[nuovopci] La Rivoluzione d’Ottobre e la nostra lotta

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Comunicato CC 25/2015 - 29 ottobre 2015

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LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE E LA NOSTRA LOTTA

ASSIMILIAMO LA CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO PER TRASFORMARE OGNI LOTTA
SPONTANEA DELLE MASSE POPOLARI CONTRO IL CATASTROFICO CORSO DELLE COSE
CHE LA BORGHESIA IMPERIALISTA E IL SUO CLERO IMPONGONO AL MONDO, IN
UN’OPERAZIONE DELLA GUERRA POPOLARE RIVOLUZIONARIA CHE FARÀ DELL’ITALIA
UN NUOVO PAESE SOCIALISTA E CONTRIBUIRÀ ALLO SVILUPPO DELLA SECONDA
ONDATA DELLA RIVOLUZIONE PROLETARIA CHE DARÀ INIZIO A UNA NUOVA ERA
NELLA STORIA DELL’UMANITÀ!

Il 7 novembre celebreremo il 98° anniversario dell'Insurrezione di
Pietrogrado e dell'Assalto al Palazzo d'Inverno con cui nel 1917 gli
operai e i contadini guidati dal Partito bolscevico di Lenin e Stalin
posero fine al governo borghese che da pochi mesi aveva preso il posto
del governo zarista e costituirono il primo governo sovietico. Ebbe
allora inizio la prima ondata della rivoluzione proletaria, erede della
Comune di Parigi. Essa nel giro di pochi anni ha mobilitato da un capo
all'altro del mondo, in ogni paese, la parte più avanzata delle classi
sfruttate e dei popoli oppressi dal sistema imperialista, in uno sforzo
comune per compiere rivoluzioni socialiste o rivoluzioni di nuova
democrazia [7] e instaurare il socialismo, fase di transizione dal
capitalismo al comunismo.

Come la Comune di Parigi, durata solo tre mesi (17 marzo - 27 maggio
1871), anche la prima ondata della rivoluzione proletaria non ha
raggiunto il suo obiettivo e nella seconda parte del secolo scorso, in
capo a circa cinquanta anni, si è esaurita. Oggi tutta l'umanità paga le
conseguenze dolorose e distruttive di questa sconfitta. La Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti
imperversa nel mondo e la borghesia imperialista impone ancora il suo
sistema di oppressione sociale e nazionale, diventato addirittura un
sistema che distrugge le condizioni ambientali della vita umana.

Nella lotta della classe operaia e delle masse popolari contro il
catastrofico corso della cose che quella Comunità Internazionale impone
al mondo, noi comunisti alziamo la bandiera della nuova ondata della
rivoluzione proletaria: la sconfitta non ha distrutto le ragioni della
nostra lotta e non ci ha indotti alla resa.

Stava quindi a noi comunisti capire le ragioni della sconfitta che
abbiamo subito e tracciare la linea della ripresa e della vittoria.
Ovviamente anzitutto bisognava verificare e riaffermare la basi, le
ragioni e i metodi della nostra lotta per instaurare il socialismo e i
motivi delle grandi vittorie della prima ondata della rivoluzione
proletaria culminata nella Rivoluzione Culturale Proletaria del popolo
cinese (1966-1976). È questo lavoro che il (nuovo) Partito comunista
italiano ha compiuto a partire dagli anni '80 del secolo scorso,
cercando insegnamenti e collaborazione dai comunisti di tutto il mondo,
ma forte anche del fatto che il primo paese imperialista che romperà le
catene della Comunità Internazionale mostrerà la strada e aprirà la via
alle masse popolari di tutto il mondo e decisi ad assumerci questo onore
se altri non ci precederanno. La rivoluzione mondiale non è un'azione
che si sviluppa in tutti i paesi simultaneamente, ma è la combinazione
delle rivoluzioni che si compiono nei vari paesi che ereditiamo dalla
storia.

