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Aihe: [nuovopci] Gli insegnamenti della vita e dell’opera di Adriana Chiaia
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_ AVVISO AI NAVIGANTI 64_

28 ottobre 2016

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Per onorare la memoria della compagna, in alto la bandiera della
rinascita del movimento comunista!

GLI INSEGNAMENTI DELLA VITA E DELL’OPERA DI ADRIANA CHIAIA

Il 27 ottobre è morta Adriana Chiaia (1925-2016) e molti hanno chinato
la testa o levato il pugno per salutare una compagna che ha dato molto
alla causa della rinascita del movimento comunista. Noi uniamo il nostro
saluto al loro.

Adriana Chiaia ha partecipato con passione e intelligenza agli inizi
della lotta che ha portato alla costituzione della Carovana del (nuovo)
Partito comunista italiano. Questa storia inizia, come ben illustrato
nel cap. 2.1.3 del nostro _Manifesto Programma_ [7], negli anni '80
quando fummo posti di fronte al fallimento dei primi tentativi di
ricostruzione del partito comunista, in particolare dei due più
importanti tentativi: quello del movimento marxista-leninista (Nuova
Unità) e quello delle Brigate Rosse.

Adriana fu tra i promotori del Coordinamento Nazionale dei Comitati
contro la Repressione e del suo organo di stampa _IL BOLLETTINO_ e tra
gli animatori del Convegno sulla repressione tenuto il 30-31 maggio 1981
alla Palazzina Liberty di Milano, ospiti di Franca Rame e Dario Fo. Il
Convegno chiamò alla lotta contro il pentimento e la dissociazione e
alla solidarietà con i prigionieri politici che resistevano alla ferocia
della Repubblica Pontificia, in gran parte compagni delle Brigate Rosse.
Eredità del Convegno è l'opuscolo _ Toni Negri, ovvero del soggettivismo
e del gradualismo [8]_, presentato dal Comitato Giuliano Naria (poi
diventato CoProCo, Comitato di Propaganda Comunista) di cui Adriana era
membro. Erano gli anni di cui nel 1988 farà il bilancio Pippo Assan
nell'opuscolo _ Cristoforo Colombo [9]_ di cui abbiamo parlato anche
recentemente nell'_Avviso ai naviganti 61 [10]_.

Senza il concorso di Adriana difficilmente avrebbero visto la luce le
pubblicazioni della Giuseppe Maj "Editore", tra cui ricordiamo _I fatti
e la testa_ (1983) del CoProCo, _Il proletariato non si è pentito_
(1984) a cura di Adriana Chiaia, _Politica e Rivoluzione_ (1984) di
Andrea Coi, Prospero Gallinari, Francesco Piccioni e Bruno Seghetti, _La
nostalgia e la memoria_ (1986) di Sante Notarnicola.

Infine Adriana è stata tra i fondatori delle Edizioni Rapporti Sociali e
della rivista _Rapporti Sociali [11]_ il cui numero zero, _ Don
Chisciotte e i mulini a vento [12]_ uscì nel 1985, anno in cui Adriana
fece l'esperienza del carcere speciale di Voghera.

Fu all'inizio degli anni '90 che Adriana si staccò dalla redazione di _
Rapporti Sociali_ e dall'impresa che scaturì dalla rivista attraverso la
pubblicazione delle _ Opere di Mao Tse-tung [13]_ (25 volumi pubblicati
tra il 1991 e il 1994): la creazione dei CARC [14] prima (1993) e la
creazione della Commissione Preparatoria [15] del Congresso di
fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano poi (gennaio 1999).

La discussione dei motivi del distacco di Adriana dalla nostra opera ci
ha aiutato a capire meglio la nostra opera stessa. Adriana si staccò
perché, irriducibile nella denuncia della deviazione revisionista, non
aveva abbastanza fiducia nella rinascita del movimento comunista
cosciente e organizzato. Era per la resistenza, ma non aveva fiducia che
saremmo ripartiti all'attacco. Questa fu in sintesi la ragione profonda
del suo abbandono della lotta che avevamo iniziato insieme. La
confermano anche la successiva partenza e la lunga permanenza di Adriana
a Cuba che della resistenza era diventata il simbolo. La conferma anche
il lavoro che Adriana ha fatto dopo il ritorno da Cuba, per Zambon
Editore, tutto incentrato sulla difesa dell'esperienza della prima
ondata della rivoluzione proletaria e sulla lotta contro le denigrazioni
di ogni genere portate fin nelle file della sinistra borghese: basti
ricordare gli infami Fausto Bertinotti e Paolo Ferrero.

Ci siamo chiesti a fondo i motivi per cui una compagna come Adriana
Chiaia, della cui integrità morale e della cui intelligenza abbiamo
avuto esperienza diretta, non aveva fiducia nella rinascita del
movimento comunista a cui tuttavia di fatto ha contribuito. In sostanza
la questione è che la rinascita del movimento comunista non si fonda
solo sulla vecchia verità del movimento comunista, dell'eroismo profuso
nel suo primo "assalto al cielo" e dei grandi risultati raggiunti nel
corso della prima ondata della rivoluzione proletaria. Si fonda anche
sulla comprensione dei limiti che hanno impedito al movimento comunista
di instaurare il socialismo nei paesi imperialisti nel corso della prima
crisi generale del capitalismo (1900-1945). Chi non capisce questi
limiti, non riesce ad aderire e partecipare a fondo alla rinascita, ad
avere piena fiducia in essa e a lavorarvi con successo, serenità e
felicità. La storia della sua vita aveva formato Adriana alla resistenza
e alla difesa intransigente dei valori più avanzati elaborati
dall'umanità. Non l'aveva formata alla duttilità della dialettica.

Adriana era nata a Bari da un'insegnante figlia di quella stirpe di
funzionari sabaudi che "avevano fatto l'Italia" e da un nobile
meridionale gaudente e scialacquatore con cui la madre aveva ben presto
rotto ogni rapporto nonostante gli usi e costumi del tempo. Adriana si
era formata nella Bari del periodo fascista alla scuola di sua madre.
Questo l'aveva portata all'adesione al movimento comunista appena
approdata a Milano come neolaureata professoressa di matematica. Tener
ferma la posizione del movimento comunista contro i revisionisti
favoriti dal boom economico le fu per così dire facile. Avere la libertà
e la duttilità di pensiero necessarie per concepire la rinascita del
movimento comunista nonostante i fallimenti dei primi tentativi di
ricostruzione (movimento m-l e Brigate Rosse) le era più difficile.

L'esperienza e l'opera di Adriana Chiaia contengono quindi importanti
insegnamenti per tutti quei compagni che aspirano al "ristabilimento dei
principi" del movimento comunista, riconoscono il suo eroismo e
difendono la sua memoria, ma trascurano la ricerca dei limiti per cui la
prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita: i limiti
illustrati nel nostro Manifesto Programma e in tanta parte della
letteratura del (n)PCI. Solo chi capisce quei limiti, capisce che siamo
in grado di fare quello che ieri nonostante tanto eroismo non fu fatto e
si mette a farlo con serenità e determinazione. Il riconoscimento e
l'esaltazione della rigorosa e intransigente difesa dei principi e della
verità di cui Adriana è fulgido esempio, devono andare di pari passo con
il superamento dei suoi limiti: che sono stati limiti di dialettica nel
modo di pensare.

IN QUESTO SPIRITO NOI SALUTIAMO LA COMPAGNA COMUNISTA ADRIANA CHIAIA!

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_],
aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle
del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del
Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_]. _

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