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Aihe: [RSF] Fwd: [Nonviolenza] Con vivissima preghiera di ulteriore diffusione
---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: nbawac@???
Data: 09/mag/2016 15:11
Oggetto: [Nonviolenza] Con vivissima preghiera di ulteriore diffusione
A: nonviolenza@???
Cc:



RINSAVISCA LA MINISTRA. IL GOVERNO RECEDA DALLA FOLLE E CRIMINALE DECISIONE DI DISPIEGARE CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI ALLA DIGA DI MOSUL



La Ministra della Difesa ha dichiarato oggi che l'Italia dispieghera' entro poche settimane centinaia di soldati alla diga di Mosul.

E' una decisione folle e criminale.

Mesi addietro, quando il Presidente del Consiglio dei Ministri aveva annunciato per la prima volta una tale insensata e sciagurata decisione, un vasto movimento d'opinione espresse le ragioni per cui occorreva che il governo italiano recedesse da tale intenzione i cui possibili esiti terribilmente funesti sono a tutti evidenti.

*

Scrivevamo il 29 dicembre 2015 alla stessa Ministra:

"Lei sa che l'Italia in Iraq e' ricordata come uno dei paesi che ha preso parte ai bombardamenti nella prima guerra del Golfo e all'occupazione militare successiva alla seconda; lei sa che i soldati italiani in Iraq sono gia' stati vittime di un attentato stragista a Nassiriya; lei sa che Mosul e' nelle mani dell'Isis e che l'Isis non perdera' l'occasione che gli si offre di poter far strage di soldati italiani ricavandone anche propaganda e consenso tra quanti ci vedono come "invasori crociati" o "occupanti colonialisti ed imperialisti, razzisti e rapinatori, stragisti e torturatori" (naturalmente noi crediamo bene di non esserlo affatto, ma in Iraq purtroppo siamo stati parte di una coalizione bellica e di occupazione che ha commesso atroci ed infami crimini di guerra e crimini contro l'umanita', e quindi inevitabilmente da molte, moltissime persone veniamo percepiti cosi').

Lei sa quindi che la decisione di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul espone gratuitamente ed assurdamente a un enorme rischio i nostri soldati, e con essi i lavoratori della diga e le popolazioni nei dintorni e a valle della diga, e finanche i cittadini italiani nel nostro stesso paese poiche' la presenza di soldati italiani a Mosul rendera' anche il nostro paese bersaglio privilegiato di attentati dei terroristi dell'Isis o che all'Isis si richiamano.

Per tutto cio' e' necessario recedere al piu' presto dalla decisione del dispiegamento di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, che lungi dal garantire adeguata protezione alle maestranze civili, le espone vieppiu' alla furia omicida dei terroristi che in tutti i modi cercheranno di fare strage dei nostri soldati, dei nostri connazionali, di quanti si troveranno nelle nostre vicinanze.

L'Italia puo' e deve contribuire a contrastare il terrorismo, ma inviare truppe italiane in Iraq e' assolutamente irragionevole ed effettualmente controproducente; la nostra presenza militare invece di contrastarli favorira' gli apocalittici disegni, gli scellerate crimini e l'abominevole propaganda degli assassini dell'Isis; e mettera' in pericolo, in estremo pericolo, le vite di tanti innocenti, militari e civili.

Altro e' cio' che possiamo e dobbiamo fare: non atti di guerra o percepiti come tali, non l'insensata esposizione di altre persone al massacro, ma il sostegno a un'azione di polizia internazionale adeguata, un indispensabile aiuto umanitario alle popolazioni vittime dell'organizzazione terrorista e schiavista dell'Isis, un contributo economico e politico alla ricostruzione in Iraq come in Siria come in Libia di infrastrutture e servizi sociali fondamentali nel quadro di ordinamenti giuridici legittimi, democratici, rispettosi dei diritti umani".

Questo scrivevamo alla Ministra della Difesa sul finire dello scorso anno, sperando di essere ascoltati.

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Oggi la Ministra della Difesa conferma invece quella decisione stoltissima, rischiosissima e sciaguratissima; oggi la Ministra della Difesa assurdamente, irresponsabilmente, scandalosamente conferma la volonta' irrazionale, immorale ed illecita di correre il rischio di esporre gratuitamente alla morte innumerevoli vite umane innocenti.

Rinnoviamo la nostra opposizione e chiamiamo tutte le persone di volonta' buona, le associazioni e le istituzioni democratiche ad opporsi a questa folle e criminale decisione; chiediamo ancora una volta che il governo receda immediatamente da una decisione pericolosissima, insensata e scellerata.



Il "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"



Viterbo, 9 maggio 2016



Mittente: "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul", presso il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@???, centropacevt@???, centropaceviterbo@???



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Una minima notizia sul "Comitato nonviolento per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul"

Il comitato si prefigge di:

1. opporsi all'invio di centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, e quindi interloquire con il Governo, il Parlamento e il Presidente della Repubblica affinche' la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio dei Ministri sia revocata dallo stesso governo, ovvero respinta dal parlamento, ovvero non ratificata e quindi vietata dal capo dello stato;

2. esprimere questa opposizione con l'unico scopo di salvare vite umane;

3. agire unicamente in forme e con metodi rigorosamente nonviolenti, assolutamente rispettosi della dignita' e dell'incolumita' di tutte le persone;

4. riaffermare l'opposizione a tutte le guerre e a tutte le uccisioni;

5. riaffermare l'impegno a difendere la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Alle persone ed alle associazioni che vogliono impegnarsi in questa iniziativa per la revoca della decisione governativa di inviare centinaia di soldati italiani alla diga di Mosul, il comitato propone:

a) di scrivere al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministri, ai Parlamentari, al Presidente della Repubblica per chiedere che il governo receda da quella decisione;

b) di invitare altre istituzioni, associazioni, persone, mezzi d'informazione ad impegnarsi al medesimo fine;

c) di promuovere incontri ed iniziative di informazione e coscientizzazione al medesimo fine;

d) di esprimersi e di agire in modi esclusivamente nonviolenti, nel rispetto della verita' e della dignita' umana di tutti gli interlocutori;

e) di essere sempre assolutamente chiari nell'opposizione a tutte le guerre, a tutte le uccisioni, a tutte le violazioni dei diritti umani.



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