Questo Comunicato non mira a confutare ancora una volta gli argomenti
dei denigratori del movimento comunista e le giustificazioni di quelli
che si sono arresi e hanno rinunciato alla lotta: confutazioni che
abbondano nella letteratura del nostro Partito interamente disponibile
sul sito www.nuovopci.it [1]. Mira invece principalmente a richiamare
quegli insegnamenti della prima ondata delle rivoluzione proletaria che
più ci servono per la lotta di questi mesi.

La rivoluzione socialista non scoppia. Inutile alimentare le lotte
rivendicative sperando che prima o poi una rivoluzione scoppi: sarebbe
come continuare a impastare la farina senza lievito sperando che prima o
poi fermenti. Non è scoppiata in nessuno dei paesi imperialisti
nonostante la guerra e le distruzioni in cui la borghesia imperialista
li ha trascinati nella prima parte del secolo scorso. "Non scoppia
perché non sono ancora mature le condizioni oggettive del socialismo
[8]", dicono gli arresi e i denigratori alla Oliviero Diliberto e suoi
soci (vedere il loro _Ricostruire il partito comunista_, 2011, ed. Marx
XXI). In realtà non scoppia perché per sua natura la rivoluzione
socialista è un movimento necessario, ma non un movimento _spontaneo_
delle masse popolari, cioè non è un movimento che le masse popolari sono
in grado di compiere sulla base del senso comune creato dalla borghesia
imperialista e dal suo clero e delle condizioni e relazioni in cui la
società borghese le confina. Su questa base le masse popolari non vanno
oltre le lotte rivendicative e la partecipazione alle lotte e alle
istituzioni della democrazia borghese. La rivoluzione socialista è sì un
movimento delle masse popolari: è un movimento pratico con cui le masse
popolari trasformano il ruolo che hanno nella società, le loro relazioni
sociali e se stesse. Ma è un movimento che le masse popolari sono in
grado di compiere solo con la direzione di un partito comunista che con
la sua azione fa fermentare le loro lotte. Il partito comunista deve
quindi essere all'altezza del suo compito e possedere la scienza della
trasformazione della società. E già Lenin [9]nel 1922 (_Note di un
pubblicista_ [10]) insegnava ai partiti comunisti appena costituiti
nell'ambito dell'Internazionale Comunista che "la trasformazione di un
partito europeo di vecchio tipo, parlamentare, di fatto riformista con
appena una spruzzatina di spirito rivoluzionario, in un partito di tipo
nuovo, realmente rivoluzionario e realmente comunista, è una cosa
estremamente difficile". È quello che i partiti comunisti dei paesi
imperialisti negli anni successivi non sono riusciti a fare, nonostante
gli insegnamenti dell'Internazionale Comunista e l'aiuto dell'Unione
Sovietica diretta da Stalin che fino al XX Congresso del Partito
Comunista dell'Unione Sovietica (1956) assolse con eroismo e con
successo al ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale.

Anche l'ala sinistra di quei partiti comunisti, composta dai dirigenti e
dai membri che sinceramente volevano instaurare il socialismo,
veneravano e propagandavano le teorie di Marx, di Engels, di Lenin e di
Stalin e nella lotta politica cercavano di difendere e sostenere gli
interessi degli operai e delle altre classi oppresse, ma si orientavano
a naso, combattevano alla cieca. Quei partiti comunisti non hanno
guidato le masse popolari a instaurare il socialismo perché non avevano
assimilato la concezione comunista del mondo: la veneravano ma non
facevano di essa la guida della loro attività, nella lotta pratica
agivano sulla base del senso comune. Si lasciarono assorbire dalla lotte
immediate anziché valorizzarle. Per quanto riguarda i comunisti
italiani, a poco servirono le linee tracciate e le iniziative messe in
moto da Antonio Gramsci nei pochi anni (1924-1926) in cui diresse il
Partito. Le sue riflessioni sulla rivoluzione socialista nel nostro
paese fatte nelle dure condizioni di isolamento delle prigioni dove i
fascisti lo condannarono a una morte lenta (i Quaderni del carcere
[11]), vennero addirittura deformate e stravolte in senso riformista da
Togliatti e dagli altri revisionisti che dopo la sua morte ne disposero
a loro arbitrio.

