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Comunicato CC 15/2016 - 26 agosto 2016
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APPELLO DEL (NUOVO)PARTITO COMUNISTA ITALIANO
CONTRO
- il catastrofico corso delle cose
- la guerra con cui gli imperialisti cercano di sottomettere il mondo
- l'eccidio e la persecuzione degli immigrati
- l'incombente crisi del sistema bancario e l'asservimento al sistema
monetario dell'euro e del dollaro
- la disoccupazione, la precarietà, l'emarginazione, la riduzione
dell'assistenza sanitaria e del diritto alla casa e all'istruzione
- l'eliminazione dei diritti e delle conquiste strappate alla borghesia
e al clero quando il movimento comunista era forte nel mondo
- la cancellazione anche formale della Costituzione del 1948,
"sovietica" e frutto della Resistenza
- le mille angherie e sofferenze che la borghesia imperialista e il suo
clero impongono all'umanità
- la devastazione della Terra inevitabile conseguenza del modo di
produzione capitalista e i "disastri innaturali" che ne derivano
LA SOLA VIA D’USCITA È LA RIVOLUZIONE SOCIALISTA!
La rivoluzione socialista è la lotta con cui le masse popolari [7]
sovvertono il sistema politico e sociale fino a prendere il potere e
instaurare il socialismo dando così inizio alla transizione dalla
società borghese al comunismo. La rivoluzione socialista non è
"l'assalto al Vaticano", al Quirinale, a Palazzo Chigi, al Viminale o a
qualche altro centro del potere, non è un atto unico, una battaglia
isolata su un solo fronte: è tutto un periodo di acuti conflitti di
classe, di crescita dell'organizzazione delle masse popolari e della
loro coscienza rivoluzionaria, una serie di battaglie su tutti i fronti,
cioè su tutte le questioni dell'economia, della politica e della
cultura, battaglie che terminano con l'instaurazione del potere delle
masse popolari organizzate intorno al partito comunista, l'eliminazione
del potere della borghesia e del clero e la loro espropriazione.
A fronte del corso catastrofico delle cose che la borghesia imperialista
impone a tutto il mondo, il (nuovo) Partito comunista italiano chiama
ogni lavoratore, donna, giovane, disoccupato, immigrato e pensionato a
diventare comunista, cioè ad arruolarsi nel partito comunista per
dedicare la sua vita alla missione di mobilitare le masse popolari del
nostro paese a fare la rivoluzione socialista e instaurare il
socialismo.
Il socialismo è l'ordinamento sociale basato sul carattere collettivo
che l'attività economica ha già oggi. Infatti già oggi gran parte degli
adulti lavorano per delle aziende, ogni azienda funziona solo se anche
il grosso delle altre aziende funzionano, le aziende sono già oggi
reparti di un unico apparato produttivo di beni e servizi per il consumo
o l'uso individuale, per le aziende e per la pubblica amministrazione.
All'origine e alla base del catastrofico e apparentemente assurdo corso
delle cose in cui siamo risucchiati vi sono due relazioni sociali: lo
sfruttamento dei lavoratori da parte del capitalista e l'ostinazione dei
capitalisti a gestire ognuno la sua azienda indipendentemente dalle
altre, come mezzo per fare soldi (valorizzare il proprio capitale): non
importa quali beni e servizi, basta che gli rendano soldi. Siccome i
capitalisti sono la classe dirigente e dominante, questi due aspetti
della loro condotta pervadono e inquinano ogni espressione della vita
sociale, ogni istituzione, ogni attività. Certo le manifestazioni della
vita sociale sono migliaia e mutano nel tempo e da paese a paese, ma
anche quelle apparentemente più lontane dai due comportamenti dei
capitalisti che abbiamo indicato (sfruttamento dell'operaio e iniziativa
economica privata), sono il frutto della loro condotta o dei tentativi
di rimediare almeno in qualche misura ai suoi effetti. L'andamento e i
risultati apparentemente assurdi della vita sociale, diventano invece
comprensibili a chi vede questa connessione perché in definitiva essi
hanno in quella condotta dei capitalisti la loro ragion d'essere.
