[nuovopci] XI anniversario della fondazione del (nuovo) Part…

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Auteur: \(nuovo\) Partito comunista italiano
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À: npci.inter
Sujet: [nuovopci] XI anniversario della fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano


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Comunicato CC 23/2015 - 3 ottobre 2015

[_Scaricate il testo del comunicato in Open Office [4] / PDF [5] / Word
[6]_] XI anniversario
della fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano

La seconda ondata della rivoluzione proletaria avanza in tutto il mondo
e darà inizio a una nuova era nella storia dell'umanità!

Sono passati 11 anni da quando il 3 ottobre 2004 in una riunione
allargata della Commissione Preparatoria venne fondato il (n)PCI,
fondazione resa pubblica con la Risoluzione pubblicata in _La Voce_ 18
[7] (novembre 2004). Con questa decisione la Commissione Preparatoria
chiudeva l'opera che aveva iniziato nel 1999. Un'opera di cui aveva
indicato l'inizio, l'obiettivo e il metodo di lavoro nel primo numero di
_La Voce_ [8] pubblicato nel marzo 1999. La Risoluzione approvata il 3
ottobre 2004 indicava e illustrava anche l'obiettivo che il Partito
avrebbe perseguito sotto la direzione della Commissione Provvisoria che
assunse la direzione del Partito.

I punti salienti dell'opera della Commissione Provvisoria sono stati la
pubblicazione del _ Manifesto Programma [9]_ del Partito nel 2008 e la
celebrazione del I Congresso del Partito nel 2009 di cui _La Voce_ 34
[10] (marzo 2010) illustra i lavori e le decisioni.

Tra la fondazione del Partito e il suo I Congresso vi fu una svolta
importante nel corso della crisi generale del capitalismo: l'inizio a
cavallo tra il 2006 e il 2007 della fase acuta e terminale della crisi
generale. Di conseguenza il Partito aveva elaborato (Comunicato del 14
novembre 2008 [11]) la tattica della costituzione nel nostro paese di un
governo d'emergenza formato dalla classe operaia e dalle masse popolari
organizzate, il Governo di Blocco Popolare [12] (GBP), illustrata in
dettaglio in _La Voce _31 [13] (marzo 2009). Questa è ancora oggi la
linea generale del Partito sul piano tattico.

Nel suo recente IV Congresso (giugno 2015) il Partito dei CARC ha preso
la decisione di diventare il Partito dei comunisti promotori della
costituzione del Governo di Blocco Popolare e il (nuovo) PCI ha salutato
questa decisione (Comunicato CC 15/2015 [14] - 4 giugno 2015). Essa
infatti permette di articolare meglio la lotta per creare le condizioni
necessarie alla costituzione del GBP. Questo è in questi mesi il compito
che anche il (n)PCI deve affrontare con maggiore varietà di iniziative,
all'inizio del 12° anno della sua vita.

Guardando retrospettivamente agli anni trascorsi, vediamo che ai nostri
inizi come Carovana del (n)PCI (all'incirca nel 1985, 30 anni fa, con la
rivista _ Rapporti Sociali_ e le pubblicazioni della omonima Casa
Editrice), abbiamo evitato di incanalarci nelle lotte rivendicative e
nella partecipazione alla lotta politica borghese. Quindi abbiamo
evitato di cadere nell'una o nell'altra delle due principali deviazioni
(riformismo conflittuale e rivendicativo e riformismo democratico
borghese) in cui durante la prima ondata della rivoluzione proletaria,
nella prima parte del secolo scorso, si è impantanato il movimento
comunista dei paesi imperialisti e che lo hanno reso incapace di
realizzare il suo proprio obiettivo (l'instaurazione del socialismo).

Siamo invece partiti dalla scienza marxista, dalla concezione comunista
del mondo: la scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro
storia, scoperta da Marx ed Engels ed elaborata successivamente da
Lenin, da Stalin, da Mao Tse-tung e (nei limiti della sua disgraziata
condizione di prigioniero dei fascisti tagliato fuori dall'attività
politica) da Antonio Gramsci.

