[nuovopci] Contro l’Euro, contro l’UE e contro la NATO - Lot…

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Comunicato CC 8/2016 - 15 maggio 2016

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[6]_]

_A proposito del Convegno Nazionale promosso dalla Piattaforma Sociale
Eurostop sabato 21 maggio a Napoli_

Lotta proletaria e lotta piccolo-borghese
contro l'Euro, contro l'UE e contro la NATO

ORIENTARE E MOBILITARE GLI OPERAI E LE ALTRE CLASSI DELLE MASSE POPOLARI
A ORGANIZZARSI, A COORDINARSI, AD AGIRE LOCALMENTE SENZA RISERVE COME
NUOVE AUTORITÀ PUBBLICHE FINO A COSTITUIRE UN PROPRIO GOVERNO
D’EMERGENZA E FARLO INGOIARE AI VERTICI DELLA REPUBBLICA PONTIFICIA!

Spezzare le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti
europei, americani e sionisti costituendo un proprio governo
d'emergenza!

I promotori del Convegno [7] propongono di fare "una vera e propria
'operazione verità' rispetto alla posta in gioco attuale, ovvero porre
la necessità della rottura con l'Unione Europea come spartiacque e
discriminante rispetto ad altre ipotesi riformiste emerse negli ultimi
mesi in una sinistra che continua, nonostante tutto, a difendere
l'impianto complessivo dell'Unione Europea di cui al massimo mette in
discussione alcune caratteristiche" (libera citazione dall'articolo _
Italexit. Una prospettiva che si può subire o sovvertire [8]_ della
redazione di _Contropiano_ 3 maggio 2016: da esso traiamo anche le
citazioni che seguono, se non detto altrimenti).

Se il Convegno di limiterà a dimostrare, sia pure con ricchezza e
varietà di argomenti, ciò che è evidente, ossia

- che l'UE è una gabbia per le masse popolari dei paesi europei e un
nemico per le masse popolari degli altri paesi,

- che la borghesia imperialista franco-tedesca l'ha creata (con il
concorso degli altri gruppi imperialisti europei) per "disciplinare il
mercato del lavoro e distruggere i servizi e le infrastrutture sociali"
e che questo compito finora lo ha in effetti assolto e lo sta
assolvendo,

il contributo che il Convegno darà alla lotta delle masse popolari del
nostro paese non sarà rilevante, tanto la cosa è evidente e nota. L'UE è
una gabbia per le masse popolari europee come lo Stato Federale USA lo è
per le masse popolari americane e ambedue agiscono come gendarmi di
tutti i popoli in ogni angolo del mondo, fomentatori di guerre, di
oppressione, di migrazione, di miseria e della distruzione del pianeta.
Non a caso l'insofferenza e la ribellione dilagano nel mondo. Il
problema da risolvere è che dilagano senza un obiettivo realistico e una
direzione efficace e che finché non avremo risolto questo problema esse
non vinceranno e la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti
europei, americani e sionisti continuerà a imporre all'umanità il
catastrofico corso delle cose che già impone.

Il Convegno darà invece un contributo importante se si applicherà a dare
una risposta alla questione di cosa fare per cambiare il corso delle
cose: quali classi hanno interesse a cambiarlo, come possono farlo, come
mobilitarle per farlo.

Anzitutto, da dove viene l'attuale catastrofico corso delle cose?

