Re: [NuovoLab] Impianto di Gas Liquido Naturale a Multedo ? …

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著者: dario.rossi1965
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題目: Re: [NuovoLab] Impianto di Gas Liquido Naturale a Multedo ? Per superare la crisi del porto petroli si vada verso energie e tecnologie alternative ai combustibili fossili e si tuteli ambiente e sic
prova


-----Messaggio originale-----
From: Antonio Bruno
Sent: Thursday, September 08, 2016 1:37 PM
To: ambiente ; forumambientalista ; lilliput-ge ; fori-sociali ; forumgenova
; forumSEGE ; forumsociale-ponge
Subject: [NuovoLab] Impianto di Gas Liquido Naturale a Multedo ? Per
superare la crisi del porto petroli si vada verso energie e tecnologie
alternative ai combustibili fossili e si tuteli ambiente e sicurezza.

Impianto di Gas Liquido Naturale a Multedo ? Per superare la crisi del porto
petroli si vada verso energie e tecnologie alternative ai combustibili
fossili e si tuteli ambiente e sicurezza.

Leggiamo su un'organo di stampa che il presidente del Porto PETROLI MAUGERI
PROPONE PER USCIRE DALLA DEVASTANTE CRISI DEL MERCATO DEL PETROLIO (-30% DAL
2010 A OGGI) di investire nel trattamento del Gas naturale Liquido.
Lacrisi del petrolio e' inevitabile, faremo sempre a meno di esso. U
na politica lungimirante punterebbe alla riconversione produttiva in senso
ecologico, sviluppando energie alternative.
La soluzione paventata dal presidente del porto petorli Maugeri di spostarsi
verso il Gas Naturale Liquefatto non è sostenibile, un po' perche' un
impianto analogo a Livorno è sovenzionato dallo stato per stare fermo, un
po' per l'ulteriore pericolo per le popolazioni del Ponente.
La crisi del greggio e' inevitabile, faremo sempre a meno del petrolio.
Una politica lungimirante punterebbe alla riconversione produttiva in senso
ecologico, sviluppando energie alternative.
La soluzione paventata dal presidente del porto petorli Maugeri di spostarsi
verso il Gas Naturale Liquefatto non è sostenibile, un po' perche' un
impianto analogo a Livorno è sovenzionato dallo stato per stare fermo, un
po' per l'ulteriore pericolo per le popolazioni del Ponente.

I pericoli
Siamo venuti a conoscenza di un film d’inchiesta prodotto da due avvocati
americani. Il film denuncia i pericoli del GNL (il Gas Naturale Liquefatto).
I due avvocati sono stati pubblicamente ringraziati dalla città di Oxnard di
157.000 abitanti per avere evitato che fosse realizzato un terminal
off-shore per il GNL davanti alla costa.
Intanto lo studio di un comitato scientifico a Livorno ha stabilito che se
un impianto simile ai nostri dovesse mai esplodere svilupperebbe un’energia
pari a 50 ordigni atomici e distruggerebbe ogni cosa nel raggio di 55 Km .
( dal Corriere della Sera 30 marzo 06 )

Il peggiore incidente previsto nella valutazione di impatto ambientale di
Oxnard
Il Rapporto della Commissione Energetica della California del Luglio 2003
(allegato 4) afferma che “Il Consiglio Comunale di Oxnard (157.000 abitanti)
ha commissionato uno studio che ha considerato i rischi per la sicurezza nel
caso di peggiore incidente. I cittadini di Oxnard si sono opposti al
progetto dopo che lo studio ha rivelato che ci sarebbero stati fino a 70.000
morti se un incidente di GNL fosse accaduto. Nessuno dei rischi considerati
includeva atti di sabotaggio o terrorismo.” Lo studio, basato sull’ipotesi
di una collisione con una gasiera di GNL a dieci miglia dalla costa e la
conseguente rottura di tutti e cinque i contenitori, afferma che la nube di
gas si potrebbe spingere intorno per un raggio di 30 miglia ( 55
chilometri ) distruggendo tutto nel suo cammino.