Abbiamo cercato e dato risposta

1. alla questione di come mai nessun partito comunista dei paesi
imperialisti ha instaurato il socialismo nella prima parte del secolo
scorso, quando Lenin e Stalin sostennero che le condizioni per
instaurare il socialismo in Europa esistevano,

2. alla questione di cosa fare per riprendere il cammino, dopo che nel
mondo si era esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria
aperta dalla Rivoluzione d'Ottobre e alimentata dalla rivoluzione in
Cina e in altri paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale.

Abbiamo esaminato, studiato e ristudiato l'esperienza della prima ondata
della rivoluzione proletaria, della sua grande avanzata e del successivo
esaurimento a partire dagli anni '50 per un verso e dagli anni '70 per
un altro verso. Non abbiamo evitato o eluso nessuno dei problemi della
storia del movimento comunista iniziata nel 1848. Abbiamo esaminato e
studiato il corso delle cose nel nostro paese e nel mondo. Abbiamo
raggiunto delle conclusioni e tracciato una linea illustrate nel nostro
_Manifesto Programma_ (2008), che stiamo attuando con tutte le nostre
forze. Queste sono ancora molto limitate, ma i limiti attuali delle
nostre forze sono legati non solo ai nostri limiti soggettivi, ma
principalmente alle caratteristiche della situazione che abbiamo
ereditato.

Acquisita a un certo livello la scienza delle attività con cui gli
uomini fanno la loro storia, noi abbiamo iniziato l'opera di legarci
alla resistenza che le masse popolari _spontaneamente_ (ossia sulla base
del senso comune, delle relazioni predominanti e delle corrispondenti
istituzioni e organizzazioni) oppongono al procedere della crisi
generale del capitalismo, ma per valorizzare sia il movimento
rivendicativo sia il movimento politico di massa (e in generale tutte le
lotte spontanee delle masse popolari) ai fini della rinascita del
movimento comunista e della rivoluzione socialista. Siamo ancora
all'inizio dell'attuazione del compito di fare della concezione
comunista del mondo (che abbiamo in una certa misura assimilato) la
guida del movimento delle masse popolari del nostro paese.

In questo percorso abbiamo per tanti versi seguito a nostro modo

- non la strada del vecchio PCI: esso nacque scindendosi dal PSI, quindi
ereditando i legami che il PSI aveva con le masse popolari ma anche le
due tare che inficiavano questi legami. Il vecchio PCI, quindi, avrebbe
dovuto compiere quella 'trasformazione di un partito europeo di tipo
vecchio, parlamentare, riformista di fatto e con appena una spruzzatina
di colore rivoluzionario, in un partito di tipo nuovo, realmente
rivoluzionario e realmente comunista' di cui tratta Lenin nelle _ Note
di un pubblicista [15]_ del 1922, una trasformazione che a ragione Lenin
definì 'estremamente ardua' e che infatti nessuno dei partiti comunisti
dei paesi imperialisti ha compiuto;

- ma la strada del movimento comunista russo. Anch'esso è partito
dall'assimilazione del marxismo (iniziata negli anni '80 del secolo XIX
con Plekhanov e il suo gruppo Emancipazione del Lavoro) e poi si è posto
il compito di fondere il marxismo con il movimento pratico della classe
operaia e con il movimento democratico russo di cui la classe operaia
doveva assumere la direzione.

Il nostro percorso spiega perché attualmente la nostra influenza e il
nostro seguito tra le masse sono ancora oggi più deboli di quelli dei
gruppi che impersonano le due principali deviazioni (riformismo
rivendicativo e riformismo elettorale). Ma è anche la base della nostra
forza e la garanzia delle nostre prospettive.

Per anni abbiamo fatto soprattutto lavoro interno, un lavoro di
elaborazione del bilancio del movimento comunista, analisi della
situazione, definizione della linea generale: a che punto è il mondo,
dove la borghesia imperialista e il suo clero lo stanno portando, dove
possiamo e dobbiamo portarlo noi comunisti. Questo lavoro di
elaborazione è stato molto importante. È un lavoro fondamentale. Non
potremmo adempiere il nostro compito di comunisti (organizzare la classe
operaia perché mobiliti le masse popolari a costituire il GBP per
avanzare nella lotta per instaurare il socialismo e andare verso il
comunismo) se non avessimo fatto questo lavoro. Possiamo adempierlo solo
se oggi facciamo tesoro di questo lavoro. Si tratta di usare ora tutto
quanto abbiamo costruito, tutta la scienza che abbiamo assimilato ed
elaborato, nel lavoro di massa e nell'ingrandimento delle nostre file.

