[Forumlucca] Commissione Scieri: resoconto seduta Camera dei…

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Autor: laura picchi
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Para: forumlucca, salah.aimac@gmail.com, giulio sensi, roberto.sensi@gmail.com, lucca@manitese.it, lucca@arci.it, alessio ciacci, lista-di-lidia-menapace@googlegroups.com, mario ciancarella
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Assunto: [Forumlucca] Commissione Scieri: resoconto seduta Camera dei deputati

                
                    (Discussione sulle linee generali  – Doc. XXII, nn. 46-51-A)

                
            
              PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

  Ha facoltà di intervenire il relatore, il deputato Andrea Causin.
              ANDREA CAUSIN, Relatore.
 Signora Presidente, so che i colleghi dicono: «breve», però siccome 
parliamo di una cosa delicata, nel senso che parliamo di una persona, 
penso che per il rispetto suo e della famiglia, pur nella brevità, due 
cose vadano dette su questa vicenda. Onorevoli colleghi, con le proposte
 n. 46 e n. 51, i colleghi Amoddio e Zappulla in qualità di Pag. 95primi
 firmatari hanno proposto di istituire una Commissione di inchiesta 
della Camera dei deputati sulla tragica morte del militare di leva 
Emanuele Scieri, avvenuta, com’è noto, il 13 agosto 1999, presso la 
caserma «Gamerra» di Pisa, dove lo stesso Scieri era giunto dopo aver 
concluso la fase di addestramento delle reclute presso la caserma «Lupi 
di Toscana» a Firenze. Rammento sinteticamente come si svolsero i fatti.
 Il 13 agosto 1999, esaurite le formalità di rito, alle reclute 
provenienti dalla caserma «Lupi», tra cui Emanuele Scieri, venne 
concessa la libera uscita, che, stando a quanto successivamente emerso 
dall'indagine compiuta dalla competente procura della Repubblica, il 
giovane Emanuele trascorse passeggiando per il centro di Pisa con alcuni
 commilitoni. Alle 22,15 Emanuele Scieri rientrò in caserma, ma la sera i
 militari addetti al contrappello accertarono che non era presente in 
camerata. Nei giorni seguenti, nonostante di lui non si avessero 
notizie, nessuno alla caserma Gamerra si attivò per cercarlo. Solo alle 
13,50 di lunedì 16 agosto quattro allievi paracadutisti in servizio al 
magazzino-casermaggio si accorsero che il suo corpo senza vita giaceva 
ai piedi della scala della torretta di prosciugamento dei paracadute. Né
 le indagini svolte dalle autorità militari, né quelle della 
magistratura ordinaria hanno mai fatto piena luce sui contorni della 
vicenda. Ancora oggi la verità dei fatti non è stata accertata. La 
proposta di inchiesta che si sottopone all'esame dell'Assemblea trae 
origine perciò dalla necessità di fare emergere la verità su questa 
tragica vicenda.

  La proposta si compone di cinque articoli. Quanto alla durata, la 
Commissione è istituita per la durata residua della legislatura in 
corso. Quanto invece ai compiti, la Commissione ha i seguenti: stabilire
 la dinamica dei fatti, per accertare le cause e i motivi della morte di
 Emanuele Scieri e raccogliere gli elementi utili per l'identificazione 
dei responsabili; appurare se vi siano responsabilità di coloro che 
erano preposti al controllo all'interno della caserma ed effettuare 
un'indagine approfondita sulla gestione della medesima caserma, in 
particolare accertando l'eventuale esistenza di direttive diffuse da 
parte di ufficiali, sottufficiali o graduati della caserma atte a 
rendere operanti comportamenti gravemente lesivi del codice penale 
militare e dei regolamenti militari. Entro sessanta giorni dalla 
conclusione dei propri lavori – ma anche prima, qualora vi siano casi di
 particolare gravità e urgenza che lo rendano necessario – la 
Commissione dovrà presentare all'Assemblea una relazione. È 
espressamente previsto che possano essere presentate relazioni di 
minoranza. La Commissione è composta da ventuno deputati, nominati dal 
Presidente della Camera dei deputati, in proporzione al numero dei 
componenti dei gruppi parlamentari, comunque assicurando la presenza di 
un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare. Entro dieci giorni 
dalla nomina dei componenti, la Commissione è convocata dal Presidente 
della Camera per la costituzione del suo ufficio di presidenza, che 
avviene mediante l'elezione del presidente, di un vicepresidente e di un
 segretario. La Commissione – come previsto dalla Costituzione – procede
 alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse 
limitazioni dell'autorità giudiziaria. Non può adottare provvedimenti 
attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni 
altra forma di comunicazione né alla libertà personale, fatto salvo 
l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di 
procedura penale. Può richiedere agli organi e agli uffici della 
pubblica amministrazione copie di atti e di documenti da essi custoditi,
 prodotti o comunque acquisiti nelle materie dell'inchiesta. Può altresì
 richiedere copie di atti e di documenti relativi a procedimenti e 
inchieste in corso o conclusi presso l'autorità giudiziaria o altri 
organi inquirenti, nonché copie di atti e di documenti relativi a 
indagini e inchieste parlamentari. L'autorità giudiziaria può 
trasmettere copie di atti e di documenti anche di propria iniziativa. 
Per le testimonianze da rendere davanti alla Commissione si applicano le
 disposizioni pertinenti del codice penale. Quanto alla Pag. 96disciplina
 del segreto, è previsto – sulla falsariga di quanto stabilito per altre
 Commissioni monocamerali di inchiesta – che la Commissione debba 
mantenere il segreto funzionale fino a quando gli atti e i documenti 
trasmessi in copia siano coperti da segreto nei termini precisati dagli 
organi e uffici che li hanno trasmessi. La Commissione può stabilire 
quali atti e documenti non debbano essere divulgati, anche in relazione a
 esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso. Devono in
 ogni caso essere coperti dal segreto gli atti, le assunzioni 
testimoniali e i documenti attinenti a procedimenti giudiziari nella 
fase delle indagini preliminari fino al termine delle stesse. I 
componenti della Commissione e il personale che vi lavora o che 
collabora con essa o comunque viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o
 di servizio di atti o fatti coperti dal segreto sono obbligati a 
mantenerne la segretezza. Per il segreto di Stato si applica quanto 
previsto dalla legge di riferimento. Per il segreto d'ufficio, 
professionale e bancario si applicano le norme vigenti in materia. È 
sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale 
nell'ambito del mandato. È precisato che gli ufficiali e gli agenti di 
polizia giudiziaria non sono tenuti a comunicare alla Commissione le 
fonti delle loro informazioni.

