[nuovopci] Mafia Capitale e Corte Pontificia

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Autore: \(nuovo\) Partito comunista italiano
Data:  
To: npci.inter
Oggetto: [nuovopci] Mafia Capitale e Corte Pontificia


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Comunicato CC 26/2015 - 31 ottobre 2015

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MAFIA CAPITALE E CORTE PONTIFICIA

LA LIQUIDAZIONE DELLA GIUNTA MARINO, LA CRISI DEL SISTEMA POLITICO DELLA
REPUBBLICA PONTIFICIA E LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE DI PRIMAVERA

Sarebbe stato lacerante per il PD discutere dei singoli atti di
disobbedienza compiuti dal sindaco Ignazio Marino verso la Corte
Pontificia e il suo governo, ma soprattutto sarebbe stato imbarazzante
dichiarare pubblicamente nella riunione del Consiglio Comunale di Roma
che la Giunta Marino doveva comunque andarsene perché la Corte
Pontificia dopo due anni di sperimentazione così aveva concluso e così
aveva deciso. È convenzione sottintesa e tacitamente accettata da tutto
il sistema politico della Repubblica Pontificia che del potere della
Corte non si parla: "non nominare il nome di dio invano". Anche se si
freme e ora qui ora là si scalpita, lo si subisce e basta: è come
"l'ordine naturale delle cose". E Marino stesso ha disobbedito fino a
essere giudicato inaffidabile, ma non lo ha messo apertamente in
discussione: ha sfidato i suoi soci a parlarne, ma non ne ha parlato
neanche lui. Il risultato è stato che i suoi soci hanno trovato il
sotterfugio delle dimissioni immotivate e combinate e hanno sciolto il
Consiglio Comunale di Roma.

La Corte ha preteso l'allontanamento di Marino, perché era inaffidabile.
Le sue prese di posizione contro la supremazia della Chiesa in fatto di
comportamenti individuali, di morale sessuale, di relazioni familiari,
di gestione della procreazione e della morte (eutanasia) erano note da
tempo. E si tratta di un terreno dove la Chiesa difende con le unghie e
con i denti il suo ruolo di supremo legislatore "per volontà di dio",
anzi come "portavoce di dio in terra", come in Europa era universale
credenza fino a qualche centinaio di anni fa. Lo difende con le unghie e
con i denti perché la Chiesa è un'istituzione e ne va della sua
influenza spirituale su una parte rilevante della popolazione e quindi
ne va di uno dei fattori decisivi del potere politico della stessa
istituzione e della tutela di tutti i suoi interessi. Ma non erano in
discussioni le opinioni di Marino in fatto di morale e neanche la sua
condotta personale. Tanti altri pensano, dicono e fanno "peggio di lui",
persino alcuni tra i membri del "Sacro Collegio" cardinalizio. Quello
che era intollerabile era che Marino usava dei suoi poteri di sindaco
per violare pubblicamente di fatto le direttive della Chiesa, rompendo
l'universale pratica di tutte le pubbliche autorità della Repubblica
Pontificia: pratica fatta di condiscendenza e discrezione verso gli
interessi della Corte, compensate da partecipazioni ai benefici e agli
utili. È il sistema per cui l'Italia non è "un paese normale", per dirlo
con l'ipocrita e reticente espressione di Massimo D'Alema. È il sistema
che abbiamo illustrato in _Il futuro del Vaticano_ [7].

I registri comunali fanno testo ai fini del Codice Civile e dei diritti
e procedure che esso regola. La registrazione dei "matrimoni gay
contratti all'estero" era la dimostrazione più plateale che la Giunta
Marino "abusava" dei suoi poteri: violava ostentatamente le direttive
della Chiesa Cattolica. La sua _pubblica, proclamata e ostentata_
disobbedienza in tema di morale mostrava che Marino era inaffidabile su
terreni altrettanto delicati sui quali la Giunta di Roma deve essere
silenziosamente complice e ossequiente alla Santa Sede: i rapporti tra
malavita organizzata e Corte Pontificia e autorità ecclesiastiche,
l'intreccio Chiesa e palazzinari per la gestione del suolo e del
patrimonio immobiliare di Roma, la tutela degli interessi della Corte e
delle istituzioni della Chiesa, la puntuale esecuzione delle mille
prestazioni gratuite e ad arbitrio delle istituzioni ecclesiastiche che
l'Amministrazione Pubblica fa al Vaticano: dai servizi pubblici
all'ordine pubblico, dalle multe ai permessi di circolazione e all'uso
dello spazio pubblico. Sono tali e tanti gli interessi della Corte
Pontificia a Roma, tanto grande è l'intreccio tra gli organismi della
Curia, della diocesi romana e delle diocesi suburbane e delle
Congregazioni Religiose che quasi tutte hanno la loro casa generalizia a
Roma vicino alla Corte, con la criminalità organizzata, con i
palazzinari e con gli altri centri della "società civile" romana, che
anche indipendentemente dalla questione del ruolo e del prestigio della
Chiesa in fatto di morale, il Vaticano non poteva tollerare a Roma un
sindaco disobbediente e non fidato. Ateo e personalmente libertino sì,
ma disobbediente e inaffidabile no!