I pericoli elencati in uno studio per il Pentagono
Uno studio preparato per il Pentagono nel 1982 afferma che “È probabile che
se il 9 % del carico di GNL di una nave cisterna fuoriuscisse sull’acqua. Si
trasformerebbe in una nube o un pennacchio e si disperderebbe lungo la
superficie fino a incontrare una fonte di accensione. Tale nube potrebbe in
dieci/venti minuti allungarsi sottovento almeno tre miglia. Alla fine
potrebbe arrivare più lontano, dalle sei fino alle dodici miglia. Come un
palla di fuoco potrebbe bruciare qualsiasi cosa nel suo raggio, ed il suo
calore radiante potrebbe causare ustioni di terzo grado e dar vita a incendi
fino a uno/due miglia di distanza dalla nube. Una palla di fuoco di GNL
diffondendosi in una città può causare un’enorme quantità di incendi ed
esplosioni in una vasta area. Al momento o nel prossimo futuro non c’è modo
di combattere un grande incendio di GNL.”.

Il pericolo delle nubi di gas
La Procedura di Emergenza per il GNL della Capitaneria di porto di Savannah
(Georgia), dove è situato uno dei quattro impianti di GNL attualmente negli
USA, indica che le “AZIONI INIZIALI DA EFFETTUARE IN CASO DI PEGGIOR
SCENARIO DI FUORIUSCITA DI GNL” sono le seguenti “Ordinare l’immediata
evacuazione di tutto il personale della Guardia Costiera Americana dall’area
interessata”.
Siamo venuti a sapere che il GNL non è infiammabile quando è nel suo stato
liquido dentro il suo contenitore, ma una volta fuoriuscito, rapidamente si
diffonde in forma di nubi di gas.
Siamo venuti a sapere che il gas, quando si mescola in percentuali dal 5% al
15% con l’ossigeno, diviene altamente volatile e infiammabile.

La potenza di un'esplosione di gas equivale a quella dell'energia nucleare
Secondo uno studio del Pentagono nel 1982, l’energia sprigionata da una
gasiera con un serbatoio di 125000 metricubi sarebbe equivalente a 55 bombe
di Hiroshima prive di radiazioni.
Siamo venuti a sapere che “Science and Environmental Policy Project” afferma
che “L’esplosione di una gasiera di GNL è simile ad un'esplosione nucleare”.
( vedi www.LNGdanger.com )

Il gas può infiammarsi ed esplodere spontaneamente
Alcuni filmati del US Bureau of Mines del 1969 e del 1972 mostrano che il
GNL, in caso di perdita, si diffonde senza alzarsi, che il GNL può prendere
fuoco spontaneamente e che il GNL può esplodere spontaneamente.
Gli idrocarburi hanno una piccola finestra di infiammabilità, però, tra
tutti gli idrocarburi, inclusi quelli noti come la benzina verde, il
carburante per i jet, il propano e il butano, il GNL, che è metano, ha la
finestra di infiammabilità più larga con la maggiore probabilità di
combustione.

Incidenti catastrofici
- 20 ottobre 1944 - esplode l’impianto GNL di Cleveland (Ohio, USA): 131
morti - 225 feriti - 79 case distrutte - 2 fabbriche - 217 auto - 680
senzatetto;
- 20 gennaio 2004 - a Skikda in Algeria esplode impianto GNL: 27 morti - 74
feriti (il città si salva per il vento);
- 31 luglio 2004 - in Belgio esplode un gasdotto di GNL: 15 morti - 200
feriti;
- 30 agosto 2005 - in Nigeria esplode un gasdotto di GNL: 11 dispersi.

Il “The Norway Post”, il 20 settembre 2004, titolava “Gasiera di GNL in
avaria a nord di Bergen - ora rimorchiata” e si legge “I motori della nave
si erano fermati e con il cattivo tempo le ancore erano inutilizzabili.
Comunque, due rimorchiatori erano riusciti a trainarla a circa 27 metri
dalle rocce... intanto ci si preparava alla evacuazione degli 800 abitanti
dell’isola di Fedje, per paura che la gasiera potesse esplodere se si fosse
arenata sugli scogli”.
Sul sito CNN.com, il 15 novembre 2002, si leggeva “Un sottomarino nucleare
si scontra con una gasiera” e poi “A Barcellona (Spagna) la gasiera di GNL
‘ Norman Lady’ ha avuto una collisione nel Mediterraneo occidentale con il
sottomarino USS Oklahoma City. Fortunatamente la gasiera aveva già scaricato
il suo pericoloso carico. Si sono verificati solo pochi danni al
periscopio.” .

