[Forumlucca] Richiesta di replica al Corriere della Sera e a…

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Autor: laura picchi
Data:  
A: forumlucca, salah.aimac@gmail.com, giulio sensi, roberto.sensi@gmail.com, lucca@manitese.it, lucca@arci.it, alessio ciacci, mario ciancarella, lista-di-lidia-menapace@googlegroups.com
Assumpte: [Forumlucca] Richiesta di replica al Corriere della Sera e al Fatto Quotidiano
Date: Mon, 3 Aug 2015 12:02:22 +0200
Subject: Richiesta di replica al Corriere della Sera e al Fatto Quotidiano
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Richiesta di replica al Corriere della Sera e al Fatto QuotidianoAGO3Scritto da: 
03/08/2015 10:50  RSS                                                           ALLA CORTESE ATTENZIONE DE                                                           Il Direttore de  IL  CORRIERE  della  SERA                                                           Il Direttore de  IL  FATTO  QUOTIDIANO                                                           da                                                           Associazione Antimafie ed Antifascista RITA  ATRIAOggetto: Considerazioni su articoli apparsi sul Corriere della Sera a firma Angelo Panebianco e     Maurizio Caprara sul tema del MUOS e sul pronunciamento del Generale Arpino sullo              stesso tema e tenore alla emittente Formiche.netEgregio Direttore,Siamo la Associazione Antimafie ed Antifascista Rita Atria, assolutamente schierati contro l'installazione della base statunitense a Niscemi per la attivazione del Muos e speriamo che vorrete concederci un breve spazio di replica alle argomentazioni sostenute dagli articoli ed interventi citati in oggetto.Sappiamo bene che la lunghezza dell'intervento ridurrà le possibilità di vederci pubblicati, ma non potevamo lasciare senza replica gli interventi in oggetto e non è facile essere sintetici quando si tratta di dover smentire affermazioni superficiali ed apodittiche su argomenti complessi che vengono trattati con sciatta superficialità.Si fa ampiamente riferimento in quegli articoli e i quell'intervento alla lealtà presuntamente dovuta alla fedeltà Atlantica ed agli impegni assunti dal nostro Governo con quello Statunitense. Due piani (La NATO e gli USA) che dovrebbero essere mantenuti assolutamente distinti così come sono diverse le attribuzioni dei soggetti in causa. Si parla di “un gravissimo danno d’immagine e un crollo verticale di credibilità per il nostro Paese”.Il Generale Arpino in particolare ricorda che “Dopo molti casi in cui l’intelligence americana e quella italiana si sono trovate ai ferri corti, dal caso Abu Omar a quello di Nicola Calipari, sottolinea l’ex militare, questo potrebbe screditare ancora di più la Penisola e costituire il colpo finale.” ed ancora che “tradire nuovamente la fiducia alleata nel caso di un’infrastruttura come questa, a servizio della Nato, potrebbe costarci caro”, anche sul piano della sicurezza.”Ma perché avremmo tradito gli USA nei casi Calipari e Abu Omar e non piuttosto la nostra Costituzione consentendo che si consumasse il rapimento dell'imam, agevolandolo con la complicità diretta di nostri funzionari, e non insistendo eccessivamente - alla stessa maniera del Cermis - sulla opposizione diretta di responsabilità statunitensi nel caso Calipari.Ma come dimenticare che il Generale Arpino è l'uomo della “confessione” alla Commissione stragi, ad oltre 10 anni dalla strage di Ustica, che il MIG fosse in volo in giorni “diversi” da quelli fino ad allora sostenuti dalla Aeronautica, l'uomo che riconobbe che le liste degli uomini in servizio potessero essere state alterate, l'uomo che sostenne che la menzogna sul MIG era dovuta a problemi di commercializzazione della informazione - durata dunque più di dieci anni - contro la dovuta conoscenza del Parlamento -. Fu solo per sua fortuna che in Commissione vi fossero improbabili Parlamentari affascinati dalla “nuova collaborazione” piuttosto che essere indignati per la tardività e genericità delle ammissioni. Altrimenti non avrebbe dovuto sfuggire all'arresto immediato, come sarebbe stato nel potere di quella Commissione.Ora ci chiediamo: ma in questo Paese il ruolo sovrano del Popolo e del Parlamento e la necessità che ogni trattato internazionale sia confermato in quella sede rappresentativa, sono