[nuovopci] Elezioni comunali e le lotte delle masse popolari

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Autor: \(nuovo\) Partito comunista italiano
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Dla: Npci Inter
Temat: [nuovopci] Elezioni comunali e le lotte delle masse popolari
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Comunicato CC 11/2016 - 21 giugno 2016

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Sostenere e valorizzare tutte le lotte rivendicative e le proteste delle
masse popolari!

Costituire ovunque OO e OP e orientarle ad agire da nuove autorità
pubbliche, da centri locali del nuovo potere fino a costituire il GBP!

Far contribuire anche la sinistra borghese di nuovo stampo alla guerra
popolare rivoluzionaria: formare Amministrazioni Comunali d'Emergenza!
Propagandare il socialismo! Avanti nel consolidamento e rafforzamento
della Carovana del (nuovo)Partito comunista!

L'esito delle elezioni amministrative, e in particolare la vittoria
delle candidature di De Magistris a Napoli, di Virginia Raggi a Roma, di
Chiara Appendino a Torino e di candidati M5S in diciannove altri centri
con più di 15 mila abitanti, ha creato una situazione più favorevole al
nostro lavoro. La sconfitta del PD di Matteo Renzi e del suo sistema di
Larghe Intese con la banda Berlusconi e la Lega Nord, rende più
difficile ai vertici della Repubblica Pontificia governare il paese e
allarga i contrasti al loro interno. Ma il risultato principale delle
elezioni amministrative non è la sconfitta di Renzi (morto un papa ne
farebbero un altro); il risultato principale è la creazione di
condizioni più favorevoli alla formazione di Amministrazioni Comunali
d'Emergenza [7] (ACE [8]) e alla costituzione di Organizzazioni Operaie
in ogni azienda capitalista e di Organizzazioni Popolari in ogni azienda
pubblica e in ogni zona d'abitazione: le condizioni per la costituzione
del Governo di Blocco Popolare [9] (GBP) che porterà a un livello
superiore la lotta per la rinascita del movimento comunista cosciente e
organizzato e l'instaurazione del socialismo.

Dobbiamo fare di ogni lotta (per i CCNL, per impedire l'applicazione del
Jobs Act e del TUR del 10 gennaio 2014, per miglioramenti salariali e
normativi, per il miglioramento delle scuole e delle università, contro
le Grandi Opere, per pensioni dignitose, contro l'eliminazione delle
conquiste nel campo della sanità, della cultura e dell'istruzione,
contro l'inquinamento e per le energie rinnovabili, per la manutenzione
e l'uso delle abitazioni vuote, per la manutenzione delle strutture
pubbliche e del territorio, ecc.), una scuola di comunismo e alimentare
con ognuna di esse la creazione del nuovo potere.

I successi della sinistra borghese di vecchio stampo (come a Sesto
Fiorentino) e di nuovo stampo (M5S e "arancioni") dobbiamo valorizzarli
per creare il sistema del nuovo potere.

La sinistra borghese di vecchio stampo (quella derivata dalla
degenerazione del vecchio PCI diretto dai revisionisti moderni di
Togliatti e nata sulla "questione morale" agitata da Berlinguer) di per
sé non ha futuro. Perfino Sergio Cofferati ha riconosciuto (_il
manifesto_, 9 giugno 2016) che questa sinistra non ha un progetto di
società distinto dal corso delle cose imposto dalla borghesia
imperialista, aspira solo a fare nelle istituzioni della Repubblica
Pontificia da "sponda politica" alle rivendicazioni delle masse
popolari: il governo Prodi (2006-2008) ha mostrato cosa vale tale
"sponda politica" che vorrebbe scimmiottare l'impresa di Togliatti ora
che però siamo nel pieno della nuova crisi generale del capitalismo e
nel mondo non vi è ancora un movimento comunista che minaccia di
travolgere il sistema imperialista. Noi le offriamo la possibilità di
assecondare il nostro piano; se non lo fa, diventa un'appendice del PD.