La vulnerabilità agli attacchi terroristici
Markey, membro del Congresso e membro anziano del Comitato di sicurezza
interna, ha affermato che gli impianti di GNL sono “tra gli obiettivi più
attraenti per i terroristi”.
“The Providence Journal”, il 21 settembre 2004, titolava “Un dirigente della
Lloyd paragona un attacco al GNL ad un esplosione nucleare” e si legge che
un dirigente dell’Assicurazione Lloyd di Londra, Peter Levene, ha affermato
che: “Anche le gasiere, sia in mare che nei porti, costituiscono evidenti
bersagli”. Levene ha anche detto che “gli specialisti riconoscono che un
attacco terroristico ad una gasiera di GNL potrebbe avere la forza di una
piccola esplosione nucleare”.

Secondo i risultati di test eseguiti sulle armi da fuoco dall'ufficio
governativo statunitense di contabilità delle armi di piccolo taglio, armi
non militari sono in grado di rompere i contenitori di GNL. Quindi, se un
gruppo terrorista requisisse una nave metaniera carica di GNL, sarebbe un
affare molto pericoloso provare a arrestarlo senza rompere contenitori,
valvole o condutture. Secondo Brittle Power, strategia energetica per la
sicurezza nazionale, un atto di sabotaggio a bordo sarebbe assai semplice se
diretto verso la manipolazione delle valvole che potrebbero portare alla
rottura dei contenitori di GNL per sovrapressione e a un conseguente
notevole versamento del GNL criogenico sullo scafo di acciaio che ne
verrebbe, probabilmente, frantumato.
Richard Clarke, ex capo del controterrorismo USA, afferma che “Ci siamo
anche resi conto che l’esplosione di una delle grandi gasiere nel porto
spazzerebbe via il centro di Boston”. Ricordiamo l’attentato targato
“Settembre Nero“ avvenuto ai depositi SIOT nel 1972.

La inaffidabilità degli studi sulla sicurezza
Secondo quanto risulta da uno studio sulla sicurezza del GNL le gasiere sono
ritenute relativamente sicure perché sono a doppio scafo, che però meno di
un anno dopo questo studio una piccola imbarcazione da turismo ha speronato
il doppio scafo di una petroliera francese nell’ottobre del 2002, la
‘Limburg’ , causando un enorme incendio.
Nel Rapporto Sandia, Guida alla analisi dei rischi ed ai problemi di
sicurezza conseguenti ad una grande fuoriuscita sull’acqua di GNL Gas
Naturale Liquido, stampato nel dicembre 2004, si afferma che “...le
dinamiche e le conseguenze di una fuoriuscita (di GNL, ndt) e i pericoli di
un tale incidente non sono ancora completamente conosciuti.”, “La mancanza
di informazioni sperimentali su larga scala, costringe gli studiosi a porre
molte ipotesi e semplificazioni.”.

Da quest’ultimo documento siamo venuti a sapere che “È impossibile tentare
di colmare alcuni di questi ‘vuoti’ dovuti alle limitazioni sperimentali e
di calcolo.”, “È evidente che la mancanza di dati disponibili su larga scala
riguardo a perdite (di gas) non permette di mettere a punto modelli
previsionali affidabili.”.
Siamo venuti a sapere che pur considerando le suddette limitazioni il
rapporto afferma: “una gasiera di LNG danneggiata da un buco di 5
metriquadri ed una fuoriuscita della durata di 8 minuti causerebbero una
nuvola di vapore infiammabile che si diffonderebbe e si estenderebbe per più
di 2 miglia ”, “...questo dovrebbe essere convalidato da una sperimentazione
concreta e reale...”.