aspetti e dispositivi che qualcuno ha già cancellato dalla nostra Costituzione? Chi ha deciso che la nostra debba essere una sovranità limitata soggetta al placet del dominus egemone, che si mostra infastidito da ogni rivendicazione di piena sovranità?Chi ha deciso che il nostro debba essere solo un Paese-Cliente, senza autonomia alcuna in campo di politica interna ed internazionale?Sembra infatti che non si sappia (o si finga di non sapere, o peggio lo si ritenga un fatto scontato) che la questione MUOS non è mai stata oggetto di dibattito e voto parlamentare. E, pur bramando una Repubblica Presidenziale (cosa che potrebbe essere anche legittima per i due estensori degli articoli e per il Generale Arpino), sarebbe bene che i suoi sostenitori (Panebianco in testa) ricordassero o prendessero atto - se non lo sanno - che siamo ancora in un diverso regime democratico e in uno Stato di Diritto, ove si prevede che ogni trattato internazionale sia sottoposto alla ratifica del Parlamento. Per avere efficacia ed applicabilità.I redattori degli articoli sembrano angosciati dal discredito che verrebbe all'Italia dal mancato rispetto di impegni governativi assunti da Ministri o Rappresentanti Militari con il Governo Statunitense, ma sembra che non riescano proprio a dolersi della espropriazione delle prerogative del Parlamento.Gli estensori degli articoli hanno anche memoria corta e superficiale conoscenza di ciò che scrivono sul MUOS perché dovendosi misurare con il pericolo per la salute dei cittadini dei territori interessati - che giammai, sottolineano, metterebbero in discussione - riferiscono ad una relazione dell'Istituto Superiore della Sanità la quale semplicemente smentirebbe l'esistenza di tale pericolo.Ma dimenticano che tale relazione sottoposta al vaglio della Magistratura è apparsa in contrasto con le conclusioni di altri emeriti studiosi della materia, e la Magistratura in ripetute istanze di giudizio non ha potuto che concludere per la inaccettabile superficialità di quella relazione istituzionale, a fronte del documentato pericolo costituito dalle strutture del MUOS.Presentare poi il MUOS come un semplice sistema di comunicazioni significa mentire o quantomeno tacere sulla natura bellicista del sistema che non è un semplice sistema di comunicazioni radio ma è finalizzato in realtà anche e soprattutto alla guida dei droni, nelle nuove missioni escogitate dagli USA, con danni collaterali a dir poco ingigantiti rispetto ai precedenti sistemi d'arma.Così dalle farisaiche missioni “non art 5” stabilite dalla NATO per evitare di essere condizionati ad agire solo dopo attacchi subiti piuttosto che solo temuti, si è arrivati alle “targeted killings” dove la sicurezza di colpire i bersagli reali è assolutamente evanescente e la discrezionalità è esclusivamente statunitense.I sostenitori del MUOS si rifanno allora alla astratta affermazione della sicurezza contro le orde barbariche che ci starebbero accerchiando ed invadendo, dimenticando che proprio un drone guidato da sistemi similari al MUOS ha determinato la morte in Afghanistan del nostro collaborante pacifista Giovanni Lo Porto, prigioniero dei talebani. In una di quelle operazioni “targeted killings” che hanno sostituito, nella strategia statunitense di contrasto al terrorismo, le attività di tortura consumate ad Abu Graib o a Guantanamo. Dimenticano i nostri estensori che negli Stati Uniti c'è una sensibilità civile ed una categoria giornalistica che non teme di mettere sotto indagine e sotto accusa simili scelte governative, senza temere di poter essere individuati come nemici della sicurezza del Popolo Americano. Loro cercano ancora di garantire la Democrazia in tutti i suoi valori fondamentali e non solo in quelli utili agli interessi momentanei dei detentori del potere.Per allontanare, in maniera sostenibile, il fondato sospetto del pericolo che i nuovi impianti militari possono produrre per la salute delle popolazioni, ci sarebbe qualche passo in più da fare che non la mera estatica accettazione di una relazione istituzionale - peraltro smentita sul piano scientifico - o del millantato pericolo della sicurezza comune contro il terrorismo. E' come voler insistere che nel territorio di Taranto non c'è mai stato attentato alla salute pubblica per le lavorazioni dell'ILVA, solo perché esse