  Venendo all'organizzazione dei lavori della Commissione e alla 
copertura finanziaria, il testo che la Commissione difesa sottopone 
all'Assemblea prevede che l'attività e il funzionamento della 
Commissione di inchiesta siano disciplinati da un regolamento interno 
approvato dalla Commissione stessa, prima dell'inizio dei lavori, fermo 
restando quanto previsto dal Regolamento della Camera in merito alle 
missioni fuori sede delle Commissioni di inchiesta. Modifiche delle 
norme regolamentari possono essere proposte da ogni componente. Le 
sedute della Commissione sono pubbliche, fermo restando che tutte le 
volte che lo si ritenga opportuno la Commissione può deliberare di 
riunirsi in seduta segreta. La Commissione può avvalersi dell'opera di 
agenti e di ufficiali di polizia giudiziaria e di tutte le 
collaborazioni che ritenga necessarie. Per l'esercizio delle sue 
funzioni, è previsto che la Commissione fruisca di personale, locali e 
strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente della Camera dei
 deputati. Quanto alle spese di funzionamento della Commissione, queste 
sono poste a carico del bilancio interno della Camera. Esse sono 
stabilite nel limite massimo di 15 mila euro per l'anno 2015 e di 100 
mila euro per ciascuno degli anni successivi compresi nella XVII 
legislatura. Il Presidente della Camera può autorizzare un incremento 
delle spese di cui al periodo precedente, in misura non superiore al 30 
per cento, a seguito di richiesta formulata dal presidente della 
Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento 
dell'inchiesta.

  Mi avvio a concludere. Nel corso dell'esame in sede referente si è
 registrata la convergenza pressoché unanime dei gruppi sulla proposta 
di inchiesta. Rispetto alle proposte iniziali il testo elaborato dalla 
Commissione difesa si caratterizza principalmente per il non prevedere, 
tra i compiti della Commissione di inchiesta, quello di indagare sulle 
pratiche di nonnismo e sulle condotte ad esso correlate in epoca 
antecedente e successiva alla sospensione del servizio di leva 
obbligatorio. La Commissione difesa ha infatti ritenuto che includere il
 fenomeno del nonnismo tra gli oggetti dell'inchiesta avrebbe disperso 
l'attenzione della Commissione di inchiesta impedendole di concentrarsi 
sull'obiettivo principale, vale a dire quello di fare piena luce sulla 
morte di Emanuele Scieri.

  Quanto alle Commissioni competenti in sede consultiva, le 
Commissioni affari costituzionali e giustizia hanno espresso pareri 
favorevoli; la Commissione bilancio ha espresso parere favorevole con 
una osservazione, che è stata recepita nel testo mediante un emendamento
 del relatore.
              PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia ad intervenire.Pag. 97
 
 Non essendovi iscritti a parlare dichiaro chiusa la discussione sulle 
linee generali, avvertendo che non si darà luogo alle repliche.

            
                
                    (Esame degli articoli – Doc. XXII, nn. 46-51-A)

                
            
              PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato della Commissione.