Da quando all'incirca quaranta anni fa si è esaurita la prima ondata
della rivoluzione proletaria messa in moto dalla Rivoluzione d'Ottobre
1917 ed è incominciata la seconda crisi generale del capitalismo, il
programma comune della borghesia imperialista è l'eliminazione dei
progressi che le masse popolari le avevano strappato in termini di
partecipazione alle istituzioni della democrazia borghese e di
miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro nei paesi
imperialisti e di indipendenza nazionale nelle colonie e semicolonie. Le
misure sono varie e i tempi sono diversi da paese a paese ma il percorso
è lo stesso. In questi mesi con Hollande in Francia e con Renzi in
Italia sta cercando di recuperare il ritardo rispetto al corso delle
cose iniziato in Gran Bretagna con Margaret Thatcher (1979) e proseguito
con Tony Blair (1997), negli USA con Ronald Reagan (1981), in Germania
con Gerhard Schröder (1998): il corso delle cose codificato nel Trattato
di Maastricht (1992, con Jacques Delors presidente della Commissione
Europea). La borghesia imperialista non può fare altro, questo è il
percorso che deve compiere e imporre perché essa è un mostro mosso non
dalla conoscenza dell'obiettivo verso cui va (il 'piano del capitale
[9]' è fantasia sbandierata per dar credito ai contropiani della
sinistra borghese) ma dalla risultante degli scontri e concorsi di
individui e gruppi ognuno dei quali deve nonostante la crisi generale
del sistema capitalista valorizzare il capitale che amministra. La
proprietà privata capitalista non ammette altra strada. Nel vortice
catastrofico che la seconda crisi generale del capitalismo scava sono
gradualmente trascinati anche i primi paesi socialisti come la Cina, il
Vietnam, Cuba che hanno rinunciato ad agire come base rossa mondiale
della rivoluzione proletaria ma non si sono ancora completamente
integrati nel sistema imperialista mondiale, ognuno per molte buone
ragioni visto il ruolo che gli sarebbe riservato. A cento anni dalla
prima guerra mondiale (1914-1918), nelle relazioni internazionali la
parola è di nuovo al riarmo e alla diplomazia segreta e in ogni paese la
massa della popolazione regredisce a condizioni che quanto a diritti,
servizi e infrastrutture sociali sono quelle di un secolo fa, ma in
pratica sono peggiori perché il sistema economico si è fatto ovunque e
in ogni campo più collettivo, gli uomini sono oggi sette miliardi invece
di due, la potenza delle forze produttive e delle armi è ingigantita.
Solo la ripresa della rivoluzione proletaria, cioè della rivoluzione
socialista nei paesi imperialisti e della rivoluzione di nuova
democrazia nei paesi arretrati e oppressi, offre all'umanità una via
d'uscita dal vortice e aprirà una nuova era di progresso.

In questo contesto i promotori del Convegno di Napoli chiamano a
sostenere la causa dell'uscita dall'Unione Europea e dell'abbandono
dell'Euro e della NATO contro quella parte della "sinistra che sostiene
l'impianto complessivo dell'Unione Europea di cui al massimo contesta
alcuni aspetti". In effetti in tutti i paesi europei la questione "UE sì
o UE no", "Euro sì o Euro no" occupa la mente e riempie i progetti e le
dissertazioni della sinistra borghese.

Noi comunisti non usiamo l'espressione "sinistra borghese" come un
insulto: la usiamo per indicare l'insieme degli individui, degli
organismi e dei movimenti che sono preoccupati e insoddisfatti e i più
generosi perfino indignati delle condizioni in cui il corso delle cose
confina la massa dell'umanità e delle prospettive catastrofiche verso
cui la costringe, ma nei loro progetti e obiettivi di trasformazione
della società non oltrepassano l'orizzonte della società borghese:
divisione in classi sociali e proprietà privata dei mezzi di produzione.
Anche per la sinistra borghese 'la storia è finita': la specie umana ha
raggiunto l'apice del suo sviluppo oltre il quale non c'è dove andare.
In tutte le società imperialiste, per precisi motivi attinenti alle
caratteristiche dell'imperialismo e alla storia che abbiamo alle spalle,
la sinistra borghese oggi è di regola una parte numerosa e influente
della popolazione e in particolare lo è in Italia. Stante la sconfitta
subita dal movimento comunista nel suo primo assalto al cielo, le sue
illusioni, narrazioni e fantasie dominano largamente anche tra le masse
popolari. Ed è più il veleno che riversa nelle menti e nei cuori, idee
che travisano la realtà e sentimenti che deviano dalla rivoluzione
socialista e persino dalla lotta di classe e conducono in vicoli ciechi,
demoralizzano e paralizzano, che quello che di positivo dà alle masse
popolari con le sue denunce dei mali presenti.

Tuttavia la sinistra borghese è oggi ancora una forza politica perché
gode di prestigio, seguito e credito presso le masse popolari e dispone
di molte leve dell'attività sociale. Quindi sbagliano quei comunisti che
non danno rilievo al ruolo importante che può svolgere a favore della
rivoluzione socialista, perché o riusciremo a farglielo svolgere e la
rivoluzione socialista avanzerà anche con il suo concorso o se non lo
svolgerà la sua influenza sulle masse popolari declinerà e la
rivoluzione socialista si svilupperà lungo altre vie.