Questo è il compito che dobbiamo adempiere. Esso si articola in due
compiti entrambi indispensabili:

1. costruire lo Stato Maggiore della Guerra Popolare Rivoluzionaria (che
è la strategia della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti) con
gli aspetti particolari di riforma intellettuale e morale (_Concezione
comunista del mondo e riforma intellettuale e morale [16]_ in _La Voce _
47) che questo richiede ai comunisti del nostro paese dato che su di
esso gravano la vittoria della Controriforma (secolo XVI), i limiti
della rivoluzione borghese che portò alla costituzione nel secolo scorso
del Regno d'Italia, la lunga degenerazione del vecchio PCI capeggiato
prima dai revisionisti moderni e poi dalla sinistra borghese;

2. allargare e rafforzare la partecipazione delle masse popolari alla
rivoluzione socialista facendo compiere ad esse un'esperienza pratica di
lotta rivoluzionaria a partire dai pregiudizi riformisti che il lungo
periodo di predominio dei revisionisti moderni e della sinistra borghese
ha sedimentato tra di esse: la lotta delle masse popolari del nostro
paese per emanciparsi dalla storica dipendenza economica, morale e
intellettuale dal clero e dalla borghesia deve necessariamente assumere
forme adeguate per superare questa eredità negativa.

È a contribuire a questi compiti che il (nuovo) Partito comunista
italiano chiama tutti gli elementi avanzati del nostro paese, in
particolare gli operai avanzati, i giovani, le donne e gli immigrati:
perché reagiscano con forza all'aggressione della borghesia imperialista
e del clero e al disfattismo diffuso dalla sinistra borghese e dagli
eredi del revisionismo moderno, si arruolino nelle file del Partito e
costituiscano Comitati di Partito clandestini nelle aziende capitaliste
e nelle aziende pubbliche, nelle scuole e nelle università, nelle zone
d'abitazione, perché promuovano ovunque la formazione di organizzazioni
operaie e popolari!

I comunisti possono e devono creare le condizioni perché la classe
operaia, alla testa delle altre classi delle masse popolari, costituisca
il Governo di Blocco Popolare facendolo ingoiare ai vertici della
Repubblica Pontificia e marci verso l'instaurazione del socialismo.

Possiamo prevedere e prevenire le mosse e le manovre della borghesia
imperialista e del suo clero. Essi sono costretti dalla crisi generale
del loro sistema sociale a condurre l'umanità intera su una via
catastrofica in campo economico, ambientale, politico, intellettuale e
morale, ad eliminare le conquiste di civiltà e di progresso strappate
dalle masse popolari durante la prima ondata della rivoluzione
proletaria, ad erigere la superstizione, la corruzione e la criminalità
a regole universali, a cercare di sostituire in ogni individuo un mondo
virtuale di immagini, idee e sentimenti assurdi al mondo delle relazioni
reali in cui gli individui vivono. La Comunità Internazionale dei gruppi
imperialisti europei, americani e sionisti è il centro mondiale della
criminalità, della guerra e della distruzione materiale, morale e
intellettuale dell'umanità.

Sta a noi comunisti prendere l'iniziativa in mano! La lotta di classe si
acuisce in Italia e nel mondo!

L'instaurazione del socialismo è la sola alternativa al catastrofico
corso delle cose che la borghesia imperialista impone nel mondo!

Il primo paese imperialista che romperà le catene del sistema
imperialista mondiale aprirà la strada e mostrerà la via alle masse
popolari di tutto il mondo!

Avanti compagni, con coraggio e intelligenza! Faremo dell'Italia un
nuovo paese socialista!

_**************_

_Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste
nell'usare TOR [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html
[17]_], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle
caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica
del Partito [vedere _ http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [17]_].
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