  Poiché non sono stati presentati emendamenti li porrò direttamente in votazione.

  Prego i colleghi di prendere posto.

  Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 46-51-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

  Passiamo dunque ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).
              Vecchio. Stanno entrando 
tanti colleghi; poi non aspettiamo. Questo è il primo voto sul 
provvedimento e poi andremo più rapidamente. Ruocco è in arrivo. 
Guidesi... sì, aspettiamo. Camani, Naccarato, Di Lello, Rubinato, 
Carinelli, Marcon, Colaninno. Forza colleghi. Pesco. Quando ha votato 
l'onorevole Pesco chiudiamo la votazione. È rimasto Villarosa lì in 
mezzo. Non vedo da qui: ha votato, onorevole Pesco ?

  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
               (Presenti   350   

   Votanti   341   

   Astenuti     9   

   Maggioranza   171   

    Hanno votato sì   340    

    Hanno votato no     1).    
              Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 46-51-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

  Passiamo dunque ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).
              Ci siamo ? Dellai, Malpezzi.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
               (Presenti   345   

   Votanti   335   

   Astenuti    10   

   Maggioranza   168   

    Hanno votato sì   335).    
              Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 46-51-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

  Passiamo dunque ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).
              Fitzgerald Nissoli...

  Dichiaro chiusa la votazione. Mi dispiace, collega Ciracì.

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
               (Presenti   341   

   Votanti   331   

   Astenuti    10   

   Maggioranza   166   

    Hanno votato sì   331).    
              (La deputata Argentin e il deputato Fossati hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).
              Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 46-51-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

  Passiamo dunque ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

            
                Pag. 98

            
              Montroni, Frusone, Quaranta, Dellai, Di Salvo, Attaguile...

  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
               (Presenti   348   

   Votanti   334   

   Astenuti    14   

   Maggioranza   168   

   Hanno votato sì   334).   
              (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).
              Passiamo all'esame dell'articolo 5 (Vedi l'allegato A – Doc. XXII, nn. 46-51-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.

  Passiamo dunque ai voti.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).
              Lainati, Dall'Osso, Palma, Martino, Brugnerotto, Agostinelli, Antimo Cesaro...

  Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
               (Presenti   361   

   Votanti   349   

   Astenuti    12   

   Maggioranza   175   

   Hanno votato sì   349).   
              (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

            
                
                    (Dichiarazioni di voto finale – Doc. XXII, nn. 46-51-A)

                
            
              PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gianluca Pini. Ne ha facoltà.
              GIANLUCA PINI.
 Grazie, Presidente. Molto brevemente, anche perché qui si parla di una 
vicenda molto lontana nel passato, molto dolorosa e anche molto oscura.
              PRESIDENTE. Colleghi, se abbassate un po’ il tono della voce, si sentono anche gli interventi.
              GIANLUCA PINI.
 Noi, onestamente, ci siamo interrogati in maniera sincera sul tipo di 
voto da consegnare a questo tipo di richiesta di Commissione 
parlamentare, e l'ho fatto anch'io in primis, perché penso di 
essere uno dei pochi, all'interno di questo Parlamento, a essere stato, 
come allievo, all'interno di quella struttura, cioè la caserma «Gamerra»
 di Pisa, in quanto, poi, componente della «Folgore». Non nascondo che, 
soprattutto in quel periodo lì e anche nel periodo antecedente, nel 
quale io ho svolto il servizio militare, purtroppo interrotto per un 
grave incidente, è chiaro che vi erano situazioni che venivano 
tollerate, ma che mai, personalmente, ho visto sfociare in episodi di 
violenza tali da generare la morte di una persona.

  Vi è stata un'indagine da parte della magistratura, che non ha 
scoperto, diciamo così, o non ha fatto rilevare alcun tipo di 
responsabilità penale personale nei confronti dei vertici o di altri 
commilitoni, ed è stata un'indagine abbastanza accurata. Quindi, una 
richiesta di Commissione di inchiesta specifica su un singolo caso, sul 
quale già la magistratura, per lungo tempo, ha svolto delle indagini, 
sembra, in qualche modo, dire che non ci si fida assolutamente di quel 
tipo di indagine lì.

  Sarebbe stato sì, come era nelle intenzioni iniziali, importante, 
magari, svolgere una ricognizione su tutti i casi che in questo Paese 
possono o potevano essere ricondotti a episodi di nonnismo che hanno 
portato alla morte o a episodi di incidenti gravi nei confronti di 
reclute di leva. Non lo si è voluto fare: si è voluto ricondurre il 
tutto a una sorta di bandierina politica da piantare in non so quale 
campo, cioè quella di dire «siamo riusciti Pag. 99ad
 ottenere una Commissione di inchiesta su un caso specifico». Un po’ 
poco, onestamente, se si vuole veramente far luce su quelli che erano 
gli episodi di nonnismo nel passato, quando esisteva e si svolgeva, 
fortunatamente – sottolineo, fortunatamente –, ancora la leva 
obbligatoria, che dava un minimo di responsabilità ai giovani 
dell'epoca, cosa che oggi, invece, non avviene.

