[nuovopci] Avviso ai naviganti 63 - Promuovere e studiare l’…

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Autor: \(nuovo\) Partito comunista italiano
Data:  
Para: Npci Inter
Asunto: [nuovopci] Avviso ai naviganti 63 - Promuovere e studiare l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria
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_ AVVISO AI NAVIGANTI 63_

28 luglio 2016

(Scaricate il testo in versione Open Office [4], PDF [5] o Word [6] )

Per partecipare alla rivoluzione socialista che il (n)PCI promuove nel
nostro paese

STUDIARE L’ESPERIENZA DELLA PRIMA ONDATA DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA

Relazione di Palmiro Togliatti sulla sconfitta del Fronte Popolare
(1936-1939) e la fine della Repubblica Spagnola

Mettiamo a disposizione sul nostro sito
http://www.nuovopci.it/scritti/varie/Togliatti_rel_spagna.html [7] la
relazione del 21 maggio 1939 al CE dell'IC stesa da Palmiro Togliatti,
futuro capo dei revisionisti moderni che neanche dieci anni dopo,
approfittando dei limiti della sinistra del PCI [8], riuscirono a far
affogare la Resistenza nella Repubblica Pontificia sotto protettorato
USA (NATO).

Togliatti era stato inviato in Spagna dal Comitato Esecutivo (CE)
dell'Internazionale Comunista e dal luglio 1937 al marzo 1939 aveva
esercitato il ruolo di consigliere della IC presso la direzione del
Partito comunista spagnolo (PCE), cooptato nel suo Ufficio Politico. La
relazione che proponiamo allo studio venne redatta da Togliatti,
rientrato fortunosamente a Mosca dopo il crollo della Repubblica
Spagnola ed è diretta al CE. Il testo è preso dal vol. 4.1 delle _Opere
di Togliatti_, Editori Riuniti 1979, pagg. 343-410: abbiamo apportato
solo la correzione di alcuni errori linguistici grossolani che i
redattori degli Editori Riuniti non avevano corretto. Le note sono
quelle degli Editori Riuniti: le poche nostre note sono ben evidenziate
(tra parentesi quadre, in corpo minore e con la dizione ndr) e inserite
nel corpo del testo. Le conclusioni con cui Togliatti terminava la sua
relazione sono già state pubblicate con apposita presentazione nel n. 53
della rivista del (n)PCI, _La Voce_ (luglio 2016) [3].

Raccomandiamo vivamente di studiare la relazione di Togliatti
combinandola con il bilancio che della guerra civile spagnola
(1936-1939) ha fatto il PCE(ricostituito) _ La guerra di Spagna, il PCE
e l'Internazionale Comunista [9]_, pubblicato dalle Edizioni Rapporti
Sociali (1997). I compagni che studieranno in questo modo la relazione
di Togliatti potranno ricavare importanti insegnamenti a proposito di
come devono organizzarsi i comunisti dei paesi imperialisti per riuscire
ad assolvere ai loro compiti di promotori e dirigenti della rivoluzione
socialista.

Il partito comunista riesce ad adempiere al suo compito di promotore e
dirigente della rivoluzione socialista solo se padroneggia la concezione
comunista del mondo (la scienza delle attività con cui gli uomini fanno
la loro storia) e con essa guida la sua attività. La relazione di
Togliatti mostra un PCE incapace di individuare, mobilitare e dirigere
le forze principali della rivoluzione in corso e di valorizzare le forze
intermedie, prigioniero delle arretratezze, delle esitazioni e dei
tradimenti di gruppi e individui. Mostra che anche Togliatti aveva della
natura del partito comunista una concezione che non si discostava da
quella del PCE. Constatava limiti tattici e pratici, ma non sapeva come
superarli, mancava di una visione strategica della lotta di classe in
corso. Si trattava infatti dei limiti propri dei partiti comunisti
europei, di cui Lenin aveva detto nel 1922 che restavano partiti di
fatto riformisti, con solo una spruzzatina di colore rivoluzionario.
Inutilmente l'IC cercava con la politica di bolscevizzazione di
trasformarli. I miracoli di eroismo profusi da membri e organismi di
questi partiti nella lotta contro il fascismo fino alla Resistenza, non
sono bastati a superare i limiti che hanno fatto sì che nessuno di essi
instaurasse il socialismo nel proprio paese. Infatti i limiti non
riguardavano la dedizione alla causa, ma la comprensione delle
condizione, delle forme e dei risultati della lotta di classe, cioè la
concezione del mondo con cui guidavano la loro attività.