Il socialismo è l'ordinamento sociale che Marx ed Engels indicarono più
di 150 anni fa nel _ Manifesto del partito comunista [8]_ (1848) come
sbocco necessario del sistema capitalista. È l'ordinamento sociale che
l'Unione Sovietica ha mostrato all'opera [9] nei circa 40 anni
successivi alla Rivoluzione d'Ottobre quando alla sua testa ci furono
prima Lenin e poi Stalin. Essa ha mostrato non solo che il socialismo
indicato da Marx ed Engels è possibile, ma che fa nascere un ordinamento
che ha ispirato tutte le classi sfruttate e le nazioni oppresse del
mondo e così solido che le grandi potenze imperialiste e le forze
reazionarie di tutto il mondo, dagli imperialisti USA e giapponesi al
Vaticano, dai liberali inglesi e francesi ai fascisti italiani ai
nazisti tedeschi, inutilmente si coalizzarono [10] per eliminare
l'Unione Sovietica aggredendola da ogni lato, su ogni piano, con ogni
mezzo, senza alcun scrupolo. Solo l'opera di disgregazione e corrosione
condotta all'interno dell'Unione Sovietica per più di 30 anni dai
revisionisti moderni capeggiati prima da Krusciov e poi da Breznev è
riuscita a distruggere il primo paese socialista. A partire dal 1956
[11] i revisionisti moderni hanno abolito le misure che tutelavano la
natura di classe del partito comunista (in nome del "partito di tutto il
popolo") e del sistema politico (in nome dello "Stato di tutto il
popolo") e ne hanno aperto l'accesso agli esponenti delle classi
privilegiate; hanno messo fine alla mobilitazione delle masse ad
assumere nuovi e più ampi compiti in campo economico, politico e
culturale; hanno sostituito la convivenza pacifica tra paesi a regimi
sociali diversi e il sostegno ai movimenti rivoluzionari con la
competizione economica, politica e militare dell'URSS con gli USA; hanno
via via introdotto rapporti commerciali tra le aziende a scapito della
pianificazione; hanno abolito l'obbligo universale a svolgere un lavoro
socialmente riconosciuto e utile e reso nuovamente legale avere redditi
non da lavoro. È questo corso che ha portato l'URSS prima alla
stagnazione e infine al crollo e ha permesso alla borghesia
imperialista, in particolare alla Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti, di prendere nuovamente in
mano la direzione del mondo, direzione di cui l'attuale catastrofico
corso delle cose è il risultato.
Cosa intendiamo quando diciamo instaurare il socialismo?
Fondamentalmente tre cose.
1. Che lo Stato (il governo, la polizia, la magistratura, le forze
armate, la pubblica amministrazione e tutte le altre istituzioni del
potere) deve essere nelle mani della parte rivoluzionaria e organizzata
della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari. Lungo
tutta la fase socialista (intesa come fase inferiore del comunismo, come
fase in cui la nuova società porta ancora forti tracce della società
borghese da cui proviene) esisterà lo Stato, come istituzione distinta
dal resto della società, con il monopolio dell'uso della violenza e
specificamente dedicata alla repressione. Lo Stato si estinguerà man
mano che 1. saranno le organizzazioni in cui a ogni livello (unità
produttiva, abitazione, ecc.) sono associate le masse popolari a far
fronte ai comportamenti asociali di singoli senza più bisogno di un
apparato nazionale appositamente dedicato a questo scopo, 2. il
socialismo sarà instaurato in tutti o almeno in gran parte dei paesi e,
di conseguenza, le contraddizioni tra paesi e nazioni si saranno estinte
perché avremo creato un sistema internazionale di collaborazione.
Finché sarà necessario che lo Stato esista, esso deve essere nelle mani
della parte più avanzata e organizzata dei lavoratori che creerà
istituzioni e procedure adeguate a reprimere i tentativi di rivincita
della borghesia imperialista e del clero, a garantire il funzionamento
collettivo della società, a promuovere su scala sempre più larga la
partecipazione delle masse popolari alle attività da cui le classi
dominanti le hanno da sempre escluse e che quindi oggi esse non sono già
in massa capaci di esercitare. Questo è la democrazia proletaria, un
ordinamento che supera la democrazia borghese ed è uno scandalo per
quelli che credono nella democrazia borghese. Infatti la democrazia
borghese è la finzione che il voto renda uguali Marchionne e l'operaio
FCA: è la finzione dell'eguaglianza di diritti politici per tutti i
cittadini senza tener conto delle differenze tra di essi in campo
economico (per quanto riguarda la proprietà dei mezzi di produzione, la
partecipazione alla distribuzione del prodotto, i rapporti nel processo
lavorativo), cioè delle differenze di classe che invece sussistono.
Queste rendono le classi diseguali anche per quanto riguarda l'esercizio
dei diritti politici e la partecipazione dei singoli individui alla
gestione delle attività statali. Il proposito proclamato dalla
Costituzione Italiana del 1948 di "rimuovere gli ostacoli di ordine
economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza
dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e
l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione
politica, economica e sociale del Paese" (art. 3) è rimasto e non poteva
che rimanere lettera morta proprio perché quegli ostacoli sono
connaturati al sistema capitalista e la loro rimozione quindi comporta
che si elimini il capitalismo.