La disobbedienza di una persona che si giova dei poteri e delle
relazioni del sindaco di Roma non era tollerabile dalla Corte
Pontificia, ma non era tollerabile neanche per il resto dello Stato. Per
il semplice motivo che la disobbedienza delle autorità locali al potere
centrale è nell'aria, diventa sempre più una questione di sopravvivenza
degli enti locali quali sono configurati dopo 30 anni di "capitalismo
dal volto umano", nei 40 anni successivi alla fondazione della
Repubblica Pontificia.

È chiaro a chiunque segue la cronaca delle relazioni dello Stato con gli
enti locali e trapela dagli sbuffi dei frondisti del teatrino della
politica borghese, dei soci malcontenti del sistema politico borghese.

Recentemente (_il manifesto_ 28 ottobre) Sandro Medici ha pubblicato un
articolo dedicato in gran parte e crediamo anche nelle intenzioni
dell'autore al tema ozioso della sinistra borghese di vecchio stampo che
dovrebbe costituire "il nuovo soggetto politico" che dovrebbe essere
indipendente dal PD e concorrere alle elezioni amministrative che
dovrebbero tenersi in primavera. Ma già il titolo (_Caso Roma e non
solo_) va oltre il tema. Nello svolgimento dell'articolo, reticente e
per questo di non facile comprensione, la tesi che emerge è che gli enti
locali sopravviveranno solo "ribellandosi, disobbedendo cioè" al governo
centrale e "laddove è possibile, modulando [in linguaggio corrente:
usando] diversamente le proprie risorse e così cercando di corrispondere
a necessità, bisogni, diritti sociali". Certo, Sandro Medici
nell'articolo non dice se _possibile_ è quello che il governo centrale
consente o quello che l'Amministrazione locale ha la forza di fare. La
differenza è sostanziale: quello che il governo consente lo decidono il
governo e i vertici della Repubblica Pontificia mandanti del governo;
quale è la forza di un'Amministrazione locale invece dipende dalla
mobilitazione e organizzazione della massa della popolazione (la Val di
Susa insegna) e dalle relazioni dell'Amministrazione locale con la
popolazione organizzata.

Ma a parte questi silenzi, Sandro Medici insegna che le attuali
Amministrazioni locali sopravviveranno (non diventeranno autorità locali
come il prefetto, il questore e, andando al passato, il podestà
dell'epoca fascista), solo se la "ribellione" al governo e alle sue
direttive, norme e leggi diventerà regola della loro condotta, se si
ribelleranno alle imposizione ed estorsioni del governo centrale, agente
del capitale finanziario (questa ultima frasetta spiega il motivo della
condotta del governo centrale, ma anche qui Sandro Medici è reticente:
la omette per cui lascia campo aperto all'idea che un governo diverso
dal governo Renzi, un governo della sinistra borghese ...).

Ma l'importante è che Sandro Medici argomenta con conoscenza di causa (è
stato a lungo a capo di una delle Municipalità romane e nelle elezioni
amministrative del 2013 fu uno dei candidati sindaci sorpassati da
Marino) che la ribellione degli enti locali al governo è uno sviluppo
necessario. È quindi evidente, diciamo noi, che lo Stato non poteva
tollerare il cattivo esempio di Marino a Roma. Finché si tratta delle
punture di spillo e degli annunci del sindaco prudente e discreto di
un'altra città, alla De Magistris per intenderci (ma è già un caso al
limite della tolleranza governativa), per il governo della Repubblica
Pontificia è un problema, ma gestibile. Un comportamento ostentato e per
di più a Roma, diventa intollerabile. E non solo per il Giubileo che la
Corte Pontificia ha sovranamente indetto e che detterà i programmi della
Giunta Comunale, della Regione e dello Stato nei prossimi mesi a Roma e
in altre parti del paese: per tutta la vita corrente della Repubblica
Pontificia.

Quello che abbiamo fin qui detto spiega perché la Giunta Marino è stata
liquidata, quello che Marino reticente anche lui dice che "non capisce"
perché gli è capitato. Dimostra chi comanda a Roma e mette alla luce del
sole quello che anche la sinistra borghese non vuole vedere. Conferma la
tesi dell'Italia dagli anni '40 in qua Repubblica Pontificia, tesi che è
alla base della linea generale della Carovana del (n)PCI, quindi della
linea del (n)PCI e della linea del P.CARC.

