incollo sotto e metto in allegato il comunicato di La Città delle Donne 
sul Fertility day e l'url della pagina web del Ministero della Salute 
che imposta la campagna sulla fertilità.
annamaria
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*“Fertility day”*
Se si voleva richiamare l'attenzione sul tema della fertilità, ci si è 
riusciti in pieno! *L'occasione per informare e parlare della difficoltà 
di scegliere di essere genitori nel nostro Paese è stata azzerata da una 
campagna di promozionequanto meno sconcertante*, apartire dal nome 
dell'iniziativa “Fertility day”, quasi che un po' di inglese riuscisse a 
minimizzare l'invadenza della proposta mediatica, per citare i “Villaggi 
della Fertilità” dove una equipe di esperti pare essere collocata nel 
paese dei Puffi.
*Il tema della fertilità e della natalità merita una comunicazione più 
rispettosa sia della sfera privata, personale e intima che le è propria, 
sia della sfera sociale che la condiziona così pesantemente.*
Per quanto riguarda la prima perché centrare la riflessione solo 
sull'orologio biologico femminile? Banalmente, la sessualità, 
l'affettività, la procreazione per usare un altro termine posto in modo 
poco felice degli slogan, non sono affari di donne e non sono solo le 
donne a decidere se e quando coscientemente e responsabilmente (queste 
sì sono le parole chiave) avere figli. Quindi ben venga valorizzare la 
maternità e la paternità come una delle possibili scelte che le persone 
possono fare, senza indurre ansie o mortificare chi non percorre questa 
strada.
Per quanto riguarda la seconda, l'aspetto sociale, accanto ai dati di 
crescita (1,3) dovremmo mettere quelli dell'investimento in politiche 
per la famiglia, dal sostegno economico nei primi anni di età dei 
bambini alla disponibilità di servizi di cura per la prima e la seconda 
infanzia, il trascurato “dopo la nascita”. Ma il tema dei temi è ancora 
quello dell'occupazione e di un reddito stabile: questo fa la differenza 
nella possibilità di scegliere se avere o meno figli. Questo cambia il 
punto di vista del dopo nascita e dà prospettiva e concretezza.
Quindi spinta demografica o spinta ad una società accogliente per tutti? 
Una alternativa impossibile! E infatti il piano nazionale per la 
fertilità inizia proprio in questo modo: “Per favorire la natalità, se 
da un lato è imprescindibile lo sviluppo di politiche intersettoriali e 
interistituzionali a sostegno della Genitorialità, dall'altro sono 
indispensabili politiche sanitarie ed educative per la tutela della 
fertilità che siano in grado di migliorare le conoscenze dei cittadini 
al fine di promuoverne la consapevolezza e favorire il cambiamento.”
Peccato che i primi passi non siano proprio in questa direzione.
*I Consultori familiari, da quaranta anni, dovrebbero essere un luogo di 
progettualità integrata per aiutare le persone, le coppie e le famiglie 
rispetto a scelte di vita consapevoli sulla sessualità, la genitorialità 
responsabile,la prevenzione e l’assistenza sanitaria, psicologica e 
sociale nelle diverse fasi della vita. Perché non favorire tali 
strutture territoriali, finanziarle in modo adeguato invece di spendere 
soldi per una campagna di immagine infelice, oltretutto 
irrispettosadelle persone a cui si rivolge?*
La Città delle Donne - Lucca*
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http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2367_allegato.pdf 
(campagna del Ministero Salute)*
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