Questa è in sintesi la causa per cui i partiti comunisti non hanno
instaurato il socialismo in nessuno dei paesi imperialisti. In
definitiva è anche la causa per cui la prima ondata della rivoluzione
proletaria mondiale si è esaurita senza raggiungere il suo obiettivo. Da
quando nel PCUS è prevalsa la destra e l'Unione Sovietica ha cessato di
svolgere il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale,
anche il primo paese socialista è regredito fino alla dissoluzione. Per
ragioni che la concezione comunista del mondo ben spiega, i paesi
oppressi che compivano la rivoluzione di nuova democrazia potevano
favorire lo sviluppo della rivoluzione socialista nei paesi capitalisti
più avanzati, ma non erano in grado di portare a compimento l'impresa
senza rivoluzione socialista nei paesi imperialisti.

La concezione comunista del mondo è la scienza delle attività con cui
gli uomini fanno la loro storia. Marx ed Engels l'hanno fondata, Lenin,
Stalin, Mao hanno dato i maggiori contributi al suo sviluppo. È grazie
ad essa che i comunisti riescono a trasformare la lotta delle classi
sfruttate e dei popoli oppressi in rivoluzione socialista che aprirà la
via verso il comunismo. È grazie ad essa che il partito comunista
fondato da Lenin ha compiuto la grande Rivoluzione d'Ottobre che ha
sollevato la prima ondata della rivoluzione proletaria che ha cambiato
la faccia di tutto il mondo. È grazie ad essa che il Partito comunista
diretto da Mao ha fondato la Repubblica Popolare Cinese che per alcuni
decenni è stata d'esempio ai popoli oppressi di tutto il mondo. Noi
comunisti italiani abbiamo il privilegio dell'insegnamento di Antonio
Gramsci che, benché rinchiuso nelle carceri fasciste e dai fascisti
condannato a morte lenta (1926-1937), ha studiato le condizioni e le
forme della rivoluzione socialista nel nostro paese e ci ha lasciato
insegnamenti preziosi. Ma sta a noi assimilare e impugnare quest'arma
onnipotente.

I risultati che otteniamo nel promuovere la guerra popolare
rivoluzionaria [12] che farà del nostro paese un nuovo paese socialista,
dipendono da quanto abbiamo compiuto la nostra riforma intellettuale e
morale [13], da quanto abbiamo assimilato la concezione comunista del
mondo e imparato a tradurla nel particolare e applicarla concretamente.

Con la sua filosofia della storia la concezione comunista del mondo ci
mostra le leggi che l'umanità ha seguito nel suo sviluppo (sintetizzate
nel materialismo storico) e perché la logica del percorso che ha
compiuto finora porta l'umanità al comunismo che aprirà una nuova fase
della sua storia.

Con il materialismo dialettico essa ci fornisce la guida per conoscere e
trasformare il mondo.

Con la sua analisi del meccanismo del funzionamento del modo di
produzione capitalista essa ci fornisce la chiave per comprendere
l'azione della borghesia, la lotta delle classi nell'ambito della
società borghese, i presupposti del socialismo già creati nella società
borghese, il catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista
per prolungare la vita del suo sistema di relazioni sociali deve imporre
all'umanità, la trasformazione che dobbiamo dare alla società attuale
per fare valere i grandi progressi materiali e spirituali che gli uomini
hanno compiuto.

Con la sua dottrina della rivoluzione socialista essa ci fornisce
principi, metodi e strumenti per far fermentare con la nostra attività
le lotte spontanee degli operai e delle altre classi delle masse
popolari e portarle con successo a fare la guerra popolare
rivoluzionaria che instaurerà il socialismo nel nostro paese. Nel nostro
paese la costituzione del Governo di Blocco Popolare [14] è oggi il
passaggio meno distruttivo e doloroso per le masse popolari per seguire
questo percorso.