La sinistra borghese di nuovo stampo (M5S e "arancioni" alla De
Magistris) o asseconda il nostro piano creando Amministrazioni Comunali
d'Emergenza (ACE) e contribuendo alla mobilitazione e organizzazione
degli operai e delle masse popolari o finirà a servire la borghesia
imperialista e il suo intrico di corruzione e di criminalità: queste
sono connaturate alla borghesia imperialista di tutto il mondo perché i
gruppi che la compongono sono in guerra e non possono attenersi
lealmente a leggi comuni né possono elevare a legge la legge del più
forte. È una caratteristica universale della borghesia imperialista,
aggravata in Italia dalla tradizione nazionale del Vaticano e delle
altre organizzazioni territoriali (mafia, camorra, 'ndrangheta e minori)
sopravvissute alla rivoluzione borghese e rifiorite con la borghesia
imperialista. La nuova sinistra borghese può sfuggire a questa trappola
solo se asseconda il nostro piano di mobilitazione e organizzazione
delle masse popolari e di creazione di ACE in lotta contro il governo
dei vertici della Repubblica Pontificia. È un segno della loro debolezza
il fatto che i nuovi eletti hanno subito cercato di moderare le masse
popolari, di appellarsi a "tutti" come se gli interessi fossero comuni,
come se esistesse un "bene comune", mentre la realtà mostra che la
condizione delle masse popolari peggiora proprio perché i ricchi si
arricchiscono sempre di più e per cambiare il corso delle cose decisiva
è la mobilitazione delle masse popolari. Il corso delle cose si cambia
solo se le masse popolari prendono il sopravvento sulla borghesia
imperialista e il suo clero. Strada comune vorrebbe dire sottomissione
delle masse popolari alla borghesia imperialista e al suo clero: cioè
l'attuale corso delle cose.

Anche i referendum e le vittorie nei referendum (referendum sociali,
referendum contro lo stravolgimento della Costituzione del 1948 e altri)
sono utili e perfino importanti se si espande nel paese un nuovo potere
che da subito impone l'applicazione delle misure e dei principi
favorevoli ai lavoratori scritti della Costituzione del 1948 e rimasti
lettera morta; se si forma un nuovo potere che contrasta su scala
crescente il corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista e dal
suo clero. Altrimenti si vincono i referendum (come quello dell'acqua di
giugno 2011), si fanno grandi manifestazioni contro la guerra (come
quelle del 2003) e le cose continuano come prima e l'inutilità delle
vittorie alimenta nelle masse popolari demoralizzazione, rassegnazione,
disperazione e mobilitazione reazionaria. Come se l'avvenire del mondo
fosse ancora nelle mani della borghesia imperialista, della NATO, della
UE, della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei,
americani e sionisti.

In realtà il futuro lo fanno loro solo se noi comunisti li lasciamo
fare. Il futuro non dipende più principalmente dalle intenzioni, dai
progetti e dalle manovre della Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti: sono solo un branco di lupi
famelici, ognuno di loro ha difficoltà a valorizzare il capitale che
amministra e deve scagliarsi contro le masse popolari e contro gli altri
gruppi imperialisti; corruzione e criminalità fanno parte della loro
natura; non possono che fomentare nuove guerre, nuova miseria,
migrazioni e nuovi disastri per prolungare la vita del loro sistema di
relazioni sociali e di relazioni internazionali. Oramai sono solo una
controtendenza della storia dell'umanità.

Il futuro non dipende principalmente neanche dalle intenzioni e dai
programmi dei membri delle nuove amministrazioni comunali. Il futuro
dipende principalmente dalla capacità di noi comunisti di far montare la
marea delle masse popolari, di individuare in ogni lotta, in ogni
movimento, in ogni ambiente gli appigli, gli spiragli e le mosse utili
per alimentare la mobilitazione e l'organizzazione delle masse popolari
e far emergere la sinistra perché unisca a sé il centro e isoli la
destra.

Ogni comunista deve trasformarsi intellettualmente in modo da vedere in
ogni realtà quello che solo la concezione comunista del mondo rende
capaci di vedere: come un botanico che grazie alla sua scienza vede in
un bosco quello che gli altri non vedono. Ogni comunista deve diventare
ovunque educatore, formatore e organizzatore degli elementi più avanzati
e generosi perché rafforzino il movimento e si arruolino nelle file
della Carovana del nuovo Partito comunista.

La crisi generale del capitalismo e la crisi ambientale inscindibilmente
connessa al modo di produzione capitalista trascinano tutto il mondo in
un vortice catastrofico di miseria, di migrazioni, di guerre e di
distruzione. Solo l'instaurazione del socialismo metterà fine a questo
corso delle cose che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti
europei, americani e sionisti impone al mondo intero. La prima ondata
della rivoluzione proletaria messa in moto dalla Rivoluzione d'Ottobre
(1917) ha confermato il ruolo determinante del movimento comunista
cosciente e organizzato per l'avvenire dell'umanità. La lotta di classe
è ancora il motore principale della storia dell'umanità e i comunisti si
distinguono e devono distinguersi dal resto del proletariato e dei
popoli oppressi per avere una comprensione più avanzata delle
condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe: è su
questa base che sono capaci di spingerla sempre in avanti. Sono loro che
fanno la storia, che impersonano la tendenza principale della storia
dell'umanità.