2. Che l'apparato economico del paese (l'uso delle risorse naturali e
delle infrastrutture, la produzione e la distribuzione di beni e
servizi) deve essere gestito secondo un piano pubblicamente approvato e
volto a soddisfare i bisogni individuali e collettivi della popolazione.
Quindi le aziende, le infrastrutture e le reti, le risorse naturali
impiegate nella produzione, ecc. devono essere per l'essenziale
pubbliche: le forze produttive, salvo la forza-lavoro individuale,
devono cioè essere proprietà pubblica e devono essere fatte funzionare
in ogni paese secondo un piano nazionale coordinato quanto più via via
sarà possibile con quello degli altri paesi. In Italia, ad esempio,
aziende come la FCA, l'Ilva, la Piaggio, le banche e le assicurazioni e
tutte le altre principali aziende capitaliste devono essere
immediatamente nazionalizzate, espropriandole ai capitalisti e alle
società finanziarie.
3. Che lo Stato deve mettere in opera da subito, senza riserve, tutte le
iniziative adatte a promuovere la massima partecipazione della massa
della popolazione, in particolare delle classi finora escluse, alla
gestione della vita sociale, alle attività politiche, culturali,
sportive e ricreative, in particolare tutte le misure utili a mobilitare
anche le donne a partecipare alla vita sociale ed emanciparsi
dall'oppressione degli uomini e dai compiti domestici. L'educazione
delle nuove generazioni deve essere cura delle autorità pubbliche e
dell'intera società ed essere condotta secondo le conoscenze più
avanzate, senza risparmio di mezzi e mirata a educare uomini e donne
capaci di partecipare pienamente alla gestione della vita sociale. Il
capitalismo ha aumentato e aumenta la produttività del lavoro. Ma nella
società borghese ogni aumento della produttività del lavoro diventa
condanna di una parte crescente della popolazione ad essere esuberi ed
emarginati, a svolgere attività precarie o addirittura inutili o
dannose, ad essere occupati tanto per "creare occupazione", a sentirsi
quindi inutili, a essere additati come "un peso a carico della società"
mantenuti con "ammortizzatori sociali", a comportamenti asociali. Nella
società borghese l'aumento della produttività del lavoro non può
tradursi nella riduzione del tempo di lavoro e nella partecipazione
crescente della popolazione alle attività politiche, culturali, sportive
e ricreative: che la massa della popolazione impari a ragionare e ad
esercitare queste attività è incompatibile con il suo asservimento ai
capitalisti e al clero, quindi la borghesia e il clero devono escludere
la massa della popolazione da queste attività. Nel socialismo il grande
aumento della produttività del lavoro, derivante dall'impiego crescente
e senza restrizioni di proprietà, brevetti e monopoli dei risultati
della ricerca scientifica nella produzione combinato con
l'organizzazione e la collaborazione tra aziende, individui e paesi,
permetterà di ridurre il tempo che ogni individuo dedica al lavoro e
permetterà quindi che ogni individuo dedichi più tempo alle attività
superiori, specificamente umane [12].
Questi tre aspetti del socialismo sono connessi l'uno all'altro. Uno non
può esistere a lungo senza l'altro, ognuno decade e cambia di natura se
gli altri non si sviluppano. L'esperienza dell'Unione Sovietica, nei 40
anni di costruzione (1917-1956) e nei successivi 35 anni di
disgregazione (1956-1991) che l'hanno portata al collasso, ha mostrato
anche nella pratica che questi tre aspetti sono connessi e che dobbiamo
quindi praticarli tutti e tre. Il primo di essi è e deve essere l'inizio
e la garanzia degli altri due, ma deve sviluppare in misura crescente
gli altri due.
L'esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria svoltasi
nel secolo scorso a partire dalla Rivoluzione d'Ottobre 1917 ha
pienamente confermato e fatto capire più a fondo quello che Marx ed
Engels avevano dedotto dal bilancio del corso della storia: che
instaurare il socialismo è possibile e necessario, che il socialismo si
articola nei tre aspetti sopra indicati, che gli operai (i salariati che
lavorano nelle aziende capitaliste) sono la classe che per le sue
proprie condizioni più di tutte le altre classi oppresse e sfruttate è
in grado di fare in massa dell'instaurazione del socialismo il suo
obiettivo, che noi comunisti dobbiamo contare sugli operai come forza
principale della rivoluzione socialista e instaurare il socialismo.