Chi rifiuta di assimilare la concezione comunista del mondo, non vede
gli spunti e le brecce che con la loro attività la borghesia
imperialista, il suo clero e i loro seguaci e agenti inevitabilmente
loro malgrado offrono alla nostra attività di comunisti promotori della
guerra popolare rivoluzionaria.

Chi non usa la concezione comunista del mondo per orientare la sua
attività, non vede gli aspetti delle lotte spontanee delle masse
popolari su cui far leva, interviene alla cieca con scarsi o nessun
risultato. Chi insiste nell'agire alla cieca prima o poi si scoraggia
per la sterilità dei suoi sforzi, si demoralizza, perde fiducia e alcuni
arrivano fino ad abbandonare la lotta e disertare.

Assimilare e usare il materialismo dialettico è la nostra principale
arma per la vittoria. Pensate a uno che volesse operare trasformazioni
chimiche e costruire impianti chimici senza imparare e usare i principi
e i metodi della chimica! Immaginate uno che volesse sconfiggere
un'epidemia o curare una malattia senza imparare la medicina e usare i
suoi metodi e suoi strumenti.

Certo noi avanziamo su un terreno mai finora praticato, dobbiamo
risolvere problemi e affrontare lotte che gli uomini non hanno finora
affrontato con successo. In molti casi quindi non esistono metodi e
pratiche verificate e consolidate. Dobbiamo far tesoro delle linee e dei
principi generali, analizzare la situazione concreta e sperimentare.
Inevitabilmente in molti casi sbaglieremo e impareremo solo dagli errori
nostri e degli altri. Ma come si è imparato a volare e a fare tante cose
che gli uomini non avevano mai fatto, dobbiamo imparare e impareremo a
fare la rivoluzione socialista. Il Partito comunista è appunto
l'aggregazione nel cui ambito i suoi membri imparano e insegnano,
sperimentano ed elaborano. E quello che vale per il (nuovo) Partito
comunista italiano, vale anche per il Partito dei CARC nel modo che gli
organismi del P.CARC stesso decidono e praticano.

La seconda ondata della rivoluzione proletaria avanza in tutto il mondo.
Molti non la vedono e non la sentono, come in natura chi non si intende
di coltivazione non sa che il grano sta germinando finché non spunta da
terra, perché solo a questo punto lo vede. La natura è piena di processi
in corso che un inesperto non vede. Nella vita sociale, quanti sono
colti di sorpresa dagli eventi? Così è anche per la rivoluzione
proletaria. Per vederla già oggi, bisogna avere assimilato la concezione
comunista del mondo.

Chi l'ha assimilata, vede i sintomi del processo in corso e si applica a
svilupparlo. Perché la rivoluzione socialista si sviluppa in una società
che è gravida di essa, ma non si sviluppa spontaneamente, cioè senza
l'intervento mirato dei comunisti che mobilitano, organizzano e
orientano gli operai e le altre classi delle masse popolari. Se nessuno
fa gli interventi necessari, il germe non fiorisce e muore. La storia
del movimento comunista è pieno di episodi del genere. Le lotte
spontanee non generano la rivoluzione, come la pasta senza lievito non
fermenta. La rivoluzione socialista non scoppia, bisogna farla crescere,
costruirla. Molti si ribellano alla società borghese senza avere
assimilato la concezione comunista del mondo e cercano la rivoluzione
socialista nelle lotte rivendicative, nelle lotte elettorali e nelle
altre procedure della democrazia borghese. Ma non sanno cosa cercare
perché né le lotte rivendicative né le lotte tra partiti e gruppi
borghesi sono di per se stesse manifestazioni della rivoluzione
socialista. Il primo passo per diventare comunisti, per passare da
ribelle, lottatore, scioperante, oppositore, ecc. a comunista è studiare
e assimilare la concezione comunista del mondo e il partito comunista è
anzitutto una scuola per studiare e applicare la concezione comunista
del mondo.