  Quindi noi, lo ripeto, per il fatto che valutiamo questa richiesta
 una mera operazione di visibilità politica da parte di qualche collega o
 di qualche gruppo parlamentare, per dire abbiamo ottenuto qualcosa, che
 in realtà è ben poca cosa, se non riaprire una ferita dolorosissima per
 i parenti di questo ragazzo, non ce la sentiamo onestamente di avallare
 questo tipo di richieste. È un'operazione politica volta non solo ed 
esclusivamente (come dovrebbe essere per una Commissione di inchiesta) 
ad appurare la verità che speriamo comunque venga fuori. Quindi non ci 
opporremo, ma il nostro voto sarà di astensione per i motivi che ho 
anzidetto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Lega dei Popoli – Noi con Salvini).
              PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Duranti. Ne ha facoltà.
              DONATELLA DURANTI.
 Grazie, signora Presidente. È stato già detto, questa sera la Camera 
finalmente delibererà la Commissione di inchiesta per fare luce sulla 
morte di Emanuele Scieri, un ragazzo, una giovane recluta, un militare 
di leva presso la caserma Gamerra di Pisa che ha perso la vita lì 
dentro, sedici anni fa, tantissimi anni fa. In questi anni i sui 
familiari, i sui amici, le istituzioni di Siracusa e di Pisa, hanno 
chiesto verità sulla tragica vicenda e giustizia per Emanuele. Io penso 
che abbiamo il dovere di restituire la verità e la giustizia ai 
familiari e di restituirla a lui.

  Voglio ricordare che in Commissione difesa abbiamo lavorato anche 
riducendo al massimo i tempi per arrivare, questa sera, a questo 
risultato, all'istituzione della Commissione di inchiesta e lo abbiamo 
fatto con una condivisione importante. La Commissione di inchiesta avrà 
poteri di indagine che ci potranno consentire di arrivare alla verità. 
Lo voglio ricordare: il procedimento a carico degli ufficiali 
responsabili della caserma e dei militari del contrappello, quelli cioè 
che avrebbero dovuto accorgersi che Emanuele non era presente, mentre 
era agonizzante prima, e morto dopo, si è concluso con l'archiviazione. 
La vicenda, invece, è davvero drammatica e per noi è chiaro che Emanuele
 è stato vittima di un atto di nonnismo. Emanuele si era arrampicato su 
una torre e gli hanno trovato gli scarponi con i lacci legati tra di 
loro. Hanno trovato segni di scarponi sul dorso della mani, come se 
qualcuno abbia cercato di farlo cadere, di impedirgli anche di aiutarsi 
con le mani, già non potevo farlo con i piedi perché, appunto, aveva gli
 scarponi allacciati tra di loro. È stato sottoposto a un comportamento 
vessatorio, violento, un rituale, una pratica che abbiamo conosciuto 
negli anni in particolare quando il servizio militare nel nostro Paese 
era obbligatorio. Rituali e pratiche violente che venivano messe in atto
 perché i giovani militari, le reclute, potessero integrarsi nel gruppo.
 Si tratta di una pratica e di un fenomeno inaccettabile. Un fenomeno 
inaccettabile che ci risulta abbia avuto una recrudescenza negli ultimi 
tre, quattro anni, dal 2012 in poi. Anch'io penso, come il collega della
 Lega, che vada ripreso il tema del fenomeno del nonnismo più in 
generale e vada indagata la recrudescenza di questi ultimi anni anche in
 riferimento all'ingresso di tante donne nelle Forze armate. Ci sono, 
insomma, dei giudici dei tribunali militari che hanno già denunciato 
alcune situazioni di questo tipo.

  Penso, però, che Emanuele, la sua famiglia, i suoi amici, le 
istituzioni e tutti coloro che in questi anni hanno chiesto verità e 
giustizia, meritino che la Commissione d'inchiesta vada fino in fondo e 
che siano chiare le responsabilità. Penso sia a tutti noto che molto 
spesso, in particolare gli alti ufficiali, hanno sottovalutato Pag. 100i
 casi di nonnismo. Li hanno nascosti, se non addirittura favoriti, una 
pratica che era molto diffusa e che ha provocato ferite psichiche e 
fisiche a moltissimi giovani e a moltissimi ragazzi che hanno svolto il 
servizio militare di leva, il servizio militare obbligatorio. Le 
famiglie li affidavano in qualche maniera allo Stato e lo Stato spesso, 
come nel caso di Emanuele, ha restituito ragazzi chiusi in una bara.