Il maoismo ci ha insegnato come si svolge la lotta di classe nel
socialismo, come evitare che nei prossimi paesi socialisti i
revisionisti prendano il potere come è successo in Unione Sovietica. Il
socialismo è transizione da una società divisa in classi a una società
senza più divisione in classi: quindi è inevitabile che nei paesi
socialisti una parte dei dirigenti (del partito comunista, dello Stato,
delle istituzioni economiche e sociali) tenda a risolvere anche i
problemi della società socialista adottando metodi di direzione già
collaudati nel corso della storia dalle classi dominanti. Contro questi
dirigenti bisogna sviluppare la lotta di classe (critica di massa,
rivoluzioni culturali, epurazione, repressione).
Il maoismo ha portato anche a capire che finora i comunisti non sono
riusciti a instaurare il socialismo nei paesi imperialisti perché non
hanno assunto la concezione comunista del mondo (la scienza delle
attività con cui gli uomini fanno la loro storia) come base dell'unità
del partito né hanno praticato nel partito la lotta tra due linee [13]
per applicarla; hanno concepito il socialismo come allargamento della
partecipazione delle masse popolari alla democrazia borghese e
miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro; non hanno
elaborato scientificamente il piano della rivoluzione socialista nel
proprio paese; non hanno concepito la rivoluzione socialista come una
guerra popolare rivoluzionaria, ma come un evento che prima o poi
sarebbe scoppiato: i comunisti si preparavano ad approfittarne e
cercavano di accelerare l'evento promuovendo lotte rivendicative più
accese e creando un partito "grande e forte" con la partecipazione alle
lotte, procedure e istituzioni della democrazia borghese. Il
marxismo-leninismo-maoismo è la scienza che i comunisti devono
assimilare e usare per mobilitare la classe operaia e le altre classi
delle masse popolari a fare la rivoluzione socialista.
Oggi in Italia il grosso dei partiti o delle organizzazioni che lottano
contro l'attuale disastroso corso delle cose non propagandano né si
propongono l'instaurazione del socialismo. Anche quelli che si
dichiarano comunisti (il PRC di Paolo Ferrero, il PCI rifondato a
Bologna nell'Assemblea del 24-26 giugno scorso, il PC di Marco Rizzo,
Rete dei Comunisti, ecc.), nei migliori dei casi si limitano a fare da
sponda delle rivendicazioni delle masse popolari nelle istituzioni della
Repubblica Pontificia, a promuovere rivendicazioni e proteste, a
proporre piattaforme rivendicative o questa o quella misura (uscita
dall'euro, uscita dall'UE, uscita dalla NATO, reddito di cittadinanza,
miglioramenti salariali, pensioni dignitose, ecc.) e a denunciare il
triste presente. Se mai parlano di socialismo, ne parlano in termini
fumosi e vaghi, come di una "società nuova", di una "società migliore"
il cui avvento sfuma nell'avvenire e sarà opera non si sa di chi né si
sa come ci si arriverà.
Qui non ci occupiamo delle loro intenzioni, dei loro sentimenti, delle
loro riposte personali aspirazioni. È questione secondaria se hanno
ripudiato il socialismo indicato da Marx ed Engels e praticato da Lenin
e Stalin, se non osano crederlo possibile e tanto meno anche solo
proclamarlo o se non sono mai arrivati a concepirne l'idea. Il fatto è
che nessuno di loro ha elaborato ed esposto e tanto meno applica un
piano per mobilitare le masse popolari ad instaurare il socialismo e si
dà i mezzi della propria politica. Si limitano a proporre o rivendicare
aggiustamenti della società borghese: in questo senso sono la sinistra
della società borghese. Alcuni di loro credono che obiettivi del genere
siano "più credibili", "più aggreganti" e "più mobilitanti", che possano
avere l'adesione anche di una parte delle classi dominanti e quindi
dicono che sono "più realistici". La storia mostra invece che le grandi
conquiste che le masse popolari dei paesi imperialisti hanno strappato
alla borghesia e al clero nei trent'anni successivi alla seconda guerra
mondiale, le hanno strappate grazie alla minaccia che il movimento
comunista cosciente e organizzato, forte nel mondo, faceva pesare sulle
classi dominanti e che queste si sono messe a rimangiarsele quando la
minaccia del movimento comunista si è indebolita. Gli aggiustamenti che
essi propongono o restano chiacchiere e leggi che la classe dominante
non applica perché applicarle contrasta con la valorizzazione del
capitale o sono misure che non intaccano comunque il catastrofico corso
delle cose. La borghesia imperialista per sua natura non può cambiare
strada, il corso catastrofico delle cose che impone al mondo e le sue
opere criminali sono il risultato degli sforzi disperati per prolungare
la vita del suo sistema sociale: il capitale finanziario è un rimedio
alla crisi del capitale reale, la speculazione e l'espansione illimitata
del capitale finanziario sono rimedi alla crisi del capitale
finanziario, ecc. Le rivendicazioni sindacali e sociali sono un mezzo
importante per mobilitare le masse popolari a contribuire alla
rivoluzione socialista, ma non cambiano il corso delle cose. Ogni lotta
particolare è valida se contribuisce alla rivoluzione socialista. Le
organizzazioni che si limitano a lotte sindacali e rivendicative, a
denunce, a buone opere e altre iniziative di soccorso popolare o a
creare nicchie, non fanno che "pestare l'acqua nel mortaio", fermo
restando che noi comunisti per rafforzare la rivoluzione socialista
possiamo e dobbiamo giovarci dalla loro attività e non dobbiamo mai
cessare di chiamare i loro animatori e protagonisti ad allargare i loro
orizzonti e partecipare alla rivoluzione socialista!
