[Redditoxtutti] MARCINELLE 8 AGOSTO 1956 - 8 AGOSTO 2015 UNA…

Borrar esta mensaxe

Responder a esta mensaxe
Autor: usiait1@virgilio.it
Data:  
Para: redditoxtutti, pop
CC: precari_roma, coordinamento3ottobre
Asunto: [Redditoxtutti] MARCINELLE 8 AGOSTO 1956 - 8 AGOSTO 2015 UNA STRAGE DELL'IMMIGRAZIONE PER NON DIMENTICARE comunicato sindacale da Unione Sindacale Italiana USI




COMUNICATO SINDACALE
E RADIO STAMPA DELL'8 AGOSTO 2015
PER PUBBICAZIONE,
DIFFUSIONE E DIVULGAZIONE grazie.


trasmette USI UNIONE SINDACALE ITALIANA –
Confederazione sindacale nazionale autorganizzata, autogestita, indipendente
fondata nel 1912


(aderente alla RETE NAZIONALE SALUTE E
SICUREZZA SUL LAVORO E SUI TERRITORI e mail nazionale della RETE bastamortesullavoro@???)



e mail usiait1@???, milano@???,
usiudine@???,
blog www.unionesindacaleitaliana.blogspot.com,
sito nazionale www.usiait.comarchivio storico www.usistoriaememoria.blogspot.com,




8 AGOSTO 1956 - 8 AGOSTO 2015, sono passati 59
anni, dalla la strage sul lavoro nella
minieradi MARCINELLE in Belgio.262 morti, di cui 136 di emigrati italiani,
nel linguaggio locale, a metà tra francese e dialetto, la strage fu chiamata "La catastròfa".Un incendio scoppiato a quota 975 della
miniera, nel distretto carbonifero di Charleroi, 262 morti a causa di un
incidente banale, UCCISI SUL LAVORO soprattutto dalla "premeditata"
imprevidenza, dalla mancanza delle elementari misure di protezione (anche all’epoca
da rispettarsi), dalla disorganizzazione. Uno degli eventi luttuosi
dell'immigrazione italiana all'estero, in virtù di accordi tra il Governo belga
e quello italiano, forza lavoro e braccia in cambio di quote di carbone per la
"ripresa italica" dopo la seconda guerra mondiale.


Per molti anni, nessuno Presidente della
Repubblica Italiana, nessun esponente di Governi, si recò sul luogo della
strage di Marcinelle, nè si impegnò a sostegno delle vittime e dei familiari,
nessun intervento istituzionale, durante l'inchiesta che fu aperta successivamente
a questo disastro sul lavoro, con una giustizia inerte di fronte a questo
"massacro annunciato".


Eppure la sola rievocazione del fatto, non
dovrebbe lasciare insensibii coloro che oggi, in Italia come nella
"civile" Unione Europea con tante direttive sulla salute e sulla
sicurezza nei luoghi di lavoro, parla di "flussi programmati" e di
"integrazione", o di "invasione", quando si riferisce al
fenomeno dell'immigrazione, come se fosse già dimenticato quello che subirono i
nostri antenati, bisnonni, nonni, colleghi e colleghe anche oggi...emigrati e
immigrati nei Paesi "ricchi e sviluppati" per uscire dalla
quotidiana miseria e alla ricerca di un
destino e di un futuro migliore, spesso pagato a caro prezzo di vite umane,
come a Marcinelle, come oggi nel Mediterraneo.


Così come, ci si dimentica che in Italia,
nonostante la crisi le tante cassaintegrazioni, mobiità, licenziamenti
collettivi, precariato e tanto lavoro sommerso e "al nero", che
quantifica in diminuzione la forza lavoro codificata e quindi riduce
sensibilmente, con un gioco di prestigio anche il numero ACCERTATO DI MORTI SUL
LAVORO e… DA LAVORO, rispetto solo a qualche anno fa, l'Italia rimane pur
sempre un PAESE DOVE LA SALUTE E' CONSIDERATA COME UNA MERCE E LA SICUREZZA NON
SOLO SUI LUOGHI DI LAVORO MA SUI TERRITORI, E' VISTA DA PADRONI E GOVERNANTI
COME "UN COSTO" DA RIDURRE PER MANTENERE, IN REGIME DI "CRISI
PERMANENTE", UN MARGINE PUR MINIMO DI PROFITTO E UNA BUONA OCCASIONE PER LUCROSE
SPECULAZIONI FINANZIARIE.
Non è vero che le politiche di AUSTERITA’ sono sviluppate
perché ci sta una carenza di risorse o di “ricchezza sociale prodotta”, anche
questa crisi (che mette in crisi i valori di solidarietà, giustizia sociale, i diritti
generalizzati e quelli di cittadinanza, per una cultura e un sapere critico e
collettivo) dimostra CHE VI E’UNO
SQUILIBRIO FORTISSIMO PERCHE’ NON VI E’ UNA DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, perché
i ricchi diventano sempre più ricchi (e potenti) e aumenta a dismisura l’impoverimento
generale delle classi lavoratrici e dei settori sfruttati, dove per mantenere i
profitti, anche nei paesi capitalisticamente avanzati, si riducono investimenti
per la sicurezza dei territori e dei luoghi di lavoro e la salute è considerata
oramai un costo e una merce.


Noi non dimentichiamo, non scordiamo
Marcinelle e la lezione che ci ha lasciato, come non scordiamo la Thyssenkrupp,
l'Umbria Olii, Molfetta, Trani, Ravenna, Genova, L'Ilva di Taranto, Marghera,
Monfalcone, Palermo...Viareggio e tante altre.


NOI NON DIMENTICHIAMO, PERCHE' CHI NON HA
MEMORIA NON HA UN FUTURO E NONOSTANTE TUTTO E’ ANCORA DISPOSTO A LOTTARE
COLLETTIVAMENTE, AD ESSERE SOLIDALI, A CONTRASTARE LA BARBARIE RAZZISTA COME LO
SFRUTTAMENTO DELLE PERSONE SUL LAVORO ...


PERCHE’ CIBATTIAMO PER “UN ALTRO
FUTURO...POUR UN AUTRE FUTUR”



VA RICOSTRUITA UNA RETE INTERNAZIONALE CHE
COLLEGHI LE LOTTE, COSTRUISCA PERCORSI DI SOLIDARIETA’ CONCRETA E PROGETTI UNA
NUOVA SOCIETA’, UN NUOVO ASSETTO ECONOMICO, UN ALTRO MODELLO DI SVILUPPO, per
superare quello oggi dominante.