L'Unione Sovietica sotto la guida prima di Lenin e poi di Stalin ha
brillantemente confermato le teorie di Marx e di Engels con una pratica
di più di circa quaranta anni (1917-1956), su grande scala e contro
l'ostilità senza riserve di tutte le potenze coalizzate del vecchio
mondo: la gestione pubblica e pianificata dell'economia è possibile e
molto fruttuosa a condizione che la parte d'avanguardia del proletariato
organizzato tenga saldamente nelle sue mani il potere (dittatura del
proletariato) e che compia una multiforme ed efficace azione per
promuovere la partecipazione crescente dei membri delle classi prima
sfruttate e dei popoli prima oppressi alle attività umane superiori e
alla gestione della società. La rovina dell'Unione Sovietica e degli
altri paesi socialisti è derivata dall'accesso dei revisionisti moderni
alla direzione dei partiti comunisti. Ma ci hanno messo più di trenta
anni per distruggere la società che i comunisti guidati prima da Lenin e
poi da Stalin avevano costruito e approdare nel 1991 alla dissoluzione
dell'Unione Sovietica. Trenta anni durante i quali il Partito Comunista
sovietico capeggiato dopo la svolta del 1956 dai revisionisti moderni ha
posto alla direzione dello Stato, delle strutture economiche e culturali
e delle altre istituzioni sociali individui che, sebbene si
dichiarassero comunisti, avevano come modello il sistema sociale
borghese e la concorrenza e la collaborazione con gli USA e gli altri
paesi capitalisti come guida e misura della loro attività. La lotta nel
partito comunista per salvaguardare e rafforzare il suo ruolo
d'avanguardia contro l'influenza della borghesia e del clero nelle sue
file è quindi il fattore decisivo per il successo della nostra causa e
la borghesia nei paesi socialisti è costituita principalmente dai
dirigenti del Partito, dello Stato, delle strutture economiche e delle
altre istituzioni sociali che tendono a risolvere con metodi borghesi i
problemi della società socialista.

L'esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria mostra che
il movimento comunista non ha instaurato il socialismo in nessuno dei
paesi imperialisti perché nel corso della situazione rivoluzionaria di
lungo periodo che ha coperto la prima parte del secolo XX nessuno dei
partiti comunisti dei paesi imperialisti ha raggiunto una comprensione
abbastanza avanzata

- della natura della crisi generale del capitalismo: quella di allora
come quella di oggi è una crisi per sovrapproduzione assoluta di
capitale [10], non semplicemente una successione di crisi cicliche o una
crisi strutturale (dovuta cioè a squilibri o contraddizioni tra
istituzioni e componenti della struttura economica della società
borghese nazionale o internazionale, come il contrasto tra capitale
finanziario e capitale industriale, tra investimenti e consumi, tra
crescita e preservazione dell'ambiente, ecc.);

- della natura della rivoluzione socialista: non è una rivolta che
scoppia, ma una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata [11] che
il partito comunista deve promuovere in ogni paese nelle forme adeguate
al regime politico e sociale del paese, una GPR che crea un nuovo potere
che cresce fino a rovesciare ed eliminare lo Stato della borghesia e del
clero,

- del regime di controrivoluzione preventiva [12] instaurato dalla
borghesia in ogni paese imperialista a partire dagli USA: la borghesia
mette in opera le arti e tecniche più raffinate per distogliere le masse
popolari dalla lotta di classe, per confondere e intossicare le loro
coscienze; ma nonostante ogni arte non può eliminare l'effetto che
l'esperienza dello sfruttamento e dell'oppressione ha sulla coscienza
dei membri delle masse popolari e sta a noi comunisti trovare il modo di
farne una forza politica che cambia il corso delle cose,

- della lotta tra le due linee che deve svolgersi in ogni partito
comunista per far compiere ai suoi membri la riforma intellettuale e
morale [13] indispensabile perché il partito sia capace di dirigere la
trasformazione della società e per preservare le sue file dall'influenza
della borghesia e del clero.