La rivoluzione socialista non scoppia, è un processo necessario ma non
spontaneo. La concezione che ha portato il Partito di Lenin a dare nel
1917 il via alla prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale è la
concezione esposta anni prima nel _Che fare?_: la teoria che guida gli
operai a fare la rivoluzione non nasce dal rapporto operai-capitalisti
che gli operai sperimentano direttamente; nasce elaborando l'intera
storia dell'umanità e i comunisti devono portarla tra gli operai
guidando con essa la loro lotta per emanciparsi dai padroni. La lotta
economica e per i diritti è solo un aspetto della lotta di classe, non
l'aspetto centrale. Può avere un ruolo importante e un grande sviluppo
solo se chi la guida la conduce nel contesto del resto della lotta di
classe. Per questo i comunisti devono assimilare e applicare la
concezione comunista del mondo, per portare gli operai a fare la
rivoluzione socialista.

La nostra società ha bisogno di rivoluzione socialista, ma non la
produce se i comunisti non la coltivano.

Il terreno è fertile perché la borghesia imperialista e il suo clero per
prolungare la vita del loro sistema di relazioni sociali non possono che
portare miserie, distruzione, inquinamento e guerra.

Decine di migliaia di uomini, donne e bambini in questi giorni marciano
lungo i Balcani o attraversano il Mediterraneo a rischio della loro vita
per raggiungere quella parte d'Europa che nel secolo scorso fu teatro
del capitalismo dal volto umano. Colonne altrettanto numerose non
marciano lungo la via della Spagna solo perché con ferocia più spietata
le potenze imperialiste con i loro servi marocchini e gli eredi del
franchismo hanno strozzato il corridoio di Gibilterra fin dall'inizio
della nuova colonizzazione dell'Asia e dell'Africa.

La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti sta colonizzando nuovamente l'Asia e l'Africa arraffando un
bottino di cui i gruppi imperialisti di tutto il mondo cercano di
prendere ognuno il massimo che gli riesce. Con lo sfruttamento delle
risorse naturali e con le guerre rende impossibile la vita a milioni di
uomini, donne e bambini nei paesi oppressi. Nei paesi imperialisti
distrugge una dopo l'altra le istituzioni del capitalismo dal volto
umano (istruzione, salute, pensioni, servizi pubblici) ed elimina i
diritti economici, politici e civili che per contenere il movimento
comunista aveva dovuto cedere alle masse popolari durante la prima
ondata della rivoluzione proletaria, nella prima parte del secolo
scorso. Per prolungare la vita del suo sistema sociale la borghesia
imperialista deve imporre nel mondo intero un corso delle cose
catastrofico: sul terreno politico, economico, ambientale, climatico,
intellettuale e morale. Non può fare diversamente. È nella sua natura e
non può farne a meno. Proprio questo rende in definitiva inevitabile la
fine del suo sistema di relazioni sociali e di relazioni internazionali.


Questo è a grandi linee lo scenario internazionale in cui noi comunisti
dobbiamo sviluppare su grande scala la lotta della classe operaia in
Italia per prendere il potere e instaurare il socialismo mettendo fine
alla Repubblica Pontificia. Da ogni parte assediano le masse popolari i
miasmi della sua putrefazione: la corruzione, la criminalità, la
precarietà, la droga, l'ignoranza, la superstizione, la pazzia e mille
altre forme di abbrutimento che si aggiungono alla disoccupazione, alla
precarietà, all'inquinamento e alla devastazione del territorio.
Possiamo certo venirne a capo, ma per questo dobbiamo legarci tra noi
fortemente nel Partito comunista, assimilando e applicando la concezione
comunista del mondo e facendo con essa fermentare la resistenza che le
masse popolari in mille forme oppongono al catastrofico corso delle cose
anche spontaneamente, cioè indipendentemente dall'azione promotrice e
dirigente del Partito comunista.