Nei paesi imperialisti europei l'ala sinistra della sinistra borghese è
evidentemente per rompere con l'Unione Europea e con l'Euro e perfino
con la NATO. A questa ala appartengono i promotori del Convegno di
Napoli. Alcuni di loro certamente pensano in cuor loro addirittura di
giocare d'astuzia con la storia: che una volta sfasciata l'UE grazie ai
contrasti crescenti tra i gruppi imperialisti americani e quelli
franco-tedeschi e anche tra questi ultimi, all'evidenza delle malefatte
dell'UE e al concorso di masse disorganizzate e animate da contrastanti
pregiudizi e illusioni e ancora sedotte dai progetti della sinistra
borghese, cioè una volta realizzato una parte del programma
rivoluzionario cominciando dalla parte più "accessibile", più
"popolare", più accettabile per la piccola borghesia e per il senso
comune, la massa della popolazione si renderà conto che se si ferma a
questo risultato non cambia nulla, che occorre andare oltre, che occorre
metter mano ai pilastri della società borghese: la proprietà privata dei
mezzi di produzione e delle altre forze produttive, il ruolo assunto dal
capitale bancario, finanziario e speculativo, il predominio dei ricchi e
del clero in ogni campo della vita sociale. Alcuni dei promotori del
Convegno certamente sono mossi addirittura da una confusa fiducia che
prima o poi una rivoluzione socialista scoppierà.

Abbiamo già visto nel passato, nella prima parte del Novecento, alla
vigilia e nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria, il
risultato nefasto di simili concezioni. Il tratto comune ai migliori tra
gli esponenti dell'ala sinistra della sinistra borghese è un bilancio
sbagliato delle cause della sconfitta subita dal movimento comunista nel
suo primo assalto al cielo. Il nucleo del bilancio che essi fanno è che
masse arretrate hanno tarpato le ali a elite comuniste che volavano
alto, secondo alcuni addirittura troppo alto. Se vogliamo restare a una
semplificazione sintetica del bilancio della prima ondata, la realtà è
esattamente il contrario: sono i gruppi dirigenti dei partiti comunisti
degli USA e dei paesi imperialisti europei che nel corso della prima
crisi generale del capitalismo non hanno saputo porsi alla testa del
movimento e sviluppare lo slancio rivoluzionario delle masse popolari
dando ad esse obiettivi e forme adeguate a conquistare una vittoria dopo
l'altra, elevando il loro slancio da una vittoria a un'altra fino a
instaurare il socialismo. Questa verità risulta evidente nella storia
dei fermenti rivoluzionari nell'Inghilterra, nella Germania e
nell'Italia del primo dopoguerra, del New Deal negli USA di F.D.
Roosevelt (1932-1945), dei governi di Fronte Popolare in Spagna e in
Francia (1936-1939), nella storia della Resistenza in Italia e in
Francia. Quei gruppi dirigenti non hanno saputo guidare il movimento
operaio a superare quei tratti che nel periodo precedente alla prima
crisi generale del capitalismo, nella seconda metà dell'Ottocento, erano
stati fattori del suo sviluppo: la rivendicazione di miglioramenti
economici nell'ambito del capitalismo e la partecipazione alle
istituzioni della democrazia borghese. Proprio questi fattori nella
situazione rivoluzionaria determinata dalla crisi generale del
capitalismo nella prima parte del Novecento erano diventati vestiti
paralizzanti da cui bisognava liberarsi. Sono i gruppi dirigenti dei
partiti comunisti dei paesi imperialisti che non sono andati oltre
quella "spruzzatina di spirito rivoluzionario" in cui già Lenin (_Note
di un pubblicista_, febbraio 1922 - Opere vol. 33) ravvisava
sinteticamente i limiti da cui dovevano liberarsi. Limiti che, per
quanto riguarda il movimento comunista del nostro paese, vennero
apertamente alla luce non appena il XX Congresso del Partito Comunista
dell'Unione Sovietica (1956) liberò il gruppo dirigente del PCI dalla
morsa costituita dallo slancio combattivo e rivoluzionario delle masse
popolari e dalla spinta che il partito comunista sovietico diretto da
Stalin imprimeva a tutto il movimento comunista proprio perché si
combinava con lo slancio rivoluzionario del proletariato dei paesi
imperialisti e dei popoli oppressi delle colonie e semicolonie.

A parte queste verità che sono alla base della linea che perseguiamo per
promuovere la rinascita del movimento comunista, sono gli avvenimenti
politici di questi anni, le lotte generose ma inconcludenti condotte in
molti paesi imperialisti, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dalla
Spagna alla Grecia e in corso in questi giorni in Francia, che insegnano
che la sinistra borghese può e deve svolgere un ruolo per cambiare il
corso delle cose ma che questo ruolo consiste nell'orientare e
mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari a
organizzarsi, nel sostenerli negli sforzi e nelle iniziative che qui e
là essi già fanno in questo senso. Realisticamente sono i soli in grado
di rompere con l'UE, l'Euro e la NATO. È con essi che l'ala sinistra
della sinistra borghese deve fare i conti.

