Autore: scarph Data: To: hackmeeting Oggetto: Re: [Hackmeeting] Una domanda/proposta di riflessione: siamo sul
pezzo?
Il 2016-06-08 16:39 caparossa ha scritto:
> nel '98, 99 00 01 02 etc etc producevamo roba innovativa, a tal punto
> che il giovane smanettone - ma anche il semplice interessato, non
> tecnoco, ma magari attivista affascinato dalla filosofia del software
> libero, interessato a tutelare la propria privacy, magari riuscendo a
> mettere su strumenti e servizi autonomi per se e per la propria
> comunità
> (ed ogni riferimento NON è assolutamente casuale) - arrivava ad hackit
> è
> trovava tutta la roba che IN QUEL MOMENTO veniva usata da se stesso,
> dai
> suoi compagni e anche di più.
>
> Oggi non mi pare che le cose stiano così. Se è vero, se non mi sbaglio
> (o se non mi sbaglio del tutto), questo mi pare un nostro problema, al
> di là di mio figlio, dei suoi amici o di chi non conosce ancora la
> nostra comunità.
provo a risponderti brevemente....
i servizi autonomi ci sono ancora, funzionano ed anche bene per tutto
cio' che puo' servire alla comunicazione in un eventuale comunita'
(gruppo politico, gruppo di affinita', fratellanze, sorellanze ecc.) ma
a quello servono: a far comunicare comunita' esistenti. La comunicazione
non FA la comunita', e' semmai uno degli strumenti di azione e di
organizzazione della comunita' attraverso la quale un gruppo di persone
articola la propria posizione sulla realta'. Quello che manca e' la
componente autopoietica che alcuni degli strumenti tecnologici nei tempi
andati possedevano. C'era una parte della tecnologia che, per come la
conoscevamo e per come la maneggiavamo, entrava a far parte della nostra
riappropriazione dei mezzi di produzione di soggettivita'. Gli strumenti
di oggi sono costruiti per essere eterodiretti, per essere normativi nel
campo della comunicazione, sono forgiati per l'autosfruttamento, per la
coazione a ripetere, per la comunicazione fine a se stessa e, a mio modo
di vedere, non possiamo decostruirli per costruisci una soggettivita'.
E' un'immensa e totale produzione di senso insensato che ci tiene sul
pezzo per alimentare la macchina che divora le nostre vite: il
capitalismo! Sussunzione reale, diceva il barbuto, di sicuro, catena di
montaggio del vivente, in ogni sua accezione e capacita, alienazione del
bios.
Nessuno spazio per soggettivita' autonome, autopoietiche, in
divenire....Questi spazi oggi probabilmente dobbiamo cercarceli da altre
parti
scusa la schematicita', l'apocalitticita' e il disagio ma io la vedo
cosi'
baci
s*