*OGM SI, OGM NO. COME SI FALSIFICA UN DIBATTITO *
*L’Italia nei giorni scorsi ha deciso, con altri 14 paesi europei, di
chiedere all’Unione Europea (quella che legifera sul diametro dei piselli o
sul raggio di curvatura dei cetrioli commerciabili……), di consentire di
essere esentata dalle decisioni europee favorevoli alla coltivazione degli
OGM.*
*La Repubblica**, quotidiano di incerta attendibilità quando affronta
questioni scientifiche nel campo biotecnologico, ha voluto dare prova di
equanimità pubblicando sabato 3 ottobre due articoli, uno pro e uno contro
questa decisione del governo. La scelta per il pro è caduta su Elena
Cattaneo, ricercatrice di fama mondiale, senatrice a vita per meriti
scientifici e con un ricco curriculum di riconoscimenti dovuti alle sue
ricerche nel campo delle cellule staminali, in particolare quelle
cerebrali, ma per propria ammissione in un precedente articolo, non
paricolarmente esperta nell’argomento in questione. Per il contro la scelta
è caduta su Carlo Petrini, uno dei fondatori della ben nota Slow Food e
impegnato nella lotta per un diverso modello di alimentazione. Dico subito
che nessuno dei due articoli mi ha entusiasmato, ma essendo contrario alla
coltivazione degli OGM mi concentrerò sulla critica all’argomentazione
della Cattaneo.*
*Scienziata di grido la Cattaneo ama intervenire sulla stampa in favore
degli OGM usando la forte argomentazione della libertà di ricerca
scientifica, tema quanto mai delicato e importante, caro ai ‘radicali’ di
Pannella tanto che sulla rassegna stampa di Radio Radicale Marco Taradash,
segnalando i due interventi su La Repubblica, a mio parere, non
imparzialmente ha ritenuto di presentare Petrini in modo dubitativo
rimarcando invece le attribuzioni scientifiche della Cattaneo, e quindi
predisponendo gli ascoltatori a privilegiare il parere di quest’ultima.
Conclusione di Taradash e (a suo dire) dei radicali della rispettabile
associazione Luca Coscioni: con questa decisione il governo italiano
attenta alla libertà di ricerca scientifica.*
*Il problema risulta così a mio parere falsificato. *
*La decisione del governo italiano, per l’occasione in compagnia di quello
francese, tedesco e di altri 12 governi della UE, riguarda la
liberalizzazione della coltivazione del mais e di altre sementi
transgeniche, cosa ben diversa dal problema della “ricerca scientifica”, la
quale ha da tempo elaborato alcuni tipi di mais geneticamente modificato, e
altri continua a sfornarne. Leader nel settore la multinazionale
statunitense Monsanto.*
*Una volta realizzato nei laboratori, il risultato (nel caso in questione
la creazione di un tipo di mais transgenico), come qualunque altra scoperta
in campo scientifico, deve essere sottoposto a verifiche atte a confermare
la non pericolosità del suo impiego. La decisione dei 15 governi riguarda
questo secondo passo, cioè la coltivazione estensiva di questo tipo di
mais. Quando, nel campo biologico o farmacologico, gli effetti reali della
‘scoperta’ non sono chiari, esiste un principio generale detto di
Precauzione -che giuridicamente non ha valore di legge ma che è
riconosciuto e accettato dalla maggioranza della comunità scientifica.*
*Il Principio di Precauzione è accettato dalla Comunita Europea (vedi la
“Comunicazione della Commissione, del 2 febbraio 2000, sul ricorso al
principio di precauzione [COM(2000) 1
<
http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/AUTO/?uri=celex:52000DC0001>
def. - Non pubblicata sulla Gazzetta ufficiale]”). Naturalmente la
valutazione dell’esistenza del rischio può dar luogo a discordanze ma già
l’esistenza di discordanze è significativa.*
*Contrariamente a quanto afferma la senatrice Cattaneo, che dice molte
cose, alcune condivisibili, alcune dubbie, tacendone poi altre, gli effetti
benefici del mais OGM sono tutt’altro che dimostrati, e crescono nel mondo
le evidenze di ricercatori che le cose non stanno proprio come la Monsanto
e la senatrice Cattaneo sostengono. Questo è un punto che in seguito
documenteremo debitamente.*
*Si potrebbe obiettare che in ogni caso la decisione impedisce la ricerca
applicata. Potremmo rispondere che proprio la ricerca applicata, in paesi
che hanno proceduto alla coltivazione delle coltivazioni OGM, in
particolare mais e cotone, forniscono un buon supporto alle ragioni della
cautela.*
*Purtroppo le varie cose che si pubblicano sul tema colgono in genere
volta volta solo alcuni aspetti specifici del problema e ne trascurano
altri. Mancano cioè di una visione complessiva, come sarebbe necessario su
un tema di tale importanza. Così, a parte la sicurezza alimentare o meno ad
es del mais transgenico, l’esistenza dei brevetti, quella della
contaminazione delle coltivazioni, quella di particolari legislazioni
favorevoli ai monopoli, rischiano, come già sta accadendo, di portare
all’eliminazione della diversità dei tipi di mais naturale lasciando sul
campo un solo vincitore: i mais transgenici brevettati. Con tutto quello
che ne consegue. Altro tema che affronteremo. Credo che i ‘radicali’,
fautori della libera concorrenza in ogni campo, non sarebbero felici di
scoprire che la loro battaglia nel caso specifico sta portando ad un odioso
monopolio.*
*L’argomento è lungo e complesso proprio per le sue varie implicazioni e
mistificazioni e lo proporremo a piccoli pezzi facilmente digeribili a
quanti non si sono posti il problema né scientificamente né politicamente
ma che sono interessati a farsi una propria opinione. Una cosa per volta.*
*Aldo Zanchetta*