Noi comunisti perseguiamo l'instaurazione del socialismo realizzando un
piano di guerra popolare rivoluzionaria [14] che via via sulla base
della pratica e dei risultati precisiamo e adattiamo alle circostanze. È
realistica l'impresa che noi perseguiamo?
Molti sono indignati per il corso delle cose e riconoscono anche che il
socialismo sarebbe migliore e ragionevole, ma alcuni hanno paura che
"finisca come in Unione Sovietica", altri ci obiettano che "non ci sono
le condizioni per instaurare il socialismo", altri ancora che "le masse
non si muovono" o perché la borghesia sarebbe in grado di manipolarle al
100% o perché la maggioranza degli uomini sarebbe arretrata, dedita a
soddisfare i propri bisogni animali o a poco più.
- Cosa fare per evitare che i prossimi paesi socialisti finiscano come
l'Unione Sovietica l'abbiamo già indicato sopra.
- Quanto alle condizioni per instaurare il socialismo, proprio
l'enormità della catastrofe (economica, politica, militare,
intellettuale e morale, ambientale) che la borghesia imperialista impone
in ogni angolo del mondo, indica che la nostra impresa è necessaria. La
nostra guerra è giusta e noi possiamo vincere.
La borghesia è forte e senza scrupoli, ma è un gigante dai piedi di
argilla. È lacerata da mille contraddizioni, per proseguire la sua opera
criminale deve servirsi di agenti che prima o poi le si rivoltano contro
(Snowden, ecc.), suscita nemici ovunque (vedi le organizzazioni
islamiste che ha creato e le si rivoltano contro), impone condizioni e
costrizioni tali che anche senza l'intervento di noi comunisti individui
e gruppi si levano a combattere contro il suo dominio: non vincono e
diventano piuttosto un disturbo cronico del sistema imperialista
mondiale solo perché non hanno alla loro testa gruppi dirigenti che
padroneggiano la scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro
storia (la concezione comunista del mondo). Sta a noi comunisti prendere
la direzione di ogni movimento di resistenza al sistema imperialista, in
particolare alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti
europei, americani e sionisti e portarlo a partecipare alla rivoluzione
socialista e a vincere instaurando il socialismo.
Già oggi anche le attività produttive stesse richiedono in ogni azienda
una sempre più convinta e creativa partecipazione dei lavoratori ai
miglioramenti qualitativi (innovazioni di prodotto e di processo,
elevazione degli standard di qualità dei prodotti, adattamento dei
prodotti a condizioni differenti dei destinatari, ecc.). Ma finché gli
operai lavorano perché il capitalista li assume, come lavorano e cosa
producono è dettato non dal ruolo che la società assegna al gruppo di
operai che lavora nell'azienda, ma dalla legge del profitto che si
manifesta attraverso la volontà del padrone. Quanto più e meglio gli
operai producono, tanto più operai (di quell'azienda o di aziende
concorrenti) vengono licenziati. La salute, l'integrità, il benessere,
la dignità e il progresso economico, intellettuale e morale degli operai
e dei loro familiari, degli uomini e delle donne in genere, la
conservazione e il miglioramento dell'ambiente e delle altre condizioni
della vita umana non entrano negli obiettivi di qualità dell'azienda
(salvo se le Autorità impongono qualche regolamento per cui diventano
una spesa o un'entrata finanziaria per essa, ma con una inevitabile
sequela di controlli, evasioni, elusioni, multe, corruzione, ecc.). Gli
operai nell'azienda non lavorano per il benessere degli uomini e delle
donne, lavorano per arricchire il padrone. I limiti della partecipazione
degli operai alla vita dell'azienda sono fissati dal padrone: dai suoi
interessi, dai suoi progetti, dalle sue esigenze di concorrenza con
altri padroni, dal segreto che deve circondare i suoi procedimenti, i
suoi costi, i suoi ricavi, i suoi affari, le sue relazioni e i suoi
piani e progetti.