  Penso quindi che il tema del nonnismo e del fenomeno, soprattutto 
se si dovesse in qualche maniera confermare la sua recrudescenza, vada 
ancora indagato. Penso che la Commissione difesa e la Camera dei 
deputati possano continuare a lavorare su questo. Ma intanto, adesso, da
 questa sera, i voti che noi abbiamo espresso sui cinque articoli, di 
cui è composta la proposta di istituzione della Commissione, dicono di 
una volontà condivisa. Una volontà che deve, però, portare un risultato 
importante: vanno scoperti e vanno indicati con esattezza i 
responsabili, vanno indicate e trovate con esattezza le cause della 
morte di Emanuele Scieri. Non si può più tacere. Penso che stasera il 
Parlamento, questa Camera, potrà esprimere una pagina un po’ più nobile 
di quelle che di solito siamo costretti a scrivere (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
              PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Scopelliti. Ne ha facoltà.
              ROSANNA SCOPELLITI.
 Grazie Presidente. Nel preannunziare il voto favorevole del gruppo di 
Area Popolare, vorrei rinnovare anche in questa sede il mio personale 
ringraziamento ai proponenti e ai colleghi che hanno fortemente voluto 
l'istituzione di questa Commissione, peraltro anche voluta all'unanimità
 in Commissione.

  Presidente, verità e giustizia, devono essere infatti dei principi
 cardine per dare ancora di più forza e credibilità alle istituzioni di 
questo Paese. Diceva Montesquieu: giustizia ritardata è giustizia 
negata. Ecco, io penso che la stessa cosa valga anche per la verità.

  Vorrei, vorrei tanto, che il caso di Emanuele Scieri non sia 
l'ennesimo caso dimenticato, un caso in cui i colpevoli non vengono 
individuati e soprattutto non vengono puniti. Per questo, ribadisco il 
voto favorevole del gruppo di Area Popolare.
              PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.
              STEFANIA PRESTIGIACOMO.
 Grazie Presidente. Il gruppo di Forza Italia voterà convintamente a 
favore dell'istituzione di una Commissione di inchiesta sulla morte di 
Emanuele Scieri. Sono anch'io firmataria della proposta Amoddio, che 
assieme al collega Zappulla – siamo tutti e tre siracusani – abbiamo 
voluto presentare. Ci sono voluti sedici lunghissimi anni perché 
finalmente si decidesse di aprire un'inchiesta vera. Io non so se dopo 
sedici lunghissimi anni sarà possibile fare piena luce su una vicenda 
drammatica, che ha spezzato la vita a un ragazzo meraviglioso di 27 
anni, appena laureato, che svolgeva l'allora obbligatorio servizio di 
leva.

  Io sono tra quelle persone che hanno manifestato per mesi. Sono 
tra quelle persone che, con i cartelli «verità e giustizia», hanno 
manifestato all'interno della caserma Gamerra. Emanuele Scieri è stato 
lasciato per tre giorni agonizzante, sotto la torre con questa scala 
altissima dalla quale è caduto. Nessuno lo ho cercato. È ovvio che ci 
sono stati dei colpevoli silenzi. Non si è mai voluta fare piena luce su
 questo caso e non soltanto la famiglia non si è mai rassegnata: 
un'intera comunità non si è mai rassegnata.

  E oggi il risultato è proprio l'istituzione di questa Commissione 
di inchiesta, dopo sedici lunghissimi anni, che tenta di rompere quel 
muro di omertà, che tenta di risvegliare le coscienze dei circa 
quattrocento commilitoni che erano presenti assieme a Emanuele Scieri 
nella caserma «Gamerra». Io, con uno spirito non certamente di rivalsa, 
ho sostenuto questa proposta di legge. Gli episodi di nonnismo Pag. 101c'erano, erano tanti, lo sapevamo e probabilmente il caso di Emanuele Scieri, che ha monopolizzato i media
 per moltissimi mesi, ha anche condizionato le scelte poi che sono state
 fatte dal Parlamento e dal Governo di allora sulla riforma del servizio
 di leva.

