Re: [Hackmeeting] Una domanda/proposta di riflessione: siamo…

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著者: caparossa
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To: hackmeeting
題目: Re: [Hackmeeting] Una domanda/proposta di riflessione: siamo sul pezzo?
Il 08/06/2016, alle ore 19 scarph@??? dice:

> far comunicare comunita' esistenti. La comunicazione
> non FA la comunita', e' semmai uno degli strumenti di azione e di
> organizzazione della comunita' attraverso la quale un gruppo di persone
> articola la propria posizione sulla realta'. Quello che manca e' la
> componente autopoietica che alcuni degli strumenti tecnologici nei tempi
> andati possedevano.


amen, fratello. Sono d'accordo al 100% con te.

quello che volevo dire, parlando del mio 13enne - ma potrei serenamente
parlare del mio Comitato, quassù sulla montagna dove vivo - è che quando
arrivo ad hackit vedo e sento parlare di cose che poi, nella mia
quotidianità, praticamente non ci sono. E viceversa.

Che poi, in sostanza, è quello che dice Elettrico:

> insomma, per riassumere: non possiamo pensare di risultare interessanti
> perché non proponiamo niente che si agganci con quello che esiste,
> secondo me, però in fin dei conti è anche lecito fottersene, perché alla
> fine le persone fanno i loro percorsi, e magari i 13enni si faranno i
> loro, venendo all'hackmeeting e inorridendo i vecchi, o semplicemente
> evitandolo.


infatti: la mia era proprio una "visualizzazione", in qualche modo:
avere chiaro che tra il mio quotidiano di padre e di attivista, e il mio
essere della comunità hackit, c'è un abisso sempre più ampio.

e che se prima avevamo - noi acari del giro centrosocialista - se non
un'influenza, almeno una relazione forte con gran parte del mondo che
"faceva le cose" (centri sociali, collettivi, sindacati di base, gruppi
di affinità, e chi più ne ha più ne metta), oggi - mi pare - questa
influenza è sempre più risicata.

ma forse sbaglio, e questa mia visione è forzata dal vivere una
periferia arretrata, dove la roba tecnologica è ancora tale e non è
ancora diventata natura :-)

-- 
"un carabiniere mi disse: lottate lottate, che poi se vincete,
a noi ci mettono una stella rossa sopra il cappello
e vi picchiamo lo stesso".                          Roma, 1971
                          Guglielmo "Billi" Bilancioni