Il progresso produttivo, della qualità dei prodotti, del risparmio
energetico, del rispetto dell'ambiente, dell'igiene e della sicurezza
del lavoro, ecc. richiede la partecipazione più attiva, creativa,
consapevole degli operai, un più alto livello intellettuale e morale
degli operai. Richiede che ogni azienda sia gestita dal collettivo di
operai a cui la società l'ha affidata. Il socialismo realizza questa
istanza che è già nelle cose ma è incompatibile con lo sfruttamento
degli operai e la proprietà privata dell'azienda.
Il sistema economico attuale è come un intenso traffico aereo senza
codici, regole e piani di volo. Gli uomini sono capaci di regolare il
traffico aereo, l'ordine pubblico, il servizio sanitario pubblico,
l'istruzione pubblica, sono capaci di mobilitare milioni di uomini a
fare la guerra: ritenere che non siamo capaci di organizzare e far
funzionare un apparato produttivo è essere succubi dei pregiudizi che la
borghesia diffonde, essere imbevuti del pregiudizio borghese che senza
l'iniziativa economica privata... non si riuscirebbe a produrre il
disastro in cui siamo travolti, direbbe una persona che osserva la
realtà per quello che realmente è!
- Quanto alle masse popolari del nostro paese (e degli altri paesi
imperialisti), sono esse disposte a lottare per instaurare il
socialismo?
L'esperienza del passato dice di sì. Il corso delle cose che la
borghesia imperialista impone spinge sempre più le masse popolari a
opporsi ad essa e alimenta la loro resistenza. La grandezza degli sforzi
e delle risorse che la borghesia imperialista deve dedicare a
distogliere le masse popolari dalla lotta di classe (il sistema di
controrivoluzione preventiva [15]) è una conferma di quanto il suo
dominio è pericolante e di quanto potenzialmente sono grandi le nostre
forze.
Quelli che sostengono che oggi le masse popolari non sono disposte a
combattere per instaurare il socialismo non tengono conto di due fattori
decisivi.
1. La borghesia imperialista può deviare e intossicare le coscienze e
creare una "opinione pubblica" favorevole alle sue attività, può in una
certa misura modificare il mondo reale, può distogliere l'attenzione
degli individui dal mondo reale, può reprimere e spaventare, può indurre
alla rassegnazione, ma non è in grado di cancellare l'esperienza dello
sfruttamento e dell'oppressione di classe e tanto meno di mobilitare le
masse popolari intorno a parole d'ordine e programmi costruttivi, di
progresso, di solidarietà e di civiltà. Noi comunisti siamo in grado di
farlo.
Con il suo sistema di controrivoluzione preventiva la borghesia riesce a
manipolare le coscienze ma solo fino a un certo punto: l'esperienza
concreta e diretta conferma la nostra propaganda e invece ostacola la
manipolazione della borghesia. La borghesia ha messo al servizio del suo
sistema di controrivoluzione preventiva tutte le risorse di cui dispone.
Con esso inonda le masse popolari di immagini e idee mistificate del
mondo reale analoghe alle religioni del tempo antico. Al tempo stesso
senza tregua modifica il mondo reale quanto le è possibile ma restando
nell'ambito del suo sistema (moltiplica prodotti, bisogni e procedure:
vendita a rate, mutui, ecc.), rompe i legami sociali, frammenta e
individualizza: il tutto in modo da distogliere le masse oppresse dalla
lotta di classe. Inoltre in questi ultimi decenni ha rafforzato il suo
sistema di controrivoluzione preventiva con le vie e soluzioni offerte
dal "mondo virtuale" che per molti individui si sostituisce in larga
misura al mondo reale. Noi comunisti dobbiamo quindi tenere
accuratamente conto di questo sistema anzitutto a partire dalle nostre
file e promuovere costantemente la riforma intellettuale e morale dei
membri del partito e la pratica della critica e dell'autocritica. Nel
lavoro per mobilitare le masse dobbiamo aver chiaro che nessuna
manipolazione delle coscienze e dei sentimenti cancella nelle masse
popolari l'esperienza pratica dell'oppressione e dello sfruttamento e
far leva sul contrasto che si crea tra esperienza e coscienza manipolata
(perfino nei sindacati fascisti e cattolici e nelle organizzazioni
giovanili e femminili fasciste e cattoliche siamo più volte riusciti a
promuovere movimenti di ribellione che a loro volta, coadiuvati dalla
nostra propaganda, elevano la coscienza). L'esperienza alimenta in ogni
individuo e in ogni gruppo sociale delle masse popolari la resistenza e
la ribellione che noi possiamo e dobbiamo far confluire nella
rivoluzione socialista.