  Io penso che questa Commissione di inchiesta sia un atto dovuto. 
Ripeto che non sono convinta che riusciremo a restituire giustizia a 
Emanuele Scieri; non sarà facile, ma sarà anche importante solo scrivere
 nero su bianco in Parlamento e lasciare una traccia e una testimonianza
 che ci fu insabbiamento, che sia l'inchiesta della magistratura 
militare, che della magistratura ordinaria fu un'inchiesta sommaria. Chi
 ha vissuto in prima persona tutti quegli atti e ha seguito quegli atti 
da vicino, sa come sono state condotte le indagini. Quindi, oggi ha 
anche un valore, non solo simbolico, ma di sostanza, il solo accertare 
che non si volle fare piena luce sulla morte di un ragazzo meraviglioso,
 Emanuele Scieri, che la sua città non ha mai dimenticato e al quale 
continua ad intitolare iniziative, manifestazioni, targhe e convegni 
perché la sua storia deve essere ricordata e deve essere una storia di 
insegnamento per tutti coloro i quali decidono di intraprendere una 
carriera militare all'insegna di valori ben più alti di quelli che, 
purtroppo, spesso animavano le caserme di quell'epoca (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
              PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzo. Ne ha facoltà.
              GIANLUCA RIZZO.
 Grazie Presidente, «l'inchiesta giudiziaria sulla morte di Emanuele, 
condotta dalla procura di Pisa, si è fermata davanti ai silenzi, alle 
reticenze, alle omertà e si è conclusa con un'ingloriosa, scandalosa e 
vergognosa archiviazione. Ancora una volta la giustizia italiana ha 
dimostrato di essere una pseudogiustizia: delitti senza colpevoli, casi 
irrisolti, archiviazioni invece di verità, fantasmi al posto di 
imputati, generiche ipotesi invece di accertamenti». Presidente, queste 
parole, dure e dolorose, sono state pronunciate da Isabella e Corrado 
Scieri, madre e padre del paracadutista Emanuele Scieri, entrato con le 
sue gambe nella caserma «Gamerra» di Pisa nell'agosto 1999 e trovato 
morto, dopo tre giorni di agonia, nella stessa caserma, il 13 agosto 
1999. Emanuele è morto mentre svolgeva il servizio militare, mentre 
serviva lo Stato e questa morte e le sue circostanze ancora non chiarite
 rimangono una ferita ancora aperta, non solo per i genitori, ma per 
tutti coloro che reputano che sia assurdo che si possa morire in questo 
modo, dentro le mura di una caserma italiana. Troppe omissioni e 
reticenze – i genitori parlano apertamente di omertà – hanno 
caratterizzato questa vicenda. Fa onore al Parlamento aver avuto il 
coraggio di riaprire questa vicenda, di non rassegnarsi 
all'archiviazione alla quale si è arresa la procura di Pisa. Ed è un 
onore per noi votare questa proposta di legge proprio il giorno in cui 
si celebra la festa delle Forze armate. Con questa proposta di legge il 
Parlamento manda un segnale chiaro a tutti i cittadini in uniforme e, 
cioè, che la Repubblica non li abbandona, che non si dimentica di chi 
serve lo Stato e la patria, anche se Stato e patria non sono riusciti ad
 impedire che un gioco spregevole e crudele avesse ragione sulla vita di
 questo nostro giovane cittadino. Ciò su cui si indagherà sarà anche il 
nonnismo in generale, che è stato una delle piaghe più odiose 
dell'esercito di leva, troppo spesso tollerato da chi invece doveva 
combatterlo; fenomeno che ha allontanato tanti giovani da quello che per
 l'articolo 52 della Costituzione rappresenta un sacro dovere per il 
cittadino.

  Presidente, votiamo a favore di questa Commissione d'inchiesta 
proprio perché riteniamo che sia il miglior modo di difendere le Forze 
armate e combatterne le parti non sane, quelle degenerazioni che ne 
minano la credibilità. Sono trascorsi sedici anni dalla tragica morte di
 Emanuele. Tanto tempo, ma la richiesta di verità e giustizia rimane 
ancora di più Pag. 102attuale. Per questo, il MoVimento 5 Stelle voterà con convinzione la costituzione di questa Commissione d'inchiesta.
              PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Amoddio. Ne ha facoltà.
              SOFIA AMODDIO.
 Presidente, onorevoli deputati, mi accingo a formulare la dichiarazione
 di voto per conto del PD su questa vicenda devo dire molto, molto 
scottante. Permettetemi una breve sintesi. Sarò breve ma i fatti vanno 
raccontati per un voto veramente consapevole. In data 13 agosto 1999, 
come è stato detto, Emanuele Scieri terminava la fase di addestramento e
 veniva trasferito con un pullman alla caserma militare di Pisa, caserma
 Gamerra. Già durante questo trasferimento in pullman si verificavano 
numerosi episodi di violenza per i quali è stato aperto un procedimento 
militare al tribunale di La Spezia con condanna dei responsabili. 
Emanuele Scieri raggiungeva la caserma Gamerra e poi la sera alle 
reclute veniva concessa la libera uscita. Emanuele faceva un giro per la
 città e rientrava alle 22,15 in caserma. Ripeto: rientrava in caserma. 
Anziché ritirarsi subito in camerata, fumava l'ultima sua sigaretta e si
 attardava a fare una telefonata. Il commilitone suo compagno, tale 
Viberti, rientrava. Alle 23,45 però veniva effettuato il contrappello ed
 Emanuele Scieri non si presentava al contrappello. Moltissimi militari 
dissero che Emanuele Scieri era regolarmente rientrato in caserma, che 
fino a pochi minuti prima era stato visto, che ritenevano strana 
l'assenza di Emanuele Scieri ma nessuno in quella notte lo cercò. I 
militari addetti al contrappello non segnalarono niente all'ufficiale di
 picchetto che avrebbe dovuto ovviamente effettuare e disporre le 
ricerche. Intorno alla mezzanotte del 13 agosto alla caserma Gamerra 
nessuno si preoccupò di ricercare Emanuele Scieri e così anche il 14. 
Fino a quando il 15 agosto, il giorno di Ferragosto, ben due ispezioni 
straordinarie vennero fatte alla caserma. Alle 5 e mezza del mattino di 
Ferragosto e alle 21,30 di Ferragosto queste ispezioni provano che i 
vertici della caserma sapevano benissimo che non era affatto ordinaria 
la scomparsa di un commilitone, ma il corpo di Emanuele Scieri venne 
trovato il 16 agosto alle 13,50 e il cadavere ovviamente era in stato di
 decomposizione.