Ma quali saranno gli sviluppi del "pasticciaccio" della Giunta Marino e
della sua liquidazione?

Noi non conosciamo i passi concreti che l'accoppiata Bergoglio-Renzi
farà, gli artifizi a cui ricorrerà. Neanche loro sono liberi da
condizionamenti nelle loro mosse, ma le loro valutazioni e i
condizionamenti della Corte e dei vertici della Repubblica Pontificia (e
di quelli che vegliano su di loro: la Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti con le sue istituzioni che
vanno dall'UE, alla BCE, al FMI, alla NATO) sfuggono in larga misura
alla conoscenza del (nuovo) Partito comunista italiano.

Ci sono invece chiare alcune conclusioni che interessano le masse
popolari italiane e quindi la condotta nostra e di tutti quelli che
contro il catastrofico corso delle cose vogliono far valere gli
interessi della classe operaia e delle altre classi delle masse
popolari, ivi compresi gli immigrati e quanti altri cacciati dai loro
paesi approdano alle coste italiane.

In particolare ci sono chiare le conclusioni da trarre se ci saranno le
prossime elezioni amministrative. Nel suo recente (17-18 ottobre)
discorso a Imola, Beppe Grillo ha messo in dubbio che ci saranno ancora
elezioni politiche in Italia (la scadenza regolamentare sarebbe il
2018). Ma è in dubbio anche se ci saranno elezioni amministrative, se i
vertici della Repubblica Pontificia, e in concreto l'accoppiata
Bergoglio-Renzi, non escogiteranno una qualche procedura o sotterfugio
per cui non si risolvano in un inaccettabile sicuro fattore di
disfacimento del loro sistema politico.

Beppe Grillo l'ha buttata lì, ma non ha detto quello che farà per
prevenire la mossa dei vertici della RP o almeno farci fronte. Ha solo
detto, nello stesso contesto ma parlando dei loro programmi e delle loro
promesse elettorali, che il M5S "ha sempre fatto quello che ha detto:
quando non l'ha fatto è perché glielo hanno impedito". Che è come dire:
noi siamo sottomessi ai vertici della Repubblica Pontificia e alla
marmaglia di cardinali, criminali organizzati, finanzieri e generali
italiani e stranieri che ne fanno parte. Ma non siamo come loro,
promettiamo di essere onesti e di fare tutte quelle belle cose che
promettiamo ... se solo ci permettono di farle.

E se loro non ve lo permettono? Quello che voi promettete è contro i
loro interessi economici e finanziari, è contro il sistema di interessi
che li costringe a devastare il nostro paese e a spremere le masse
popolari in tutti i campi e su tutti i terreni, è contro i loro
interessi politici (l'Italia è portaerei della NATO e fornisce in misura
crescente mezzi e truppe alla guerra di sterminio non dichiarato che la
Comunità Internazionale conduce contro i popoli dei paesi oppressi e che
sempre più si estende direttamente e indirettamente anche all'Europa).
Come volete che vi lascino fare? O quello che voi volete fare lascia
andare le cose come vanno, o vi impediranno di farlo. Già dopo le
elezioni politiche del 2013 il M5S era il partito più votato e non hanno
neanche ventilato l'ipotesi di affidarvi l'incarico di formare il
governo. Hanno nominato il governo Letta e voi avete incassato: lo hanno
mandato a casa loro, quando hanno avuto pronta la soluzione Renzi.

Quindi non c'è niente da fare? No! È che non basta enunciare un
programma di belle misure. Bisogna darsi i mezzi per attuarle anche se i
vertici della Repubblica Pontificia cercano di impedirlo, non le
lasciano attuare. Bisogna darsi i mezzi della propria politica. I
"mezzi" per fare una politica favorevoli alle masse popolari, sono le
masse popolari organizzate e decise a dare al corso delle cose un
indirizzo favorevole ai propri interessi, l'indirizzo che noi abbiamo
sintetizzato nelle sei Misure Generali del Governo di Blocco Popolare
[8]. I vertici della Repubblica Pontificia e i loro tutori, le
istituzioni della Comunità Internazionale, oggi e per un certo tempo
ancora non saranno in grado di impedire alle masse popolari di
organizzarsi e non sono in grado di impedire alle masse popolari
organizzate di far costituire a voi o ad altri centri autorevoli di loro
fiducia un governo di proprio gradimento, se le masse popolari
organizzate lo costituiranno: dovranno ingoiarlo e cercare di venirne a
capo rendendogli difficile la vita. E come far fronte alle loro
successive manovre e cospirazioni è un capitolo della storia su cui qui
non ci soffermiamo.