2. Per combattere le masse popolari più che di denunce e di piattaforme
rivendicative, hanno bisogno di un gruppo dirigente che vuole vincere,
che ha un buon piano di guerra, che è autorevole: e autorevole lo
diventa perché a partire dalle forze di cui dispone si dà i mezzi della
sua politica e attua con successo il suo piano di guerra. Per la
condizione in cui la società borghese le relega, le masse popolari
riescono a mobilitarsi e a combattere accanitamente e su grande scala
solo se hanno un gruppo dirigente capace che opera con un buon piano
d'azione e convoglia la loro attività pratica in conformità ad esso: la
propaganda e la denuncia sono indispensabili ma hanno un ruolo
ausiliario.
Le classi dominanti per i propri interessi condannano le masse popolari
a una vita poco più che animale e poi sostengono che esse non sono
capaci d'altro, come i Papi d'un tempo che sostenevano che era
impossibile che tutti imparassero a leggere e a scrivere. Le ripetute
sconfitte a cui la sinistra borghese ha condotto le masse popolari (il
caso più clamoroso furono le manifestazioni mondiali del 2003 contro
l'aggressione USA all'Iraq), fanno sì che oggi le masse popolari si
mobilitano sempre meno al seguito della sinistra borghese, cioè degli
oppositori del corso catastrofico delle cose che restano però con i loro
obiettivi nell'ambito della società borghese.
In realtà il livello di mobilitazione esistente nonostante la direzione
inconcludente e fallimentare dei dirigenti con cui le masse popolari si
sono ritrovate (eredità della storia che abbiamo alle spalle), ci
conferma che il difetto non sta nelle masse popolari. Dopo l'esaurimento
inglorioso della prima ondata, noi comunisti mettiamo in conto che
dobbiamo riconquistarci la fiducia delle masse popolari. Il movimento
comunista cosciente e organizzato rinascerà perché le masse popolari ne
hanno bisogno per porre fine al catastrofico corso delle cose. Esso
rinascerà se noi comunisti metteremo in campo un buon piano d'azione e
passo dopo passo lo attueremo con le forze che via via mobilitiamo.
Le masse popolari riescono a dispiegare la loro forza e a combattere ma
solo se i comunisti guidano la loro mobilitazione con un piano di guerra
efficace e lungimirante basato sulla linea di massa [16] che il maoismo
insegna. L'inerzia delle masse popolari è principalmente una misura del
grado di avanzamento della rivoluzione socialista o un indice che i
gruppi dirigenti esistenti sono ancora inadeguati, cioè che il partito
comunista non è ancora all'altezza del compito dell'epoca: la
rivoluzione socialista. Sta a noi comunisti fare di ogni lotta
rivendicativa e di ogni protesta una scuola di comunismo [17], in
particolare far in modo che ogni lotta e ogni protesta, quale che sia il
risultato pratico immediato, faccia sorgere un organismo operaio o
popolare formato da uno, due, tre o più persone che continua ad esistere
anche quando la lotta o la protesta è finita.
I COMUNISTI DEVONO MOBILITARE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA GLI OPERAI A
COSTITUIRE UN’ORGANIZZAZIONE OPERAIA (OO), DEVONO MOBILITARE IN OGNI
AZIENDA PUBBLICA E IN OGNI ISTITUZIONE I LAVORATORI, IN OGNI SCUOLA E
UNIVERSITÀ GLI STUDENTI, IN OGNI ZONA LE MASSE POPOLARI A ORGANIZZARSI E
COSTITUIRE ORGANIZZAZIONI POPOLARI (OP). OGNI OO E OP HA IL COMPITO DI
TROVARE E DARE SOLUZIONI AI PROBLEMI DEL PROPRIO POSTO ASSUMENDOVI
SEMPRE PIÙ IL RUOLO DI NUOVA AUTORITÀ PUBBLICA E DI COORDINARSI CON LE
ALTRE OO E OP PER COSTITUIRE UN PROPRIO GOVERNO DEL PAESE E FARLO
INGOIARE AI VERTICI DELLA REPUBBLICA PONTIFICIA.
IN ITALIA LA COSTITUZIONE DEL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE [18] È UN PASSO
SULLA VIA DELLA RINASCITA DEL MOVIMENTO COMUNISTA COSCIENTE E
ORGANIZZATO VERSO L’INSTAURAZIONE DEL SOCIALISMO!
IL PRIMO PAESE IMPERIALISTA CHE ROMPERÀ LE CATENE DELLA COMUNITÀ
INTERNAZIONALE DEI GRUPPI IMPERIALISTI EUROPEI, AMERICANI E SIONISTI,
MOSTRERÀ LA VIA E APRIRÀ LA STRADA ANCHE ALLE MASSE POPOLARI DEGLI ALTRI
PAESI E AVRÀ IL LORO AIUTO (INTERNAZIONALISMO PROLETARIO). L’ITALIA PUÒ
ESSERE QUESTO PAESE: DIPENDE DA NOI COMUNISTI CHE LO SIA!