L'accoppiata Bergoglio-Renzi cerca di distrarre le masse popolari dalla
lotta di classe e paralizzarle combinando prediche sulla misericordia e
la retorica del successo. In realtà il governo Renzi fa con maggiore
arroganza e clamore quello che i suoi predecessori facevano esitando e
piagnucolando e continua come i suoi predecessori a spremere le masse
popolari italiane a vantaggio del capitale finanziario internazionale e
italiano: proprio per questo accelera la disgregazione della Repubblica
Pontificia. Quando molla cinque a uno, è perché toglie dieci a un altro
per mettere gli uni contro gli altri. Quelli che come Vendola & C
cercano di coabitare con gente simile, mirano a servire lo stesso
sistema prendendo il posto di Renzi e non hanno futuro. La sinistra
borghese ha di positivo di essere malcontenta del corso delle cose. Ma
gli esponenti della sinistra borghese che si ostinano a restare
nell'ambito della Repubblica Pontificia non hanno altro futuro che
seguire brontolando e frenando la strada del PD al servizio degli stessi
padroni. Solo quelli che si metteranno al servizio delle masse popolari
organizzate avranno un futuro.

Matteo Salvini e gli altri promotori delle prove di fascismo cercano di
trarre profitto dal corso delle cose incitando alla persecuzione degli
immigrati, come se fosse la loro invasione che toglie spazio ai
lavoratori, ai pensionati e agli emarginati nati in Italia. Cercano di
far dimenticare che in Italia imperversava la disoccupazione e la
miseria anche quando la sua popolazione era la metà dell'attuale e si
emigrava su grande scala in America e nel resto d'Europa. È il sistema
sociale che rende impossibile la vita a tanta parte della popolazione,
non la mancanza di territorio. In Germania in un territorio poco più
grande del nostro abita una popolazione una volta e mezza quella
italiana. In Giappone in un territorio poco più grande del nostro e
perfino più accidentato del nostro, abita il doppio della popolazione
italiana. In Polonia con un territorio grande come il nostro e una
popolazione poco più di metà della nostra, borghesia e clero cercano di
mantenere la calma mobilitando contro lo spauracchio dell'immigrazione.
La caccia all'immigrato è il filo conduttore della mobilitazione
reazionaria in tutta l'Europa. Matteo Salvini e i suoi complici possono
fare molto male ma al massimo possono prendere il posto del governo
Renzi per fare con maggiore ferocia la stessa politica agli ordini della
Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti, contro le masse popolari e contro le istituzioni del
capitalismo dal volto umano, ivi comprese le autonomie locali e le
organizzazioni sindacali che già il governo dell'accoppiata Bergoglio
Renzi sta distruggendo.

M5S e a livello locale personaggi come Luigi De Magistris, Ignazio
Marino e altri danno voce alle masse popolari che rifiutano di lasciarsi
coinvolgere nel sistema politico della Repubblica Pontificia, sono
l'altra faccia dell'astensione elettorale. Ma in definitiva hanno
davanti a sé solo due strada: o favorire e sostenere le masse popolari e
in particolare gli operai che si organizzano o finire anche loro al
servizio dei vertici della Repubblica Pontificia e, al di là di questa,
della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani
e sionisti. Perché in ogni paese bisogna assicurare la produzione e
riproduzione di quanto è necessario per vivere e oggi questo lo possono
fare solo le aziende capitaliste o le aziende pubbliche che lavorano in
rete secondo un piano in cui si concretizza il meglio delle idee e delle
aspirazioni che gli uomini oggi concepiscono. Ma le loro aziende i
capitalisti non le cedono pacificamente e quindi bisogna toglierle a
loro, farle funzionare e resistere alle loro manovre, ai loro sabotaggi,
alle loro aggressioni. E questo lo possono fare solo le masse popolari
organizzate e tra tutte le classi popolari gli operai sono quelli che
hanno maggiori possibilità, esperienza e necessità di organizzarsi. Non
c'è una terza possibilità: o i capitalisti che oggi vuol dire la
borghesia imperialista con il catastrofico corso delle cose che essa
impone al mondo o le masse popolari organizzate ossia la dittatura del
proletariato.

