogni persona appartengono.

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4. Elogio del perfetto bicameralismo

In un parlamento due camere sono meglio di una: se nell'una si commette un errore l'altra puo' correggerlo; se nell'una prevale un'alleanza di malfattori, l'altra puo' contrastarla. Due camere si controllano reciprocamente. Cosi' si sbaglia di meno. Benedetto sia il bicameralismo perfetto.

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5. Elogio della rappresentanza proporzionale

In una democrazia il potere e' del popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti. Il parlamento che fa le leggi in nome del popolo deve essere rappresentativo di esso in modo rigorosamente proporzionale. Se invece una minoranza si appropria della maggioranza dei seggi quel parlamento non e' piu' democratico, diventa solo la foglia di fico di un regime oligarchico. E se il governo si sostituisce al parlamento nella sua funzione legislativa non solo quel parlamento diventa una foglia di fico a tentar di occultare l'oscenita' del potere reale, ma quel potere non e' piu' ne' democratico ne' repubblicano, e' diventato un'autocrazia. Benedetta sia la rappresentanza proporzionale.

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6. Elogio del costituzionalismo, nemico dell'assolutismo

Il fine e il senso di ogni Costituzione e' impedire o almeno limitare gli abusi dei potenti. Nelle societa' divise in classi di sfruttatori e sfruttati, di proprietari ed espropriati, di governanti e governati, chi esercita funzioni di governo e' costantemente esposto alla forza corruttiva del potere. Nessun potere deve essere assoluto, ogni potere deve avere limiti e controlli. Benedetto sia il costituzionalismo, nemico dell'assolutismo.

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7. Una repubblica parlamentare, non una dittatura

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) mutila ed esautora il parlamento e si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, viene meno la repubblica parlamentare. Ma per noi la repubblica parlamentare e' un bene irrinunciabile.

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8. Uno stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, annienta la separazione e il controllo dei poteri, che sono il fondamento dello stato di diritto. Ma per noi lo stato di diritto, ovvero la separazione e il controllo dei poteri, e' un bene irrinunciabile.

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9. Una democrazia, ovvero la sovranita' popolare

Se il governo attraverso la riforma costituzionale, la riforma elettorale ed il loro "combinato disposto" (ovvero l'effetto sinergico delle norme contenute nelle due riforme) riduce il parlamento a un giocattolo nelle sue mani, si fa un senato non piu' eletto dal popolo, si fa una camera dei deputati in cui una minoranza rapina la maggioranza assoluta dei seggi, si appropria di fatto del potere legislativo e lo somma a quello esecutivo che gia' detiene, la sovranita' popolare e' annichilita e con essa la democrazia. Ma per noi la democrazia, ovvero la sovranita' popolare, e' un bene irrinunciabile.

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10. No al golpe, difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana

Nel referendum del 4 dicembre si vota per dire si' o no al golpe. Chi vota si', come vuole il governo degli apprendisti stregoni, accetta il golpe che distrugge il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale. Chi vota no, contro la volonta' del governo degli apprendisti stregoni, difende il parlamento eletto dal popolo, lo stato di diritto, la democrazia costituzionale, e quindi si oppone al golpe. No al golpe. No al fascismo. No alla barbarie. Al referendum votiamo No. Senza odio, senza violenza, senza paura. Difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana.



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Allegato secondo: "PRIMUM NON NOCERE". CON DIECI IPPOCRATICI APOFTEGMI SULLA PROPAGANDA REFERENDARIA GOVERNATIVA



"Al qual proposito diceva un filosofo francese del secolo passato: i politici antichi parlavano sempre di costumi e di virtu'; i moderni non parlano d'altro che di commercio e di moneta"

(Giacomo Leopardi, Pensieri, XLIV)



Innanzitutto non nuocere.

La prima buona azione e' non farne una cattiva. A chi ci propone di fare una cosa errata, una cosa ingiusta, una cosa malvagia, una cosa indegna, occorre saper dire di no. Come Bartleby.

Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma costituzionale golpista del governo degli apprendisti stregoni.

Senza odio, senza violenza, senza paura.

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I. La propaganda governativa sostiene che chi si oppone alla riforma costituzionale e' un complice del sistema di potere. Dimenticando che del sistema di potere il governo e' magna pars.

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II. La propaganda governativa sostiene che chi difende la Costituzione repubblicana porta il paese alla catastrofe. Dimenticando che questa Costituzione e' in vigore dal 1948 e non solo non ha provocato alcuna apocalisse, ma ha garantito la civile convivenza.

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III. La propaganda governativa sostiene che chi vota No al referendum difende l'indifendibile. E l'indifendibile sarebbero dunque le istituzioni repubblicane, la Costituzione democratica, la sovranita' popolare, il diritto di voto, la separazione e il controllo dei poteri.

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IV. La propaganda governativa sostiene che chi difende la Costituzione e' un babbeo o un mascalzone. Lo erano anche coloro che la Costituzione hanno scritto? Lo sono anche tutti i pubblici ufficiali che alla Costituzione hanno giurato fedelta' (compresi i signori e le signore del governo stesso)?

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V. La propaganda governativa secondo cui chi vota No e' ipso facto un reprobo dimostra la vocazione totalitaria di chi ci governa.

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VI. La propaganda governativa sostiene che la sua riforma semplifica. Basta leggere l'articolo 70 della Costituzione (che recita: "La funzione legislativa e' esercitata collettivamente dalle due Camere") e il testo della riforma che a quell'articolo di nove semplici e chiare parole ne sostituisce un altro di oltre quattrocento parole che impone un grottesco guazzabuglio che moltiplica le procedure e apre la via ad infiniti contenziosi.

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VII. La propaganda governativa sostiene che l'abolizione del Senato eletto dal popolo (e quindi la negazione della piena e diretta sovranita' popolare nell'elezione di una meta' dell'organo legislativo) sia una gran bella trovata. Anche l'attribuzione del laticlavio al cavallo di Caligola.

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VIII. La propaganda governativa insiste nel voler fare del referendum del 4 dicembre un plebiscito sul Presidente del Consiglio e sul suo gabinetto. Bisogna davvero essere ben megalomani per ritenere la carriera politica di un giovanotto e di un pugno di suoi sodali piu' importante della legge fondamentale dello stato dalla quale tutte le altre leggi e la stessa civile convivenza dipendono.

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IX. La propaganda governativa sostiene che maciullata per un terzo la Costituzione repubblicana in questo paese si vivra' assai meglio. Abolendola del tutto dovrebbe essere l'Eden.

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X. "Poiche' non sanno o non vogliono opporsi al malaffare, preferiscono abolire le buone leggi" (Eleandro di Trapezunte, Supplementi alla Storia segreta di Procopio di Cesarea).

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Innanzitutto non nuocere.

La prima buona azione e' non farne una cattiva. A chi ci propone di fare una cosa errata, una cosa ingiusta, una cosa malvagia, una cosa indegna, occorre saper dire di no. Come Bartleby.

Al referendum del 4 dicembre votiamo No alla riforma golpista del governo degli apprendisti stregoni.

Senza odio, senza violenza, senza paura.



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