ASSIMILARE LA CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO RENDE NOI COMUNISTI CAPACI
DI
- INDIVIDUARE PER OGNI ORGANIZZAZIONE OPERAIA E POPOLARE LE INIZIATIVE
CHE - STANTI LE FORZE E LE RISORSE INTELLETTUALI, MORALI E PRATICHE
(UOMINI, CONOSCENZE, RELAZIONI, RISORSE FINANZIARIE E MEZZI DI
MOBILITAZIONE, CONVINZIONE E COSTRIZIONE) DI CUI GIÀ DISPONE - È IN
GRADO DI PRENDERE E CHE ACCRESCERANNO LE SUE FORZE E RISORSE E
ALLARGHERANNO E RAFFORZERANNO LA SUA INFLUENZA E AUTORITÀ; LE PERSONE
CHE È IN GRADO DI RECLUTARE; LE RELAZIONI CHE È IN GRADO DI SVILUPPARE;
GLI APPIGLI CHE IL CONTESTO PRESENTA SU CUI È IN GRADO DI FAR LEVA E DI
CUI È IN GRADO DI GIOVARSI; LE BRECCE CHE IL CAMPO NEMICO PRESENTA IN
CUI È IN GRADO DI INFILTRARSI E ATTRAVERSO CUI È IN GRADO DI IRROMPERE E
GRAZIE ALLE QUALI È IN GRADO DI ACUIRE LE CONTRADDIZIONI DEI NEMICI,
- MOBILITARE LA SINISTRA DELL’ORGANISMO AD AGIRE, A SFRUTTARE LE
POSSIBILITÀ D’AZIONE CHE ABBIAMO INDIVIDUATO E VIA VIA EDUCARLA A
INDIVIDUARLE ESSA STESSA,
- RECLUTARE GLI ELEMENTI MIGLIORI DI OGNI ORGANISMO OPERAIO E POPOLARE E
FORNIRE A OGNUNO LE CONOSCENZE E I MEZZI PER CRESCERE E DIVENTARE
COMUNISTI.
PER DIVENTARE COMUNISTI BISOGNA IMPADRONIRSI DELLA SCIENZA DELLE
ATTIVITÀ CON CUI GLI UOMINI FANNO LA LORO STORIA, SVILUPPARLA E USARLA
PER INSTAURARE IL SOCIALISMO: IL PARTITO È LA SCUOLA PER OGNI INDIVIDUO
DECISO A DIVENTARE COMUNISTA!
COSTITUIRE CLANDESTINAMENTE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA, IN OGNI AZIENDA
PUBBLICA, IN OGNI ISTITUZIONE E IN OGNI CENTRO ABITATO UN COMITATO DI
PARTITO PER ASSIMILARE LA CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO E IMPARARE AD
APPLICARLA CONCRETAMENTE OGNUNO NELLA SUA SITUAZIONE PARTICOLARE!
STUDIARE IL _ MANIFESTO PROGRAMMA [19] _DEL PARTITO È LA PRIMA ATTIVITÀ
DI CHI SI ORGANIZZA PER DIVENTARE COMUNISTA. STABILIRE UN CONTATTO
CLANDESTINO CON IL CENTRO DEL PARTITO È LA SECONDA. PROMUOVERE LA
COSTITUZIONE DI OO E OP E IL LORO ORIENTAMENTO A COSTITUIRE IL GBP È LA
TERZA.
CON IL SOCIALISMO NESSUN UOMO È UN ESUBERO! C’È POSTO PER TUTTI!
OSARE SOGNARE, OSARE PENSARE, OSARE VEDERE OLTRE L’ORIZZONTE DELLA
SOCIETÀ BORGHESE!
_**************_
_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_],
aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle
del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del
Partito [vedere _
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_]. _
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[7]
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[8]
http://www.nuovopci.it/classic/marxengels/manifesto/indice.html
[9]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html#scarica
[10]
http://www.nuovopci.it/voce/voce24/librlez.html
[11]
http://www.nuovopci.it/arcspip/IMG/zip/MP_it_A5__n_PCI-pdf.zip
[12]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/mp_note.html#2.
[13]
http://www.nuovopci.it/voce/voce10/otta2b.htm#5.%20La%20lotta%20tra%20le%20due%20linee%20nel%20partito
[14]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/03_Il_PC_lotta_Italia_nuovo_paese_socialista.html#3_3
[15]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/01_03_03_contrivol_prev.html
[16]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/mp_note.html#119.
[17]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/mp_note.html#30.
[18]
http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav07.html
[19]
http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html