vennero giudicate un bene strategico dai Governi del tempo che ben si guardarono dal monitorare gli effetti perversi e mortiferi dei residui reflui. Una strategia che non sappia tenere conto della prevalenza della sicurezza dei Cittadini, anche in prospettiva, è destinata a costruire situazioni di distruzione ambientale e della salute ben peggiori dei vantaggi che quelle strategie cercavano di vantare. Non è mai ricordato abbastanza dove ci portò la volontà del “romperemo le reni alla Grecia” del famigerato ventennio.Ma anche, solo guardando all'oggi, emerge in tutta evidenza la circostanza che una simile base MUOS diviene un possibile obiettivo strategico per ogni “nemico”, un obiettivo nucleare. Il che, per una espressione di antagonismo che non teme la morte per i suoi Kamikaze, potrebbe attrarre molto di più di semplici piazze e metropolitane. E non risulta che siano stati elaborati piani di evacuazione preventiva che un governo serio - anche volesse assumere legittime determinazioni ratificate dal Parlamento ed anche qualora una larga parte della popolazione fosse ostile a quelle deliberazioni - avrebbe comunque il dovere di stilare e rendere noti per garantire al meglio la sicurezza del proprio Popolo.Certo c'è da essere preoccupati oggi che l'“insicurezza a causa del terrorismo”, sbandierata come arma contro tutti gli antagonisti della volontà governativa, per accusarli di complicità diretta con il terrore, possa divenire piuttosto propedeutica alla “esecuzione” di qualche reale e “agevolato” attentato terroristico sul nostro territorio, così come furono “agevolate” le tante altre stragi impunite nel nostro Paese. Sempre per confermare le tesi “governative” e la necessità di liberarsi dagli antagonismi politici cui il potere si mostra assolutamente insofferente.Perché tanta indignazione sul presunto mancato rispetto di accordi intergovernativi o militari mai ratificati dal Parlamento e non ricordare piuttosto vicende come quella del Cermis? Dove una ulteriore mancata ratifica parlamentare ed una mancata rinegoziazione del trattato di Londra (unico caso, quello italiano, all'interno della Alleanza Atlantica) ci ha costretti a subire lo sberleffo di vedere sottratti alla nostra giustizia gli irresponsabili esecutori statunitensi della bravata che costo' la vita a venti persone? Perché preoccuparsi delle irose reazioni del Governo Statunitense e non invocare piuttosto il risenimento per i tanti crimini contro la nostra sovranità perpetrati da uomini di quei Governi USA? Forse, a ben pensare, il numero di nostri Cittadini colpiti a morte, negli anni, da attentati terroristici “agevolati”, o diretta espressione degli USA, sarebbe comunque superiore a qualsiasi possibile attentato possa essere consumato da parte di estremisti islamici.Perché tanta acredine degli estensori degli interventi in oggetto contro la Magistratura “locale”, senza volerne minimamente ricordare le funzioni di garanzia del Cittadino - senza alcun limite se non quello della Giurisdizione - che la nostra Costituzione ha voluto assegnarle proprio per la salvaguardia dei Cittadini contro lo strabordare dei poteri e dei potenti? Perché tanta approssimazione nel riferire delle posizioni assunte dalla politica locale che in realtà da un minimo di ambiguità iniziale è divenuta via via acquiescenza e subordinazione (quando non subornazione) ai desiderata statunitensi opponendosi piuttosto e criminalizzando chi continuava e continua a contrastare l'insediamento della nuova base statunitense (e non NATO, e la confusione su questo aspetto non è cosa da poco).Dovendo concludere questo intervento non possiamo non segnalare il dispregio cui è esposto negli articoli citati e nelle esternazioni degli Istituti diplomatici statunitensi in Italia il Movimento NO MUOS, che non è una aggregazione di blackblock - i quali spesso trovano tanta “agevolazione” proprio nelle forze che dovrebbero contrastarli - ma sono una espressione di Popolo e di Associazioni come la nostra che hanno imparato dalla loro lotta contro tutte le Mafie a portare il peso della denuncia e della indignazione contro i poteri anticostituzionali, ovunque e sotto qualsiasi maschera cerchino di presentarsi ed accreditarsi agli occhi dei creduloni e dei beoti quando non siano collusi.Direttivo NazionaleAssociazione Antimafie “Rita Atria