  Le indagini della procura di Pisa hanno permesso di raggiungere 
purtroppo una conclusione misteriosa: un'archiviazione. Tuttavia voglio 
leggervi le parole scritte dal procuratore: è certo che Emanuele Scieri 
cadde la notte del 13 agosto 1999 all'esterno della protezione della 
scala posta nella torre di prosciugamento dei paracadute della caserma 
Gamerra; è certo che cadde con le scarpe slacciate da una altezza di 
almeno 10 metri; è certo che sul dorso del piede aveva aperture cutanee e
 la deduzione logica – scrive il procuratore – è che Emanuele Scieri 
venne costretto a salire sulla scaletta senza alcuno strumento di 
protezione e che dall'interno della scala con uno strumento contundente 
non rinvenuto gli vennero procurate le lesioni al piede e gli vennero 
percosse le mani affinché Emanuele Scieri cadesse da quella scala.

  Allora il colpevole non c’è, ha il volto coperto, ma, signori 
deputati, tutti quanti ci chiediamo – la Lega ha espresso i suoi dubbi –
 perché dopo così tanto tempo. La risposta che tutti dovete sapere è che
 questa Commissione di inchiesta è stata chiesta in diverse precedenti 
legislature ma non ha mai visto la luce, non è mai stata portata in 
porto per fine legislatura, è stata chiesta da numerosi deputati. 
Confido e sono certa che il tempo trascorso oggi non è una debolezza ma 
sarà una nostra forza, la forza di questa Commissione d'inchiesta. Sono 
certa che moltissimi che allora non hanno parlato, hanno visto e sanno, 
domani potranno riferire alla Commissione di inchiesta perché magari 
sono stati trasferiti in altre caserme o non hanno più nulla da temere 
nel dire la verità.

  Ringrazio tutti i deputati e tutti i partiti politici che hanno 
firmato all'unisono questa proposta di legge perché, contrariamente a 
quanto ha detto la Lega, diverse Pag. 103indagini
 non sono state svolte e io sono certa che le svolgerà la Commissione di
 inchiesta. Ci sono molti buchi neri in questa indagine.

  Ringrazio a gran voce i 13 consigli comunali che hanno chiesto 
l'istituzione di questa Commissione di inchiesta, perché il trascorrere 
del tempo non ha assolutamente sopito il legittimo anelito di verità e 
di giustizia dell'opinione pubblica, dei seimila suoi amici che hanno 
aperto un blog, della famiglia e dello Stato italiano.

  Indagare ancora sulla responsabilità della morte di Emanuele 
Scieri significa perseguire veramente l'interesse generale, per 
condannare gli episodi di nonnismo che nel caso di Emanuele Scieri hanno
 trovato veramente il peggiore degli epiloghi.

  Mi accingo a concludere, colleghi deputati, e ricordo in 
quest'Aula che dopo la morte di Emanuele Scieri, molti militari, 
moltissimi militari trovarono il coraggio di raccontare gli abusi subiti
 e il dibattito che ne seguì fu la molla per far scattare la modifica 
del servizio di leva da obbligatorio in facoltativo. Per la morte di 
Emanuele Scieri, la giustizia non può avere assolutamente una data di 
scadenza.

  Onorevoli deputati, oggi è il 4 novembre, festa delle Forze 
armate, molti militari muoiono in territori di guerra per difendere 
questa patria. Il 6 novembre ricorre l'anniversario della laurea in 
giurisprudenza di Emanuele Scieri, tra due giorni; con il voto 
favorevole di quest'Aula possiamo dare giustizia a un ragazzo che 
giustizia ha studiato e che giustizia ancora aspetta. Esprimo il voto 
favorevole di tutto il Partito Democratico e invito tutti a votare per 
l'istituzione della Commissione di inchiesta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
              PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Baroni. Ne ha facoltà.
              MASSIMO ENRICO BARONI.
 Grazie Presidente, a rinforzo di quanti voteranno a favore e per 
mettere un ulteriore dubbio relativamente a quanti voteranno contro 
rispetto a questa Commissione parlamentare di inchiesta, voglio solo 
raccontare un breve aneddoto. Io ho fatto il collegio navale Morosini a 
Venezia e sono stato, come prevede quel collegio che è omologo alla 
Nunziatella, un pivolo. Un pivolo è un allievo del primo anno e il 
pivolo deve essere spivolato.

