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Autor: pilar castel
Data:  
A: forumroma@inventati.org
Assumpte: [RSF] Fwd: [nowaroma] SOLIDARIETA' ALLE/AI COMPAGNE/I DI TORINO perseguitati per il sostegno ai curdi
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: "'v.miliucci@???' via nowaroma" <nowaroma@???>
Data: 24/lug/2016 10:02
Oggetto: [nowaroma] SOLIDARIETA' ALLE/AI COMPAGNE/I DI TORINO perseguitati per il sostegno ai curdi
A: nicoldosio@???,coordinamentokurdistan@???,<rete-kurdistan-roma@???>,basinozet@???,<em.irax@???>,hyperlink@???,<cosenza2feb@???>,nowaroma@???
Cc:

di seguito il Comunicato delle/gli imputate/i per " l'irruzione alla Turkish Airlines


Una resistenza oltremisura

Per l'ennesima volta, il 21 luglio 2016, siamo stati svegliati all'alba dalla polizia. Questa volta, su mandato del solito p.m. Rinaudo, vorrebbero obbligarci a presentarci in commissariato tutti i giorni, due volte al giorno, come misura cautelare per una iniziativa del settembre 2015, quando visitammo gli uffici della Turkish Airlines di Caselle (Torino), per denunciare la politica terrorista di Erdogan ed esprimere sostegno a chi, in Turchia e in Kurdistan, continua a resistere e a combattere.

Incredibile ma vero, proprio mentre in Turchia dilagano purghe e arresti di massa, mentre Erdogan dichiara la sostanziale destituzione del Parlamento e la sospensione della Convenzione dei diritti umani, in Italia – come in Europa – si finge di scandalizzarsi e intanto si cerca di zittire chi da tempo denuncia il terrorismo dello Stato turco, che non è certo una novità dell’ultim’ora, anzi.

Ebbene, stavolta abbiamo deciso che non ci presteremo a queste limitazioni della libertà.

Primo, perché – come è esplicitato nella stessa ordinanza restrittiva – questa è finalizzata a impedirci di reiterare le condotte in questione, cioè il sostegno alla resistenza del PKK e alla lotta rivoluzionaria in Kurdistan, un sostegno di cui oggi c'è più bisogno che mai e per il quale, semmai ci fosse qualcosa da rimproverarci, sarebbe di non esser riusciti a fare abbastanza.

Poi, perché è ora di reagire a questo stillicidio di misure repressive con cui si stanno tentando di soffocare i movimenti di lotta: soltanto tra la Valsusa e Torino, non si contano più le persone sottoposte a restrizioni. Adesso basta! È improrogabile una risposta collettiva, ognuno secondo le proprie possibilità. Perciò la gran parte di noi non collaborerà più a limitare la propria libertà, e non si presenterà in commissariato. Se vorrete dovrete assumervi la responsabilità di trascinarci in galera. Noi siamo qui. Al limite andremo a raggiungere quei compagni – Luca e Giuliano – che già stanno scontando in carcere il coraggioso rifiuto di sottostare agli arresti domiciliari, e a cui cogliamo l'occasione per mandare un forte abbraccio. Se pensavate di spaventarci, avete sbagliato bersaglio.

Gli imputati e le imputate per l'irruzione alla Turkish Airlines - Torino 22 luglio 2016



INCONDIZIONATA SOLIDARIETA' ALLE/AI COMPAGNE/I DI  TORINO, COLPITI DA ODIOSE  E ABUSIVE MISURE REPRESSIVE , INTESE A PENALIZZARE QUANTI SI PRODIGANO CON INIZIATIVE PUBBLICHE PER LA FINE DELLO STATO DI GUERRA  CONTRO  I CURDI ;  OGGI  OLTREMODO ACCENTUATE DAL BOIA  ERDOGAN  CON LA SCUSA DEL "GOLPE", BEN CONOSCIUTO E UTILIZZATO AI FINI DI UNA SVOLTA DITTATORIALE IN TURCHIA.