La denuncia del carattere antipopolare costitutivo della UE, della NATO
e delle loro varie istituzioni certo è indispensabile, lo smascheramento
delle illusioni di riformarle altrettanto, ma allo stesso titolo per cui
bisogna denunciare le istituzioni nazionali del dominio della borghesia
e smascherare le illusioni di riformarle che nel nostro paese portano
gruppi e individui a disperdere ed esaurire le loro energie nelle
istituzioni della Repubblica Pontificia, a proporsi di fare da sponda
delle lotte rivendicative delle masse popolari nelle istituzioni della
Repubblica Pontificia, secondo la famigerata concezione della "sponda
politica" delle lotte delle masse popolari che paralizza o devia in
vicoli ciechi l'attività dei gruppi della sinistra borghese di vecchio
stampo (quella che per qualche via deriva dall'esaurimento del vecchio
movimento comunista) e del Movimento 5 Stelle (in un'epoca diversa il
vecchio PCI di Togliatti ha fatto effettivamente da sponda delle lotte
delle masse popolari nelle istituzioni della Repubblica Pontificia, ma
oggi simile parola d'ordine è solo una chiacchiera).

A chi i promotori del Convegno vogliono dimostrare che l'UE è una
gabbia? Chi chiamano a demolirla?

I promotori del Convegno sorvolano su questo aspetto importantissimo del
progetto che schizzano, come se fosse un dettaglio trascurabile. Ma il
fatto che non parlino di questo aspetto decisivo, denota un legame
ideale con le classi dominanti: per queste è regola che la storia si fa
alle spalle delle masse popolari. Comunque, nonostante la discrezione
dei promotori del Convegno le loro intenzioni trapelano per chi vuole
vederle. L'articolo di _Contropiano_ sopra citato tratta Jacques Sapir
come un'autorità indiscussa (la sua parola vale come dimostrazione)
della concezione a cui i promotori del Convegno si ispirano e Jacques
Sapir è meno reticente e vago di loro. Nel suo articolo _ Sortir de
l'Euro [10]_ (14 aprile 2014 - http://russeurope.hypotheses.org/)
illustra esplicitamente e dettagliatamente perché e come la borghesia
imperialista francese deve rompere con l'UE. Lasciamo perdere la
superficialità intellettuale (comune a gran parte dei teorici della
sinistra borghese) di J. Sapir che non si chiede perché invece la
borghesia imperialista francese ha insistito (addirittura violando la
volontà espressa dalla popolazione francese nel referendum del 2005) e
insiste a mantenere in piedi l'UE. Se una cosa esiste contro tutte le
buone ragioni per cui a mio parere non deve esistere, se non sono un
cialtrone mi chiedo e spiego perché tuttavia esiste. Lasciamo perdere,
dicevamo perché qui ci basta rilevare che abbiamo buone ragioni di
ritenere che i promotori del Convegno affidino anch'essi alla borghesia
imperialista italiana, Renzi o non Renzi, comunque ai vertici della
Repubblica Pontificia la missione di rompere con l'UE, un'impresa di cui
si premurano di dimostrare che è possibile e vantaggiosa per quelli che
essi chiamano a compierla oltre che per le masse popolari, in conformità
con l'interclassismo (la non distinzione tra interessi di classe, la
sottovalutazione del ruolo delle classi in ogni grande trasformazione
sociale) che caratterizza la sinistra borghese.

Agli interessi di quale classe è dovuta la nascita dell'UE? Agli
interessi di quale classe risponde la sua esistenza? Quale classe si
ostina e ha interesse a tenerla in vita? Tutte domande a cui i promotori
del Convegno devono rispondere.

La sinistra borghese avrà un ruolo positivo, il prestigio, il seguito e
l'autorità di cui ancora gode presso le masse popolari avranno un ruolo
costruttivo della nostra storia futura, solo se essa si dedicherà a
orientare e mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari
perché costituiscano organismi, formino reti di organismi e rendano il
paese ingovernabile alle autorità della Repubblica Pontificia, fino a
costituire un proprio governo d'emergenza e farlo ingoiare ai vertici
della Repubblica Pontificia.