Il maoismo [14] è la conoscenza finalmente raggiunta dei limiti del
movimento comunista cosciente e organizzato che hanno impedito la
vittoria definitiva della classe operaia sulla borghesia nel corso della
prima crisi generale del capitalismo, nella prima parte del secolo XX.
Facendo tesoro della concezione comunista del mondo e delle lezioni
dell'esperienza, noi comunisti possiamo e dobbiamo riprendere il cammino
interrotto verso l'instaurazione del socialismo e verso il comunismo. Il
corso delle cose dipende da noi comunisti. Da più di 150 anni la storia
dell'umanità non dipende più principalmente dalla borghesia. La
borghesia è ridotta a cercare di prolungare la vita del suo sistema di
relazioni sociali soffocando, contenendo, disgregando e corrompendo i
partiti comunisti. Chi attribuisce ancora alla borghesia la direzione
della storia, anche se si dice comunista in realtà rinuncia ai compiti
dei comunisti, distoglie i comunisti dai propri compiti; di fatto
sostiene, come Oliviero Diliberto, Vladimiro Giacché, Fausto Sorini
(_Ricostruire il _ _partito comunista_, 2011), come i promotori del
Seminario Nazionale di Rete dei Comunisti (Roma, 18 giugno 2016 - _La
ragione e la forza. Il ruolo dei comunisti tra passato e futuro_), come
i promotori dell'Assemblea nazionale costituente di Bologna 24-26 giugno
2016 - _ Documento Politico - Ricostruiamo il partito comunista_) che
non sono ancora mature le condizioni oggettive necessarie per instaurare
il socialismo (e che non è possibile neanche intravedere quando saranno
mai mature), che quindi hanno sbagliato i bolscevichi di Lenin e Stalin
a prendere il potere in Russia nel 1917, a creare l'Unione Sovietica, a
scatenare la prima ondata della rivoluzione proletaria che nella prima
metà del secolo scorso ha invece, in realtà, cambiato il mondo.

I comunisti devono unirsi nel partito comunista. Ma non è la borghesia
che cambiando l'organizzazione del lavoro degli operai determina la
forma del partito comunista. Chi, come Rete dei Comunisti e tutti i
seguaci consapevoli o meno della scuola operaista (Panzieri, Tronti,
ecc.) e della Scuola di Francoforte (Marcuse, ecc.), cerca la forma del
partito comunista nell'organizzazione del lavoro imposta dalla borghesia
agli operai, è fuori strada, anche se si dichiara e pensa di essere
comunista. La forma del partito comunista la decidono i comunisti sulla
base della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro
storia e dei compiti del partito che deve mobilitare e guidare gli
operai a mobilitare il resto delle masse popolari e instaurare il
socialismo. Perché tra tutte le classi delle masse popolari la classe
operaia è quella più predisposta dalla posizione che occupa e dal ruolo
che svolge nella società attuale a recepire il messaggio dei comunisti e
ad attuarlo. Ogni proposito di cambiare il corso delle cose senza
mobilitare e organizzare la classe operaia è campato in aria: solo se
noi comunisti ce ne gioviamo, darà un contributo positivo alla
trasformazione di cui l'umanità ha bisogno.

Sono i limiti del movimento comunista cosciente e organizzato la causa
principale dei problemi attuali dell'umanità. I comunisti devono
elaborare dall'esperienza di tutta la storia dell'umanità la scienza
della futura umanità, del comunismo da cui inizierà una nuova era della
storia e devono portarla agli operai avanzati. Comunista può diventare
ogni individuo capace e disposto a compiere la riforma intellettuale e
morale necessaria per essere membro del partito comunista, a far tesoro
non solo della sua esperienza personale, ma dell'esperienza dell'intera
storia umana e portarla alle masse popolari, in primo luogo alla classe
operaia.

Questa è la scelta che oggi ognuno deve fare, per vivere una vita
dignitosa.

IMPADRONIRSI DELLA SCIENZA DELLE ATTIVITÀ CON CUI GLI UOMINI FANNO LA
LORO STORIA, SVILUPPARLA E USARLA PER INSTAURARE IL SOCIALISMO!

COSTITUIRE CLANDESTINAMENTE IN OGNI AZIENDA CAPITALISTA, IN OGNI AZIENDA
PUBBLICA, IN OGNI ISTITUZIONE E IN OGNI CENTRO ABITATO UN COMITATO DI
PARTITO PER ASSIMILARE LA CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO E IMPARARE AD
APPLICARLA CONCRETAMENTE OGNUNO NELLA SUA SITUAZIONE PARTICOLARE!

STUDIARE IL _ MANIFESTO PROGRAMMA [15] _DEL PARTITO È LA PRIMA ATTIVITÀ
DI CHI SI ORGANIZZA PER DIVENTARE COMUNISTA. STABILIRE UN CONTATTO
CLANDESTINO CON IL CENTRO DEL PARTITO È LA SECONDA. PROMUOVERE LA
COSTITUZIONE DI OO E OP E IL LORO ORIENTAMENTO A COSTITUIRE IL GBP È LA
TERZA.

OSARE SOGNARE, OSARE PENSARE, OSARE VEDERE OLTRE L’ORIZZONTE DELLA
SOCIETÀ BORGHESE, OSARE VINCERE!

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_],
aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle
del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del
Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_]. _

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