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_ AVVISO AI NAVIGANTI 54_
9 agosto 2015
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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere
individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell'Ordine borghese,
una via consiste nell'usare TOR [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [7] ], aprire una casella
email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i
messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [7] ].
LE ISTRUZIONI PER L’USO DI TOR E DI PGP SONO STATE RECENTEMENTE
AGGIORNATE. UNA VERSIONE PIÙ SEMPLICE DELLE PRECEDENTI È ORA DISPONIBILE
IN
http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html [7]
PUNTINI SULLE I
Il Comunicato CC 20/2015 del 3 agosto [8] _Il bilancio degli avvenimenti
greci fatto dal Partito comunista greco (KKE) in un articolo introdotto
e commentato dal CC del (nuovo)PCI_ ha suscitato un certo numero di
reazioni, nonostante la stagione. Cosa ovviamente ottima, perché la
lotta di classe non va in ferie. Su una vogliamo soffermarci per le
considerazioni generali a cui apre la strada.
Il 5 agosto un compagno ha scritto, al P.CARC ma riferendosi al nostro
comunicato, quanto segue.
_(...) ho letto con interesse l'articolo di Giorgos Marinos, membro
dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del KKE, inserito il 28
luglio 2015 nella sezione inglese del sito del KKE._
_Personalmente, nonostante la sua gloriosa storia, ho delle perplessità
sulle capacità del KKE di elaborare una "analisi concreta della
situazione concreta" della formazione economico-sociale della Grecia
oggi e di elaborare una strategia di mobilitazione rivoluzionaria delle
masse, che parta dalle forze effettivamente mobilitabili oggi. _
_Questa perplessità mi è suggerita da una frase ben precisa
dell'articolo del compagno Marinos: "Essi [i lavoratori] dovrebbero
esaminare e studiare la linea di lotta del KKE, superare il muro di
disinformazione delle forze borghesi e opportuniste che si dedicano alla
gestione della barbarie del capitalismo e lavorano sistematicamente a
fuorviare i lavoratori."_
_Mi sembra un atteggiamento dogmatico: la linea del KKE è corretta per
definizione (iuxta propria principia), sono i lavoratori che sono
arretrati e si lasciano sviare dalle campagne di disinformazione dei
mass-media borghesi. _
_Scriveva Karl Marx nel Manifesto del Partito Comunista: "I comunisti
non pongono principi speciali sui quali vogliono modellare il
proletariato. […] e, quanto alla teoria, essi hanno il vantaggio sulla
restante massa del proletariato di comprendere le condizioni,
l'andamento e i risultati generali del movimento proletario."_
_Concludo dicendo che la mia perplessità è rafforzata dal fatto che il
KKE si dice abbia intrapreso una lunga elaborazione di autocritica per i
propri errori di strategia "iniziata nel 4° Plenum allargato del CC
(1953), passata tramite il suo 14° Congresso (1991) e la Conferenza
Nazionale del 1995 e culminata nel 18° Congresso (2008) e nella
Conferenza Nazionale del 16 luglio 2011". Cioè sono oltre 50 anni che
fanno autocritica e si aspettano ancora che siano i lavoratori a dover
"esaminare e studiare la linea di lotta del KKE"!_
_Questa, a mio giudizio, è presunzione dogmatica e mancanza di
dialettica materialistica. (...)_
A proposito di quanto il compagno scrive, rivolgendoci a lui e a quanti
in qualche misura condividono la concezione che da quanto scritto
traspare, vogliamo fare due considerazioni.
1. Anzitutto quanto alla concezione e alla linea del KKE, a chi legge
l'intero articolo di G. Marinos incorporato nel Comunicato CC 15/2015
del (n)PCI, sarà chiaro che G. Marinos non dice che i lavoratori, intesi
come massa dei lavoratori greci, dovrebbero esaminare e studiare la
linea di lotta del KKE che è giusta: se dicesse questo, la critica del
compagno sarebbe fondata.
G. Marinos dice che il KKE ha respinto la partecipazione a "governi di
sinistra" che sono in realtà governi di gestione del capitalismo e più
avanti precisa che parla di "governi di sinistra" del tipo di quelli che
vi sono stati in Francia, in Italia (governo Prodi, governo D'Alema),
Cipro, Danimarca e in paesi dell'America Latina.
Afferma che gli avvenimenti hanno dimostrato che la linea di lotta e la
chiara e coerente posizione del KKE sono giuste, chiama i lavoratori
degli altri paesi europei e di tutto il mondo a superare l'offensiva dei
mass media borghesi che esaltano SYRIZA e calunniano il KKE accusandolo
di "settarismo" e li esorta a cercare di trovare la verità, utilizzando
gli avvenimenti della Grecia in modo da trarne conclusioni utili.
Dal contesto delle pagine finali dell'articolo di G. Marinos è chiaro
anche che egli non si rivolge ai lavoratori intesi come massa dei
lavoratori, ma si rivolge ai partiti comunisti con cui il KKE mantiene
relazioni ed esorta i membri dei partiti di sinistra e dei partiti
sedicenti comunisti degli altri paesi europei e del resto del mondo a
esaminare e studiare la linea di lotta del KKE superando il muro di
disinformazione delle forze borghesi e opportuniste che si dedicano alla
gestione della barbarie del capitalismo e lavorano sistematicamente a
fuorviare i lavoratori.