Chi nasconde i suoi piani generali alla masse popolari, conta di poterli
realizzare senza la loro partecipazione. Chi fa promesse e non si dà i
mezzi per attuarle, o è un imbroglione o è un avventuriero. Chi
promette, deve dire cosa ha fatto e cosa farà per attuare le sue
promesse, anche se i vertici della Repubblica Pontificia vorranno
impedirlo. Altrimenti non merita fiducia, è uno destinato a fare la fine
di Marino, se è abbastanza onesto da non fare quella di Bertinotti.

Quanto a noi, anche in vista delle prossime elezioni amministrative
dobbiamo attuare una "politica di principio". Cosa deve fare una
Amministrazione locale, cosa deve darsi i mezzi per fare chi si candida
a comporre un'Amministrazione locale? Come fare sì che le prossime
elezioni comunali contribuiscano a creare le condizioni per la
costituzione del Governo di Blocco Popolare? Come fare che le prossime
elezioni comunali contribuiscano a far sorgere quelle che abbiamo
chiamato Amministrazioni Locali d'Emergenza (ALE) [9]?

Sono quattro gli elementi che qualificano una ALE:

1. Deve in ogni campo mettere gli interessi delle masse popolari al
centro della propria azione e davanti alle leggi e alle misure del
governo.

2. Deve promuovere su ogni terreno la mobilitazione e l'organizzazione
delle masse popolari.

3. Deve essere disposta a disobbedire al Patto di Stabilità e alle altre
misure del governo che vanno contro le masse popolari e a venire meno ai
ruoli e alle funzioni che il governo assegna alle AL in ogni caso in cui
quei ruoli e quelle funzioni vanno contro gli interessi delle masse
popolari.

4. Deve promuovere un posizionamento analogo di altre AC in tutto il
paese e sviluppare il coordinamento con altre AC che seguono questa
linea, perché solo se promotrice del movimento popolare che va verso la
costituzione di un proprio governo d'emergenza una AC è in grado di far
fronte al governo dei vertici della RP.

Ogni candidato dobbiamo vagliarlo e incitare le masse popolari a
vagliarlo su quanto fa e ha fatto nel

- denunciare le situazione problematiche esistenti nel comune per le
masse popolari,

- indicare quel che occorre fare per risolvere le situazioni
problematiche,

- dire quali sono gli ostacoli da rimuovere che impedisce la soluzione
del problema: chi sono i nostri nemici.

Questo è la linea con cui dobbiamo da subito entrare nella campagna
elettorale, facendo leva anche sulla liquidazione della Giunta Marino.
In questo modo ritorciamo contro i vertici della RP la liquidazione di
una Giunta che, pur tra mille esitazioni e le reticenze da omertosi, ha
osato disobbedire.

Oggi la creazione delle condizioni per costituire il Governo di Blocco
Popolare è la linea di avanzamento della rivoluzione socialista nel
nostro paese.

I COMUNISTI POSSONO E DEVONO CREARE LE CONDIZIONI PERCHÉ LA CLASSE
OPERAIA, ALLA TESTA DELLE ALTRE CLASSI DELLE MASSE POPOLARI, COSTITUISCA
IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE FACENDOLO INGOIARE AI VERTICI DELLA
REPUBBLICA PONTIFICIA E MARCI VERSO L’INSTAURAZIONE DEL SOCIALISMO.

IL (NUOVO) PARTITO COMUNISTA ITALIANO CHIAMA TUTTI GLI ELEMENTI AVANZATI
DEL NOSTRO PAESE, IN PARTICOLARE GLI OPERAI AVANZATI, I GIOVANI, LE
DONNE E GLI IMMIGRATI A CONTRIBUIRE A QUESTO COMPITO; CHIAMA I PIÙ
AVANZATI AD ARRUOLARSI NELLE FILE DEL PARTITO E COSTITUIRE COMITATI DI
PARTITO CLANDESTINI NELLE AZIENDE CAPITALISTE E NELLE AZIENDE PUBBLICHE,
NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITÀ, NELLE ZONE D’ABITAZIONE PER ASSIMILARE
LA CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO E IMPARARE AD APPLICARLA CONCRETAMENTE
OGNUNO NELLA SUA SITUAZIONE PARTICOLARE.

AVANTI COMPAGNI, CON CORAGGIO E INTELLIGENZA! FAREMO DELL’ITALIA UN
NUOVO PAESE SOCIALISTA!

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[10]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [10]_].
_

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