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_ AVVISO AI NAVIGANTI 60_
26 febbraio 2016
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In morte di Umberto Eco
DOTTI IMBECILLI, VECCHIE COMARI, NANI E BALLERINE
IL PROLETARIATO DEVE VALUTARE OGNI UOMO DAI RISULTATI DELLA SUA ATTIVITÀ
La morte il 19 scorso di Umberto Eco (1932-2016) ha messo in risalto un
tratto caratteristico della sinistra borghese e della cultura
predominante della nostra epoca (che è la cultura con cui la classe
dominante cerca di distogliere le masse popolari dalla lotta di classe).
Un tratto che avevamo già indicato in occasione della morte e della
celebrazione di Pietro Ingrao (Avviso ai naviganti 56 [8] - 30 settembre
2015).
Grandi uomini (e i portavoce della sinistra borghese ce ne propinano
almeno uno al mese) avrebbero prosperato e operato nel nostro paese
mentre noi con l'umanità intera andavamo a infilarci nella catastrofe di
cui anche gli esponenti della sinistra borghese deplorano la gravità e
da cui loro non vedono via d'uscita.
Quali sono i meriti per cui nei giorni scorsi hanno proposto Umberto Eco
alla venerazione del pubblico e per cui Eco dovrebbe passare alla
storia?
Eco ha parlato e scritto di tutto e di tutti con grande successo di
mercato in Italia e negli altri paesi imperialisti, è stato un
professore facondo e ben remunerato, ha scritto contemporaneamente sul
_Corriere della sera_ con nome proprio e con uno pseudonimo su_ il
manifesto_ quando questo giornale si spacciava (che chi disapprova
questo termine guardi ai risultati!) come portavoce dei promotori del
rinnovamento del movimento comunista e ... cosa ha insegnato Eco ai suoi
contemporanei? In cosa, con il genio che i portavoce della sinistra
borghese gli attribuiscono, ha aiutato i suoi contemporanei a migliorare
la propria esistenza e a capire se stessi e il corso delle cose in cui,
che lo volessero o meno, erano comunque coinvolti?
Era Eco che se la faceva con tutti (il denaro non ha odore!) o è che _il
manifesto_ e _Corriere della sera_ erano "la voce del padrone" in
versioni destinate a pubblici diversi?
Che _il manifesto_ si vanti di aver avuto come apprezzato collaboratore
uno scrittore del _Corriere_, è una piccola cosa che anch'essa conferma
il carattere interclassista dell'ispirazione del foglio, il ruolo
anticomunista che ha avuto nella storia del nostro paese, il contributo
che ha dato alla deriva e al declino del movimento comunista e
all'esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria che la
Rivoluzione d'Ottobre e la costituzione dell'Unione Sovietica avevano
sollevato in tutto il mondo.
La devota Valentina Pisanty sopravanza tutti e su _il manifesto_ (21
febbraio, pag. 2) ricorda con grande ammirazione che Eco "in un
memorabile articolo del 1997" ha scritto: "Solo allora, alla fine, avrai
la stravolgente rivelazione che tutti sono coglioni. A quel punto sarai
pronto per l'incontro con la morte" e conclude scrivendo: "Il 19
febbraio Umberto Eco ha concluso la sua personale lotta contro la
stupidità universale. Oggi tocca a noi continuare a vivere". Non precisa
Pisanty se Eco escludeva anche lei, sua amica, dall'universo dei
coglioni e quindi lei si considera la superstite condannata vivere
ancora nell'universo dei coglioni o se lei stessa si considera uno dei
coglioni da cui solo Eco si distingueva!
Ben a ragione, riferendosi agli scritti degli equivalenti delle
Valentina Pisanty e dei Valentino Parlato di oggi che negli anni
successivi alla sconfitta della rivoluzione russa del 1905 sdottoravano,
si contorcevano e piagnucolavano nelle riviste e nei giornali
dell'opposizione russa, Lenin diceva che nei loro scritti la pornografia
aveva sostituito la teoria.
Per far fronte al catastrofico corso delle cose che travolge il nostro
paese e l'intera umanità, per instaurare finalmente il socialismo nei
paesi imperialisti, abbiamo un grande bisogno di conoscere. Il comunismo
è il sistema di relazioni sociali che gli uomini devono instaurare
perché la società borghese ne è gravida, continuerà a contorcersi e
dolersi finché non partorisce. Oggi l'umanità intera è asservita a un
sistema di relazioni sociali ereditato dal passato, del tutto sorpassato
e inadeguato alle sue attuali condizioni materiali e spirituali. Le sue
forze produttive sono enormemente più potenti che nel passato e per
farle funzionare a proprio vantaggio gli uomini devono gestirle in modo
unitario: il funzionamento di ogni parte dipende dal funzionamento delle
altre parti, sono diventate collettive. Invece la società borghese si
basa sul modo di produzione capitalista, gestisce ancora le forze
produttive come proprietà private di individui e di imprese. Il
risultato è quello che viviamo. È analogo a quello che avremmo se
l'attuale traffico stradale o l'attuale traffico aereo si svolgessero
senza criteri e codici, come quando ci si spostava a piedi o a cavallo,
ogni veicolo fosse costruito badando solo alla velocità che può
raggiungere e il pilota di ogni veicolo dovesse solo o principalmente
badare ad arrivare alla sua meta prima che gli riesce: chi ci mette più
tempo degli altri è eliminato.
I sostenitori del sistema sociale capitalista che l'umanità ha costruito
avanzando a tentoni negli ultimi dieci secoli a partire da condizioni
pratiche ben diverse delle attuali, chiamano noi veterocomunisti. In
realtà essi sono fautori della perpetuazione di un sistema ben più
vecchio del movimento comunista. Questo è nato dalla lotta contro il
sistema sociale capitalista che loro vogliono perpetuare. Il "traffico"
è cresciuto in una misura che dieci secoli fa nessuno nemmeno
immaginava, ma essi si ostinano a impedirne la regolazione. Essi hanno
una concezione del mondo confacente con quel sistema primitivo (la
concezione borghese del mondo) o addirittura più vecchia (la concezione
clericale del mondo).
Instaurare il socialismo è un'impresa nuova per gli uomini ma del tutto
possibile, oltre che necessaria. Ma gli uomini riescono a instaurarlo
solo se si guidano con la scienza delle attività con cui essi hanno
fatto e fanno la loro storia, la concezione comunista del mondo.
Elaborare questa scienza e applicarla all'opera è il compito principale
dell'umanità nella nostra epoca. Su questo si cimentano gli uomini di
genio nella nostra epoca.
Come diceva Marx nell'ultima delle sue undici Tesi su Feuerbach (1845)
parlando dei filosofi più ingegnosi: "I filosofi hanno soltanto dato
diverse interpretazioni del mondo, ma invece si tratta di cambiarlo".
La sinistra borghese incita a celebrare come "grandi uomini" individui
che si sono dispersi in opere del tutto secondarie, quando non diversive
o grettamente egoiste. La casa brucia e loro si sono dedicati alla
musica o alla danza. Le masse popolari possono instaurare il socialismo.
Instaurare il socialismo è possibile oltre che necessario, ma richiede
energia e ingegno, arte e scienza: la borghesia e il clero fanno di
tutto per impedire che le masse popolari vi accedano.
Instaurare il socialismo dipende da noi comunisti!
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