Il Rapporto CRS per il Congresso USA, Gennaio 2004, afferma che “La maggior
parte delle analisi del rischio di incidenti riguardanti gli impianti o la
movimentazione di GNL dipende dai modelli computerizzati di simulazione
utilizzati per calcolare gli effetti di un possibile incidente. [...] Ma i
modelli sul GNL sono estremamente complessi e intrinsecamente imprecisi, in
quanto basati su calcoli ed ipotesi riguardo alle quali studiosi imparziali
potrebbero trovarsi legittimamente in disaccordo. Anche minime differenze
presenti in un modello sul GNL potrebbero far giungere a conclusioni
significativamente differenti.”.

Il rischio è alto anche con la moderna tecnologia
L’impianto di GNL esploso a Skikda in Algeria nel 2004 è stato modernizzato
nel 1999 ed era dotato di tutte le più recenti tecnologie di sicurezza.
L'esplosione del terminale GNL algerino è stata così violenta che il boato è
stato sentito a diverse miglia di distanza. La violenta esplosione algerina
ruppe tutti i vetri di un distante complesso condominiale e lo avvolse in
una nuvola di fuoco.
Nel Mobile Register del 14 aprile 2004 si legge “Un nuovo rapporto dà nuove
informazioni sull’esplosione di GNL a Skikda in Algeria” e “I primi rapporti
dicevano che l’esplosione era causata da un malfunzionamento di una caldaia.
Però le conclusioni finali indicano che è stata una grossa perdita da un
tubo, che ha formato una nube di gas altamente infiammabile e esplosivo che
è rimasta sospesa sopra l’impianto.”.

Impatto su turismo e industria della pesca
Per Guardia Costiera degli Stati Uniti sulla costa U.S.A. nessuna
imbarcazione può navigare entro 1 miglio avanti, 2 miglia dietro o 1/2
miglio su ciascun lato di una nave gasiera. E' probabile che la zona di
esclusione della guardia costiera americana non riesca a fermare potenziali
terroristi, ma sicuramente interferisce pesantemente con le nostre industrie
del turismo e della pesca.
Siamo venuti a sapere che gli impianti off-shore di GNL utilizzerebbero l’acqua
del mare per riscaldare il gas naturale congelato al fine di non togliere da
20 a 40 milioni di dollari all’anno dai profitti del GNL. Alcuni progetti
oggi proposti utilizzerebbero 568,5 milioni di litri d’acqua marina al
giorno; l’acqua dopo aver ricevuto un’aggiunta di cloro sarebbe rigettata in
mare più fredda di 16° . Uno studio dell’EPA ha dimostrato che un impianto
di GNL nel mare dell’Alabama distruggerebbe il 25% di pesce, granchi e
gamberi.

L'impatto ambientale
In base ad un rapporto dell’EPA Americano ( "Le caratteristiche chimiche del
metano e le interazioni con l’atmosfera concorrono in modo significativo all’effetto
serra. […] Il metano (incombusto) produce, a parità di peso, un effetto
serra circa 21 volte maggiore di quello prodotto dal biossido di carbonio
(CO2).
Secondo studi accreditati (Doyle, Energy geopolitics, Scientific American,
2004) il trasferimento del gas naturale via mare con metaniere a -161° è un
processo che richiede molta energia e implica una gestione costosa e
complessa.
Ogni gasiera di GNL consuma 100 tonnellate di carburante al giorno e produce
emissioni più nocive di quelle provenienti dalle centrali termiche
attualmente in uso.

Incidenti ai gasdotti
Washington Post del 7 luglio 2005 “Uno studio sponsorizzato dall'azienda,
avviato dopo l'esplosione di una casa nel marzo del 2005, ha scoperto che le
piccolissime variazioni della struttura del molecolare del gas naturale
liquido importato, che l'Azienda ha iniziato a usare nell'agosto del 2003,
provocavano essiccazione delle tenute di gomma di vecchi raccordi di metallo
che collegano le varie sezioni delle condutture.” Il dirigente della contea
di Prince George, Jack Johnson ha dichiarato, “che era allarmato del fatto
che l'industria del gas era a conoscenza fin dal 1992 che modifiche nella
composizione del gas potevano provocare fughe di gas dai raccordi.”

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"Eppure il vento soffia ancora ...." Pierangelo Bertoli, (Sassuolo, 5
novembre 1942 – Modena, 7 ottobre 2002)

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