Per imporre questo corso delle cose contro la borghesia imperialista, la
sinistra borghese ha e può avere un ruolo importante. In Italia abbiamo
già visto nel 2010 quanto celermente le masse popolari si sono su larga
scala mobilitate quando la FIOM di Maurizio Landini si mise alla testa
della resistenza al piano Marchionne. Molti Comunicati diffusi dal CC
del nostro Partito tra il 2 aprile 2010 [11] e il 5 maggio 2011 [12]
illustrano questi eventi. Nella primavera del 2013 abbiamo già visto
(Comunicati CC dal 20 marzo 2013 [13] al 20 aprile 2013 [14]) quanto
ampia si delineava la mobilitazione delle masse popolari quando il M5S
di Beppe Grillo chiamò alla resistenza contro il colpo di Stato bianco
(istituzionale) perpetrato da Giorgio Napolitano. È cosa del tutto
secondaria occuparsi qui delle caratteristiche psicologiche e culturali
individuali che portarono nel dicembre 2010 Maurizio Landini e nel marzo
2013 Beppe Grillo ad abbandonare l'impresa che senza rendersene
pienamente conto avevano scatenato. Importante è capire che se il
movimento popolare che i due organismi con largo seguito, la FIOM in un
caso e il M5S nel secondo, avevano messo in moto avesse avuto le
caratteristiche e la forza necessarie per prendere in mano il paese, i
capi di quegli organismi o sorretti dal concorso dell'organismo di cui
erano alla testa avrebbero proseguito la marcia iniziata o sarebbero
stati scavalcati da altri membri dello stesso organismo, perché né in un
caso né nell'altro avrebbero potuto liquidare il movimento che avevano
lanciato: lezione che è ben illustrata nel Comunicato del P.CARC che
abbiamo ripreso nel Comunicato CC 7/2016 [15]. Ecco mostrato come è
possibile arrivare a costituire e far ingoiare ai vertici della RP un
governo d'emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di
Blocco Popolare [16], da due esempi pratici, storici, che molti nostri
lettori sono in grado di studiare per verificare la verità di quello che
diciamo, che alcuni dei nostri lettori hanno vissuto di persona e quindi
sono in grado di valutare in tutti gli aspetti importanti ai fini della
valutazione che noi diamo di essi.

Risulta quindi evidente che il fattore decisivo, a cui deve lavorare chi
vuole rompere con l'UE, l'Euro e la NATO è l'orientamento e
l'organizzazione degli operai e delle altre classi delle masse popolari.
Risulta evidente che la sinistra borghese può contribuire in modo
positivo alla nostra storia futura solo assumendo oggi, da subito, il
compito che sopra abbiamo indicato. È infatti inevitabile che i centri
nazionali della sinistra borghese che già godono di autorità, seguito e
prestigio presso le masse popolari prima o poi, per non perdere la forza
di cui vivono, si lanceranno nuovamente in avventure come quella in cui
si lanciarono la FIOM di Landini nel 2010 e il M5S di Grillo nel 2013.

Questa è la dinamica grazie alla quale il Convegno di Napoli può dare un
contributo allo sviluppo della rivoluzione socialista nel nostro paese,
quali che siano le intenzioni e concezioni dei suoi promotori.

Il primo paese che romperà le catene della Comunità Internazionale dei
gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà anche alle
masse popolari degli altri paesi la via per rompere con l'attuale
disastroso corso delle cose e si gioverà della loro solidarietà.

Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l'orizzonte della
società borghese!

Scuotersi di dosso la rassegnazione che porta a cercare soluzioni
cambiando di sindacato!
Rilanciare su scala più ampia l'offensiva degli operai avanzati e dei
delegati combattivi!
Battere la controffensiva della destra sindacale della FIOM e della
CGIL!
Dieci, cento, mille coordinamenti operai e popolari come quello dei
lavoratori FCA del Centro-Sud!

Impadronirsi della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la
loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo!

Costituire clandestinamente in ogni azienda capitalista, in ogni azienda
pubblica, in ogni istituzione e in ogni centro abitato un Comitato di
Partito per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad
applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare!
Studiare il _ MANIFESTO PROGRAMMA [17] _DEL PARTITO È LA PRIMA ATTIVITÀ
DI CHI SI ORGANIZZA PER DIVENTARE COMUNISTA. STABILIRE UN CONTATTO
CLANDESTINO CON IL CENTRO DEL PARTITO È LA SECONDA. PROMUOVERE LA
COSTITUZIONE DI OO E OP E IL LORO ORIENTAMENTO A COSTITUIRE IL GBP È LA
TERZA.

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_],
aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle
del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del
Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html_]. _

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