Autore: Marco A. Calamari Data: To: hackmeeting Oggetto: Re: [Hackmeeting] Una domanda/proposta di riflessione: siamo sul
pezzo?
On Wed, 2016-06-08 at 11:59 +0200, caparossa wrote: > Ciao a tutt@,
>
> premetto in questa mia email il mio ringraziamento a chi si è
> sbattut@
> perché anche quest'anno ci fosse hackit.
>
> È sempre una gioia infinita questi giorni con voi, con i
> compagni di un
> pezzo di vita importante, e che praticamente solo ad hackit
> riesco a vedere.
>
> Finite le smancerie arrivo all'argomento:
>
> quest'anno sono arrivato ad hackit con mio figlio, 13enne
...
> smartphonedotato, in perenne lotta con il device per combatterne
>
>
> Quindi ci troviamo di fronte ad una massa sempre maggiore di
> utenti
> quotidiani di dispositivi potenzialmente connessi alla rete (gli
> smartphone), che vengono usati per comunicare, senza che ci sia
> la
> consapevolezza (nella massa) di cosa, come e perché.
>
> Tutti 'sti ragazzi fossero venuti ad hackit si sarebbero rotti
> come mio
> figlio: non c'era nulla che gli parlava della loro quotidianità.
>
> Punto: la butto lì, uno spunto su cui - penso - sarebbe cosa
> buona e giusta riflettere.
Ciao carissimo,
quest'anno, ahime' questioni personali mi hanno impedito
anche solo di fare un passaggio, quindi e' mancata
l'annuale occasione di salutarsi.
L'argomento che introduci mi fa sbavare, come solo chi
ha passato molto tempo ad insegnare, ed ha anche tentato
di far lo zio di indigeni digitali quattordicenni, puo'
capire.
Cassandra ha ben riassunto la questione.
Hai presente quel vecchio film di SF di cui hanno
fatto due o tre remake, il titolo italiano
era "L'invasione degli ultracorpi".
Sembrano bambini od adolescenti, ma sono in realta'
marziani.
Sono simili a noi solo fisicamente, ma la loro mente si
e' formata aldifuori della lettura sequenziale e della
comunicazione con frasi piu' lunghe di 10 parole.
Questa IMNSHO e' la differenza, non il fatto che siano tutti
smarphonedipendenti ...
Mi associo alla voglia di andare avanti sulla questione.