da leggere e far girare
Sandra
-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto: [rigas] da Zanotelli Acqua scempio di democrazia
Data: Fri, 21 Oct 2016 11:42:40 +0200 (CEST)
Mittente: anlupo@??? <anlupo@???>
Rispondi-a: rigas@???
A: hyperlink@???, comitato-italiano-mst@???,
mst-italia@???, rigas@???,
asci-italia@???,
coordinamento-contadino-italiano@???
cari amici, inoltro questo accorato e lucidissimo appello di Alex
Zanotelli in difesa dell'acqua pubblica Bene Comune.
Agli amici del movimento della terra e del cibo mi permetto ricordare
che l'accaparramento di acqua e terra ( landgrabbing e watergrabbing),
perseguito ferocemente dalle multinazionali soprattutto in Africa e
America Latina, significa l'espulsione dalle proprie terredi oltre un
miliardo di contadini, l'80% di questi già ora affamati, e il loro
arrivo nelle attuali e ulteriori future megalopoli di oltre 20 milioni
di abitanti, quelle bidonville orribili in cui comandano solo le mafie,
gestendo droga, rifiuti e prostituzione.
Gli organismi internazionali come l'ONU danno questo esodo come
inevitabile, quando prevedono che il 70% dei 9 miliardi futuri sarà
urbanizzato.
Penso che questo, insieme al caos climatico che verrà esaltato
dall'aumento delle megalopoli, sarà la tragedia finale dell'umanità, una
tragedia che avverrà in pochi decenni prossimi, se l'umanità intera non
cambierà radicalmente
un caro saluto
antonio lupo Comitato Italiano Amigos Sem Terra.
_*ACQUA SCEMPIO DI DEMOCRAZIA*_
Quando parliamo di acqua, spesso diciamo:”Si scrive acqua , ma si legge
democrazia.” In questi anni, soprattutto dopo il Referendum del 2011, è
stata la volontà popolare, e cioè la democrazia, ad essere negata!
La Costituzione della Repubblica Italiana afferma:”La sovranità
appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione.”(art. 1) Secondo la nostra Costituzione, l’unica volta che
il popolo può esercitare direttamente tale sovranità è con il Referendum
abrogativo (art.75).
Con il Referendum del 2011, il popolo italiano (ventisei milioni di
cittadini!) ha detto Sì a due domande: l’acqua deve essere tolta dal
mercato e non si può fare profitto sull’acqua. Questa è la volontà del
popolo italiano.
Il Parlamento italiano doveva tradurre in legge questa decisione del
popolo. Invece il Parlamento non l’ha mai fatto, pur avendo a sua
disposizione _La Legge di iniziativa popolare (2007)_che aveva ottenuto
oltre cinquecentomila firme! Quella Legge ha dormito sonni tranquilli,
rinchiusa nel cassetto della Commissione Ambiente della Camera. Solo una
forte campagna da parte dei comitati è riuscita nel 2015 a far discutere
_La Legge_in Commissione Ambiente della Camera. Purtroppo il 15 marzo
2015 il governo Renzi è intervenuto a gamba tesa, facendo saltare
l’articolo 6 di quella Legge che definiva il servizio idrico privo di
rilevanza economica e ne disponeva l’affidamento esclusivo a enti di
diritto pubblico.
Così la Legge di iniziativa popolare è stata svuotata del suo nucleo
centrale. Il Disegno di Legge così svuotato è stato approvato il 21
aprile di quest’anno da ben 243 deputati (PD e Destra), mentre 129
deputati (M5S e Sinistra) hanno votato contro. Il Ddl è ora allo studio
della Commissione Ambiente del Senato. Conoscendo le posizioni dei
Partiti sull’acqua, c’è ben poco da sperare. Il governo Renzi persegue
la sua _strategia di privatizzazione _tramite la_Legge Madia_e lo
_Sblocca Italia_. La _Legge Madia_impedisce alle aziende speciali di
gestire i servizi a rete come l’acqua. Lo _Sblocca Italia_favorisce i
grandi accorpamenti, permettendo alle multinazionali di realizzare
l’economia di scala a loro vantaggio (I grandi accorpamenti sono
incompatibili con la gestione pubblica!).
