[Intergas] Fwd: [STOP-TTIP Milano] sul F. Q.

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-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto:     [STOP-TTIP Milano] sul F. Q.
Data:     Mon, 31 Oct 2016 09:25:27 +0000
Mittente:     Ivo Orrù <ivo.orru@???>
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*di Monica Di Sisto**

La*Vallonia*alla fine ha ceduto: il vertice*Europa-Canada*convocato
d’urgenza domenica a Bruxelles ha approvatoil trattato*Ceta*di
liberalizzazione commerciale tra le due aree
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/10/27/trattato-ue-canada-trovato-laccordo-sul-ceta-con-i-valloni-ora-pero-tocca-di-nuovo-ai-parlamenti-del-belgio/3125896/>,
la regione belga che contiene la capitale dell’euroburocrazia ha
autorizzato il suo governo a consentire alla Commissione europea di
approvarlo. Per due settimane, infatti, il premier vallone*Paul
Magnette*ha appoggiato le richieste delle associazioni, dei sindacati e
delle imprese che chiedono ai propri governi di fermare il Ceta
proprio*come il Ttip*: analogo accordo che l’Europa non riesce a
chiudere con gli Stati Uniti a causa dell’ondata di contrarietà e
imbarazzanti dettagli emersi grazie al lavoro di controinformazione e
pressione di migliaia di associazioni, sindacati e imprese delle due
sponde dell’Atlantico. Il Ceta, per di più consentirebbe alle*oltre
40mila grandi imprese Usa*che hanno consociate in Canada – tra cui
giganti dell’agroalimentare come*Coca Cola, McDonald, Cargill, ConAgra
foods*– di ottenere gli stessi privilegi che garantirebbe loro il Ttip:
la possibilità di influenzare la formulazione e l’applicazione di regole
e standard che limitino i loro profitti e la facoltà di citare i nostri
Stati in giudizio, con il meccanismo dell’*Investment Court
System*o*Ics*, se si sentissero*danneggiate dalle regole democratiche*.



La Vallonia è riuscita a strappare alcuni impegni al suo governo: chiede
anche che il*Belgio*si rivolga alla Corte di Giustizia europea per
verificare se l’Ics sia compatibile o no con le normative dell’Unione.
Chiede al Belgio di obbligare la Commissione europea a difendere il
principio di precauzione, i prodotti di qualità protetti da indicazioni
geografiche e i Paesi che la Vallonia si riserva comunque di tornare a
bocciare il Ceta in sede di ratifiche nazionali, e di bloccare così*il
“sì” finale*da parte dello Stato belga. Il documento è stato inserito in
quelle dichiarazioni volontarie che accompagneranno il Ceta e che sono
il veicolo per zittire le opposizioni senza riaprire il testo, ma
allegandovi dei documenti che, però, non hanno alcun valore legale né
reggerebbero mai di fronte a nessuna delle cause commerciali Ics che le
imprese potrebbero intentare.*Il pericolo è grave*. Per di più in cambio
di qualche vantaggio per un pugno d’esportatori, con il Ceta oltre ad
esserci una perdita secca di*oltre 600mila posti di lavoro*, stando a
uno studio della Tufts University americana, verrebbero schiacciate
sotto la pressione dei profitti regole importanti come quelle che in
Europa tutelano diritti fondamentali come la protezione della salute e
la sicurezza alimentare.

Nel rapporto “Butta quella pasta” appena pubblicato dalla Campagna Stop
Ttip Italia
<https://stopttipitalia.files.wordpress.com/2016/10/butta-quella-pasta-def.pdf>,
si prevede*un ingresso massiccio di grano e di pasta canadesi*, carichi
di tossine e di residui di diserbante. Le nostre leggi sui limiti alla
presenza di tossine nei cereali, infatti, sono stringenti e in Italia,
dalla scorsa estate, è vietato irorrare i campi, ma anche i parchi
pubblici e i giardini delle scuole con il glifosato, ingrediente chiave
del diserbante*Roundup*, prodotto di punta del colosso
agroalimentare*Monsanto*,dopo che l’Organizzazione mondiale della Sanità
l’ha definito ‘*probabilmente cancerogeno*
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/22/glifosato-scatta-il-divieto-alluso-in-parchi-pubblici-e-in-pre-raccolta-coldiretti-bene-ma-serve-stop-a-prodotti-importati/2988822/>‘.
Questo massiccio ingresso di grano d’Oltreoceano, inoltre, deprimerebbe
ancora di più i prezzi per i produttori e quindi aggraverebbero il
rischio chiusura per quelle 300mila aziende agricole italiane che già
oggi lottano per rimanere aperte.

Il*5 novembre*, Giornata globale di resistenza contro il potere delle
multinazionali, in molti Paesi d’Europa sarà*“No Ceta day”*, per fare
pressione sul*Parlamento europeo*che sarà chiamato, entro fine anno, a
votare o bocciare il trattato prima della ratifica da parte degli Stati
membri. Si prevedono azioni social su Facebook, bombardamenti di email
sulle istituzioni europee e tempeste di Twitter coordinate in tutta
Europa. Ci saranno iniziative simboliche in molte città d’Italia,*da
Milano a Torino, da Udine a Verona a Roma*, dove una delegazione Stop
Ttip è stata invitata in Vaticano per partecipare all’incontro di papa
Francesco con i movimenti sociali. Tutti gli eventi e le azioni che via
via si aggiungeranno al già denso programma si troveranno sul sito della
Campagna Stop Ttip Italia www.stop-ttip-italia.net

/*vicepresidente di Fairwatch e portavoce della campagna Stop TTIP Italia/



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