Lo studio che proponiamo, aiuterà i lettori non solo a capire perché
nessuno dei partiti comunisti europei ha instaurato il socialismo nel
proprio paese nella prima parte del secolo scorso, nel corso della prima
grande crisi generale del capitalismo, ma anche ad affrontare con
maggiore cognizione di causa i problemi attuali relativi
all'organizzazione dei comunisti.

Oggi nel nostro paese si scontrano due concezioni del partito comunista
incompatibili tra loro.

LA NOSTRA POSIZIONE è illustrata nel n. 53 di _La Voce_ appena
pubblicato e in sintesi è che

1. la rivoluzione socialista è una guerra (GPR): nel nostro paese vi
sono classi per loro natura favorevoli alla rivoluzione socialista che
il Partito deve mobilitare, organizzare in modo da farne le forze
principali della rivoluzione, condurre in battaglia e trasformare (come
facciamo tutto questo? lo troviamo se studiamo il corso delle cose
usando la concezione comunista del mondo come metodo per conoscere); vi
sono classi per loro natura nemiche della rivoluzione socialista che le
nostre forze principali devono annientare; vi sono classi intermedie che
le nostre forze principali devono valorizzare, neutralizzare,
trasformare;

2. l'obiettivo della guerra è instaurare il socialismo (inteso nel senso
di 1. potere saldamente in mano alla parte rivoluzionaria degli operai e
delle altre classi delle masse popolari raccolta attorno al Partito, 2.
proprietà e gestione pubblica delle forze produttive (almeno delle
principali) mirata a soddisfare i bisogni della massa della popolazione,
3. sforzo multiforme e senza riserve per far partecipare la massa della
popolazione in misura crescente al patrimonio culturale della società e
alla gestione di ogni forma e aspetto della vita sociale);

3. per stendere i piani di guerra e attuarli, i comunisti devono
costituire un partito clandestino unito senza riserve sulla concezione
comunista del mondo (e questo è il (nuovo)Partito comunista italiano) e
promuovere e sostenere l'organizzazione dei comunisti (intesi come
fautori della rivoluzione socialista) in un altro partito (questo è il
P.CARC).

I tempi della nostra guerra, stante la situazione rivoluzionaria in
sviluppo, dipendono principalmente da noi (cosa sappiamo vedere e cosa
sappiamo fare: il livello a cui noi siamo e quanti siamo) e
secondariamente dalle circostanze particolari. Semplice? Sì e no. Le
questioni da capire e risolvere per promuovere la rivoluzione socialista
sono mille e anche più, ma si inquadrano tutte in questo schema.

Questo è l'insegnamento di quello che i comunisti hanno fatto e di
quello che non sono riusciti a fare il secolo scorso. Solo se, tramite
l'assimilazione della concezione comunista del mondo e compiendo la
riforma intellettuale e morale che ne consegue, si sono ben distinti
dalle masse popolari, i comunisti riescono a unirsi profondamente e
intimamente, su larga scala, con le classi rivoluzionarie e fino ad un
certo punto anche con le classi intermedie e promuovere la loro
partecipazione alla rivoluzione socialista nel ruolo che ogni classe per
la sua natura è in grado di svolgere. Se non se ne sono ben distinti, i
comunisti sono anch'essi in misura più o meno grande vittime della
arretratezze, dei pregiudizi e degli interessi che nella società
borghese creano divisioni tra le masse popolari. Sono quindi incapaci di
promuoverne l'unità e la partecipazione alla rivoluzione socialista.