Il governo Renzi sta infatti favorendo quattro grandi accorpamenti
idrici: Iren (Piemonte-Liguria), A2A (Lombardia), Hera (Emilia Romagna,
Toscana, Marche e Nord-Est) ed infine Acea (Lazio, Molise e il
Meridione). E’ chiaro che dietro a queste multiutility ci stanno
multinazionali come Suez e Vivendi.
Un esempio di questi accorpamenti l’abbiamo ora in Puglia.
Il suo governatore , Emiliano (da sempre schierato per l’acqua
pubblica!) ha scelto come presidente dll’Acquedotto Pugliese un uomo di
Iren ed ha avviato la fusione dell’Acquedotto (100% pubblico!) con
Gesesa spa mista di Benevento e con Altocalore spa pubblica di Avellino.
Questo è il primo passo verso una megautility del Sud capitanata da Acea
che gestirà così l’acqua del Mezzogiorno.Sempre su questa strada delle
privatizzazioni è importante notare la corsa delle multinazionali per
accaparrarsi le fonti.
E tutto questo avviene nella quasi totale indifferenza dei partiti.
Particolarmente grave è il tradimento dei pentastellati a Torino e a Roma.
A Torino la neo-eletta sindaca Appendino ha usato i soldi dell’acqua
pubblica per risanare il bilancio.
A Roma, la sindaca Raggi ha chiesto all’Acea di abbassare le bollette!
E’ ormai chiaro che il M5S sta tradendo una delle sue fondamentali
promesse elettorali: ripubblicizzare l’acqua.
In un momento così difficile, non ci voleva proprio quello che è
avvenuto a Napoli, l’unica grande città in Italia che ha obbedito al
Referendum, trasformando l’azienda idrica Arin spa in ABC(Acqua Bene
Comune) azienda speciale. E questo grazie al sindaco L. De Magistris, il
quale però ora rimuove il Presidente di ABC, M. Montalto e tutto il cda
, che per un anno e mezzo avevano fatto gratuitamente uno splendido lavoro.
La ragione è stata che il Presidente di ABC con tutto il cda si è
rifiutato di assumere i 107 lavoratori di S. Giovanni a Teduccio perché
non c’è copertura finanziaria (ci vogliono almeno 30 milioni di euro,
mentre il Comune ne offriva solo 4,5 milioni.)
Questa operazione avrebbe significato affossare l’ABC, peraltro contro
il parere contrario dei revisori dei conti.
I comitati dell’acqua di Napoli continuano a lavorare, vigilando perché
la gestione pubblica dell’acqua non venga meno in questa metropoli.
Come missionario, come prete e come cittadino continuerò a darmi da fare
con il grande movimento in difesa di sorella acqua, che Papa Francesco
definisce “u_n diritto umano, essenziale, fondamentale e universale,
perché determina la sopravvivenza delle persone”_(Laudato Si’, 30).
Proprio perché Papa Francesco parla dell’acqua come “diritto alla vita”,
mi meraviglia il silenzio della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) a
questo riguardo. E mi meraviglia altrettanto la poca partecipazione
delle comunità parrocchiali e degli ordini religiosi in difesa della
Madre di tutta la vita sulla Terra. Per chi crede nel Dio della vita,
diventa un dovere la difesa di “Sora Acqua”.
Ma lo è altrettanto per chi si considera laico_. Insieme_, senza
stancarci, diamoci da fare perché la Politica non obbedisca ai poteri
economico-finanziari, ma al popolo sovrano.
Napoli, 18 ottobre 2016 Alex Zanotelli