  Al di là dell'idea della goliardia che gira e come leggenda ancora
 gira intorno a queste istituzioni totali che rispondono a dinamiche 
molto spesso senza senso e al di fuori di una visione effettivamente 
importante e forte di Stato e di costruzione di uno Stato consapevole, 
c'erano dei minorenni, io ero uno di questi, avevo 16 anni – è 
incredibile ma vero, avevo tutti i capelli – e mi ero prefisso l'idea 
che bisognasse difendere i più deboli all'interno di questa istituzione.

  Ebbene, questo tipo di comportamento è assolutamente impossibile, o
 almeno in quegli anni era impossibile, perché diventi tu, alla fine, il
 più debole che farà le spese di questo comportamento.

  Quindi, dopo il primo anno si diventa anziani, al secondo anno, e 
il tipo di recrudescenze più forti e più violente avvenivano proprio da 
quelli del terzo anno, gli anzianissimi. I pivoli venivano un po’ difesi
 dal nonno, in quanto diventavano nipoti. Ebbene, dopo due anni mi sono 
dovuto allontanare, perché, un po’ come qui alla Camera dei deputati, 
succede che, difendendo i più deboli, anche all'epoca si prendevano le 
espulsioni e gli isolamenti disciplinari. Riuscii a prendere 60 giorni 
di isolamento disciplinare, quindi due mesi su nove mesi di corso.

  È una parentesi molto dolorosa della mia vita e ritengo che questa
 testimonianza sia importante perché bisogna entrare nelle pieghe là 
dove non si dice e solo i familiari più stretti sanno, ma nessuno parla,
 perché, altrimenti, chi ne fa le spese è l'allievo o l'allievo 
sottufficiale o ufficiale.
              PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

            
                Pag. 104

            
            
                
                    (Coordinamento formale  – Doc. XXII, nn. 46-51-A)

                
            
              PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

            
                
                    (Votazione finale ed approvazione  – Doc. XXII, nn. 46-51-A)

                
            
              PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento 
elettronico, sul testo unificato delle proposte di inchiesta 
parlamentare, Doc. XXII, nn. 46-51-A, di cui si è testé concluso l'esame.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).
              Dichiaro chiusa la votazione.

  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni – Applausi).
              «Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri» (Doc XXII, nn. 46-51-A):
               (Presenti   345   

   Votanti   337   

   Astenuti     8   

   Maggioranza   169   

    Hanno votato sì   337).    
              (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

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Subject: RE: Commissione Scieri: la Camera ha approvato poco fa
Date: Wed, 4 Nov 2015 20:39:16 +0100




PresidioPermanente MarcuccieLorenzini
è
stata istituita la commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di
Scieri. Lo scrivo sulla bacheca mia solo per denunciare la realtà dei
fatti.
Ancora una volta ci troviamo a dover constatare che chi ha
lottato per la Commissione ma soprattutto la Camera dei Deputati ha
dimenticato che esiste chi s'è fatto a Luglio 2000 dall'8 al 24 tra
carcere e domiciliari per aver portato a conoscenza del Procuratore
Iannelli la telefonata di un parà che si diceva a conoscenza che quello
di Scieri è un omicidio coperto dal vertice della Folgore, l'allora
Generale Enrico Celentano, autore del famigerato zibaldone pieno di
fascismo, razzismo e ogni genere di cialtroneria. Colui che si fece
carcere e domiciliari è Mario Ciancarella assolto tutte 7 le volte in
cui ha subito processi per il caso Scieri. Ecco dimenticare la
testimonianza di Ciancarella fin qui è per me già essere partiti con il
piede sbagliato. Mi auguro che tale commissione d'inchiesta risenta
Mario Ciancarella, non ci credo, come non credo che Scieri avrà verità e
giustizia da questa Commissione. Spero in memoria di Lele e di Suo
Padre Corrado di essere smentita. Spero che ancora una volta il
Parlamento non cerchi la verità di comodo. Spero che per una volta
abbiano la dignità di voler arrivare alla verità qualunque sia il prezzo
seguendo l'esempio proprio di Mario Ciancarella. Laura Picchi


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Subject: Commissione Scieri: la Camera ha approvato poco fa
Date: Wed, 4 Nov 2015 19:16:05 +0100





La Camera dei deputati ha appena approvato l'istituzione della
commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri e il
nonnismo. Laura Picchi socia Associazione antimafie Rita Atria