La lettera del compagno è quindi la dimostrazione che quando si è
accecati dal pregiudizio o dal partito preso si distorce (è facile
distorcere, è facile trovare ragioni a prima vista valide per
distorcere) isolandole dal contesto il significato di singole frasi,
anziché capire il significato di ogni singola frase (cosa l'autore vuole
dire con la singola frase) interpretando la singola frase alla luce del
contesto. Chi vuole capire il pensiero di uno scrittore, deve
interpretare ogni sua frase usando il contesto, non far dire alla
singola frase quello che, isolata dal contesto, essa potrebbe anche
significare. È una regola generale per chi vuole studiare e capire. Vale
anche per chi studia il _ Manifesto del partito comunista_ steso da Marx
ed Engels nel 1848. Isolata dal contesto e prescindendo dagli sviluppi
del movimento comunista successivi al _Manifesto_ del 1848, la frase "I
comunisti non pongono principi speciali sui quali vogliono modellare il
proletariato" può certamente essere chiamata (ed è stata chiamata) a
proprio sostegno da ogni corrente di codisti, spontaneisti o attendisti,
contro Lenin e i suoi seguaci e successori che sostengono (dal _ Che
fare?_ (1902) in avanti e con i risultati che tutti conoscono) che la
concezione comunista del mondo non sorge dall'esperienza diretta degli
operai (esperienza che invece la conferma e che predispone gli operai a
capirla, farla propria e usarla), che sono i comunisti che devono
portarla agli operai e tradurla in linea di lotta nel particolare di
ogni paese e situazione_._
2. La seconda considerazione riguarda la concezione del partito
comunista che traspare sia dall'articolo di G. Marinos sia dall'analisi
che ne fa il suo critico autore della lettera: considerare come un
tutt'uno il partito comunista, i lavoratori avanzati e i lavoratori in
generale. Questa concezione contrasta con il ruolo che il partito
comunista deve assumere, in particolare nei paesi imperialisti.
Contrasta infatti con la lezione che viene dall'esperienza della prima
ondata della rivoluzione proletaria. È una concezione coerente con il
partito comunista delle "feste dell'Unità" e delle elezioni, al massimo
delle attività culturali e dell'appoggio alle lotte rivendicative: cioè
con un partito completamente appiattito nella democrazia borghese.
L'amara esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria nei
paesi imperialisti dice che un simile partito è solo una versione più
avanzata dei partiti socialisti della II Internazionale, partiti che si
erano già dimostrati incapaci di azione rivoluzionaria al tempo della
prima Guerra Mondiale (1914-1918) e negli anni seguenti.
Il partito comunista deve essere un partito rivoluzionario, ben distinto
dalle masse popolari (e dai lavoratori e dagli operai in generale)
proprio per essere capace di legarsi strettamente ad essi al modo in cui
deve esserlo una forza organizzata e cosciente che mobilita e organizza
gli operai e gli altri lavoratori per la conquista del potere e
l'instaurazione del socialismo.
La concezione del partito comunista che traspare dall'articolo di G.
Marinos e dalla lettera del suo critico è quella di partiti simili ai
vecchi partiti socialisti, riedizioni dei vecchi partiti comunisti
falliti nel loro compito di instaurare il socialismo durante la prima
parte del secolo scorso, partiti che si dichiarano di sinistra e alcuni
addirittura si dichiarano ancora perfino comunisti, che "all'estero"
della Grecia, e quindi in Italia e in altri paesi europei plaudono a
SYRIZA (fino a quelli che si propongono di scimmiottarla) e denigrano il
KKE. Mentre del KKE quello che deve capire, quello che chi ne ha i mezzi
e si crea le condizioni per farlo deve capire, è come si accosta alla
conquista del potere e all'instaurazione del socialismo. Capire se il
KKE lo fa al modo dei vecchi partiti comunisti europei che appoggiavano
e organizzavano le lotte rivendicative dei lavoratori, predicavano la
rivoluzione socialista e il marxismo e attendevano che prima o poi
scoppiasse la rivoluzione socialista (che non scoppiò neanche quando gli
operai e tutte le masse popolari dei paesi imperialisti si trovarono
nelle condizioni disastrose della crisi e delle guerre della prima parte
del secolo XX, a conferma che la rivoluzione socialista è per sua natura
tale che non scoppia: cosa che già F. Engels aveva indicato nella sua
Introduzione del 1895 all'opuscolo di K. Marx _Lotte di classe in
Francia dal 1848 al 1850_). O se il KKE lo fa al modo nostro, del
(nuovo)PCI, che certo appoggiamo e organizziamo le lotte rivendicative
dei lavoratori e mettiamo a contribuzione ogni forma di organizzazione
ed elevazione della coscienza (in proposito rimandiamo alla parte del
nostro Piano Generale di Lavoro illustrata nel punto 2 del capitolo 3.5.
del nostro Manifesto Programma [9]), ma attorno a un filone principale
di lavoro che consiste nel creare e orientare organismi operai e
popolari a costituire un proprio governo d'emergenza, il Governo di
Blocco Popolare [10], un governo con cui il partito comunista si avvale
delle condizioni già esistenti per costruirne di più avanzate, rompere
le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei,
americani e sionisti e avanzare verso l'instaurazione del socialismo nel
nostro paese, sicuri che il primo paese imperialista che romperà le
catene della CI mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse
popolari degli altri paesi imperialisti e del resto del mondo.
Con gli accordi stabiliti tra il governo SYRIZA e la Comunità
Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti la
lotta di classe in Grecia è entrata in una nuova fase, caratterizzata
dal fatto che la soluzione della sinistra borghese è bruciata. Quanto
più da vicino saremo in grado di seguire gli avvenimenti greci nel senso
sopra indicato, tanto più da essi impareremo per fare la rivoluzione
socialista nel nostro paese.
Sollecitiamo quindi tutti i nostri lettori in condizione di farlo a
collaborare con noi per imparare le lezione della lotta di classe in
corso in Grecia per fare la rivoluzione socialista in Italia.
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