[Storiaorale] nuovo numero de "l'impegno"

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Autor: Istituto storia Resistenza e società contemporanea Bi-Vc-Vals
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Assunto: [Storiaorale] nuovo numero de "l'impegno"
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea
nel Biellese, nel Vercellese e in Valsesia
Aderente all'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia "Ferruccio Parri"
13019 Varallo - via D'Adda, 6 - tel. 0163-52005; fax 0163-562289
istituto@???
www.storia900bivc.it




È uscito il novantacinquesimo numero de "l'impegno", rivista dell'Istituto, nel quale sono pubblicati saggi di Orazio Paggi, Alberto Magnani, Luca Tagliabue, Filippo Colombara, Enrico Pagano, Piero Ambrosio, Mattia Pesce.
Orazio Paggi mette a fuoco le forme utilizzate dal cinema più recente per raccontare la guerra moderna in tutta la sua complessità, evidenziando come l'utilizzo di un'estetica dell'invisibilità, in cui l'orrore del conflitto è solo evocato e mai mostrato direttamente, contribuisca a trasmettere quel senso di incertezza e di angoscia ormai fortemente presente nella nostra quotidianità; mostrando come, anche al di sotto dei modi del war movie classico si affaccino istanze morali e aspetti simbolici non convenzionali, che pongono interrogativi inquietanti sulla guerra come condizione esistenziale dell'uomo; sottolineando come il cinema, che ossessivamente ritorna sul tema bellico, possa svolgere una funzione di conservazione della memoria, per recuperare il significato delle immagini di violenza e sottrarle alla superficialità di un pubblico ormai assuefatto dal bombardamento mediatico; ponendo infine l'attenzione sul fatto che tutti i film bellici, pur non trattando direttamente del terrorismo jihadista, sono comunque un riflesso della paura che l'Occidente ha dell'integralismo islamico.
Alberto Magnani, prendendo spunto dalla riapertura dell'accesso a un rifugio antiaereo avvenuta a Vercelli nell'ottobre 2014, si concentra sugli effetti della guerra aerea sulla popolazione civile, raccontando i bombardamenti alleati su Vercelli del maggio 1944, la distruzione del ponte sul Sesia del novembre successivo e l'incursione sulla stazione ferroviaria del febbraio 1945, attacchi che rientravano nella strategia degli angloamericani di puntare su obiettivi quali ponti, ferrovie, stazioni che provocassero il blocco delle comunicazioni e dei rifornimenti nelle retrovie tedesche, con la conseguenza drammatica di causare la morte dei civili che si fossero sfortunatamente trovati nelle vicinanze.
Luca Tagliabue ricostruisce, dopo un attento lavoro di ricerca svolto su documenti e testimonianze orali, l'episodio avvenuto ad Arborio il 13 febbraio 1945 che toccò drammaticamente la sua famiglia, causando l'uccisione, a soli ventiquattro anni, per mano dei fascisti appartenenti al 115° battaglione "Montebello" della Guardia nazionale repubblicana, dello zio Arturo Tagliabue, e avanza l'ipotesi che fosse rimasto coinvolto in un'azione militare tedesca e fascista mirante a stabilire ad Arborio, tramite un rastrellamento nella zona, ritenuta erroneamente a consistente presenza partigiana, un presidio provvisorio nell'ambito della operazione "Erweitertes Hochland", da poco iniziata con l'obiettivo di isolare dalle vie di comunicazione tra Piemonte e Lombardia le formazioni partigiane di Moscatelli.
Filippo Colombara riporta alla luce la storia dimenticata di Aulo Formigoni, partigiano di Gattinara militante nella 6a brigata "Nello", ucciso in combattimento a fine settembre del 1944 a Omegna, sopra Sasso Gambello, all'imbocco della valle Strona, e lo fa attraverso le parole di alcuni amici, intervistati sull'argomento, e quelle dello stesso Aulo, raccolte in un diario già edito alla fine della guerra nella rivista novarese "Il Lavoratore", particolarmente significativo per la totale assenza di retorica e il racconto di fatti semplici della quotidianità partigiana che restituiscono un quadro vivido delle difficoltà e sofferenze che dovettero affrontare i giovani che scelsero la via della montagna.