NELL'AMBITO  DELLE INIZIATIVE GIA' PREVISTE , SOLLECITANTI LA UE E L'ONU AD UN RISCONTRO IMMEDIATO SULLE CONDIZIONI DI DETENZIONE E DI SALUTE DI  OCALAN , A MAGGIOR RAGIONE DOPO  LA " CACCIA  ALLE  STREGHE"  IN  CORSO IN TURCHIA , RIVENDICHEREMO LA CESSAZIONE DELLE MISURE  REPRESSIVE  E LA RIMESSA  IN  LIBERTA'  DELLE/DEI COMPAGNE/I PERSEGUITATI A TORINO.

Roma 21luglio 2016                      CONFEDERAZIONE   COBAS


Alle sei di questa mattina, 21 luglio 2016, decine di poliziotti della Questura di Torino sono piombati nelle case di una decina di compagni/e piemontesi per notificare l'ennesima ordinanza di misure cautelari disposta dal GIP Silvia G. Carosio su richiesta del PM Antonio Rinaudo. Le misure notificate impongono a tutti/e l'obbligo di firma quotidiana, due volte al giorno.
I compagni/e sono indagati per diversi reati (resistenza, violenza privata, violazione di domicilio...) commessi il 25 settembre 2015 all'aeroporto di Caselle (To) quando un gruppo di solidali aveva fatto irruzione negli uffici della Turkish Airlines, la compagnia di bandiera turca, occupandolo per leggere un comunicato di condanna della politica turca e di sostegno alla resistenza in Kurdistan, poi pubblicato sul web (vedi sotto il testo e il link al video). Il gruppo aveva poi improvvisato un corteo nell'aeroporto con slogan e striscioni contro il terrorismo di Erdogan.
Mentre in Turchia dilagano purghe e repressione, in Italia si cerca di zittire chi da tempo denuncia il terrorismo di Stato in Turchia, con un tempismo di cui dovrebbero vergognarsi, non conoscessimo la faccia da culo di Rinaudo e soci.
Da parte nostra, ci riserviamo di elaborare collettivamente le forme che più riterremo adeguate non soltanto per continuare a esprimere il sostegno alla resistenza del PKK e alla lotta rivoluzionaria in Kurdistan, ma anche per contrastare questo ennesimo maldestro tentativo di soffocare le lotte attraverso misure di polizia. A presto.



Link video (sub. English):

https://sendvid.com/2ix0s5ad


Ci troviamo negli uffici della Turkish Airlines di Torino. Con questa irruzione vogliamo rompere i silenzi e le menzogne che coprono la guerra scatenata dalla Turchia di Erdogan contro il popolo curdo. Come negli anni Novanta, ai bombardamenti di villaggi e città, incendi, torture, arresti di massa, si vanno aggiungendo aggressioni razziste contro civili curdi.

È inutile e ipocrita commuoversi di fronte alle foto dei profughi o dei bambini in fuga dalla guerra, mentre i “nostri” Stati democratici continuano a sostenere i responsabili di tali guerre: la Turchia innanzitutto, amica dell’Occidente, partner commerciale, membro della Nato, e intanto sostenitrice dello Stato Islamico e massacratrice dei curdi e dei dissidenti.

Ecco perché siamo qui. Perché gli interessi della Turchia in Europa non devono più poter vivere in pace. E perché i nostri fratelli e sorelle che resistono sui monti del Kurdistan devono sapere che non sono soli.

Gli Stati nazione e la globalizzazione capitalista hanno fallito. L’Impero si sta sgretolando. È tempo di rivoluzione. È tempo di organizzarsi. In Kurdistan hanno cominciato. È per questo che hanno tutti contro. È per questo che noi stiamo dalla loro parte.

Per l’unione dei popoli in lotta! Dalle Alpi al Kurdistan!

Viva la solidarietà internazionale!





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