Fino alla Rivoluzione d'Ottobre la dittatura del proletariato era
un'idea che il movimento comunista aveva elaborato facendo il bilancio
dell'esperienza della Comune di Parigi. La Rivoluzione d'Ottobre ha
confermato che è un'idea giusta: finché l'Unione Sovietica ha svolto il
ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria, essa ha resistito a
ogni aggressione e ha fatto progressi in tutti i campi dell'economia,
della vita sociale e della partecipazione delle masse popolari alla vita
politica come nessun paese ne aveva mai fatti e ha spinto in avanti
tutte le classi sfruttate e i popoli oppressi di tutto il mondo. Solo
quando ha abbandonato questo ruolo è incominciata la sua decadenza.

Il bilancio dell'esperienza della prima ondata della rivoluzione
proletaria ci insegna che assimilando la concezione comunista del mondo
e usandola come guida della loro attività i partiti comunisti possono
condurre le masse popolari a fare la rivoluzione socialista, che la
lotta tra le due linee nel partito comunista è la condizione per
svilupparlo e difenderlo dall'influenza della borghesia, che la guerra
popolare rivoluzionaria è la strategia della rivoluzione socialista, che
la linea di massa è il metodo principale di lavoro e di direzione del
partito comunista, che dopo la conquista del potere, nei paesi
socialisti, la borghesia è costituita dai dirigenti del Partito, dello
Stato e delle istituzioni sociali che adottano metodi borghesi per
trattare le contraddizioni del socialismo, mentre la società socialista
è invincibile e progredisce solo se il potere è affidato agli uomini
devoti alla causa dell'emancipazione delle masse popolari e del
comunismo.

Forti di questi insegnamenti della Rivoluzione d'Ottobre e della prima
ondata della rivoluzione proletaria, sintetizzati dal maoismo [7], noi
comunisti affronteremo con successo i compiti della rinascita del
movimento comunista e dello sviluppo della seconda ondata della
rivoluzione proletaria che romperà la globalizzazione imperialista e
instaurerà il socialismo in tutto il mondo sulla base di relazioni di
collaborazione e solidarietà tra i popoli. Oggi la creazione delle
condizioni per costituire il Governo di Blocco Popolare è la linea di
avanzamento della rivoluzione socialista nel nostro paese.

I COMUNISTI POSSONO E DEVONO CREARE LE CONDIZIONI PERCHÉ LA CLASSE
OPERAIA, ALLA TESTA DELLE ALTRE CLASSI DELLE MASSE POPOLARI, COSTITUISCA
IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE FACENDOLO INGOIARE AI VERTICI DELLA
REPUBBLICA PONTIFICIA E MARCI VERSO L’INSTAURAZIONE DEL SOCIALISMO.

È A CONTRIBUIRE A QUESTI COMPITI CHE IL (NUOVO) PARTITO COMUNISTA
ITALIANO CHIAMA TUTTI GLI ELEMENTI AVANZATI DEL NOSTRO PAESE, IN
PARTICOLARE GLI OPERAI AVANZATI, I GIOVANI, LE DONNE E GLI IMMIGRATI:
PERCHÉ REAGISCANO CON FORZA ALL’AGGRESSIONE DELLA BORGHESIA IMPERIALISTA
E DEL CLERO E AL DISFATTISMO DIFFUSO DALLA SINISTRA BORGHESE E DAGLI
EREDI DEL REVISIONISMO MODERNO, SI ARRUOLINO NELLE FILE DEL PARTITO E
COSTITUISCANO COMITATI DI PARTITO CLANDESTINI NELLE AZIENDE CAPITALISTE
E NELLE AZIENDE PUBBLICHE, NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITÀ, NELLE ZONE
D’ABITAZIONE, PERCHÉ PROMUOVANO OVUNQUE LA FORMAZIONE DI ORGANIZZAZIONI
OPERAIE E POPOLARI!

AVANTI COMPAGNI, CON CORAGGIO E INTELLIGENZA! FAREMO DELL’ITALIA UN
NUOVO PAESE SOCIALISTA!

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[15]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [15]_].
_

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