On Thu, Feb 11, 2016 at 05:16:08PM -0300, Elettrico wrote: >Il 10/02/2016 05:43, brno ha scritto:
>> si e' vero, pero' io penso ci sia una piccola differenza tra la pratica
>> mediattivista e quella di vita quotidiana,
>> ovvero se sono a una manifestazione/corteo/etc. ho bisogno del realtime
>> (che poi e' sempre vero?), mentre invece quando
>> vado al bar con gli/le amici/he o a casa di amici/he o recarmi a lavoro,
>> etc. non ho sta grossa necessita' di stare sul
>> pezzo e quindi farmi tracciare i movimenti quotidiani e ripetuti..
>
>però i movimenti quotidiani ripetuti non è che abbisognano di molta
>tecnologia per essere tracciati. anzi. vai tutti i giorni allo stesso
>ristorante e lo scoprono (basta che ti seguano un paio di volte e
>chiedano al tipo del ristorante), vanno lì, ci piazzano una cimice, e
>sticazzi del tuo cellulare e della non tracciabilità.
<sbuffo>
ah vabbè ma è tipo il gioco dell'oca, ogni volta che uno dice una cosa
sul tema arriva la grande dritta che riporta la discussione indietro di
30anni.
</sbuffo>
Il fatto è che le tecnologie di tracciamento rendono il tracciamento più
economico e meno rischioso. Ad esempio io potrei notare di essere
pedinato, e questo per chi mi pedina è un mezzo disastro perché allora è
probabile che io da domani metterò il quadruplo delle paranoie. Oppure
il proprietario del ristorante potrebbe dirmi che gli hanno chiesto
cose.
Quando costringi il sorvegliante a tornare alle tecnologie di
tracciamento più costoso, guadagni il fatto che il costo scala meno,
le informazioni sono sostanzialmente impossibili da analizzare in grande
scala e più sorvegli, più rischi di vanificare tutto.
Inoltre in molti casi l'indagine _parte_ dal digitale per cercare
un'identità, quindi non possono pedinarti perché non sanno (ancora) chi
sei.