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---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Teoria & Prassi <piattaforma_comunista@???>
Data: 01/set/2016 02:19 PM
Oggetto: Il NO convinto del proletariato
A: pc <piattaforma_comunista@???>
Cc:
Il NO convinto del proletariato
La questione che dominerà la vita politica italiana nei prossimi mesi è quella del referendum costituzionale.
Il governo Renzi e settori delle destre, sotto il suggerimento e la spinta dei monopoli finanziari, degli USA, dell’UE, del FMI, si sono accordati per stravolgere la Costituzione antifascista del 1948 e aprire la strada a un regime presidenzialista autoritario, repressivo e guerrafondaio.
La borghesia modifica leggi e costituzioni a seconda delle sue necessità e interessi politici. Oggi vuol portare a compimento il vecchio piano della P2 per concentrare il suo potere nelle mani dell’esecutivo.
Renzi e Boschi ci raccontano che con la controriforma si risparmieranno soldi per dare l’elemosina ai poveri. Che farabutti! Potevano ridurre drasticamente il numero di deputati e senatori e i loro lauti appannaggi, gli stipendi e le pensioni d’oro di dirigenti e manager, potevano tagliare le spese militari, ma non l’hanno fatto e non lo faranno.
Il loro scopo è un altro: rafforzare il potere e il ruolo del Governo, che così ci bastonerà meglio e più rapidamente, approvando leggi e misure al servizio esclusivo dei monopoli finanziari e dei ricchi.
La “riforma” costituzionale, combinata con una legge elettorale di tipo fascista, l’Italicum, è funzionale a rafforzare il dominio della classe che ci sfrutta e ci opprime, punta a liquidare i diritti e le libertà democratiche, a immobilizzare e disorganizzare il movimento operaio e sindacale.
E’ un progetto lungamente coltivato dai settori più reazionari della borghesia, che hanno trovato nel PD di Renzi e Napolitano il loro grimaldello. Chiaramente vi è un conflitto fra settori borghesi e piccolo borghesi sulla questione delle riforme costituzionali, che comporta una rottura degli equilibri su cui si fonda il potere della classe sfruttatrice.
In questa situazione quale dev’essere la posizione del proletariato? Forse dev’essere quella dell’indifferentismo, dell’astensione?
Neanche per sogno! E’ interesse del proletariato intervenire e partecipare in modo risoluto in questa battaglia politica, con una propria posizione indipendente e rivoluzionaria, approfittando delle contraddizioni esistenti per avanzare con una politica rivoluzionaria conseguente.
Abbiamo l’occasione per assestare un duro colpo a quei settori di borghesia liberal-riformista e reazionaria, ai progetti di Confindustria, delle banche, dei monopoli internazionali, che massacrano i lavoratori e i giovani.
Dobbiamo vendicarci dei salari e delle pensioni da fame, dei contratti smantellati, del Jobs Act e della cancellazione dell’art. 18, della “Buona scuola”, dei giovani senza lavoro e precari, degli otto morti al giorno di lavoro salariato (fra infortuni e malattie professionali), degli 11 milioni che non possono più pagarsi le cure sanitarie.
Renzi ha peggiorato la condizione della classe operaia, dei piccoli contadini, delle donne, degli studenti.
Se vincerà il SI porterà più a fondo l’attacco alle nostre condizioni di vita e di lavoro, scaricherà interamente sulle nostre spalle la prossima crisi.
Il nostro NO è dunque un NO al neoliberismo, alla politica di austerità e dei sacrifici.
E’ un NO ai contratti-truffa e ai salari di merda, un NO alla chiusura delle fabbriche e ai licenziamenti.
E’ un NO ai mutui pensionistici, al precariato e alla flessibilità, al taglio delle spese sociali.
E’ un NO alla politica di guerra. E’ un NO al capitalismo e all’imperialismo che generano incessantemente queste “delizie” per noi proletari.
I monopolisti, i Marchionne, la Troika, i loro media, vogliono a tutti i costi la controriforma costituzionale. Ricattano, minacciano, lanciano allarmi...
Da parte sua il voltagabbana fiorentino sta giocando le carte della menzogna e della frode per rimanere aggrappato alla poltrona di Palazzo Chigi. Sa che può perdere il referendum, ma - dopo tante promesse - fa capire che rimarrà fino al 2018.
Il quadro è chiaro: dobbiamo sconfiggere i padroni e licenziare il loro governo.
Dunque votare NO è importante, ma non basta. La parola come sempre sarà alla lotta e all’organizzazione!
Dovremo sfrattarlo a suon di scioperi e manifestazioni di piazza, che vanno cominciati da subito, nella maniera più decisa.
Perciò critichiamo e combattiamo la posizione rinunciataria e passiva dei professoroni e dei piccoli borghesi riformisti, incapaci di andare oltre i piagnistei.
Di ben altra unità abbiamo bisogno con urgenza: di un’unità che serva a mobilitare e organizzare la classe operaia e le masse popolari, per passare dalla resistenza all’offensiva.
L’oligarchia finanziaria dice che se vincerà il NO l’Italia sarà ingovernabile. Chi teme questo ricatto dimostra di essere totalmente assuefatto alla routine del capitalismo e “dell’alternanza” dei suoi governi, e non può nemmeno comprendere la necessità della rottura definitiva con la barbara e incivile politica borghese.
E allora votiamo in massa NO e costruiamo organismi di fronte unico operaio e di fronte popolare per dire “via Renzi e il renzismo, basta col neoliberismo e la politica che è ad esclusivo servizio dei monopoli capitalistici, delle classi parassitarie”!
La vittoria sarà degli sfruttati, delle masse popolari, perché dalla nostra parte c’è la verità e la forza del numero, la necessità concreta e le aspirazioni più nobili, l’inesauribile riserva di energia, di capacità e passione della “povera gente”, la serietà e la determinazione del mondo che si risveglia e avanza nella lotta per una nuova vita.
Sia chiaro: sbarrare la strada al disegno reazionario del grande capitale, che ha nel governo Renzi il suo comitato di affari, non significa salvare il parlamentarismo borghese, ma rilanciare la lotta per aprire la via a un vero Governo rivoluzionario della classe operaia, in cui il potere appartenga interamente e esclusivamente alle masse lavoratrici e alle loro rappresentanze, ai Consigli.
Il proletariato, classe d’avanguardia di tutti gli sfruttati e gli oppressi può e deve condurre sino in fondo la lotta contro la classe oggi dominante per dar vita a uno Stato di tipo nuovo, strappando l’umanità dagli artigli del capitalismo e dell’imperialismo!
Pubblicato su “Scintilla” n. 71, settembre 2016
organo di Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
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