L’ALTRA È LA POSIZIONE di quelli che si dicono comunisti (e non
dubitiamo che la maggior parte di essi vogliono onestamente esserlo) ma
si considerano parte di una stessa "sinistra" assieme alla sinistra
borghese. Essi ritengono all'incirca (caricaturando un po') che bisogna
fare "opposizione radicale" alle forze dominanti del sistema attuale e
alle loro misure antipopolari (l'austerità, le controriforme, l'UE, la
NATO, la riforma Renzi della Costituzione, ecc.) e che facendo
l'opposizione forse si farà prima o poi in qualche modo scoppiare il
sistema e che a quel punto se ne approfitterà per creare "una società
migliore" - e ognuno ci mette quello che reputa migliore (secondo loro
il socialismo come abbiamo indicato noi sopra "non funziona": il "crollo
dell'Unione Sovietica" lo avrebbe dimostrato).

Su questa seconda concezione del partito comunista convergono
sostanzialmente tutti i frammenti del PRC che si dicono comunisti (e
sono i frammenti migliori) e i capi storici di Rete dei Comunisti. È una
concezione che a lungo termine condanna all'impotenza, anche se
nell'immediato permette alcuni successi stante la tensione delle masse
popolari verso il comunismo e l'influenza ancora grande della sinistra
borghese su di esse, anche tra gli operai.

La via che noi pratichiamo si afferma più lentamente, ma è la via alla
vittoria.

Contro il catastrofico corso delle cose, contro la guerra che le potenze
imperialiste hanno scatenato e alimentano nei paesi oppressi e che ora
si riversa anche negli stessi paesi imperialisti, contro l'eccidio e la
persecuzione degli immigrati, contro la disoccupazione e la
disgregazione della società, contro le mille sofferenze che la borghesia
imperialista e il suo clero impongono all'umanità, contro la
devastazione della Terra inevitabile conseguenza del modo di produzione
capitalista, la sola via d'uscita è la rivoluzione socialista!

In Italia la costituzione del Governo di Blocco Popolare è un passo
sulla via della rinascita del movimento comunista verso l'instaurazione
del socialismo: creare le condizioni della sua costituzione è il compito
immediato del momento!

Il primo paese che romperà le catene della Comunità Internazionale dei
gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà anche alle
masse popolari degli altri paesi la via per rompere con l'attuale
disastroso corso delle cose e si gioverà della loro solidarietà.
L'Italia può essere questo paese.

Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l'orizzonte della
società borghese!

Impadronirsi della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la
loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo!

Assimilare la concezione comunista del mondo rende capaci di

- individuare per ogni organizzazione operaia e popolare le iniziative
che - stanti le forze e le risorse intellettuali, morali e pratiche
(uomini, conoscenze, relazioni, risorse finanziarie e mezzi di
mobilitazione, convinzione e costrizione) di cui già dispone - è in
grado di prendere e che accresceranno le sue forze e risorse e
allargheranno e rafforzeranno la sua influenza e autorità; le persone
che è in grado di reclutare; le relazioni che è in grado di sviluppare;
gli appigli che il contesto presenta su cui è in grado di far leva e di
cui è in grado di giovarsi; le brecce che il campo nemico presenta in
cui è in grado di infiltrarsi e attraverso cui è in grado di irrompere e
grazie alle quali è in grado di acuire le contraddizioni dei nemici,

- mobilitare la sinistra dell'organismo ad agire.

Costituire clandestinamente in ogni azienda capitalista, in ogni azienda
pubblica, in ogni istituzione e in ogni centro abitato un Comitato di
Partito per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad
applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare!

Studiare il _ Manifesto Programma [10] _del Partito è la prima attività
di chi vuole diventare comunista. Stabilire un contatto clandestino con
il Centro del Partito è la seconda. Promuovere la costituzione di OO e
OP e il loro orientamento a costituire il GBP è la terza.

**************

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghese,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [11] ], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [11] ].

Le istruzioni per l'uso di TOR e di PGP sono state recentemente
aggiornate. Una versione più semplice delle precedenti è ora disponibile
in http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [11]

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[6] http://www.nuovopci.it/dfa/avvnav63/Avv_nav_63_Palmiro_Togliatti.doc
[7] http://www.nuovopci.it/scritti/varie/Togliatti_rel_spagna.html
[8] http://www.nuovopci.it/voce/voce26/secchia.html
[9] http://www.carc.it/casa-editrice-rapporti-sociali/catalogo-ers/
[10] http://www.nuovopci.it/scritti/mpnpci/indicmp.html
[11] http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html