Enrico Pagano ripercorre le tappe della vita e dell'attività di Rodolfo Avogadro di Vigliano, maggiore dei carabinieri dopo l'8 settembre 1943, da Tolone dove svolgeva attività diplomatica fino al rientro in Piemonte, dopo la scelta di mantenere fedeltà al re e al governo del maresciallo Badoglio, in seguito alla quale si concentrò sull'organizzazione clandestina dei carabinieri piemontesi, collaborò con l'intelligence britannica, fu nominato responsabile del movimento clandestino dell'Arma nelle province di Vercelli e Novara, instaurò stretti rapporti con le formazioni garibaldine biellesi e la missione inglese "Cherokee", partecipò alla liberazione di Biella e Vercelli e fu nominato dal Cln questore di Vercelli, posizione che mantenne fino al 1 agosto del 1946 e gestì con equilibrio e rigore fino alla destituzione e all'obbligato passaggio di consegne, accettati con disciplina ma non senza esplicita amarezza.
Piero Ambrosio approfondisce le circostanze dell'arresto del leader socialista Pietro Nenni da parte delle autorità alleate, avvenuto a Vercelli il 25 maggio del 1945 per aver contravvenuto alle disposizioni che vietavano di tenere comizi, utilizzando per la ricostruzione dell'episodio e delle sue conseguenze le memorie dell'ammiraglio Franco Garofalo, il racconto dell'allora questore di Vercelli Rodolfo Avogadro di Vigliano, la risonanza che l'evento ebbe sui giornali dell'epoca quali "L'Unità", l'"Avanti!" e altri periodici locali e il diario dello stesso Nenni, oltre ad alcune immagini dell'Archivio fotografico Luciano Giachetti - Fotocronisti Baita di Vercelli che corredano l'articolo.
Mattia Pesce pubblica una selezione dei testi relativi all'area vercellese, già editi nel blog "Memorie di guerra", ricavati dalla lettura dei giornali "La Sesia" e "La Risaia" del 1915 e realizzati nell'ambito del progetto promosso dall'Istituto nell'occasione del centenario della prima guerra mondiale, che mira a ricostruire, attraverso la lettura della stampa locale, la vita quotidiana dei cittadini biellesi e vercellesi durante gli anni di guerra, dalle prime reazioni all'entrata dell'Italia nel conflitto, ai primi provvedimenti presi per tutelare i richiamati alle armi e le loro famiglie, all'atteggiamento accondiscendente della stampa nei confronti della censura, ai tentativi di risolvere la crisi risicola e le difficoltà connesse all'approvvigionamento di carbone e molto altro ancora.
Segue il ricordo di Ginevra Vinzio, donna impegnata per tutta la vita a difendere i valori nati dalla Resistenza, cui contribuì attivamente; di Aldo Vizzari, ufficiale di artiglieria unitosi ai primi nuclei di partigiani guidati da Moscatelli, poi destinato alla brigata "Strisciante Musati" e tra i redattori del giornale partigiano clandestino "La Stella Alpina", e di Fabio Musati, scrittore e amico dell'Istituto, nonché nipote di Clemente Musati, collaboratore della Resistenza deportato a Mauthausen, dove morì, e cugino di Attilio "Barba", comandante del distaccamento "Baranca", da cui sarebbe nata la brigata a lui intitolata a ricordo del suo sacrificio, che nel suo romanzo "Il mio l'ho fatto" ha ridato voce alle esperienze resistenziali dei suoi famigliari.
Infine, la consueta rubrica di recensioni e segnalazioni.

Sommario

Orazio Paggi
La guerra nel cinema ai tempi dell'Isis

Alberto Magnani
Bombe su Vercelli. Le incursioni aeree del 1944-1945

Luca Tagliabue
Arborio, 13 febbraio 1945

Filippo Colombara
Aulo, ragazzo per bene. Il ricordo di un partigiano nel racconto degli amici e nel suo diario

Enrico Pagano
"A favore dell'Arma". L'attività nel periodo clandestino di Rodolfo Avogadro di Vigliano, questore di Vercelli nominato dal Cln

Piero Ambrosio
"Non c'era folla, né bandiere né manifesti". L'arresto di Pietro Nenni a Vercelli il 25 maggio 1945

Mattia Pesce
Memorie di guerra. La Grande Guerra nelle pagine dei giornali vercellesi "La Sesia" e "La Risaia"

Lutti

Recensioni e segnalazioni

La rivista è in vendita nella sede dell'Istituto (via D'Adda, 6, Varallo): singolo numero 12 euro; abbonamento annuale 20 euro; formula abbonamento annuale più tessera associativa 32 euro.
Conto corrente postale per i versamenti n. 10261139, intestato all'Istituto.